Prima
o poi sarebbe successo per forza, era solo una questione di tempo e
tutti nel dipartimento lo sapevano.
Le
variabili maggiori, quelle su cui le scommesse fioccavano da secoli,
letteralmente parlando, rappresentavano la tempistica e la modalità;
si passava da complotti interplanetari a presidenti che non avrebbero
retto al peso del grande S, come i sodati chiamavano ormai da tempo
immemore il loro segreto.
Il
secolo che aveva reso di più era stato il XV, con tutte le
credenze popolari che iniziavano a diffondersi come lo scorbuto in un
bordello di seconda categoria, questa era la metafora preferita
dell'epoca, si pensava che fosse quasi arrivato il momento per
rivelarsi... quasi, per fortuna, perché poi si iniziarono a
bruciare le streghe e nessuno di loro ci teneva a provare ad essere
acciuffato, di fiamme ne vedevano già troppo spesso
dall'inferno in cui vivevano.
Le
più audaci puntate avevano visto come protagonista il XIX
secolo, si parlava di gente che aveva scommesso vere fortune o
addirittura anni della propria vita pensando che la coscienza
popolare che si stava sviluppando, le nuove tecnologie e soprattutto,
i nuovi metodi di spionaggio, avrebbero presto scorto una parte di
quel mondo così ben nascosto per millenni, scoperchiando un
vaso di Pandora che il mondo forse non sarebbe mai stato pronto ad
affrontare.
Ma
tutti fallirono nelle loro puntate, nessuno si era mai potuto
immaginare un ambientazione più ridicola, nel momento meno
giusto della storia, neanche nelle peggiori previsioni. Invece era
successo. Alla fine, inevitabilmente, avevano ricavato la peggior
pubblicità che il mondo potesse dargli, ormai avevano già
un'etichetta, a neanche un giorno dalla rivelazione del grande S,
ormai per il mondo intero loro erano i MOSTRI.
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Il
momento in cui i programmi delle televisioni di tutto il mondo si
interruppero per passare e ripassare quel video era ben impressa
nella sua mente.
Per
un istante, pensò che si trattasse di qualche folle atto
terroristico, come quando aveva 14 anni e guardava la televisione
dopo i compiti. Ricordava perfettamente di aver osservato a lungo
l'immagine del aereo che si schiantava contro una delle torre
gemelli, ma non ne aveva compreso a pieno la gravità fino al
giorno dopo, con quel dibattito fra i banchi di scuola, e quei numeri
che parlavano solo di vite spezzate.
Per
un attimo si sentì vulnerabile come allora, come se gli anni
passati non fossero una coperta sufficientemente forte, ma quando
realizzò davvero quello che le immagini rappresentavano cercò
di scuotersi di dosso tutte quelle sensazioni per poter ragionare
lucidamente.
Nel
bar dove stava consumando l'aperitivo le persone emisero quasi in
sincrono versi terrorizzati mentre la TV trasmetteva l'immagine di
quel gigante, alto quasi tre metri che sollevava un camion e lo
lanciava come se fosse fatto di cartone, La paura iniziò a
insinuarsi mentre la giornalista ripeteva in sottofondo che le
immagini erano reali, non c'erano segni di contraffazione ed erano
state girate in un paese della campagna Parigina, dove “il
mostro” era stato rintracciato ma non ancora abbattuto e ora,
era rinchiuso in un vecchio capannone abbandonato dove, all'interno,
sembravano presenti delle persone, probabilmente dei senza tetto. La
giornalista continuava a passare aggiornamenti sulla situazione,
raccontando di eserciti e di corpi speciali, rassicurando sulle vite
delle persone, ipotizzando sulle origini di quella creatura, parlando
con esperti, esperti di cosa poi?
