Rachel
Portami con te
"Rachel? Ehi Rachel, dove caspita sei finita?!"
Martha e Cynthia, entrambe infermiere al Desert Palm Hospital,
entrarono nel bar dove lavorava come cameriera Rachel, amica e
coinquilina di entrambe e cugina di Martha. Era sera tarda, il
turno di lavoro era finito ed era ora di andarsene a casa.
"Raaacheeeel?!" chiamò ancora Martha per avere
come
risposta un urlo quasi disumano di terrore e angoscia.....l'urlo veniva
dal retrobottega.
"Rachel ! Ma che cavolo??? Oh, merda!"
Rachel stava in piedi davanti alla porta del bagno, l'espressione
terrorizzata, le mani alla bocca, davanti a lei, dentro il cesso, con
le braghe calate, steso per terra e con una ferita profonda e
sanguinante alla tempia destra c'era il signor Boyd, proprietario del
locale.
Mentre Martha si prendeva cura della terrorizzata Rachel,
abbracciandola e cercando di confortarla, Cynthia si recò
dentro
l'angusta stanza da bagno per controllare le condizioni di Mr Boyd,
posò l'indice ed il medio proprio sopra la giugulare, poi
guardò Martha dicendo "Ci è rimasto secco!
Dobbiamo
chiamare la polizia". Martha trattenne un'esclamazione soffocata mentre
Rachel cominciò a piangere e a tremare.
La Polizia non tardò ad arrivare, quando Catherine Willows e
Greg Sanders entrarono nel locale trovarono già presenti gli
agenti della omicidi guidati da quel Lou Vartann con il quale Catherine
aveva una storia sentimentale in corso;
"Buongiorno Cath, Greg!" esordì cerimoniosamente
Lou e
subito dopo cominciò a introdurre la questione "Maschio,
sulla
cinquantina deceduto pare sul colpo, ampia ferita sulla tempia......."
Lou parlava parlava ma Greg non lo stava proprio a
sentire....nossignori, perché Greg era tutto intento a
guardare
la ragazza coi capelli rossi seduta al tavolino del bar con
la
mano destra poggiata sulla spalla della biondina che appariva
visibilmente scossa, mentre un'altra ragazza stava con loro
ma leggermente in
disparte.
D'istinto Greg si andò a parare davanti alle tre ragazze e
si
rivolse alla rossa "Ma noi ci conosciamo!" le disse "ciao"
proseguì "ti ricordi di me?"; e, con grande
sorpresa di
Cath e Lou, i quali già dubitavano che Greg avesse tirato
fuori
la solita scusa da rimorchio, la rossa rispose "Ma certo!
Guarda
un po' chi si rivede! Ti trovo bene!"
"Beh, di sicuro meglio di come stavo due anni fa";
"Oddio, all'epoca eri un vero sfacelo.....poverino, ti avevano
massacrato, quei bastardi!"
"Greg" intervenne Cath "vedo che tu e la teste vi conoscete bene. Ti
dispiace fare le presentazioni?"
"Certo che no....Cath, Lou vi presento Martha, era una delle infermiere
che mi hanno curato, quando sono stato aggredito, due anni fa"
Due anni prima, il giovane agente, aveva subìto la brutale
aggressione da parte di una banda di delinquentelli i quali lo avevano
pestato quasi a morte; da lì il ricovero di alcuni giorni in
ospedale laddove aveva avuto modo di conoscere ed apprezzare la giovane
infermiera.
"Dicevo, prima di venire interrotti" Lou riprese l'illustrazione del
caso "che il cadavere dell'uomo è stato ritrovato dalla
signorina Rachel Jordan, sua dipendente e che alle grida di Rachel sono
accorse le altre due ragazze Martha Jordan e Cynthia Harrison"
"Parentela fra le due Jordan?" chiese Catherine
"Sono cugine" fu la risposta "e tutte e tre le ragazze condividono lo
stesso appartamento"
"Bene" disse Cath, "cominciamo con le indagini e le rilevazioni. Poi
porteremo le ragazze in centrale per raccogliere le loro deposizioni
...... Greg! Greg, vieni datti da fare! Incominciamo a processare la
scena del crimine"; Sanders sembrava imbambolato e alla Willows veniva
da ridere a notare come il suo
giovane collega fosse letteralmente stregato dalla ragazza coi capelli
rossi (e bravo il nostro
Greg! si è preso una cotta colossale!)
