Un' altra avventura di Tom e Lynn!
Vi ricordo che tutto ciò che scrivo
è frutto della mia fantasia e non a scopo di lucro, i Tokio
Hotel
(in questo caso Tom) non mi appartengono; tutti i riferimenti a fatti
accaduti (o, perché no, che accadranno) sono puramente
casuali.
Buona lettura!
- Che ne dici di Lawrence?
- Nah... Greg?
- Scordatelo. Nicholas?
- Forse. Roger?
- Tom, è un bambino, non un cane!
- Ma Roger è un bel nome!
- Per un pastore tedesco, magari!
- Beh, allora comprerò un pastore
tedesco e lo chiamerò Roger!-
Vidi Lynn roteare gli occhi e
incrociare le braccia, mentre assumeva un'espressione divertita.
- E dove pensi di metterlo un pastore
tedesco in casa nostra?-
Riflettei qualche attimo, grattandomi
il capo, senza trovare risposta.
Lynn schioccò la lingua sul palato,
soddisfatta.
- Ecco - disse, avvolgendosi ancora di
più tra le coperte del letto – Niente pastore
tedesco-
Sbuffai, suscitando grasse risate in
Lynn.
Da qualche minuto eravamo in camera
nostra a pensare al nome del nostro futuro bambino.
O bambina.
- Io sono ancora convinto che sia una
femminuccia- dissi, portando un braccio dietro la testa.
- E perché?
- Devo ricordarti l'episodio del
frappè?-
Lynn sbuffò sonoramente.
- Tom, ti ho già chiesto scusa!-
esclamò.
- Dovresti chiedermelo ancora un
centinaio di volte per sdebitarti come si deve!- ribattei.
La mia ragazza scosse la testa.
- Per l'ennesima volta, Tom, ti chiedo
perdono- disse.
- Ci penserò - risposi, con aria di
sufficienza – Comunque, - ripresi poi – Spero
davvero che sia
femmina, oppure sarò costretto a mettere al bambino i nomi
dei
ragazzi! Roger Bill Georg Gustav Kaulitz! Te lo
immagini?-
Lynn inarcò un sopracciglio.
- Tom, te lo dirò una volta sola: non
chiameremo
nostro figlio Roger!-
replicò – Piuttosto,- disse poi – come
la chiamiamo se è
femmina?-
Rimasi
in silenzio per qualche secondo, poi dissi il primo nome che mi era
passato per la mente:
-
Jessica! Sì, direi che Jessica è perf... ahia!!-
Lynn
mi aveva allungato un potente calcio sullo stinco.
- No-
sibilò – No! Nel modo
più assoluto.
-
Pamela?
-
Toglitelo dalla testa.
- E
allora proponi tu qualcosa!- sbottai indignato.
- Mmh-
pensò – Secondo me Audrey e Gabrielle sono due
nomi bellissimi.
Che ne dici?-
La
guardai stranito.
- Ok,
Gabrielle potrebbe anche andare,- dissi – ma Audrey proprio
no,
Lynn!-
Calò
di nuovo il silenzio. Poi, tutto a un tratto, mi si illuminò
il
volto.
- Ho
trovato! Ayleen! Ayleen Kaulitz suona benissimo, non trovi?
- Vuoi
scherzare?!- esclamò Lynn – Tom, nessuna bambina
si chiama Ayleen!
-
Sentito, piccola?- dissi, felice, rivolgendomi al ventre gonfio di
Lynn – Sarai unica nel tuo genere!- continuai, accarezzandolo.
-
Ahahaha, su questo non c'è dubbio! - rise Lynn,
contagiandomi.
L'abbracciai
e lei poggiò la testa nell'incavò del mio collo.
-
Domani è il gran giorno- sospirò – Non
so se sono pronta- ammise.
- Ad
essere sinceri- risposi – Io me la sto facendo sotto-
affermai.
Lynn
rise a quella mia confessione.
- E
dov'è finito il cavaliere senza macchia e senza paura che
non teme
nulla ed è certo che non farà una piega durante tutta la
gravidanza e
nemmeno durante il parto?
- Se
la sta facendo sotto pure lui- dissi, con una smorfia.
- Lo
immaginavo- commentò Lynn, divertita.
La
strinsi un po' di più a me e le baciai la fronte.
