Lo sento.
Sento di nuovo questa sensazione a
me ormai famigliare.
è una
sensazione che ti scuote le membra,facendoti
rabbrividire come non mai, e provare dolore e una forte pressione sullo sterno.
Non avrei mai immaginato,che
l’avrei sentita ancora.
Perché è successo questo?
Io…non sono mai stato considerato un impavido,me ne rendo conto,però stavolta avevo fiducia nei miei
amici. Avrei sperato che loro sarebbero stati in grado di farcela. Di vincere il male che per l’ennesima volta si era insinuato
nel nostro mondo.
Ero dunque stato troppo codardo,a
starmene in disparte tremando al minimo segnale di pericolo, come l’ultima
foglia attaccata ad un ramo?
Forse.
Anzi, quasi certamente.
Ma io, che posso fare? Che potevo fare?
Noi umani siamo sempre stati deboli, rispetto ai nostri
compagni saiyan, fortunati in quanto nati come una
razza guerriera.
Eppure per tutta la mia vita io ho
sempre provato a dimostrarmi utile, fallendo.
Che sia il nostro destino?
Ora lui è davanti a noi. E il mio
cuore batte all’impazzata.
Inizialmente era caduto a terra come qualcosa di gelatinoso
e informe,e non avevo capito cosa fosse.
Ma la sensazione che si stava insinuando nel mio cervello non mi stava tradendo.
Majin Buu si era rialzato, e ora ci guarda
ghignando malignamente.
E io sono soggiogato da questo
terribile sentore.
…Paura?
Ah, ecco. Ora mi è tornato in mente il suo nome.
Paura.
E dire che uno come me, con tutte
le volte che ha visto la morte nei suoi occhi incavati,dovrebbe affrontarla a
testa alta, ormai.
Dovrebbe ridere quando la falce della morte è posta vicino
al suo collo…
Non è vero. Non lo voglio credere.
Non capisco il motivo della mia paura, e del mio rifiuto,
fino a che una vocina alle mie spalle emette un lamento singhiozzato.
“Ho paura, mamma! Ho
tanta paura!!!”
Mi rendo conto solo ora che le mie gambe si sono mosse da
sole, quasi istintivamente, e si sono poste assieme al mio intero corpo, che
ora ha assunto una posa difensiva,davanti a due
persone.
E non due persone a caso, ma le due persone per cui io VIVO tuttora.
Mi volto solo un attimo per guardare.
Il volto della mia piccola è nascosto tra le sue gambe, e la
sua bionda testolina trema vistosamente.
Per me è un altro tuffo al cuore.
Il sudore cola dalla mia fronte, passando in mezzo al mio
volto, che sicuramente è una maschera di terrore.
Perché?
Majin Buu ridacchia, ci ha appena
chiesto chi di noi sia il più saporito.
Stringo i pugni, ma riesco a malapena a restare immobile
nella mia posa.
Punto i piedi a terra, ma faccio fatica a stare in piedi.
Chi sto difendendo?
Non sono convinto di poterci riuscire, ma sento che la mia
paura non è la solita paura.
Durante tutta la mia vita, ho sempre provato paura solo per
me stesso. Temevo la morte più di ogni altra cosa.
Perché per me, ogni volta che veniva il momento, la morte
diveniva un qualcosa di inspiegabile.
Perché per me è diverso?
Goku mi ha raccontato che l’altro mondo è un posto tutto sommato pacifico, perché io non l’ho mai visto, tutte
le volte che i miei polmoni hanno smesso di funzionare, e il mio cervello ha
dato l’ultimo impulso elettrico??!
Stavolta sento che è diverso, comunque.
Il tempo davanti a me sta scorrendo al rallentatore. Riesco comunque a pensare con lentezza,nonostante la situazione
critica.
La mia paura è diversa dal solito.
“Inutile.
Tutto inutile.”
Improvvisamente mi rendo conto di quanto io sia inutile.