Non appena raccolte le prime prove fecero ritorno alla
centrale e, consegnato il
cadavere al medico legale, Lou e Catherine incominciarono ad
interrogare le
tre testimoni mentre Greg faceva la spola fra i vari tecnici ed il
dottor Robbins alla ricerca del maggior numero di informazioni
possibile.
"E così, lei dice che il suo datore di lavoro si era
intrattenuto a colloquio con un uomo e che poi erano andati nel
retrobottega insieme?" Lou stava interrogando Rachel
"Sì" fu la risposta
"E che lei è uscita per andare a buttare via i rifiuti e che
al
ritorno è andata a cercare il signor Boyd e lo ha trovato
steso
in terra morto?"
"Sì, certo"
"E saprebbe descrivere l'uomo?"
"Alto, nero, vestito di scuro"
"Potrebbe fornire un identikit?"
"Credo di no, lo ricordo appena e non l'ho visto bene"
"Va bene, Miss Rachel. Per ora basta così. Però
le devo
chiedere di aspettare qui in centrale; potremmo avere ancora bisogno di
lei"
Nel frattempo Greg stava uscendo dall'obitorio con in mano il primo
referto stilato dal Doc e quasi venne a scontrarsi con Martha
la
quale, in attesa che avessero finito con Rachel, stava camminando
nervosamente su e
giù per il corridoio..."Ooops, scusa!" mormorò il
giovane
agente;
"No, piuttosto scusami tu. Stai lavorando e ti sono di intralcio"
(già, un
bellissimo intralcio) "Vuoi un caffè?"
"Sì, grazie, comincia a fare tardi e io mi sento piuttosto
stanca, un caffè mi tirerebbe su"
"Se vuoi puoi venire a riposarti nel mio ufficio. Ho una poltroncina
veramente molto comoda"
"Non vorrei esserti di disturbo ma....." la ragazza mascherò
malamente uno sbadiglio: era veramente molto stanca.
Con calma Greg la condusse nel proprio ufficio, le preparò
il
caffè e la fece accomodare sulla famosa poltroncina la quale
davvero era proprio comoda, alla fine decise di sedersi per qualche
istante anche lui;
"E la tua amica dov'è andata?" le chiese, curioso;
"E' venuto a prenderla il fidanzato e se n'è andata con lui.
Le
hanno detto che con lei avevano finito e che poteva andare. Lo hanno
detto anche a me ma io voglio aspettare Rachel."
"Uhm, scusami se sono indiscreto; la tua amica è fidanzata;
e tu, invece?"
"Io? io niente!"
"E come mai una bella ragazza come te non ha nessuno?"
"Eeeehhh" Martha appariva imbarazzatissima "perché finora
non ho trovato il tipo giusto!"
" E come sarebbe il tipo giusto?"
"Beh, alto, magro, coi capelli castani, gli occhi castani, le
lentiggini e fa l'agente della scientifica"
"E, magari è qui davanti a te?"
"Può darsi....." Martha, quasi stupita del proprio
coraggio, stava diventando rossa in volto come un
papavero e si sentiva il
cuore in gola;
"E se lui ti baciasse?"
"Lo.....lo...." la ragazza avrebbe voluto dire lo lascerei fare volentieri ma
le mancava il fiato;
"Non ho capito bene.....e quindi nel dubbio....occhio, Martha,
perché adesso io ti bacio"
Greg si avvicinò alla ragazza, si inginocchiò
davanti a
lei e posò le proprie labbra sulle sue; proprio come aveva
sperato, ella non si tirò indietro ma, anzi, gli cinse le
spalle
e dischiuse la bocca.
E proprio mentre la sua lingua aveva incominciato a sfiorare la labbra
di lei, la porta si aprì e Catherine
entrò nel
piccolo ufficio "Greg, dov'è il referto? Greg, ma
cosa
diavolo??? Oh, Santi numi!"
La Willows non sapeva che mettersi a ridere o sentirsi imbarazzata o
altro per la situazione che si era venuta a creare, frattanto i due si
erano staccati e apparivano emozionatissimi e trasognati;
"S-sì, Cath, il re-referto è qu-i" Greg si
era
fatto di mille colori, balbettava ed appariva estremamente
buffo in quella
situazione;
"Bene" rispose l'agente più anziana "ora finisci quello che
stavi facendo e fra qualche minuto ti voglio da me nella stanza degli
interrogatori....e ....non avere paura....non lo dirò a
nessuno"; e
ammiccando uscì dalla porta.
Come se niente fosse i due ripresero a fare quello che stavano facendo
e questa volta, indisturbati, si baciarono a lungo, alla francese, con
trasporto e
terminando con tanti piccoli bacetti a fior di labbra fino a
quando entrambi capirono che la passione li avrebbe portati troppo
lontano e che non era il caso di farlo
lì in quel momento.
