Arte Maledetta

di Baghi_Nelly
(/viewuser.php?uid=320311)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Si legò i capelli, solo più un pezzettino e il quadro, a cui stava lavorando ormai da cinque anni, serebbe stato sistemato, fatto, finalmente aveva finito. Irene si allontanò dal suo banco di lavoro e ammirò la sua "opera", ce l'aveva fatta, con fatica, ma l'aveva finalmente finito. Si sciolse i capelli morbidamente legati in una coda di cavallo, coprì il quadro con un telo e si diresse al piano superiore, dove c'era l'ingresso. Salutò Angela, la sua segretaria e, dopo aver preso il suo Mongomeri, uscì dall'edificio. Erano ormai le nove di sera quando Irene si diresse nel suo piccolo appartamento dove l'aspettava Jack... il gatto. Cadeva una pioggia leggera e calda, mentre la ragazza si avviava verso casa la voce di Angela, che le stava correndo dietro, la chiamò.

"Irene! Irene! Hanno appena chiamato da Ginevra, non capisco bene quello che sta dicendo il direttore del loro laboratorio, sono ancora in linea, corri!"

Irene corse al laboratorio e poco dopo era già al telefono con il direttore del laboratorio di Ginevra.

"Of course! I'm honored to work for you! When will the picture arrive?"

Angela attendeva impaziente degli ordini dal suo capo. Irene infatti sovrintendeva su gran parte dei ristrutturatori del laboratorio e lei era la sua segretaria personale. Angela adorava Irene, sia per la sua bravura sul lavoro, sia per il suo modo di essere, di comportarsi e di relazionarsi con gli altri, era il capo migliore che aveva avuto fino ad allora.

"So soon?! Wonderful! We will be absolutely ready to get it! So, see you soon!"

Irene mise giù il telefono, lo fissava, immobile.

"Allora?" chiese Angela tutta agitata.

"Abbiamo un nuovo quadro da ristrutturare"

"E che quadro è?!"

"L'isola dei morti..."

Irene girò la testa, pochi secondi e tutte e due iniziarono a saltare per la gioia e mandare grida di felicità.

L'isola di morti, una delle massime aspirazioni di Irene, il quadro che l'aveva impressionata e affascinata fin da ragazzina, l'avrebbe dovuto ristrutturare, lavorarci sopra. L'avrebbe ristrutturato personalmente, non aveva alcun dubbio. Sarebbe stata la sua fissa, il suo quadro, ma, senza che lei lo sapesse, anche la sua rovina.





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1587089