Oh, e siamo infine arrivate alla volata finale, quella dove
si spiegano le cose e si chiudono tutte le trame principali. Mi ci
vorranno una trentina di capitoli per completare la storia, ma sono
fiduciosa del fatto che riuscirò a chiudere in maniera soddisfacente
trame e sottotrame che ho creato nel corso della narrazione.
Questa storia è sicuramente la più complessa - e divertente - che abbia
scritto finora. Ci sarà da ridere sul finale. *w*
16. Phases
Il boato del vento riscosse Stella dal torpore dolce che la stava
prendendo. La bambina si alzò dal cuscino dove sedeva e si avvicinò
alla finestra, incuriosita. Poggiò entrambe mani sulla superficie
fredda del vetro e vi premette il naso, nel tentativo di scrutare
meglio l’orizzonte. Alle sue spalle, Annie aggrottava la fronte,
continuando a rimestare i tarocchi.
“Cos’è questo rumore?”
“Sarà stata Willow, quasi sicuramente. Fa sempre così quando atterra
sul tetto dopo un lungo volo. Non proprio così, cioè. In genere fa meno
baccano ma –“
“Willow è la strega dai capelli rossi?” domandò Stella, continuando a
premere il naso contro la finestra.
“Sì, è proprio lei.”
“Mia sorella mi parlava di lei, solo che adesso non ricordo quello che
mi raccontava …”
Annie piegò le labbra in una smorfia comprensiva. Stella tornò a
sedersi nel giaciglio di cuscini che avevano sistemato sul pavimento
Tre carte giacevano al centro: la Torre, il Mago e la Morte.
“Sono usciti gli arcani maggiori
…” spiegò Annie, grattandosi il capo. “Dovresti sceglierne uno per
continuare il gioco.”
Stella annuì e scelse la Morte.
Lo stomaco di Buffy si serrò in una morsa dolorosa non appena Willow
raggiunse il corridoio che dava sul suo ufficio.
La Prescelta esalò un sospiro strozzato e congedò le cacciatrici che la
circondavano con un gesto. L’espressione di Willow era cupa di
tristezza e dolore. Buffy poteva soltanto immaginare le notizie che
avrebbe appreso nel giro di pochi istanti.
“Kennedy … convoca Xander e gli altri.” Riuscì a dire, senza fiato.
“Ho esaminato il cadavere il Austria,” dichiarò Willow, lo sguardo
freddo e lontano. “Sapevo che era importante, che mi avrebbe dato le
risposte che cercavo da tanto tempo. Finalmente …”
“Sembri entusiasta come un morto al suo funerale.” Osservò Spike,
giocherellando con una sigaretta spenta.
Aveva smesso di fumare da anni ormai, da quando Annie era divenuta come
una figlia per lui. Il dono più importante e prezioso della sua
non-vita.
“Perché non sono risposte rassicuranti, almeno per me” replicò lei,
alzando lo sguardo. Il vampiro riconobbe nei suoi occhi una luce
antica, divertita, che gli ricordò episodi accaduti all’epoca del chip,
quando il Governo aveva deciso di giocare al dottore coi demoni di
Sunnydale e capitan America si era preso una sbandata per la sua donna.
“Sono stata io,” mormorò la dea mistica, con decisione e coraggio.
“L’assassina della ragazza, la fonte di energia dal mondo del futuro ... sono io.”
Buffy strinse le braccia al petto.
“Non può essere.”
“Ne sono certa, amica mia.”
“Non può essere!” protestò lei, rabbiosa. “Tu sei qui, davanti a me e
non sei diventata dark! Non puoi!”
Willow provò un moto d’affetto accecante. Desiderò attraversare la
stanza dove si erano raccolti gli amici fidati e abbracciare Buffy, che
sembrava più spaventata e fragile che mai. Si trattenne, invece.
Indirizzò un singolo, torturato sguardo di rimorso a Kennedy, che la
fissava immobile, e studiò le sue mani sulla scrivania.
“È così, invece.” Ammise amaramente.
Buffy si portò una mano alla fronte, imitata da Xander.
L’espressione di Angel non mutò visibilmente.
“La me stessa del futuro verrà avvelenata dal potere e dalla
consapevolezza di un destino di solitudine e si alleerà col Mercuriale.