Martha si sentiva come mai si era sentita prima in vita sua, sicura di
avere raggiunto l'eden con quel bacio; Greg si rendeva conto, per la
prima volta in tanti anni, di essere innamorato, e quasi non gli
sembrava vero di provare un sentimento tanto intenso.
Si ricomposero senza fretta, "Raggiungo Cath e Lou, tu,
intanto, riposa pure" disse lui, uscendo
dalla stanza, ma si fermò sulla soglia per lanciare un bacio
a
quella che adesso avrebbe definito come la sua ragazza; lei rispose con
un
sorriso, si stampò un bacio sulla mano per
mandarlo a sua
volta verso di lui.
"Non regge, Lou, non regge neanche un po'" stava dicendo Catherine al
detective della omicidi
"Cosa intendi? la storia fra Greg e la bella infermierina?"
"Ahahah" Cath si fece una bella risata "no, quella regge anche troppo
bene, li ho beccati a baciarsi! Erano così carini! No, io
intendevo il racconto che ci ha
fatto l'altra ragazza, Rachel. Non sta in piedi per niente, ha detto
che c'era un uomo, che lo ha visto ma, stranamente, non lo
saprebbe riconoscere, c'erano le sue impronte
dappertutto nel
bagno....sì lo so che lavora lì ed è
una cosa
normale ..... ma.....impronte delle dita sul pavimento? mi sembra
ancora più strano.....perché mai? Così
fresche, poi. E, ora, leggi qui" e porse a Lou il
referto del medico;
"Cazzo!" fu la risposta......"no, cioè, caspita (scusa Cath)! Abbiamo
preso il campione di DNA di questa Rachel?"
"No, però siamo ancora in tempo, è nella stanza a
fianco"
"Allora sbrighiamoci, perché la cosa ha sviluppi
interessanti"
Nel frattempo era arrivato Greg; Catherine si trattenne a stento dal
mettersi a ridere un'altra volta e lo
mandò immediatamente a
prendere il campione di DNA della signorina Jordan;
"Rachel, precisiamo!
Anche se so benissimo che tu preferiresti prendere quello
di Martha" scherzò su Catherine "anzi no quello lo hai
già preso! Certo non hai perso tempo!"
"Ah! veramente spiritosa!" fu la risposta un po' seccata "guarda,
nemmeno mi prendo la pena di controbattere, anche
perché finirebbe, come sempre, che hai ragione tu!
Obbedisco, mia signora e padrona, in un istante vado e
torno!"
In effetti Sanders riuscì ad andare e tornato con
il
campione in brevissimo tempo.
"Eccolo" che faccio? lo devo analizzare?"
"Immediatamente, e lo devi confrontare con questo" e Cath gli porse una
pagina del referto autoptico.
Dopo alcune decine di minuti egli era di ritorno "Combacia, combacia
perfettamente"
"Allora riportami la ragazza, la biondina, Rachel, intendo. Dobbiamo
interrogarla di nuovo"
"Dunque Rachel" esordì Vartann "Tu hai detto che il signor
Boyd si era recato nel retrobottega con uno sconosciuto, e che quando
sei rientrata dall'avere portato i rifiuti al bidone, lo hai trovato
morto"
"Si, è andata così"
"E dello sconosciuto nessuna traccia"
"Sì, è sparito"
"Nessuna traccia eh? Beh, non abbiamo proprio trovato nessuna traccia
della presenza nel retrobottega di un altro uomo, come se non ci fosse
mai stato."
"Ma io ho detto la verità!"
"Questo non lo metto in dubbio, però......c'è una
cosa che vorrei
chiederti: come spieghi che la tua saliva è stata trovata
sul
l'organo sessuale del morto?"
"Eehhhh?"
"Eh, sì. E come spieghi le tue impronte digitali sul
pavimento del bagno?"
"Io.....oddio....io......"
"Allora?"
"E va bene, sono stata io!" ammise Rachel in un sussurro "L'ho ucciso
io, quel porco......non l'ho premeditato, si potrebbe anche definire un
incidente, ma, comunque, se lo
meritava. E' da quando mi ha assunta che mi costringe a fare sesso con
lui, con la minaccia di licenziarmi. Vedete io vengo dalla campagna, i
miei
hanno un piccolo ranch, sono molto all'antica e non mi volevano fare
venire a
Las Vegas da sola. Ma io in quel posto desolato fuori da tutto e da
tutti ci morivo, morivo lentamente giorno dopo giorno.
