Sperando
che in tutta la vostra vita non vi accada nulla di tutto ciò.
So
che voi sareste più forti di tutto questo, che
soppravvivereste.
Dovete
farlo, almeno per me, e per tutte quelle persone che vi sostengono.
Vi
amo ♥
TORN, BUT WE ARE
FOREVER 'WE'
L'ennesimo litigio coi
manager,
l'ennesima volta che ci
arrabbiavamo con noi stessi,
l'ennesima volta che
avremmo preferito essere distesi nel divano di casa con mamma che ci
portava tutto ciò di cui avessimo bisogno,
l'ennesima goccia da
fare entrare in quel vaso che già aveva superato il limite,
l'ennesima volta che
eravamo rimasti soli.
Solo noi.
In fin dei conti eravamo proprio NOI ad essere sempre forti, NOI che ci
aiutavamo a vicenda, NOI che ormai non riusciamo a vivere distanti solo
un giorno.
Però forse in quel momento non eravamo più tanto
nemmeno Noi.
La Modest cercava di cambiarci, di far di noi le persone perfette.
Perchè? Esisteva davvero una persona perfetta? E se si,
questa persona era davvero felice?
Eravano solo cinque ragazzi che volevano vivere, volevano divertirsi
come tutti i loro coetanei, volevano essere normali, anche se sapevano
che normali non lo sarebbero mai più stati.
Ma questa era l'ultima cosa, in fin dei conti loro amavano
ciò che facevano e, cosa più importante, amavano
farlo assieme.
Però volevano anche quella libertà di cui dei
ragazzi hanno bisogno.
Non avevano bisogno di essere comandati a bacchetta o di essere sempre
seguiti da qualcuno che si assicurasse non facessero nulla di sbagliato.
E perchè, mica erano dei bambini di quattro anni, erano
grandi ormai, sapvevano come comportarsi.
E di che cosa avevano paura i manager, che la loro reputazione si
rovinasse?
Quale reputazione? Quella che qualcun altro aveva creato per loro.
Troppe domande, troppe domande e nessuna risposta.
Tutto quello che avevano per la mente non osavano nemmeno dirlo.
Solo tra di loro.
Avevano paura che quelli della Modest avrebbero fatto loro qualcosa,
ora che il contratto era stato prolungato per altri tre anni per di
più.
Ma tre anni erano troppi, non potevano ancora sopportare questa tortura
così a lungo.
Qualsiasi persona non ce l'avrebbe fatta, neanche quella dall'animo
più forte.
Per questo dovevano trovare un modo per 'ricominciare' a vivere,
lontano da quel posto, lontano da Quelle persone.
Ma non volevano abbandonare il palco, non volevano lasciare
ciò che si erano sudati in quei due anni, non volevano e non
lo avrebbero permesso a nessuno.
Eppure solo quella sembrava la soluzione.
Un posto lontano, dove tutto era migliore, dove gli angeli, anche loro
erano così chiamati, sono nella pace e nella
tranquillità. Un posto dove stare ancora tutti e cinque
assieme.
Felici.
"So we can start it all over again?" intonò Niall in quel
momento.
E un pensiero illuminò, se così si può
dire, le loro menti.
Non si scomposero minimamente da com'erano, ma rimasero sorpresi anche
loro del loro stesso pensiero. Ognuno pensava se anche gli altri
quattro avevano pensato alla medesima cosa.
Si gurdarono.
Non esisteva nulla di più vero di quello sgurado in quel
momento, si guardarono e capirono che la risposta alla loro
domanda era si, avevano pensato alla stessa cosa.
"No no, non possiamo pensare a queste cose, siamo dei pazzi!!"
scattò Louis all'improvviso.
Louis, colui che sembrava spruzzare vitalità da tutti i pori
della pelle, colui che aveva sempre il sorriso sulle labbra e che
cercava di sdrammattizzare ogni cosa, anche se a volte non andava bene.
Gli altri quattro risero e Liam fece segno a Lou di schiacciargli il
cinque.
E' vero.
Come caspita erano riusciti solo un secondo a pensare a quella
possibilità?
Quella tremenda possibilità.
Passò del tempo, e ancora i giorni continuavano ad andare
avanti, e ancora nuovi divieti dalla Modest, e ancora altri premi,
altre canzoni, che, però, oramai hai ragazzi parevano aver
poco di loro, sembrava loro che fossero l'ennessima costrinzione.
E questo pensavano che mai fossero riusciti a pensarlo, e ora ecco li.
Una mattina di primavera Liam si svegliò, con ancora la
testa che girava dalla sera prima, ancora quella voglia di vomitare.
