Everything

di MimiRyuugu
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Saaaalve >w< ebbene si, siamo arrivati alla fine. Che inizio pessimo xD è che non mi sono nemmeno resa conto di quanto gli aggiornamenti fossero stati veloci ç_ç cioè...è già finita D: nonostante l'abbia scritta anni fa mi commuovo sempre ç_ç infatti volevo aspettare a postare quest'ultimo capitolo, ma non resistevo più. Però non credete che le avventure di Giulia e dei Tre Uragani finiscano qui nè! sembra una minaccia, lo so o.ò anyway, scusate il divagare incessante. Vi devo solo dire GRAZIE, grazie di cuore çwç alle ragazze che mi hanno recensito sempre, quelle che si sono aggiunte col tempo e a quelle che la leggeranno in futuro, grazie. Grazie anche a quelle che leggono senza recensire, perchè in qualche modo Giulia è entrata anche nel vostro cuore çwç *prende mega fazzolettini*
Detto ciò, in questo capitolo troviamo A Little Priest dalla soundtrack di Sweeney Todd (come potevo non inserirlo? :3), Time of Dying dei Three Days Grace, Nothing's Gonna Harm You sempre dall'ost di Sweeney Todd ed Everything (come poteva mancare? XD) dei Lifehouse.

Avvertenze: occitudine, diabetanza, dopo 22 capitoli si sanno no? u.u *indica banchetto di ringraziamento al banco 3*

Bene, ora vado a piagnucolare nell'angolo e vi lascio al capitolo.
Buona lettura <3



22° Capitolo

“A Londra? Ma come…” iniziò a chiedere Mary Kate. Luna sorrise. “Volando…ovvio…” disse tranquilla. Dieci minuti dopo, stavamo montando in sella ai Thestral. Hermione era un po’ agitata, mentre Anna faceva l’imitazione di una cowgirl. “Hiha! Avanti fedele destriero! Al Ministero!” gridò. Scossi la testa divertita. Gli animali presero il volo. Hogwarts diventò sempre più piccola. Sapevo che ci attendeva una guerra. Voldemort non si sarebbe lasciato scappare Harry tanto facilmente. Ma non ero molto preoccupata. Dopotutto, anche se eravamo solo dei ragazzini, unendo le forze avremmo portato Sirius in salvo. Io, Neville, Luna, Anna, Hermione, Ginny, Mary Kate, Ron e Harry. Una bella squadra. La brezza serale ci colpì in pieno viso. Si sentiva che stava per arrivare il tramonto. Anna mi si affiancò con il suo Thestral. Il suo entusiasmo stile western l’aveva oramai abbandonata. “Hey, e tutta la tua allegria dov’è?” le chiesi. Lei alzò le spalle. “Sai…ho il vago sospetto che Voldemort non sia da solo ad aspettarci…” spiegò. “Cioè? Vuoi dire che un’orda di Mangiamorte ci sta aspettando a bacchette sguainate?!” sgranò gli occhi Mary Kate, avvicinandosi. “Non lo so…però ho un brutto presentimento…” commentò ancora la castana. Ginny sbuffò. “Basta brutti presentimenti! Per Merlino, un po’ di positività!” sbottò poi. Io ed Anna sorridemmo. Hermione era troppo occupata a tenersi saldamente al suo Thestral per partecipare al discorso. La castana mi si avvicinò ancora. “Dobbiamo preparaci al peggio…” sospirò, affranta. Scossi la testa. “Ce la faremo Anna…siamo preparati, forti, tenaci e Grifondoro!” la incoraggiai. Lei alzò le spalle. “Tu lo sai vero che io non sono una che ha paura solitamente vero?” iniziò a dire. Annuii. “Però sinceramente spero di non capitare nelle mani di qualcuno di quelli li…non voglio essere cruciata a soli sedici anni…mi si blocca la crescita!” spiegò. Risi. “Tanto l’altezza rimane quella che è…” la presi in giro. Lei