Profumo d'amore?

di alynoihara
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Apro gli occhi e velocemente li volgo alla sveglia: 7.50 AM.
Sono tardi; di nuovo. Come fa una gazzella per scappare dalla morte, esco dal letto e abbandono il soffocante abbraccio del piumone e corro sotto la doccia.
Nella mia condizione di dormiveglia nemmeno mi accorgo di girare la manopola dell’acqua fredda al posto di quella calda e, non appena il primo getto mi colpisce, un insulto colorito esce dalla mia bocca.
Di nuovo guardo l’ora: 8.00 AM.
Mi infilo una gonna, la più bella che ho. Una camicia, quella che a /lei/ piace tanto. Le collane non servono a nulla, tanto a P. non piacciono quelle che indosso, ma è inevitabile che almeno una di queste mi finisca attorno al collo. Non avendo un evidente scollatura, devo pur far distogliere l’attenzione e P. non guarderà mai al mio de collette se lo bardo come solo io so fare.
Non ho il minimo tempo di asciugarmi i capelli, così li lego in un’alta coda che la mia amica ha sempre detto mettere in risalto la forma del mio viso ed esco velocemente, immettendomi nella folla di universitari. So a memoria la strada che devo fare tanto l’ho percorsa, la saprei fare anche ad occhi chiusi e, subito girato l’angolo, /lei/ è lì. È lì per me.
« Buongiorno~ »
« Ancora in ritardo- » il suo tono è seccato, tremendamente abituale.
« Lo so, la sveglia non suona, te l’ho detto.. »
« Te ne regalerò una nuova. »
« Sarebbe la terza.. » dico con tono lamentoso. Mi dimentico ogni sera di impostarla quella dannatissima sveglia perché il mio cervello è un garbuglio di idee mescolate tra loro. Non lo faccio apposta..però il pensiero di un altro regalo da parte sua, un’ulteriore dimostrazione di come ci tenga a me, mi piace.
« Non ho problemi a comprarti sveglie se servono a ricordarti il nostro appuntamento. »
Queste parole. Sono innocenti eppure mi sento strana e sono anche quasi sicura che le mie guance hanno assunto una colorazione più vivida.
«  Allora ne voglio una a forma di stella! »
« La forma spetta a me sceglierla- »
So di averla fatta innervosire, così svio l’argomento e comincio a parlare dei miei studi. P. ascolta attentamente, forse troppo per quello che le interessa, e il suo sguardo mi mette terribilmente a disagio. Le cedo la parola volentieri e cerco di assimilare il più possibile le conoscenze e le parole in inglese che non mi è mai stato facile da imparare come lingua. Più volte si è proposta di insegnarmi, ma la serata finiva sempre col prendere altre svolte. Improvvisamente mi accorgo di dare più attenzione ai suoi capelli mori, un colore così bello i cui riflessi rossi brillano sotto il sole. Gli occhi sono eccitati mentre vagano nel nulla, persi nella descrizione di un romanzo di Wilde. E le sue labbra..perché le sue labbra sono così belle? Il loro movimento è sensuale e il rossetto rosato le mette particolarmente in risalto.
« Io vado a lezione. » la sua voce mi riporta alla realtà e mi ricorda che anche io devo correre a lezione. Sono di nuovo in ritardo, al solito.
« Ci vediamo questa sera per il film.. »
« Film? »
« Segnati le cose! Con la testa che hai come puoi pensare di non segnarti gli appuntamenti?! Jesus.. »
« Dovrai regalarmi anche un’agenda~ »
« Quella te la compri da sola. »
Con le labbra contratte in una smorfia di insoddisfazione pago il mio conto e mi affretto verso l’università con i manuali stretti al petto e già organizzando mentalmente la serata.
Durante la lezione di astronomia mi ritrovo a fissare una nana bianca con particolare attenzione e ad immaginare P. vestita da stella ad una festa in maschera. Incredibilmente ci starebbe bene.
Sviando altri pensieri imbarazzanti, mi faccio strada a ora di pranzo, mogia a causa dell’assenza della mia migliore amica. Fortunatamente il pomeriggio lo passo in casa a sistemare i mobili, scegliere i possibili film da vedere e ad accarezzare il gatto mentre cerco di ripassare geologia.
Il mio sguardo si alza sull’orologio ogni due minuti precisi. 6.56 PM.
L’appuntamento è alle 19 e P. è sempre puntuale.
6.58 PM.
Il mio cuore sta cominciando a martellarmi il petto mentre l’ansia mi attanaglia. Non dovrei essere ansiosa, non è la prima volta che ci vediamo.
In un batter d’occhio è l’ora x e il campanello suona in un lungo trillo. Scatto in piedi con il pericolo di ricadere sul divano per la foga ma, assicurato l’equilibrio, mi avvio alla porta per aprirla.
« Ti sei ricordata, vedo. » un barlume di sorriso la illumina.
« Certo..dubitavi? » ridacchio spostandomi dall’uscio.
« Ho..tieni. » e mi allunga un pacchetto.
Lo guardo stupita, chiedendomi come mai abbia un regalo. Doveva solo portare le birre e quelle, fortunatamente, non mancano.
Mi decido a scartarlo e di nuovo il mio cuore sembra voler uscire dalla cassa toracica: una sveglia a forma di cuore.
« Uhm..è per non farti tardare al nostro appuntamento..è..è importante per me. Molto.»
Ed è così che mi sento svenire e mi slancio verso di lei, posando le labbra sulle sue per la prima volta.




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