Era il primo giorno di primavera, la stagione in cui tutto rinasce, in
cui ritornano i colori e la felicità.
Eppure a lui sembrava fosse sempre uguale, sempre la solita merda.
La sera prima si era ubriacato, per l'ennesima volta.
Ubriacato.
Voleva ubriacarsi finchè la sua vita non fosse finita,
finche non fosse arrivato dove nasce la felicità.
Corse in cucina , evitò a balzi i cocci di vetro a terra e
cominciò ad aprire tutte le ante degli scaffali.
Acqua, coca cola, vino, birra.
Nussun alcolico che lo soddisfasse, ma continuò nella sua
ricerca.
Nell'ultimo scaffale trovò solo alcuni vecchi piatti, del
sale e della candeggina.
Candeggina.
Ecco cosa sarebbe servito davvero.
Prese il primo bicchiere che li capitò sotto mano, ancora
odorante di vodka alla pesca, abbandonato su quel lavandino da chissa
quanti giorni.
Versò al suo interno la candeggina, color oceano, che gli
ricordò tanto gli occhi del suo amico.
Aveva le mani che tremavano, ma buttò giù la
prima bicchierata.
Subito si senti bruciare tutto, dalla gola allo stomaco.
I succhi gastrici gli risalirono e vomitò.
Si accasciò a terra, mentre avevo cominciato a tremare
tutto, e riempì il secondo bicchiere.
Bevvè anche quello e ora gli parve di aver acceso una fiamma
al suo interno.
Era la sua voglia di vivere, la sua anima, che ora però
volevano solo la pace.
La testa cominciò a girargli e tutto si fece improvvisamente
più scuro.
Riempì a fatica un terzo bicchiere, che con altrettanta
fatica buttò giù.
Non era ancora il colpo di grazia però. Era accasciato a
terra, che si contorceva dal dolore e ormai non ci vedeva quasi nulla.
Prese la bottigliettà quasi vuota e se la porto alla bocca,
e con tutta la forza che gli era rimasta la alzò per
permettere a quel poco di liquido di arrivare al suo stomaco, e finirla
lì.
Fu accontentato immediatamente.
Una scarica lo prese su tutto il corpo, cominciarono a scenderli delle
lacrime mentre si stringeva la pancia dal dolore e, pochi secondi
bastarono, si ritrovò inerme sul pavimento, con l'anima che
lo abbandonava.
Fu Niall, che arrivò qualche ora dopo, a ritrovare l'amico
senza vita, con gli occhi sbarrati, e un bigliettino che diceva
Scusate amici, scusatemi tanto, non sono riuscito a resistere di
più.
La mia anima mi avrà già abbandonato per quando
mi troverete, ma ora è in un luogo felice, dove
può finalmente trovare la pace e ricominciare a sorridere.
Niall, mi sono venuti in mente i tuoi occhi prima di uccidermi, spero
di trovarne un paio tanto belli in paradiso.
Il biondo fu preso dal panico, ma si commosse leggendo l'ultima riga.
In qualche modo gli fece piacere che l'amico si fosse ricordato di lui
anche in un momento del genere.
Piano si inginocchiò a lato di Liam e gli
accarezzò la testa, senza nemmeno sbatterlo per provare a
risvegliarlo.
Sapeva che era stata la sua volontà, e non poteva
biasimarlo; anche lui era stanco, anche se sapere che ora quel ragazzo
non sarebbe più stato con lui lo sconforto.
Cominciò a piangere lentamente mentre un senso di vuoto si
impossessò del suo corpo.
Quando diede la notizia ai ragazzi, il più sconvolto fu Zayn.
Cosa sarebbe stato ora lui senza Liam, senza il suo migliore amico?
Come avrebbe fatto da solo ora?
Anche gli altri erano distrutti dalla notizia, certo, ma lui aveva
appena perso la persona a cui forse teneva maggiormente.
Si rinchiuse in un piccola appartamento che aveva cominciato a puzzare
di fumo e di alcool.
Un giorno finalmente decise di uscire, in maniche corte nonostante
fosse il 15 dicembre, ma ormai il mondo non aveva più ne
caldo ne freddo, non aveva colori ed aveva una sola stagione.
Camminò da solo per qualche minuto, nella fredda aria
mattutina, finchè non arrivarono i bambini e i ragazzi che
si dirigevano verso le scuole.
Assieme, con i loro migliori amici.
Camminò ancora per un poco, finchè non si
lasciò la folla alle spalle e arrivò vicino ad un
fiumiciattolo.
Non ricordava di essere mai stato li, ma aveva un pessimo senso
dell'orientamento e quindi pensava di essersi perso.
