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Come d'Incanto -
Silenzio.
Improvviso, terrificante,
silenzio.
Non che a Germania, in linea generale, dispiaccia il silenzio di per
sé.
Il problema di questo particolare
silenzio è più precisamente il momento in cui ha
deciso
di calare. Come una scure. Tagliando di netto il soliloquio elegante
quanto infinito di Francia. Cadendo, di botto, in mezzo a loro. Senza
preavviso. Come un rapace su un povero topolino.
Germania trema, l’istinto primordiale che gli ricorda che la
fine
del topo, lì in mezzo, è molto probabile che la
faccia
lui.
Non è mai una bella cosa quando Francia ammutolisce
repentinamente; glielo hanno insegnato abbastanza bene gli ultimi
decenni di collaborazione, nonché un prezioso manuale dal
titolo
“Capire il
fratellone Francia: guida per crucchi inetti”
dell’esperto francesologo Italia Veneziano, Edizioni
“Baffoni
scaccia-crucchi mangiapatate”.
Il capitolo ventitré, paragrafo nove, capoverso tre,
è
d’altronde molto chiaro al riguardo, e indica
un’unica
soluzione: l’immediata fuga (anche se, a dire il vero, la
fuga
è contemplata dall’autore di suddetto manuale
almeno nel
novanta percento dei casi ipotizzati).
Francia intanto, oltre ad essere diventato muto, pare si sia
trasformato anche in statua, immobile com’è,
perfettamente
cristallizzato nell’attimo di spalancare la porta del proprio
appartamento, nemmeno vi avesse trovato dentro Medusa in persona.
Germania, un passo dietro a lui - dopo aver censurato in sé
il
pensiero che tale prodigio dovrebbe capitare più spesso
durante
le loro riunioni - deglutisce, forse troppo rumorosamente, e, chiamata
a sé la disciplina del soldato che è in lui,
allunga lo
sguardo appena oltre la spalla del francese, dimentico dei preziosi
insegnamenti tramandati dai miti greci.
Purtroppo per lui, Medusa - o comunque un suo parente - c'è,
anche se, al posto di una fluente chioma serpentina, mostra due folte
sopracciglia arcigne altrettanto impressionanti da lasciarlo in ogni
caso di sasso.
Non fa però in tempo a chiedersi come mai, in casa di
Francia,
ci sia, bellamente accomodato sul divano, un Inghilterra con la faccia
di uno appena beccato con le dita nella marmellata, con tanto di tazza
verosimilmente di tè sul punto di essere portata alle labbra.
Il tedesco apre bocca, come a voler dir qualcosa, ma le parole gli
muoiono in gola, o forse non sono mai state elaborate,
perché il
suo cervello pare essere andato completamente in black-out.
Allibito, incredulo, ora muto e immobile anche lui come statua,
può solo ruotare la testa, con passiva
meccanicità, per
seguire lo sfrecciare da lato a lato della stanza
dell’aspirapolvere.
Aspirapolvere mosso da due
piccioni.
Germania deglutisce, forse per la seconda volta in pochi attimi, e
l’unica cosa che può fare, che riesce a fare,
è
puntare laconicamente l’indice verso un paio di sorci
dall’aria poco raccomandabile, intenti a nascondere la
polvere
sotto il tappeto, mentre per tutta l’abitazione è
un
continuo movimento di piccioni, altri topacci e - Oh Signore, fa che quelli non
siano scarafaggi - , intenti a rassettare casa.
In tutto ciò, di fronte al palese spaesamento dei due appena
arrivati, Arthur poggia tazza e piattino sul ripiano del salotto, si
alza in piedi, un po’ incerto, e, dopo essersi schiarito la
voce,
con il tono più serio che gli riesce, bofonchia un
“C’era bisogno di dare una pulita”.
Ludwig batte un paio di volte le palpebre e si ricorda di chiudere la
bocca, mentre un piccione gli plana pericolosamente vicino
all’orecchio.
Molto probabilmente, sarebbe capace di stare lì
un’altra
buona mezz’ora nel tentativo – vano – di
razionalizzare l’intera visione.
Se invece si ridesta da quello stato di alienazione mentale,
è
solo per accorrere in bagno, alle grida isteriche di Francis:
“No! No! Gli spazzolini da denti per pulire i sanitari NO!”
*
Note dell'autore:
fanfiction ispirata da questa
scena del film "Come d'Incanto", dal quale è preso
anche il titolo. :)
Un sentito ringraziamento ad Aerith1992
per il betaggio preciso e accurato a tempo di record. ^^
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