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Cosa
cerchi veramente
1.
Prologo
Il vento
colpiva incessantemente l’erba, che d’estate cresce stranamente grassa e folta
sull’isola, scuotendo pochi
cespugli più alti, che riescono ad attecchire nonostante le rigide temperature,
tenacemente rispuntando in primavera dopo le gelate invernali, che imbiancano
l’arcipelago.
Niente si
vedeva sull’isolotto che riuscisse a contrastar il vento ed a rimaner ritto;
sola, una figura si stagliava vicino alla scarpata rocciosa a picco sul mare,
unica interruzione verticale di un paesaggio altrimenti piatto e ripetitivo.
La figura,
che guardava verso il mare, era chiaramente umana, ma poco altro si poteva dire
di lei.
Avvolta in
un lungo mantello grigio, stretto dalle braccia contro il corpo, il cappuccio
ricaduto sulle spalle dopo una lotta persa in partenza col vento. Il capo era
dunque scoperto, ma pochi indizi forniva, poiché il volto era coperto di una
maschera senza espressione, modellata su un volto femminile, totalmente lucida
se non per due segni azzurri sulla guancia destra a ricordare dei graffi; una
cascata di capelli ricci, del colore dell’acqua, le ricadevano sulle spalle ad
incorniciare quella figura che poteva altrimenti rassomigliare ad una
statua.
La figura
rimase ferma ed immobile anche quando, tempo dopo, un uomo si avvicinò risalendo
il lieve pendio che portava al limitar della scogliera.
L’uomo era
brizzolato, con occhi chiari, la pelle secca segnata dal vento, alto ben più del
portatore della maschera, poco più di trentacinque anni d’età. Si fermò accanto
a lei, sulla sua destra e si mise a contemplare il mare.
- E’ oggi.-
L’uomo aveva parlato, ma difficilmente si sarebbe inteso se questa fosse una
domanda od un’affermazione.
La figura
non rispose ed egli tornò a parlare, la voce bassa dell’età, piatta e senza
sentimento.
- Dove
andrai?-
Dopo una
manciata di secondi la figura finalmente parlò, la voce chiaramente femminile,
giovane ma anch’essa atona.
- Al
Santuario.-
- Capisco…
Vuoi iniziare da lì la tua ricerca.-
- No.-
A quella
risposta l’uomo si voltò a fissarla, impassibile, se non negli occhi che erano
animati da un vago stupore.
- Voglio
ottenere il grado di Maestra.-
L’uomo
tacque per un poco, come fosse indeciso su quale piega far prender al
discorso.
- Non ti
accetteranno… a causa mia… a causa di chi sei…-
- Mi farò
accettare.-
L’uomo
sospirò, ma senza sconforto, piuttosto accettando per l’ennesima volta la
cocciutaggine della donna.
- Sei
cambiata da quando sei arrivata qua…Ascolta solo il mio ultimo insegnamento.
Ricorda
sempre quello che hai imparato fino a adesso, loro non sempre l’accetteranno,
anzi spesso ti contrasteranno, ma ciò che ti ho insegnato mi ha reso ciò che
sono e ti ha reso così, ha salvato a me la vita e la salverà a te. Forse ho
sbagliato, forse tutto quello che ho detto sarà smentito dai fatti, ma era tutto
ciò che avevo e ti ha reso più forte di quanto mai saresti potuta essere. Forse
meno felice… ma più forte.-
La donna
rimase in silenzio per qualche minuto, poi si voltò ed iniziò a scender il
pendio; solo quando giunse ad una quindicina di passi da lui proferì senza
voltarsi –Addio maestro- poi si allontanò scomparendo dalla vista.
Il sole,
grigio e freddo, iniziò a tramontare all’orizzonte nascosto dalle nuvole. Solo
quando la notte cadde su quell’isola remota dell’arcipelago delle Faer Oer
l’uomo si allontanò dalla scarpata tornando alla sua dimora.
Ciao a tutti!! Beh, qualche parolina
d'introduzione... Alcuni potrebbero giustamente farmi notare che ci sono in giro
per EFP due mie fanfic con la dicitura "da completare". Allora, diciamo che
"Sala d'aspetto" è una raccolta, e quindi poichè ogni capitolo è indipendente e
di conseguenza non potrei mai generare ansie su un finale mancante, mi sento con
la coscienza a posto. Anche perchè sto lavorando su un terzo capitolo, che ha un
punto debole su cui mi sto incaponendo, ma dovrebbe esser risolto per fine
settembre. Per quanto riguarda "Gelosia", beh mi sento molto in colpa... So
esattamente come voglio farla finire (mi mancano solo due capitoletti), ma non
riesco a scriverli adeguatamente... Penso che aspetterò per lo meno la ripresa
della serie e di vedere le nuove puntate perchè ho perso lo spirito del
Princeton... Sorry, per eventuali proteste contattatemi... ( anche se in fondo
penso che non ci siano molti a tenere alla fine di quella schifezza...)
Per chi ha avuto la forza di giungere fino a qui
posso rassicurarlo che una ventina di pagine word di questa storia son già state
scritte, e quindi non tema abbandoni prematuri della ff. Ho fatto alcuni
cambiamenti in questa ff ai dati che Kurumada dà dei suoi personaggi,
cambiamenti fondamentali per la trama della fic per renderla vagamente
verosimile... Ho cambiato il luogo di nascita di un paio di pg, una data di
nascita, ed ho aggiunto una parentela... ma non dirò di chi! Sennò tanto vale
che vi dica tutto...
Chiedo un piccolo parere a voi che avrete la
gentilezza di commentare (in bene od in male) questa fic: i capitoli sccessivi
sono di poco più lunghi di questo. Secondo voi, devo compattarne un paio per
dare un minimo di consistenza al singolo capitolo? O li preferite di questa
lunghezza? Per me è indifferente, dipende da voi.
Per il resto posso dire che vorrei provare ad
aggiornare una volta alla settimana, al massimo più avanti ogni due: per il
momento il materiale ce l'ho... ma se vedo che la cosa vi schifa, beh ditelo che
lascio perdere!
Che dire, a me stranamente piace, è una vecchia idea
che finalmente prende corpo ed ho delle buone carte da giocarmi... Ma come tutti
i giocatori che si intendono un minimo di carte, gli assi scendono a partita ben
avviata...
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