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È quasi una settimana che non gli parla più.
Sam se ne sta in silenzio, a volte si chiude nella sua stanza, o meglio in quella che è momentaneamente
la sua stanza nel motel più conveniente che è riuscito a
trovare, e Lucifero lo sente piangere, da dietro la porta.
Non sa cosa sia cambiato. Il fatto è che ogni volta che lo sente piangere, piangere a causa sua, Lucifero si sente strano.
Non ha mai provato niente del genere, prima. È una sensazione
brutta, opprimente, che ogni volta diventa più forte. Non riesce
più a sopportarla, una sera, ascoltando il cacciatore
singhiozzare contro il cuscino per non farsi sentire. Per questo
abbassa la maniglia, spinge, apre.
Sam se ne sta seduto per terra, la schiena appoggiata al letto, e ha
gli occhi lucidi. Il suo sguardo si posa solo per un attimo sulla sua
allucinazione, mentre questa varca la soglia, poi si fissa a terra.
Lucifero fa un passo, un altro. Al terzo si ferma. Sente salirgli
dentro tante cose tutte insieme, tante cose che vorrebbe dire e fare e
che premono per uscire, ma non sa come gestirle. Si sente un verme, si
sente uno schifo per averlo ridotto così.
Sa che non sarà facile provare a parlargli. Sa che merita il suo
odio, il suo disprezzo. Questo gli fa male. Perché da un po'
riesce a capire le conseguenze delle proprie azioni, riesce a capire
quanto dolore abbiano provocato, e quando ci pensa si sente piccolo
piccolo, una cosa misera e spregevole, un essere disgustoso, e vorrebbe
sparire. O rimediare. Ma si è spinto troppo oltre per poter
sistemare tutto semplicemente chiedendo scusa, lo sa, anche se
indubbiamente anche il fatto di pentirsi e provare rimorso è un passo avanti.
Il buonsenso lo spingerebbe ad allontanarsi, a lasciare che il cacciatore si
sfoghi per conto suo; ma Lucifero vuole avvicinarsi, vuole che Sam non
abbia più paura di lui, della sua presenza.
- Va' via - ringhia il cacciatore, tirando su col naso. Lo odia dal
profondo del cuore: lo odia per averlo fatto impazzire, lo odia per
avergli fatto del male.
Lucifero riconosce quello sguardo: glielo ha visto tante volte, sempre rivolto a lui.
- Sam...
- Vattene via! - grida il cacciatore, ma Lucifero si inginocchia
accanto a lui, vorrebbe parlargli; Sam allora lo spinge a terra, fuori
di sé, urlandogli di stare zitto, che lo odia; lo aggredisce, lo
picchia, lo insulta, scaricandogli addosso tutto il suo risentimento.
Lucifero non reagisce, si lascia mettere sotto e umiliare, incassando
tutti i colpi senza opporsi, anche quelli così forti da
togliergli il respiro, rinunciando a difendersi.
Sam lo picchia con una furia bestiale: se al posto di Lucifero ci fosse
stato un essere umano, probabilmente sarebbe già morto. Comincia
a uscire sangue, cominciano ad aprirsi ferite laddove i pugni e i calci
lo raggiungono, ma Lucifero non tenta di sottrarsi. Merita quella
violenza, e spera che, dopo essersi sfogato, il cacciatore lo ascolti.
Quando ha finito, Sam scivola a sedere sul pavimento accanto a
Lucifero, rimasto steso sul pavimento, annichilito e dolorante. Respira
forte, Sam, sente il cuore esplodergli e la gola bruciare per tutte
quelle cose orribili che gli ha urlato addosso fino a perdere la voce,
mentre lo massacrava. Si è spaccato le nocche, tanta la forza e
l'irruenza con cui ha voluto fargli male, e le mani gli tremano.
L'adrenalina svanisce in fretta, e un senso di colpa crescente comincia
a prendere piede, nel vedere Lucifero inerme tentare di sollevarsi ma a
fatica, sussultando e trattenendo gemiti tra i denti, con le mani che scivolano sul
pavimento perché sporche di sangue, del suo stesso
sangue. A Lucifero scappa un lamento e non riesce a trattenere una
lacrima di dolore per uno spasmo lancinante allo stomaco che lo fa
piegare su sé stesso, dove uno dei tanti calci violenti del
cacciatore lo hanno raggiunto.
Rinuncia ad alzarsi e si trascina fino a raggiungere la parete per
appoggiarvisi contro, stringendo gli occhi perché ogni movimento
gli costa dolore, un dolore che gli provoca brividi che non riesce a
controllare. Approfittando della penombra che protegge quell'angoletto
in cui si è rannicchiato, comincia a piangere in silenzio, per
le botte ma soprattutto per gli insulti che il cacciatore gli ha
rivolto.
- Mi dispiace, Sam... Mi dispiace... Per tutto... - mormora, singhiozzando, e trema. - Vorrei non averti mai fatto del male...
China il capo e gemendo continua a piangere sommessamente.
Anche il cacciatore sta piangendo, atterrito e spaventato dalla propria
rabbia e dalla reazione di Lucifero, nelle cui lacrime sente sincero
rimorso.
