Questa
storia nasce da una sfida con me stessa, e prima ancora da una richiesta di una
delle mie due beta, nonché la mia sorellina… anche se
non credo lei si aspettasse qualcosa di angst, bensì una shottina allegra e
magari con tanto tanto sesso… io stessa non so come mai in questi giorni non mi
viene da scrivere nulla che non abbia una vena triste o malinconica…
Comunque
questa è una Blaise/Ron. Esatto… non
avete capito male e non è una svista. Ormai dovreste
avere imparato che amo le coppie fuori canon!
Mari, prometto che ne scriverò un’altra che ti faccia sorridere.
Piove.
Amo l’odore caratteristico della
terra bagnata, forte e pungente, che mi entra nelle
narici e va a risvegliare i miei sensi.
Tu sei vicino alla porta-finestra
del soggiorno di questa casa, la nostra, in cui viviamo ormai da un paio di
mesi. Il tuo viso è rivolto al mondo al di fuori di queste quattro mura in cui
è racchiusa tutta la nostra vita, con i nostri ricordi, i nostri dolori e le
nostre emozioni… osservi assorto il giardino fuori, lo
sguardo perso, quasi tu stessi cercando di mettere a fuoco qualcosa che non c’è
più o forse non c’è mai stato.
Come me, ami queste giornate, anche
se per un motivo del tutto diverso, perché rappresentano la tua occasione di
sfogarti, l’unico modo di liberarti dal dolore. Così, osservando le gocce di
pioggia scendere giù, immagini che siano lacrime, quelle stesse che tu non hai
il coraggio di versare, quelle che piangi solo dentro, senza esser capace di
farle fuoriuscire per paura di mostrarti troppo debole o farmi sentire a
disagio… perché so di essere io la causa del tuo
dolore e del senso di colpa, da cui preferisci lasciarti schiacciare senza
opporre resistenza.
Anche quel giorno pioveva, quando
ti sei trovato davanti ad un bivio, quello in cui sei
stato costretto dalle circostanze a fare una scelta difficile: me o lei… la tua
migliore amica o il tuo ragazzo. E lei è morta così,
in un battito d’ali, mentre attorno a noi infuriava la battaglia e,
ciononostante, le grida della tua famiglia erano accuse taglienti come lame. Eppure nei suoi occhi, anche nel momento in cui l’anatema
mortale la colpì uccidendola, io lessi il perdono e la comprensione…
Siamo andati via, lontano da
tutti, fuggiti dal passato e da luoghi troppo pieni di ricordi. Solo Harry e
Draco sanno dove ci siamo rifugiati, gli unici due che hanno ancora la forza di
guardarci senza che lo sguardo si riempia di rancore.
Hermione era amata da tutti…
Per questo motivo, nonostante gli
ultimi due anni siano trascorsi restando tutti insieme, uniti
a causa della guerra, adesso viviamo quasi fossimo dei reietti. Nessuno è
riuscito a comprendere come tu abbia potuto preferire
me a lei e questa posizione, soprattutto da parte della tua famiglia, ti ha
ferito sopra ogni cosa… perché è come se avessero paragonato il nostro legame
ad una storia di sesso, una semplice scopata e via. Nessuno si è sforzato di
guardare oltre e vedere che, oltre le differenze, io e te eravamo ormai una
cosa sola, un solo corpo ed una sola anima.
Tuttavia, continuo a chiedermi
ancora oggi se non ti sei pentito di quella decisione.
Il dubbio ed il timore mi colpiscono ogni volta come uno schiaffo in piena faccia. So che non dovrei, perché mi dimostri costantemente
che il tuo amore è più forte di tutto questo strazio, a cui ti lasci andare in
giornate come queste, lo sento scorrere dentro ogni
volta che mi stringi prima di addormentarti, quando semplicemente mi accarezzi
una guancia oppure nell’attimo esatto in cui sento il tuo sguardo posarsi su di
me.
Adoro perdermi nei tuoi occhi del
colore del cielo terso e luminoso, solo un po’ più chiari dei miei, ed amo far
scorrere le mie mani tra i tuoi capelli, rossi come il sole che risplende al
tramonto, mentre i miei sono neri come la notte… sembra quasi uno strano
scherzo del destino, che vuole mettere in evidenza
come io sia il tuo negativo.
Mi avvicino silenzioso,
abbracciandoti da dietro e poggiando il mio mento sulla tua spalla. Sussulti
leggermente, troppo preso dalle tue riflessioni per accorgerti che fossi
arrivato alle tue spalle, ma immediatamente ti abbandoni contro la mia schiena
e sospiri, facendo scivolare via i brutti pensieri ed intrecciando le tue mani
con le mie.
Non ti chiedo nulla, perché so
che diresti qualunque cosa pur di non farmi preoccupare e non voglio sentire
nemmeno una menzogna uscire dalla tua bocca… semplicemente aspetto, resto in attesa di un tuo cenno, che arriva poco dopo.
“Stamattina è arrivato un gufo da
Harry”, mi informi. Sembri nervoso e mi chiedo perché.
“Cosa diceva?”
domando, cercando di mascherare la tensione che mi si è scatenata dentro.
“Sembra che i gemelli abbiano
chiesto di me…” butti lì, quasi non credessi alle parole che tu stesso stai
pronunciando.
“Che
significa, Ron?” chiedo ancora. Voglio capire se devo iniziare a preoccuparmi
sul serio o forse si è aperto uno spiraglio inaspettato.
“A quanto pare
hanno litigato con i miei… vorrebbero vedermi. Harry dice
che è per chiedermi scusa. Non so cosa pensare, Blaise…” mi spiega, posso
sentire il tremito della sua voce. Ha paura e lo capisco. È già stato ferito
abbastanza e non voglio che soffra ancora.
“Cosa pensi
di fare?” gli domando in un sussurro, mentre rafforzo la mia stretta cercando
di trasmettergli ciò che provo per lui.
“Io… io non lo so”, rispondi
titubante. Ti volti e mi guardi… ed io mi sento perso, perché so che riesci a
scrutarmi fino in fondo l’anima e non voglio che tu vi legga il timore di
vederti ancora stare male, la paura che un giorno tu possa odiarmi per la vita
che sei costretto a fare. Sorridi e sento il mio cuore
fermarsi per un attimo, per poi riprendere a battere più forte di prima… ti
avvicini poggiando le tue labbra rosse e soffici sulle mie in un bacio languido.
Quando ci separiamo, la mia
attenzione viene calamitata da un particolare e
sorrido felice… forse poco alla volta le cose potrebbero cambiare, sento la
speranza rinascere in me. Segui il mio sguardo, posso percepire anche la tua,
mentre sussurri “È spuntato l’arcobaleno.”
ehm...
non ammazzatemi, please! >___<’’