mi fece la linguaccia. “Draco non sa che sto andando al Ministero…per lui sono ancora nella Foresta Proibita con la Umbridge…” sospirò. “Anche Piton…non voleva che andassi nemmeno li…” risposi. “Il guaio è che, se ci sono davvero i Mangiamorte, ci sarà anche Lucius…e tu lo sai che poi arriverebbero gli Auror…per carità, non che mi dispiaccia…però se arrestassero Lucius, Draco ne soffrirebbe…non sembra, ma gli è molto affezionato…” spiegò Anna. Sorrisi. “Secondo me Lucius si è aggregato ai Mangiamorte solo perché era una cosa caratteristica dei Malfoy…” osservai. La castana sorrise ironica. “Lo so che Draco non è stupido…però ho paura che faccia lo stesso errore…” disse, preoccupata. “Anche Piton è stato Mangiamorte…non permetterà che Draco faccia una sciocchezza simile…” la consolai. Anna alzò le spalle. “Speriamo…lo sai vero che quanto torneremo, se torneremo, ne sentiremmo così tante, prima dai nostri genitori, poi da Piton e Draco, che ci faranno andare ad Hogsmerade a forza di calci nel sedere?” esordì poi. Annuii divertita. Lei sospirò malinconica. “Se inizi con la tiritera del ‘penso che morirò presto’, ti avverto che ti butto giù dal Thestral!” l’avvertii. Ci guardammo e scoppiammo a ridere. “Uffa!! Ma quando si arriva?!” sbottò annoiata Mary Kate. “Presto…presto…” sorrise pacata Luna. “Quando arriveremo…li si che ci sarà da divertirsi…” commentò sarcastico Ron. Anna mi guardò. “Seems a downright shame...” iniziai a cantare. Lei sorrise. “Shame?” continuò poi. “Seems an awful waste...such a nice, plump frame…wot's 'is name has...had...has! Nor it can't be traced...Bus'ness needs a lift, debts to be erased...think of it as thrift, as a gift, if you get my drift! Seems an awful waste... I mean, with the price of meat…what it is, when you get it, if you get it...” continuai. Anna mi guardò. “Ah…” commentò poi. “Good, you got it! Take, for instance, Mrs. Mooney and her pie shop! Bus'ness never better using only pussycats and toast! And a pussy's good for maybe six or seven at the most! And I'm sure they can't compare as far as taste!” sorrisi. Tutto il gruppo di stava ascoltando. Era meglio alleggerire l’atmosfera. Cosa meglio del canto? “Mrs. Lovett, what a charming notion…eminently practical and yet appropriate as always!” disse Anna, divertita. “Well, it does seem a waste...” dissi contemporaneamente. “Mrs. Lovett, how I've lived without you all these years, I'll never know! How delectable! Also undetectable!” commentò ancora Anna. “Think about it! Lots of other gentlemen'll soon be comin' for a shave, won't they? Think of, all them, pies!” esordii.  “For what's the sound of the world out there?” continuò la castana. “What, Mr. Todd? What, Mr. Todd? What is that sound?” chiesi. Luna fischiettava a tempo. “Those crunching noises pervading the air!” esclamò Anna, alzando una mano in modo teatrale. “Yes, Mr. Todd! Yes, Mr. Todd! Yes, all around!” concordai. “It's man devouring man, my dear!” continuò lei. Ci guardammo. “And who are we to deny it in here?” escmalammo, all’unisono. Poi scoppiammoa ridere. “These are desperate times, Mrs. Lovett, and desperate measures are called for!” disse piano, Mary Kate. “Here we are, now! Hot out of the oven!” commentò Ginny. “What is that?” chiese ancora Mary Kate. “It's priest. Have a little priest!” propose Ginny. “Is