- Sei
pronta a sapere se diventerai pazza a causa di una femminuccia o di
un maschietto?
-
Mmmh...-
Lynn
rifletté per qualche istante sulla mia domanda, poi rispose.
- Non
lo so. Non lo so davvero-
Poi mi
guardò e disse:
-
Pensi che dovremmo saperlo ora?
Mi
strinsi nelle spalle, indeciso.
-
Credo... credo che sarebbe meglio saperlo prima. Sai, per prepararci.
Così potremmo cominciare a comprare i vestiti, la culla e
tutto il
resto. Non pensi?-
Lynn
annuì convinta.
- Sì,
hai ragione-
Passò
qualche minuto, poi decisi che era ora di addormentarci.
-
Lynn, ci conviene dormire, o domani non ci sveglieremo in tempo in
tempo per la visita.
- Sì,
ok. Buonanotte.
-
Notte-
Spensi
la luce, mi accoccolai meglio e in men che non si dica Morfeo mi
prese tra le sue braccia.
* * *
L'indomani
- Forza,
Lynn! Sono già le otto passate! Dovevi essere pronta dieci
minuti
fa!-
Di
fronte alle scale che portavano al piano di sopra, a braccia
conserte, il piede che picchiettava sul pavimento, aspettavo Lynn
che, come sempre era in ritardo.
-
Eccomi, eccomi!- la sentii dire, mentre scendeva di corsa le scale.
- Ti
costa così tanto essere puntuale ogni tanto?!- esclamai
nervoso –
Su, andiamo- dissi poi.
Presi le
chiavi dell'auto e uscii di casa, seguito da Lynn. Scendemmo nel
garage sottostante e salimmo in macchina. Con il telecomando aprii il
garage e poi il cancello.
Poco
dopo eravamo sulla strada che portava all'ospedale.
- Prima
ha chiamato Bill- raccontai – ti manda un bacio
“grande, no,
aspetta, grandissimo. Anzi no, enorme!”- continuai, imitando
mio
fratello – E ha detto che se è maschio, per forza
di cosa dovrà
avere il suo nome.
-
Ovviamente- disse Lynn, divertita.
- Già-
replicai, scuotendo la testa – Tipico di Bill-
In una
ventina di minuti arrivammo all'ospedale.
-
Secondo me è femmina- dissi, slacciando la cintura.
- Io
dico che è maschio- ribatté Lynn, imitandomi.
Scendemmo
ed entrammo nell'edificio.
I muri
dell'ospedale erano dipinti di un verde chiarissimo, gli spazi erano
molto ampi, e ovunque vedevamo gente in camice bianco candido andare
da una parte all'altra.
Lynn
fermò un medico e gli chiese indicazioni su dove dovevamo
andare.
L'uomo ci spiegò con gentilezza cosa dovevamo fare e poi se
ne andò.
Lynn ed
io prendemmo l'ascensore e salimmo al terzo piano, al reparto di
ginecologia.
Usciti
dall'ascensore, andammo in una sala dove trovammo altre coppie come
noi, in attesa del proprio turno.
La
maggior parte delle donne lì presenti aveva il ventre gonfio
come
quello di Lynn, altre erano piatte come tavole da surf, altre ancora
sembravano sul punto di partorire in quel momento
Trovammo
due posti liberi e ci sedemmo.
Entrambi
eravamo tesissimi: finalmente avremmo saputo ciò che ci
aspettava.
L'attesa
sembrava interminabile.
Davanti
ai nostri occhi si susseguivano le altre pazienti, tutte accompagnate
dal marito o dal fidanzato, visibilmente nervose.
Finalmente,
dopo una buona mezzora, alla porta si affacciò la ginecologa
che
annunciò il nostro turno.
Io e
Lynn ci guardammo per un istante, che a noi sembrò infinito,
per poi
alzarci e seguire la dottoressa nella stanza.
- Si
accomodi pure, signorina Harris- disse cordiale, indicando a Lynn un
lettino.
La mia
ragazza si sdraiò e alzò la maglia, e la
ginecologa le si avvicinò.
-Volete
sapere il sesso del bambino?- chiese, guardando prima Lynn e poi me.
Lynn ed
io ci scambiammo uno sguardo d'intesa, accompagnato da un sorriso.
- No-
risposi – Non ora.
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