Il nemico invisibile che combattiamo da anni è proprio la versione dark
della sottoscritta. Dovremo ucciderla per avere una speranza di
salvezza in questa guerra.”
Faith si ravvivò i capelli, provando a dominare l’ansia con tutte le
sue forze.
“E come funziona con te, Will? Sei una nemica anche tu?” domandò,
brutalmente onesta.
Xander digrignò i denti, ma tacque per ascoltare la risposta.
“No, io sono al vostro fianco.” Replicò la dea mistica, con quanta più
onestà possibile. “Non posso controllare ciò che ancora deve succedere,
ma adesso, in questo momento, io sono con voi.”
“Perfetto!” esclamò la cacciatrice, allargando le braccia con un gesto
di frustrazione plateale. L’assicurazione del presente serviva a poco.
Buffy continuava a rimanere rigida, muta.
“Dovremo ucciderti?” chiese
ad un certo punto, la voce strozzata dall’ambiguità della domanda.
“Io vi servo.” Rispose Willow, risparmiandole ulteriori imbarazzi.
“Solo il mio potere è pari a quello della Willow del futuro, solo io
posso avere una chance contro di lei. Tenermi in squadra assicurerà
almeno il problema della tenuta dell’energia negativa della Nuova
Terra. E poi bene e male e si pareggiano e si annullano a vicenda, no?
Se loro hanno la mia versione dark, voi dovete conservare almeno la versione light.”
Buffy chiuse gli occhi, scacciando lacrime di vergogna per ciò che
aveva osato chiedere. Spike le sfiorò le spalle, rassicurante e tenero,
porto sicuro nella tempesta.
“Possiamo sfruttare la situazione a nostro vantaggio,” riprese poi
Willow, più fiduciosa. “La Willow del futuro ha il privilegio di sapere
quello che accadrà, ma io ho la forza di sapere chi è lei e come
agisce. Non abbiamo ancora perduto tutto.”
La Prescelta strinse la mano al compagno.
“E devo rivelare un’ultima cosa,” terminò la dea mistica, più incerta.
“L’ultima notizia che mi ha predetto Saga Vasuki. Riguarda Annie.”
Tre carte sul tavolo da lavoro: una nera, una bianca e una rossa.
Albert le fece ruotare con maestria, i polpastrelli premuti appena
contro le superfici delle carte; le ginocchia incrociate in meditazione
sul pavimento della stanza buia.
“Nigredo, Albedo e Rubedo.” Sussurrò
l’alchimista, gli occhi lucidi per i vapori che offuscavano l’aria, il
torace nudo e sudato. “La morte, la
rinascita e l’apoteosi finale.” Recitò con sapienza.
Un ritratto fotografico di Klaus giaceva tra alambicchi ed incensi
accesi.
Albert lo studiava in silenzio; amore perduto, per sempre sacrificato
alla riuscita del più grande progetto che un uomo avesse mai compiuto,
ferita aperta nel cuore.
“Nigredo, Albedo e Rubedo.” Ripeté l’alchimista, abbandonando il capo
all’indietro per lasciarsi prendere dall’energia oscura
dell’incantesimo.
Occorreva morire per rinascere a nuova vita ed occorreva rinascere a
nuova vita per raggiungere la perfezione dell’apoteosi finale. Questo
Mercurius lo sapeva bene. Questo aveva insegnato in secoli di viaggi e
lezioni tenute in giro per il mondo.
Presto, la sua opera finale si sarebbe compiuta ed lui avrebbe potuto
ricongiungersi per sempre alla figlia che aveva creato da una scintilla
di puro potere.
Noticine
sparse ~
[*] Nigredo, albedo e rubedo sono,
ovviamente, i tre passaggi principali della grande opera in alchimia.
Ci sarebbe pure la citrinitas nel mezzo, ma tre è il numero perfetto e
WTF, ci sta benissimo nella storia.
[*]
Ma ci credereste che mi sono accorta che immagino Albert un po' come
Tom Hiddleston? Tom, quando aveva i capelli più lunghi e rossi, così. Cosa che, se vogliamo, è inquietante perché
neanche sapevo chi fosse, Tom Hiddleston, quando ho inventato Albert.
Comunque fisicamente me lo immagino abbastanza simile, col volto magari
più squadrato e duro, perché Albert non è un romantico né un sognatore
e non è neanche bello come il fratello gemello.
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