it really good?” continuò Luna. “Sir, it's too good, at least! Then again, they don't commit sins of the flesh, so it's pretty fresh…” sussurrò Hermione. “Awful lot of fat…” continuò Neville. “Only where it sat…” precisò Anna. “Haven't you got poet, or something like that?” chiese Ron. “No, y'see, the trouble with poet is 'Ow do you know it's deceased?” rispose Ginny. “Try the priest!” esclamammo tutti assieme. Poi scoppiammo a ridere. “Ci voleva proprio…” osservò Mary Kate. Annuii. “Hey guardate! Londra!” esordì Hermione, indicando la città che si avvicinava. Le luci diventavano sempre più grandi. I Thestral planarono e ci lasciarono sulla strada. Harry ci condusse all’entrata del Ministero. Entrammo e prendemmo l’ascensore. Hermione e Anna mi si strinsero vicino. “Ragazze…qualunque cosa succeda…” iniziò a dire la prima. “Non portare sfortuna Herm!” la rimproverò Anna. Il prefetto ci guardò. Allungai una mano verso ognuna. “Se vogliono guerra…” iniziai. “Guerra sia!” concluse Anna, dandomi la mano. Guardammo Hermione. “Nessuno può separare i tre uragani di Hogwarts…” sorrise. Anche lei strinse la mia mano. Rimanemmo stringendo l’una la mano dell’altra fino a che le porte dell’ascensore si aprirono. “Ufficio Misteri” declamò una voce. Uscimmo ed avanzammo piano lungo il corridoio. Mary Kate stringeva la mano a Ginny. Ron a fianco di Harry e Neville. Luna trotterellava guardandosi intorno. Percorremmo il corridoio sempre più buio. Bacchette ad illuminarci la via. Il cuore mi batteva all’impazzata. Il contatto con le mie amiche mi aveva agitato ancora di più. Sembrava di essere in un film dell’orrore. Temevo che un mostro dalla maschera argento spuntasse dal primo angolo. Degli scaffali altissimi erano posizionati ai lati del corridoio. Un rumore da dietro di noi. Tutti ci girammo. Potevo sentire il cuore battermi in gola. Strinsi la bacchetta. Mi voltai verso Harry, all’unisono con gli altri. Lui iniziò a correre indicandoci di seguirlo. Noi obbedimmo. Guardavo di sfuggita tutte quelle sfere sugli scaffali. Sembravano quella che aveva la Cooman alle lezioni. Probabilmente però funzionavano molto meglio. Ci fermammo. Ed una sfera iniziò ad illuminarsi di una luce azzurra. Anna sobbalzò. “Non guardate me, non ho fatto nulla!” specificò subito, allontanandosi. Harry si avvicinò. La osservò incerto. La prese stretta in una mano. Rimase fermo qualche minuto. “Harry!” lo chiamò Hermione. Ci voltammo. Dei passi da dietro di noi. Una figura mascherata si stava avvicinando. “Dov’è Sirius?” chiese il ragazzo. “Sai, dovresti imparare a riconoscere la differenza tra sogno…” iniziò a dire. Aveva la voce di Darth Fenner, il cattivo di Star Wars. Mi voltai verso Anna. “…e realtà” concluse il Mangiamorte, togliendosi la maschera. Anna impallidì. Lucius Malfoy si avvicinava. Anna lo salutò con un cenno della testa, a cui lui rispose con lo stesso gesto. Hermione la guardò malevola. Gli altri indietreggiarono. “Hai visto solo quello che l’Oscuro Signore voleva che vedessi…ora dammi la profezia…” intimò Lucius. “Io l’avevo detto che era una trappola…” soffiò Anna. Tutti erano pietrificati. Lei invece ostentava sicurezza. Forse per il fatto che era già stata al Maniero Malfoy. E con Lucius, ci conversava amabilmente. “Provi solo a toccarci e io la rompo!” lo minacciò Harry. Si sentì