Sam piange, e Lucifero vorrebbe fare qualcosa per farlo smettere, per
tranquillizzarlo. Lo vede appannato, attraverso il velo umido delle
lacrime, mentre sussulta e si copre la faccia con le mani. Allora
chiama a raccolta le proprie forze, chiude gli occhi e trattiene il
fiato, perché muoversi di nuovo gli farà male, tanto, ma
vuole raggiungerlo, vuole dirgli che va tutto bene, che non gli
farà del male mai più. Lentamente si avvicina a Sam,
stringendo gli occhi. Si accuccia accanto a lui, cerca di abbracciarlo
ma Sam si scosta; lo fa di nuovo, vince la sua resistenza e finalmente
riesce a circondarlo, a stringerlo forte.
- Sam... Non piangere...
Sente nuove lacrime scendergli sulle guance; tiene stretto il
cacciatore e gli accarezza i capelli, gli posa tanti baci sulle spalle
e poi si strofina contro di lui, sfregando la guancia sulla sua
camicia. Sam lo lascia fare, poi solleva lo sguardo fino a incrociare
quello del suo diavolo e gli viene da piangere peggio di prima,
perché ha sotto gli occhi gli effetti della sua rabbia e si
sente in colpa per ogni ferita, per ogni goccia di sangue che gli ha
fatto versare a forza di botte. Lucifero non lo lascia, lo culla quasi,
e gli chiede perdono, gli dice che non farà mai più
quello che ha fatto, gli dice che sta di merda nel vederlo così
male, gli dice che è colpa sua e che se potesse tornare indietro
non lo rifarebbe...
- Sam... Sam... Di' qualcosa... Sam... - lo
sta implorando, ha paura di perderlo, ha paura che si chiuda nel suo
dolore fino a non uscirne più. Ma Sam non dice niente; si libera
dalla stretta e afferra Lucifero per le braccia, poco sopra i gomiti,
lo tira verso di sé e lo accarezza, accarezza le ferite e
quell'accenno di lividi che già incominciano a vedersi. Lucifero
si sente male, si sente indegno, prova vergogna di sé, ma non si
allontana: prende ogni abbraccio, ogni carezza, e le mani di Sam sulla
sua pelle sono come acqua fresca in gola, per lui che da millenni non
sa più cos'è l'amore.
La mano di Sam gli accarezza la guancia; Lucifero la prende, bacia le
nocche arrossate, poi si allunga verso di lui posandogli un bacio sul
naso e spostandogli una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
Le dita di Sam si chiudono attorno a quelle di Lucifero, palmo contro
dorso, e l'ex angelo si nasconde contro di lui, trema, ma non per le
ferite. Trema di vergogna e di pentimento, di orrore per sé
stesso e di rammarico per quello che il suo cacciatore ha subito per
colpa sua. Non hanno bisogno di parlare. Sam lo sta perdonando.
Lucifero lo capisce dal modo in cui gli permette di appoggiarsi sulla
sua spalla, dal modo in cui lo tiene con sé, da come lo afferra,
sicuro. Tuttavia, sente il bisogno di ripeterglielo, di togliergli
qualsiasi dubbio sulle sue intenzioni, sui suoi reali sentimenti.
- Mi dispiace, Sam... Mi dispiace tanto...
Sente la mano di Sam sull'orecchio, sul collo, sulle spalle, tra le scapole. Chiude gli occhi.
Si rende conto all'improvviso di aver sbagliato tutto. Aveva ragione Lui. Come sempre.
Nonostante tutto il male, tutta la sofferenza, tutto il dolore, lo ha perdonato. Un essere umano, rotto, difettoso, è vero, ma che sa perdonare. Che ha perdonato uno come lui. Un pezzo di merda.
Lucifero si china di più, gli prende entrambe le mani e le
bacia, in segno di sottomissione. Vuole fargli capire che da oggi in
poi sarà il suo scudiero, il suo secondo, il suo custode e
protettore. Ha tante cose da farsi perdonare, troppe; può
cercare di rimediare soltanto mettendosi al suo servizio per il resto
della sua vita. Sente la mano di Sam sulla testa, una carezza calda, e
chiude gli occhi.
Si umilierà, se Sam glielo ordinerà. Striscerà, se
gli chiederà di farlo. Tutto, purché smetta di odiarlo.
Con due dita gli solleva il mento, Lucifero obbedisce. Si guardano
negli occhi per un tempo che sembra interminabile. Lucifero cerca di
contenere quel tremore sottopelle che non lo ha mai abbandonato, cerca
di non pensare al dolore fisico e si concentra solo sugli occhi di Sam.
Alla fine il cacciatore si china su di lui, Lucifero chiude gli occhi e
sente le labbra di Sam posarglisi sulla fronte, un contatto morbido e
delicato che lo fa tremare di brividi nuovi. Sì. L'ha perdonato.
Non lo odia più.
In uno slancio, Lucifero gli butta le braccia al collo, lo copre di baci, lo sommerge di carezze. Da quanto tempo non lo fa.
Se avessero saputo.
Se avessero saputo che sarebbe bastato chiedere scusa, per rimettere tutto a posto.
Se avessero saputo che sarebbe bastato perdonarsi, e addormentarsi
l'uno contro l'altro sul pavimento di un motel, per evitare
l'Apocalisse.
CIAO A TUTTI ;)
Questa è la versione 2.0 di una FF appena abbozzata che avevo
postato qui su EFP qualche tempo fa, ma che non mi convinceva molto e
per questo l'ho tolta... Il tema era lo stesso (Ehi, Sam, mi perdoni?)
ma l'avevo scritta dal punto di vista di Luci in modo un po'
affrettato... Questa versione invece l'ho scritta di getto durante
un'ora di buco ;)
Be', non c'è altro... Spero che vi piaccia!
A.
P.S.: Luci RULES!
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