Per me stesso. Per tutti.
NON VOGLIO.
Non voglio esser inutile.
Ma non voglio nemmeno morire!!!
Vegeta, diversamente da me è andato incontro alla morte
senza lamentarsi,come un vero principe.
E io invece sto ripudiando la morte,che
fino a prova contraria avverrà tra poco,ne ho la certezza. Tremo come un
bambino di fronte a quel mostro rosa, che ora si sta sgranchendo il collo.
Mi volto di nuovo.
E sento che qualcosa, in questo
momento, sta piano piano cambiando.
La brutta sensazione rimane, certo, ma sta lasciando il
posto ancora di più al dolore!
Guardando mia moglie, sento che la paura aumenta, e così
l’apprensione.
Io l’amo.
Non sopporterei vederla morire così. E se anche la mia
piccola morisse, sono stranamente sicuro che la cosa
sarebbe perfino peggiore della morte in se.
Sento che in questo momento vorrei stringerla forte al mio
petto, e baciarla.
Vorrei rassicurare la piccola,o per
lo meno, fare qualcosa per farla smettere di piangere.
Mi sento triste, e mi viene da piangere.
Eppure ora sto pronunciando una
frase che va contro la mia logica.
“18…ho intenzione di
attaccarlo.”
Le mie corde vocali parlano quasi automaticamente. Sono
forse pazzo?
Intendo davvero attaccare quel mostro, pur sapendo che
sarebbe inutile?
“…Tu approfittane per
entrare nel palazzo con la piccola e gli altri…intesi?”
Ah…
Ma certo. Sto cominciando a capire.
Ho paura di morire, ma ancor di più di perdere le mie due
piccole gioie.
Grazie a loro fino ad adesso ho
continuato a vivere, a sorridere.
Se dovessi perderle,io…
io…
“Cosa?”
Mormora mia moglie, in un tono che è un misto tra
l’incomprensione e lo stupore.
“Addio,
cara...se riuscirò a tornare in vita, ci rivedremo…”
E così mi sono accomiato.
Forse, intendo davvero fare una pazzia, pur di salvare
tutti.
Ma come posso fare?
La mia mente non trova, né è in grado di trovare risposte al
momento.
Eppure lo sento.
Sento che i miei muscoli facciali stanno contraendosi.
Sto sorridendo.
Il mio sorriso ha un sapore amaro,non
è un sorriso di gioia, eppure non riesco a smettere di farlo.
Non voglio morire, non voglio abbandonare l’unica mia
felicità, eppure voglio salvarla!
Lo devo fare.
Non sarò un principe,né avrò il
coraggio di Vegeta, però voglio andare alla carica come un Kamikaze, con un
ultimo melanconico sorriso.
Nonostante io abbia paura. Nonostante la mia mente lo rifiuti.
Sento gridare il mio nome, è la
voce di mia moglie.
Forse è la prima volta che sento un tono così terrorizzato
nei miei confronti.
In un certo senso, la cosa improvvisamente mi rallegra…se
così si può dire.
Sento che sto per piangere.
Il mio cuore continua a battere incessantemente.
Con un urlo mi scaglio all’attacco.
In questo momento non mi importa
più nulla.
Se non una piccola cosa...
“Addio amore mio…avrei voluto
davvero stringerti per l’ultima volta…che brutto modo per andarsene…”
Sento l’alito della morte sul collo.
Ma non mi importa.
Stringo i denti con forza, per poi lanciare un urlo
“ARRIVO!!!”
So che di certo, qualsiasi sia l’esito del mio attacco
suicida, non verrò mai considerato un eroe.
Quel posto è riservato ai potenti,a
chi grazie alla sua forza ha salvato tutti.
Il destino di un umano come me è di
morire per gli altri nel silenzio di un esplosione.
Non ci saranno né pianti ne fiori
per me, ma ormai è tardi.
Sono pronto, morte.
Arrivo.