La
fuga.
Mentre stai lì, inginocchiato davanti a quel letto
già
sudario come se ci fosse ancora qualche dio da pregare, il destino ride
di te. Tu stupido che non trovasti una ragione per farlo restare
aggrappato alla
vita, mentre lui diventava la tua. Tu stupido che gli scrivevi vite
nuove in cui tutto era facile e morbido, che gli carezzavi le guance ed
incontravi le lacrime e le raccoglievi, geloso della musica come si
può essere solo d'una rivale. Era
suo, Hanno, suo è nato e suo muore tossendo la vita fra
quelle
lenzuola.
Guardalo, ora, Kai: la morte spanta sulla pelle in un velo nero e
viola, a soffiargli il veleno sulle palpebre trasparenti e tremanti, ad
inoculare acido nelle vene troppo evidenti sui polsi scarni, a
diffondere il suo alito acre in quelle membra tenere; ed
è benedizione e salvezza e sollievo per quel corpo che
sceglie
di abbandonarsi e
lasciarsi avvolgere dall'oblio ipnotico di una pace nera come i pozzi.
Guardalo, Kai, guardalo voltare le spalle al mondo ed abbandonare fra i
guanciali quelle misere spogli mortali che
l'hanno costretto a subìre tante pene lunghe e fredde come
inverni senza estate: guardalo finalmente felice, mentre si tende a
raggiungere una realtà migliore dove nessuno sa fargli del
male.
Ma quello che lui attendeva con stremata trepidanza, tu lo rinnegavi
con l'inconfutabile certezza del dubbio più amaro. Osservi
con
occhi
invasi di lacrime Hanno spegnersi e un'era della tua vita tramontare,
bagnata del suo sangue.
Se bello nella malattia, splendido nella morte. Pelle di gesso,
riccioli di velluto. Respiro che freme e stenta, come fiammella di
candela ad un soffio troppo urgente di vento.
E urlano quelle parole non dette, sbraitano le loro verità,
reclamano una vendetta che negli anni brucerà fra le pagine
di
quella storia fino ad inghiottirne la cenere.
Le porti alle labbra, le baci quelle mani con cui Hanno consumava
l'amore
insano che consumò lui, le baci ancora con la devozione
fervida
d'un ritardatario che vuole rimediare,
nell'atroce tentativo di sciogliere quel freddo di morbo; le tue
lacrime precipitano scomposte e spudorate, sfuggendo al contegno di
quegli occhi che troppo hanno spettato senza poter agire. Lamenti di
segreti sepolti vivi sono quei baci, quelle lacrime, quel dolore
denudato ed esposto allo sguardo indagatore del mondo, che adesso non
tollerano più d'essere taciuti: fingere ha perso il suo
significato.
Vuoi baciargli anche le labbra aride e socchiuse, un po' per soffiargli
in
gola il tuo respiro fino ad esaurirlo e fargli riaprire gli occhi, un
po' perchè non hai mai trovato la forza di scavalcare la sua
paura straziante e attirarlo a te finchè non avesse
dimenticato
di volersi opporre. No, è lapidario il silenzio che promette
di
durare per sempre, è odiosa l'immagine di quel pianoforte
che
Hanno non suonerà più, è mortificante
il mazzo di
spartiti e sogni che avrebbe potuto realizzare ed ora sono solo
truccioli della tua realtà intagliata, muschio sulla tomba
di
una creatura che pianse troppo e non fu pianta abbastanza. Quella fuga
incalzante è volta al capolinea, ed è una fossa
la salvezza che
Hanno ha trovato sul ciglio di strade troppo impervie.
Ripeti il suo nome ancora ed ancora finchè la tua lingua non
s'imbatte in un singhiozzo, lo sbotti con assordante debolezza per
romperti la voce.
E Hanno sorride, Hanno che già non sente nulla e ha sentito
te.
Hanno che sente la tua voce, le tue mani e le tue labbra. E' un sorriso
leggero il suo, sgravato, sereno. Ti sorride perchè solo te
vuole vicino al momento di fuggire da quel mondo ripugnante, solo a te
avrebbe
scritto una lettera se ne fosse stato in grado: su un foglio, sola e
mesta sulla prima riga, avresti letto la parola scusa e realizzato
quanto avrebbe potuto amarti se la vita glie ne avesse dato la forza.
Se, se, ormai il tuo passato è soltanto una serie di ricordi
mai
vissuti e il tuo futuro di fatti che non avverranno.
Tu sai che è
finita, che quel sorriso felice è un addio. E' in pace.
E provi solo sprezzo infinito per quella stupida gente dietro di te, la
famiglia stolida che Hanno non avrebbe mai dovuto avere, ignori con
fredda rabbia le loro lacrime che non saranno mai come le tue. Tu
piangi un ragazzino e loro piangono una stirpe, tu piangi per amore e
loro per orgoglio. Tu piangi Hanno e loro piangono Johann, l'ennesimo
Johann della famiglia: non nascerà mai nessun bambino dai
riccioli color cannella e gli occhi timidi, capaci di cogliere tutto
ciò che il mondo preferisce tenere nascosto. I Buddenbrook
marciranno nella loro terra.
Ti senti morire tu davanti a quel sorriso pacato e spaventosamente
saggio,
il sorriso di chi ha attraversato il fuoco, cavalcato le onde del mare
ed assaggiato il suo sangue. Piangi anche se non vuoi, anche
se Hanno
non vuole: è egoismo in fondo, l'hai sempre saputo che non
apparteneva a questo mondo ma lo volevi vicino lo stesso,
perchè
accanto lui essere felice era così facile.
La malattia scava il petto di Hanno per l'ultima volta, sono le ultime
fioche sofferenze prima di concludere un'agonia inutile che lo
strangolò troppe volte senza ucciderlo. Tifo, lo chiama il
dottore, ma tu sai che è solo il debole alibi di
un'inadeguatezza di cristallo durata quindici anni.
Hanno non ha più paura di niente mentre il polso
rallenta il battito e una sinfonia struggente calca le sue ultime note,
prima di svanire in un silenzio che penetrerà nelle ossa e
nei muri, e nella tua vita senza lui.
Non basteranno tutte le favole del mondo per distoglierti da quella, di
realtà, che sghignazza sfidandoti ad ignorarla mentre
strappa
quell'anima di lino con un colpo d'artiglio. A che servono ora le belle
parole con cui esauristi l'inchiostro del calamaio? Le risposte
arriveranno solo quando smetterai di cercarle, ma non ti importa.
Lenti sbiadiscono i minuti, lento sbiadisci tu mentre le muse piangono
sommessamente al capo del loro amato, la musica urla una nenia funebre
senza note. Nessuno dormirà stanotte.
Note dell'Autrice: Semplicemente perchè NON può
non esserci una storia su I Buddenbrook. E Hanno. Mi meraviglio di voi,
popolo di Efp... XD Come potete farmi questo?
Pazienza, io ho postato questa storiella nella speranza di non essere
l'unica persona al mondo ad avere letto il libro. Hanno è
uno dei personaggi migliori che io abbia mai incrociato in una storia,
e lui e Kai mi ispirano davvero molto. Sono stupendi insieme,
dài, con tutti i riferimenti maliziosi che l'autore fu
riguardo a loro... eh-ehm!
Grazie per avere letto! Spero vivamente che la storia vi sia piaciuta,
e che abbiate un secondo per lasciarmi una piccola recensione. ^-^
Lucy
. |