una risatina irritante dal buio. “Lui sa come si gioca, piccino, piccino…piccolo…Potter…” sussurrò placida una donna, uscendo allo scoperto. “Bellatrix Lestrange!” esclamò Neville. “Neville Paciok, vero? Come vanno mamma e papà?” chiese, perfida. “Meglio, ora stanno per essere vendicati!” ringhiò lui, alzando la bacchetta. “Adesso…cerchiamo di stare tutti calmi…va bene? Vogliamo soltanto quella profezia” disse pacato Lucius. “Perché Voldemort voleva che venissi a prenderla?” chiese Harry. “Osi pronunciare il suo nome? Tu, lurido Mezzosangue!” urlò Bellatrix. Anna si fece avanti. “Va tutto bene, è solo un ragazzo curioso…non è così? Le profezie possono ritirarle solo coloro ai quali vengono fatte…il che è una fortuna, per te, in realtà…” spiegò il Mangiamorte. Dei passi intorno a noi. Ci stringemmo vicini. “Non ti sei mai chiesto, qual è il motivo del legame tra te e l’Oscuro Signore? Uhm? Perché non fu in grado di ucciderti quando eri solo un neonato? Non vuoi conoscere il segreto della tua cicatrice? Tutte le rispose sono li Potter…nella tua mano…devi soltanto…darla a me…ed io potrò mostrati tutto…” propose Lucius, avanzando. Altri Mangiamorte apparvero intorno a noi. Eravamo circondati. “Carne fresca…” mi sussurrò Anna, ghignando. “Try the priest!” le risposi, con un lieve sorriso. “Ho aspettato quattordici anni…” iniziò a dire Harry. “Lo so…” rispose mellifluo Lucius. “Direi che posso aspettare ancora un po’…ora, Stupeficium!” esclamò. Tutti assieme gridammo l’incantesimo. I Mangiamorte vennero scagliati via. Iniziammo a correre ma questi ci apparivano davanti come fossero di fumo. Prima Lucius. Luna venne presa di sorpresa e uno le mollò un gancio al labbro. Lei gli fece un incantesimo che lo scagliò via. Andai ad aiutarla a rialzarsi. Il labbro le sanguinava. Appena fummo tutti assieme, una miriade di Mangiamorte iniziò ad apparire. Ci demmo alla fuga, ma oramai gli incantesimi non facevano nemmeno un graffio. “Ora basta! Vogliono guerra, e guerra sia!” sbottò Anna, fermandosi. “Non è il momento!” rimbeccò Hermione, trascinandola via. Il prefetto scagliò un incantesimo. Fece cadere gran parte delle sfere. Ci riunimmo ancora. Ginny mandò un altro incantesimo contro l’ennesimo Mangiamorte in avvicinamento. Le sfere iniziarono a cadere una dopo l’altra, infrangendosi sul pavimento. Iniziammo a correre verso la porta. Appena aperta mi sentii immersa nel nulla. Non c’era il pavimento. Caddi verso il basso. Sentii le urla di Hermione e Ginny. Scivolammo giù per un tunnel a tubo. Ma non toccammo subito terra. Rimanemmo sospesi a qualche centimetro. Poi concludemmo la caduta a faccia in giù. Mi alzai e mi guardai in giro. “Ufficio Misteri…il nome l’hanno azzeccato no?” esordì Ron. C’era una specie di arcata vuota in mezzo alla stanza. “Le voci…capite cosa dicono?” chiese Harry, avvicinandosi. “Non c’è nessuna voce Harry…andiamocene via!” lo pregò Hermione. “Le sento anche io…” esclamò Luna. “Harry…è solo un’arcata vuota…” osservò ancora il prefetto. “Ti prego Harry!” aggiunse poi. “Tutti dietro di me!” ordinò lui, alzando la bacchetta. Noi obbedimmo e lo imitammo. Delle scie di fumo nero ci attorniarono. In poco tempo mi trovai immobilizzata. Un uomo mi teneva la bacchetta puntata al collo. Anche Anna si era fatta prendere. “Credevate veramente…insomma, siete