La culla del vento
Intro: Xigbar, Xaldin
e un’amaca.
Flashfic nata in un
momento di dolce far niente sull’amaca. Volevo cogliere quell’atmosfera
pacifica e regalarla per un attimo a due dei membri più attaccabrighe
dell’Organizzazione XIII… spero di esserci riuscita…
Xigbar comparve a mezz’aria sui bastioni di Castle That
Never Was, constatando con suo esasperato scorno che neppure lì c’era traccia
della persona (o meglio, del Nobody) che cercava senza successo da ormai
mezz’ora. Il Freeshooter, in preda a uno dei suoi famigerati attacchi di noia,
aveva deciso di passare un po’ di tempo infastidendo il proprio migliore amico;
aveva setacciato ormai l’intero enorme palazzo (non che avesse fatto fatica;
motivo per cui considerava il suo potere sullo Spazio il più utile di tutti)
facendo rischiare infarti multipli (evitati solo dalla fortunata assenza di un
cuore) ai suoi abitanti, teletrasportandosi sotto il loro naso – o sopra le
loro teste (motivo per cui considerava il suo potere sullo Spazio il più divertente
di tutti).
Restava soltanto la Torre del Vuoto Ululante*, la più alta,
eccetto l’Altare del Nulla di Xemnas, e la più ventosa, in quel mondo pressoché
privo di clima; il luogo ideale per l’Elementalista del Vento.
“Xaldin!” era il richiamo che avrebbe voluto strillare a
pieni polmoni comparendo alle sue spalle; ma la situazione attuale del
Whirlwind Lancer lo lasciò, per una volta, senza parole.
Due lunghe lance dalla punta a testa di drago erano
saldamente conficcate nella pietra, inamovibili, e tra esse vi era appesa…
un’amaca. Una robusta stoffa bianca che ondeggiava dolcemente sotto la spinta
di una brezza lieve, cullando gradevolmente qualcuno, che sporgeva rilassato
una gamba muscolosa rivestita dal pantalone e dallo stivale di pelle nera; l’identità
di costui non dava adito a dubbi, rivelata da un dreadlock corvino che serpeggiava
oltre il margine del tessuto.
Di fronte a quell’immagine insolitamente pacifica, rispetto
al consueto temperamento del feroce Lanciere, le intenzioni dispettose di Xigbar
si stemperarono e non riuscì a sopprimere un ghignetto divertito mentre si teletrasportava
a mezz’aria orizzontalmente sopra l’amico.
“Comodo?” chiese ridacchiando scrutando il volto disteso, un
bagliore malizioso nell’unico occhio dorato.
Xaldin sollevò una palpebra rivelando un’altrettanto perfida
iride indaco: “Prova tu stesso.” Un braccio forte scattò fulmineo ad afferrare
al volo il compagno, strattonandolo sopra di sé sull’amaca.
Sorpreso, Xigbar si ritrovò disteso sul largo petto
muscoloso, bloccato in una presa d’acciaio dalle solide braccia del WindMaster.
Dopo un istante però il cecchino si rilassò nel calore piacevolmente
rassicurante di quella specie di abbraccio, cullato dal movimento ondeggiante
dell’amaca mossa dal vento.
“Comodo?” la parola risuonò stavolta dalle labbra del Numero
III dell’Organizzazione.
L’unica risposta del Numero II fu strofinare il viso
sfregiato nell’incavo del collo robusto dell’altro e scivolare placidamente nel
sonno. Il draghiere sorrise e lo seguì nel regno di Morfeo.
Il vento continuò a cantare la sua sommessa ninna nanna ai
due guerrieri addormentati.
*Mia invenzione; non
affannatevi a cercarla in KHII ^^;