Così ho
chiesto a mia cugina di ospitarmi e poi ho cercato di trovare subito un
lavoro, per non essere di peso a nessuno, per dimostrare di potercela
fare. Ma quel porco si approfittava di me.....ho pensato tante volte di
licenziarmi e trovarmi un altro lavoro, ma non ho mai trovato il
coraggio.....mi diceva che se me ne fossi andata lui avrebbe fatto in
modo di non farmelo più trovare un altro lavoro, affermava
che lui
aveva mille conoscenze e che mi avrebbe rovinato. Io gli credevo,
avevo paura di lui e così cedevo alle sue richieste. Questa
sera, mi ha costretto a un rapporto orale con lui. A me veniva da
vomitare e gli ho chiesto se potevano smettere ma mi ha risposto che se
non lo
facevo mi avrebbe riempito di botte e guai a me se fossi andata a
denunciarlo alla polizia. Io non sapevo cosa fare, avevo paura e
così.....ci ho provato, ma la cosa mi disgustava. Mi sentivo
male, stavo per vomitare, mi sono staccata
frettolosamente
da lui, e gli ho dato una spinta. Il mio
movimento maldestro e improvviso ci ha fatto perdere l'equilibrio; mi
sono bilanciata appoggiando le palme delle mani a terra, ma lui,
intralciato dai pantaloni intorno alle caviglie non è
riuscito a
rimanere in piedi ed è caduto. Deve avere battuto la testa
contro al water o al contenitore per la carta igienica,
perché......non si muoveva più. Mi sono alzata,
l'ho
guardato bene, ho capito che era morto e ho incominciato ad urlare"
Greg era nella stanza accanto a quella degli interrogatori, l'interfono
era collegato e stava ascoltando la deposizione, così uguale
a
mille altre che aveva già ascoltato da non farci quasi caso,
se non
fosse stato per una voce che intervenne alle sue spalle:
"Oddio! e chi glielo dice ora a zio John e a zia Helen?"
In piedi, sulla soglia della stanza, gli occhi spalancati per lo shock
e le mani sulla bocca, c'era Martha che, nel tentativo
di cercarlo e cercare notizie di Rachel, era entrata
proprio
nel preciso momento in cui sua cugina stava confessando tutto;
"Io
dovevo proteggerla; io avrei dovuto prendermi cura di lei! La mia
cuginetta stava attraversando l'inferno e io non me ne sono mai
accorta!
Come posso essere stata così egoista? Come faccio ora? Cosa
dico
ai miei zii? E' colpa mia! E' tutta colpa mia" e la ragazza
cominciò a singhiozzare disperatamente.
Greg la raggiunse, la prese fra le proprie braccia cercando di
sostenerla perché sembrava proprio che le gambe le stessero
per
cedere da un momento all'altro "Non è colpa tua" le diceva
tenendola stretta e accarezzandole i capelli "Sono cose che
purtroppo capitano, capitano anche troppo spesso. Tua cugina si
è trovata coinvolta in un qualcosa che non è
forse
nemmeno riuscita a capire bene, ma non è colpa tua. Non
potevi
sapere, non ti si può chiedere di sapere. Stai tranquilla,
tranquilla mia cara....sssh; non è colpa
tua, vedrai andrà tutto
bene" e continuava ad accarezzarle i capelli, a massaggiarle le spalle
mentre Martha si struggeva nel pianto.
Se la tenne stretta a lungo, per consolarla e per cercare di non farle
vedere che sua cugina veniva portata via in manette;
ci sarebbe anche
riuscito ma ......
"Martha!" la voce di Rachel risuonò nel
corridoio "Martha, chiama tu mio padre e mia madre.
Dì
loro cosa mi è successo! Non piangere, Martha, non piangere
per
me! Me la saprò cavare! Chiama la mamma, dille
tutto....solo.....solo vacci piano, sai che si preoccupa!
e....non lasciarmi sola, non abbandonarmi, ti prego, vieni a
trovarmi là dove mi portano!"
A queste parole Martha rispose con un verso che sembrava quasi un
ululato di dolore e disperazione e poi continuò a piangere
ancora più forte, Greg la stringeva a se, le teneva una
mano fra i capelli mentre lei aveva il viso affondato sulla sua
spalla; rimasero così per molto tempo fino a
quando i
singhiozzi sembrarono calmarsi lentamente.
"Greg" lo chiamò lei ad un tratto e la sua voce
risuonava piccola piccola, debole debole nella stanza
"Sono qui, dimmi"
"Non, non lasciarmi ritornare da sola in quella casa; non ce la farei.