davvero così ingenui…da pensare che dei bambini avessero la possibilità…contro di noi…” iniziò a dire Lucius, andando da Harry, l’unico rimasto libero. “Voglio semplificarti le cose Potter…dammi la profezia ora, o guarda i tuoi amici morire…” propose il Mangiamorte. Harry si guardò in giro. “Non dargliela Harry!” gridai. L’uomo mi tirò per i capelli e mi zittì. Harry la diede a Lucius. Pochi minuti però, si sentirono dei passi. “Allontanati dal mio figlioccio…” ordinò Sirius. Poi, come fosse nulla, mollò un pugno in pieno viso a Lucius. Dei fasci di luce bianca iniziarono ad arrivare. Erano quelli l’Ordine. Lucius fece cadere la profezia. Ogni luce iniziò a vagare pian piano nella stanza, sovrastando i Mangiamorte. Tirai una gomitata nello stomaco dell’uomo, che rantolò. “Avada Kedavra!” sentii urlare. “Giulia attenta!” esclamò Anna. Pochi minuti dopo, vidi un fascio di luce verde trapassare dove stavo io prima. La castana mi aveva spinto via. Eravamo rotolate poco in là. On the ground I lay, motionless in pain. I can see my life flashing before my eyes. Mi voltai e vidi Bellatrix con un ghigno sul viso. Notai che quasi tutti i membri dell’ES avevano lasciato il posto a quelli dell’Ordine. I can see my life flashing before my eyes. “Sei scema?! Non si colpiscono le persone alle spalle!” la insultò Anna. La Mangiamorte cacciò una risata. “Oh, quanto mi dispiace…scusa piccina…” mi prese in giro. Mi resi conto che per poco avevo rischiato di morire. Un senso di rabbia mi pervase. Dead I fall asleep, is this all a dream. “Stupeficium!” gridai, puntando la bacchetta verso Bellatrix. Le graffiai una guancia. “Come hai osato! Sporca mocciosa!” ringhiò. Wake me up, I'm living a nightmare. Si toccò la guancia e vide il sangue. Digrignò i denti. “Crucio!” esclamò. Non riuscii a spostarmi e la Maledizione mi colpì in pieno. I will not die (I will not die). Il mio urlo superò tutti gli altri della battaglia. Era come se mille aghi mi avessero trafitta. Una stretta al cuore. Iniziai a contorcermi. “Giulia!” sentii gridare da Hermione. Non capivo più nulla. Sentivo solo dolore. E l’acuta risata di Bellatrix. I will survive. All’improvviso il dolore si fermò. Ero a terra. Accasciata al pavimento. Sentivo le ossa fremere. Avevo paura che si spezzassero da un momento all’altro. I will not die, I'll wait here for you. “Maledetta! Come hai osato!” ringhiò Anna. Alzò la bacchetta. “Avada…” iniziò a dire. “Anna no! È proibito! Non fare sciocchezze!” la rincalzò Hermione. Era inginocchiata vicino a me. “E va bene…Serpensortia!” esclamò la castana. Un enorme serpente uscì dalla bacchetta della ragazza. Anna iniziò ad impartigli degli ordini in serpentese. Bellatrix la guardava stupita e inorridita. “Tu…stupida Mezzosangue…com’è possibile…” soffiò. Il serpente si avvicinò strisciando veloce. “Vipera Evanesca!” rimbeccò la Mangiamorte. Il serpente si dissolse. E Bellatrix rise ancora. “Smettila di ridere…” ringhiai. Lei mi guardò divertita. “Ti ho fatto male? Mi dispiace piccina!” disse, ancora ridendo. “Stai zitta! Vecchia racchia!” le urlai, rialzandomi. Bellatrix smise di ridere. “Come ti permetti!! Sciocca ragazzina insolente!” sbottò. Poi mi sferrò un incantesimo. Il braccio iniziò a farmi male. O almeno, era un dolore che sovrastava quello di tutto il corpo messo assieme. Mi portai una