Avanzò fino a metà del ponte di pietre costruito
sopra il letto del fiume, era abbastanza grosso e fondo.
Prese quel po' di coraggio che gli rimaneva e si alzò in
piedi sul bordo, allargò le braccia, e si buttò,
come se volesse abbracciare l'acqua.
L'impatto fu terrificante, si sentì distruggere le costole e
i polmoni.
Risalì qualche metro più in la, con l'acqua alla
gola e poco respiro, e l'unica cosa che sentì fu un 'ti
voglio bene amico mio, ti aspettavo' detto con la stessa voce dolce del
suo migliore amico.
Questa volta nessuno trovò il ragazzo, così verso
sera Harry chiamò la polizia dicendo che il lora amico era
scomparso, e per risposta si sentì dire che gli
era appena arrivata la notizia che era stato ritrovato lungo la riva di
un fiume a qualche chilometro di distanza da loro, e che era morto per
annegamento.
Al riccio scivolò il telefono che caddè a a terra
aprendosi a metà.
Gli altri due ragazzi si guardarono e Louis corse ad abbracciare il
ragazzo che era rimasto sconvolto dalla notizia, che si mise
rumorosamente a piangere sulla sua spalla.
Avevano capito senza nemmeno sentire, ma non volevano sapere come era
successo.
Furono fatti anche i funerali di Zayn, a cui partecipò molta
gente, fan, amici, e concittadini.
Per tutti però fu un trauma.
L'ennesimo trauma.
Passarono alcuni mesi, Harry e Louis avevano fatto coming out da
qualche giorno, e già erano arrivate loro alcune minacce di
morte, ma c'erano anche molte persone che stavano dalla loro parte.
Nonostante tutto quello che era successo, i One Direction non si erano
ancora lasciati, e nemmeno la Modest li aveva abbandonati.
Solo che i due giovani avevano deciso di fare di testa loro, per essere
felici almeno un po'.
Erano rimasti insieme all'irlandese e vivevano tutti nella stessa casa.
Un giorno in cui il sole scaldava i tetti di Londra, i ragazzi decisero
di andare a fare un pic-nic in un parchetto vicino al loro appartamento.
Prima però vollero passare nelle case dove avevano abitato
Liam e Zayn, che ancora non erano state vendute.
Erano scortati da alcuni uomini e insieme a loro c'era anche Paul. Non
potevano di certo rimanere soli dopo tutto quello che era successo!!
Appena entrarono negli appartamenti un fortissimo senso di vuoto, misto
a senso di colpa, si impossessò di loro, che cominciarono a
piangere girando per le stanze.
Uscirono quasi subito per non farsi prendere dalla depressione che
erano riusciti ad allontanare in quell'anno.
Si diressero verso il parchetto e mangiarono in
tranquillità, ogni tanto anche risero.
Sembrava proprio che tutto si fosse sistemato ora.
Ma era servito che Liam e Zayn morissero perchè tutto fosse
a posto?
Erano loro i problemi?
No. Certo che no, era la gente il problema.
Quando ebbero finito Louis e Harry annunciarono che loro sarebbero
andati a prendere delle cose per la sera.
Niall rispose che lui sarebbe andato a casa e li avrebbe aspettati li
con Paul, e che avrebbe aspettato gli ospiti, che erano Perrie e
Danielle, anche loro distrutte dalla morte dei fidanzati.
I due ragazzi si diressero verso la macchina e Niall si
fermò a guardarli partire salutandoli con la mano, e loro
ricambiarono.
Quando Louis mise in moto la macchina questa saltò in aria
sotto agli occhi del biondo e della guardia del corpo che tanto li
aveva amati e protetti.
I due rimasero attoniti nel marciapiede, a fissare il punto in cui ora
c'era solo polvere, fuoco e nubi di fumo.
Erano stati assassinati.
Loro non avevano deciso di morire, non lo avrebbero nemmeno
più voluto.
Qualcuno finalmente ci era riuscito.
Come poteva un uomo essere così crudele?
Nell'aria ancora si respirava l'odore emanato dall'esplosione.
Niall caddè sulle sue gambe e si accasciò a
terra, piangendo con tutta la sua anima e con ogni singolo pezzo del
suo corpo.
Passò del tempo, Niall si ammalò dopo che anche i
funerali di Louis e Harry furono celebrati.
Restò in clinica per qualche settimana ma poi venne dimesso
e gli fu detto di rimanere a casa controllato e a riposo.
Ora si che i One Direction si erano divisi, ma il biondo in cuor suo
sperava che presto si potessero riunire.
Voleva morire.
Aveva una voglia matta di morire per ritrovare i suoi amici, per
rivedere i loro occhi e i loro sorrisi.
