Malattia

di FrederAigor
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Soffriva di angoscia. Sì, di angoscia, come se per lui fosse una malattia. Infatti gli veniva ogni sera, poco prima di cenare, appena finito di studiare, proprio come i sintomi di una malattia, puntualissimi. 
Tutto sommato era un ragazzo interessante, simpatico, intelligente come pochi, di questi tempi, sportivo ma non particolarmente in forma. Eppure qualcosa lo faceva spesso sentire vuoto. Stiamo parlando di un musicista, dunque una persona con una passione, con degli sfoghi. Eppure non eccelleva, nella musica. Era il suo più grande sfogo, ma non vi eccelleva. Nemmeno quello che studiava riusciva ad appagarlo. Un grande lettore, certo, ma incostante. Ormai non leggeva più da almeno un mese. Solita vita, solita scuola, soliti voti discreti. "Un periodo proprio piatto", si diceva. Nonostante questo, le sue giornate scorrevano serenamente, sempre con qualche impegno o qualche risata in più, grazie ai compagni con cui riusciva a relazionarsi. Poi la sera sentiva l'unica amica stretta che aveva, vedeva una puntata di un telefilm e dopo 10 minuti dormiva come un ghiro. Ma continuava a sentirsi vuoto. Annoiato. Ed era la noia a fargli più paura di qualsiasi altra cosa. Era annoiato dalla sua vita, piena di cose e totalmente vuota. Sempre in compagnia, ma sempre solo. Forse sapeva di cosa avere bisogno, ma non lo accettava. Forse aveva bisogno di qualcuno con cui condividere tutto. Con cui vivere, non più sopravvivere. La cosa che però gli faceva paura, era proprio il termine bisogno. Avere bisogno di qualcuno significa, infondo, non riuscire a stare con se stessi in armonia. E cosa c'è di peggio? Nulla, se non la Noia. 




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