occhi di ghiaccio

di fracorty99
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"Mamma no!" non ce la facevo più dovevo solo andare dal nonno in fondo, niente di più. Eppure c'era una sensazione strana che mi pervadeva come se la mia vita cambiasse, dopo quella vacanza. "Meglio prendere anche un maglione rosso, potrebbe far freddo, devi andare in Transilvania!". I tre giorni prima della partenza erano la solita routine: valigia, negozi, valigia,pranzo,compiti valigia..... la mamma mi faceva controllare almeno quattro volte al giorno la valigia e ogni volta mi faceva aggiungere qualcosa, adesso però mancava solo un'ora e l'inferno sarebbe finito. Salite in macchina ripensai all'inverno,al freddo e alla scuola questo per tutto il tragitto fino all'aereoporto che sembrò interminabile. Mamma fece le stesse smancerie che erano normali per me anche se quel momento mi sembrò più strano degli altri più UNICO. Con questo pensiero che mi frullava nella testa andai al ceck-in e salii in aereo pronta per una nuova esperienza. Non sapevo che fare ma decisi di prendere il computer e chattare un po' con la mia amica Chiara che era a lezione di pianoforte insieme a un certo jhon che aveva appena conosciuto quando me ne parlava sentivo nelle sue parole una sensazione strana ma niente di strano in fondo era sempre stata un po' misteriosa. Le nostre chiacchiere e i nostri pettegolezzi durarono un'ora e mezzo, avevo gli occhi rossi e la testa piena di pensieri e decisi allora di spegnere il computer. Avevo paura ad addormentarmi per il pensiero di saltare la fermata ma in fondo la Transilvania era l'ultima fermata qualcuno mi avrebbe svegliato. Sentivo un oggetto però nella tasca dei pantaloni che non  mi ero mai accorta di avere un oggetto metallico che al check-in non avevano segnalato come se fosse apparso in quel momento. Era un medaglione, un angelo per la precisione, non avevo voglia nè tempo per osservarlo perciò lo misi in tasca e mi rimisi a dormire. Tin-tin il rumore delle fermata mi sveglio presi le valigie e corsi fuori per la fretta.... ero arrivata! Scesi dall'aereo di corsa come se dovessi andare incontro alla salvezza, appena scesa vidi una grande folla intorno a me; però sapevo che tra quelle persone non c'era il nonno. Lo vidi un attimo dopo un po' più in là con la sua Punto bianca che mi salutava. Gli andai incontro e con un abbraccio caldo e dolce ricambiai il saluto. La nonna non c'era era morta quando io ero ancora molto piccola; ho solo un suo ricordo: era il mio primo compleanno e lei mi regalò una collana con una piccola nuvola e mi disse:"Tra poco me ne andrò, con questa ti starò sempre vicino." Salii in auto, il viaggio durò pochissimo non aspettavo altro che vedere zia Adelaide e il mio cuginetto Ciro, l'avevo visto nascere e dal quel  momento eravamo uniti come una catena.  L'auto si fermò, eravamo arrivati alla casa in campagna del nonno scesi dall'auto e vidi la zia e Ciro che mi correvano incontro, fu l'ultima immagine che vidi. Svenni.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 




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