Una mattina Niall si alzò dal letto, non seppe nemmeno lui
con quale forza ci riuscì.
Si alzò che stava meglio degli altri giorni, e un senso di
leggerezza percorreva il suo corpo.
Sorrise per la prima volta da tre mesi, mentre si asciugava la faccia
ancora umida dopo la notte passata.
Andò verso la finestra e ci guardò fuori,
respirando a pieni polmoni l'aria di primavera.
Erano passati due anni da quando Liam era morto, e tutto era cominciato.
Si diresse verso il bagno e con un sorriso straordinario prese la
boccietta di pillole e se ne versò una sulla mano; la
scrutò attentamente e dopo ne versò altre
quattro, le ultime rimaste.
Le degluttì e si fisso allo specchio, non era più
niente di straordinario, non era più quel ragazzo che tutte
amavano, non era più bello, non era più perfetto.
Era distrutto.
Aprì l'anta davanti ai suoi occhi e prese le forbicine che
vi si trovavano dentro.
Si guardò per un'ultima volta allo specchio, si sedette sul
coperchio del water e fece scivolare velocemente la lama sul polso.
Rimase li seduto a fissare il proprio sangue che cadeva e macchiava il
pavimento.
Si incise sul braccio la scritta "I'm
coming", e si distese per terra, una mano sul cuore e
l'altra lungo il fianco, ad aspettare che la morte venisse a prenderlo
e lo avvolgesse nel suo freddo mantello.
Quando riaprì gli occhi Horan si trovò immerso
nel bianco, poi piano piano i colori tornarono ai suoi occhi.
Finalmente potè vedere dove si trovava, solo che non
riconosceva quel posto.
Si guardò il braccio ed era perfetto, nessun taglio, nessuna
scritta, niente.
Allora capì.
Capì che finalmente ci era riuscito, che era arrivato dai
suoi amici, e che presto i One Direction sarebbero tornati assieme per
cantare di nuovo.
Ora bastava trovarli.
Si guardò attorno più attentamente e
notò una piccola quercia dove sotte vi erano seduti quattro
ragazzi.
Il suo sguardo si illuminò e sentì gli occhi
diventare lucidi.
Finalmente!
Finalmente dopo due anni erano di nuovo li, assieme.
Corse a perdifiato finchè non arrivò nelle
vicinanze dell'albero e si fermò per far entrare l'ossigeno
nei suoi polmoni.
Liam lo vide e si alzò di scatto, andandogli incontro e
stringendolo fra le sue braccia.
"Ho visto tanti occhi qui su Niall, ma nessun paio può
essere paragonato ai tuoi" disse guardandolo dritto nelle iridi color
del mare.
Anche gli altri tre li raggiunsero, e dopo la tanto lunga attesa,
poterono finalmente riabbracciarsi, felici, di nuovo.
Assieme.
Loro cinque.
Loro che non si erano mai abbandonati veramente.
Si erano aspettati.
Ora quell'attesa era finita però, erano di nuovo li, per
cantare.
Erano li per essere quelli di prima, di tanto tempo fa.
Per essere loro stessi.
Avevano pagato caro la felicità, con la vita.
Ma ora erano cinque migliori amici, ed erano li, dove nessuno poteva
disturbarli.
E allora presero una chitarra e incominciarono a intonare una canzone
che fa
"Let's dance in style,
let's dance for a while
Heaven can wait we're
only watching the skies
Hoping for the best but
expecting the worst
Are you gonna drop the
bomb or not?
Let us die young or let
us live forever
We don't have the power
but we never say never
Sitting in a sandpit,
life is a short trip
Music's for the sad men
Can you imagine when
this race is won
Turn our golden faces
into the sun
Praising our leaders
we're getting in tune
Music's played by the
mad men
Forever young, I want to
be forever young
Do you really wanna live
forever, forever, forever?
Forever young, I want to
be forever young
Do you really want to
live forever, forever, forever?
Some are like water,
some are like the heat
Some are a melody, some
are the beat
Sooner or later they all
will be gone
Why don't they stay young
It's hard to get old
without a cause
I don't want to perish
like a fleeing horse
Youth's like diamonds in
the sun
And diamonds are forever
So many adventures
couldn't happen today
So many songs we forgot
to play
So many dreams swinging
out of the blue
We let them come true
Forever young, I want to
be forever young
Do you really want to
live forever, forever, forever?
Forever young, I want to
be forever young
Do you really want to
live forever, forever, forever?
Forever young, I want to
be forever young
Do you really want to
live forever, forever, forever?
Forever young, I want to
be forever young
Do you really want to
live forever, forever?"
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