Cynthia non c'è e io non credo di farcela a stare
lì
da sola. Ti prego, ti scongiuro, portami con te"
"Certo che non ti lascio sola, piccola. Martha, se non te ne
sei
accorta, io provo qualcosa per te, qualcosa che spero di poter chiamare
amore; come potrei lasciarti sola in un momento simile? Certo che ti
porto con me, andremo a mangiare qualcosa in un bel posticino
e
poi ti porterò a casa mia e ti terrò con me fin
quando
vorrai"
Come risposta la ragazza sollevò il viso, mostrando le
guance
rigate di lacrime, si alzò leggermente sulle punte, mise la
mano
destra sulla nuca di Greg e lo attirò a se per
baciarlo e
.......e questa volta andarono avanti tranquilli: non li interruppe
nessuno.
Alcune ore dopo Martha giaceva sul letto nella camera di Greg,
sollevandosi appena sul gomito poteva ammirare il ragazzo
addormentato al suo fianco, ne seguì con dolcezza il
bel profilo regolare, il nasino diritto, le guance costellate
da
nei e lentiggini, la bocca rossa resa ancor più
più rossa
dai tanti baci dati e ricevuti e confrontò, nella sua mente,
quel volto dall'espressione appagata e rilassata con quello che
ricordava di avere visto tanto tempo prima, in ospedale, lo stesso viso
ma deturpato dai lividi e dalle ecchimosi causate dal violento
pestaggio subito. In quei giorni lei faceva il turno di
notte,
spesso si recava a controllare se lui stesse dormendo o avesse bisogno
di qualcosa e lo trovava immerso in un sonno agitato,
pieno
di incubi; era solita, allora, avvicinarsi al suo letto e parlagli
dolcemente, massaggiargli le gambe, tenergli la mano
affinché si
calmasse e dormisse in modo migliore. Si domandò se per caso
non
fosse stata innamorata di lui anche allora e la risposta
arrivò
subito e fu affermativa.....era tanto tempo che lo amava!
Immersa com'era nei suoi pensieri non si era accorta che lui si era
svegliato e che la stava guardando incuriosito:
"Un dollaro per i tuoi pensieri" disse lui
"Niente, pensavo a quando ti ho conosciuto"
"Gran brutto momento, quello!"
"Già.......per te senz'altro....per me .....è
peggio ora"
"Sembra che ci vogliono le disgrazie per farci incontrare"
"Spero proprio che non sarà così per sempre. Non
so se ce la farei"
"Noooo, d'ora in poi staremo sempre insieme; non ci sarà
alcun
bisogno che qualcosa, qualsiasi cosa, buona o cattiva, ci faccia
incontrare. Te lo
prometto!"
"Parola di boy-scout?"
"Parola di uomo innamorato! E tanto, anche"
"E se ti dicessi che mi sono innamorata anch'io?"
"Ne sarei felice! Ne sarei tanto, immensamente felice" rispose lui e
poi, dopo un attimo di silenzio, e cambiando improvvisamente discorso,
le chiese "hai chiamato i tuoi zii?"
"Sì, vengono domani"
"Hai paura ad incontrarli?"
"No, non ho più paura: sono solo molto triste....Strano: da
un
lato sono triste per Rachel e per gli zii. Dall'altro sono
felice perché ora ho te......Greg, baciami! baciami
e
tienimi stretta; ti prego"
"Obbedisco, mia signora! Mia bella signora e padrona,
farò come
vuoi tu." e, così dicendo, la strinse forte e la
catturò con un lungo bacio profondo.
L'indomani sarebbe stata una giornata dura per Martha e per
Greg,
che aveva deciso di restarle a fianco ad ogni
costo, ma quello che restava della notte, beh, quello
era
tutto loro. E niente al mondo avrebbe potuto portarglielo via.
Ed ecco qui, come
promesso a Mick, la fan fiction con protagonista
l'affascinante Greg Sanders. Beh questa volta ho scritto un
giallo-rosa, anche se la parte più propriamente poliziesca
è, forse, il lato meno riuscito di tutta la storia.
Ho cercato di dare un ritratto di Greg il più possibile
aderente a come appare nella serie televisiva, e spero di essere
riuscita nel mio intento; è lui il protagonista dalla parte
più interessante della fan-fiction, mentre Catherine
e Lou li ho riservati per la parte più
prettamente poliziesca, cioè meno interessante ,e relegati a
fare "da spalla"
Fatemi sapere cosa ne pensate e se vi è piaciuta
Ci si rivede
bye bye
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