Il
vociare intorno a lei crebbe mentre le persone cominciavano a parlare
tutte insieme, a gridarsi sopra e fare congetture. Le sue amiche
sembravano preoccupate mentre osservavano lo schermo senza spostare
mai lo sguardo, e per un attimo Margherita fu tentata di lasciar
perdere, che se ne occupasse qualcun altro senza disturbare il suo
primo giorno libero dopo MESI. Lanciò un'ultima occhiata prima
di decidere che non poteva semplicemente far finta di nulla e si alzò
con l'intenzione di telefonare. Le sue amiche quasi non si accorsero
di niente mentre usciva dal caotico locale e cercava un angolo
tranquillo, il cellulare d'emergenza, come al solito, era finito
nell'angolo più remoto della borsa e riuscì a
raggiungerlo solo dopo qualche maledizione e qualche insulto alle
capacità di scomparire che sembravano possedere il suo
telefono nel momento meno opportuno.
Persino
prendere la linea non fu facile, nonostante fosse collegata
direttamente a una linea speciale e i quasi venti squilli che
passarono prima che qualcuno rispondesse minarono definitivamente la
già precaria pazienza che possedeva.
Quasi
abbaiò il suo numero di matricola alla voce metallica
dall'altra parte e finalmente riuscì a mettersi in contatto
con uno dei suoi.
<
Che diavolo sta succedendo?> per un istante pensò che forse
quel corso sull'autocontrollo che le suggerivano da anni non sarebbe
stato male, ma cacciò via l'idea mentre attendeva che
dall'altra parte qualcuno si decidesse ad affrontare la sua furia. Il
carma per una sola volta fu dalla parte del branco di decerebrati che
sosteneva di formare il suo esercito perché, a rispondere fu
l'unico elemento della compagnia in grado di non farle saltare
definitivamente i nervi.
<
Generale! Non siamo ancora a conoscenza di tutti i dettagli, sappiamo
che c'è stato un buco nell'organizzazione Francese, la squadra
di rimozione delle prove non si è mossa in tempo e il video ha
fatto un giro di mano così veloce che nessuno è
riuscito a rintracciarlo in tempo, per quanto riguarda il Califo,
sappiamo che non è la prima volta che oltrepassa il portale ed
era già stato bandito in Germania, non abbiamo idea di come
sia riuscito ad attivare un passaggio nascosto né cosa voglia
esattamente in questa dimensione>
Margherita
cerco di fare qualche respiro per calmarsi mentre immagazzinava ed
elaborava le informazioni cercando una linea guida adatta al momento
< Patrick, ci sono ordini che arrivano dai vecchiacci?> domandò
continuando ad analizzare tutte le variabili.
<
No. Gli anziani sono ancora in riunione per cercare di capire cosa
fare. Generale deve venire qui immediatamente! Siamo nel caos più
totale e molti degli altri eserciti parlano di guerra con gli umani,
non abbiamo ordini di nessun genere e gli animi iniziano a scaldarsi.
Inoltre Brave e Dominique non sono presenti, abbiamo bisogno di lei>
Come a sottolineare le parole del suo secondo in comando, iniziarono ad arrivarle
suoni di urla e rumori forti, come tavoli sbattuti e addirittura
qualche esplosione di lieve entità. Alzando agli occhi al
cielo non poté non constatare come fosse assolutamente
inutile avere due co- generali se nel suo unico giorno libero,
Margherita non avrebbe permesso a nessuno di dimenticarsi di questo
dettaglio per moooolti anni a venire, doveva finire con l' occuparsi
comunque lei di tutto, certo non era una situazione normale ma era
certa che qualcuno avrebbe comunque trovato il modo di rovinarle la
giornata. Succedeva SEMPRE.
<
Ascolta Pat, dammi solo il tempo di arrivare. Nel frattempo per
favore cerca di tenere a bada quegli idioti e fai in modo che io non
debba andare a recuperarli in detenzione, potrei uccidere qualcuno di
loro se mi costringessero a farlo> Riagganciò sentendo la
risata del Guerriero di sottofondo, chissà perché
tendevano sempre a sottovalutare le sue minacce di morte, forse era
arrivato il momento di usare un po' di pugno di ferro con quelle
teste vuote, sospirò, non sarebbe servito a nulla, zucche
vuote erano e zucche vuote sarebbero rimaste, almeno sperò di
poterli ritrovare tutti interi al suo arrivo.
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