mano sul punto e vidi del sangue. L’incantesimo mi aveva lacerato la felpa e la pelle. Poteva andarmi peggio. “Non la toccare!” ringhiò Anna. Bellatrix la guardò. “Incarceramus!” esclamò. Era lo stesso incantesimo che aveva usato la Umbridge sul centauro. Anna iniziò a respirare affannosamente, come fosse stretta in una morsa. “Lasciala stare!” ordinai. Bellatrix rise ancora. Iniziavo ad innervosirmi. “Ho detto…di…lasciarla…stare!” urlai, puntandole addosso la bacchetta. La Mangiamorte non mi ascoltò. “Expelliarmus!” urlai. La colpii in pieno, facendola finire lontano. Anna ricadde a terra. “Santo Manson…per poco mi soffocava quella vipera…” disse, in mezzo a profondi respiri. “Ragazze! Ma cosa vi è saltato in mente?!” ci rimproverò Tonks. Lei ci guardò preoccupata e ci condusse al riparo. Ci sedemmo vicine. Perdevo ancora sangue. “Quando Draco mi vedrà…sarò fottuta…” sorrise Anna. Era piena di tagli sulle braccia. Un graffio sul viso. Ed un taglio come il mio sul fianco. Hermione non era da meno. E io non volevo pensare a come fossi ridotta. Scivolai affaticata sul pavimento. “Però…vorrei tanto averlo qui…” sospirò ancora la castana. Annuii. “Vorrei che Severus fosse qui…anche solo accanto a me…” risposi. L’effetto della Cruciatus non era ancora svanito. “Ragazze! Non vi trovavamo più e…” iniziò a dire Mary Kate. Rimase immobile. Occhi sbarrati a fissare la sorella. “Anna…chi ti ha ridotto così?” chiese. Aveva gli occhi lucidi. La castana sorrise. “Bellatrix Lestrange…comunque non è nulla di grave! Giulia s’è beccata una Cruciatus! E per poco anche un’Avada…” commentò. Mary Kate mi guardò sbalordita. “A che punto sono quelli dell’Ordine?” chiese Hermione. Si sentì un urlo. Ci voltammo e vedemmo Sirius inghiottito dall’arcata vuota. Poi perdemmo di vista Harry. Non capivamo più nulla. Passarono dei minuti. La tensione regnava sovrana. I Mangiamorte si erano dati alla ritirata. Hermione aiutò me ed Anna ad alzarci. Il braccio mi faceva male. Sentivo il calore del sangue macchiarmi il braccio e la felpa. Cercavo di concentrarmi su quello. Altrimenti mi sarei persa nel dolore del mio povero corpo. Sentimmo una serie di rumori poco promettenti vicino. Lo scrosciare di acqua. L’infrangersi di vetri. Arrivammo nella stanza vicino. Harry era per terra. E, inginocchiato vicino a lui, c’era Silente. Poco dopo vedemmo della polvere prendere forma. Voldemort in carne e ossa era a poca distanza da noi. Dai camini iniziarono ad uscire membri del Ministero. Voldemort sparì. La calma venne ripristinata in pochi minuti. Silente venne chiamato a parlare con i ministri. “Anna! Bambina mia!” sentii esclamare. Ed ecco che la castana veniva abbracciata dalla madre. “Giulia! Piccola!” esclamò mia madre, arrivando ed abbracciandomi. Mi lamentai. “Bambina mia…cosa ti hanno fatto…” disse mio padre. “Siete state molto coraggiose ragazze…complimenti…” ci disse Tonks. “Quella Bellatrix è un osso duro…” sospirò Anna. “Dovevi vederle mamma! Giulia si è beccata una Cruciatus ed è ancora in piedi!” raccontò Mary Kate. Per poco mia madre svenne. Ci mobilitammo per tornare ad Hogwarts a farci medicare. Arrivammo a scuola a tarda notte. Dovevano essere le tre passate. Sull’uscio c’erano tutti i professori. Fui sollevata nel vedere Severus. Sentii dei passi veloci. “Anna Alvis Haliwell!” si sentì. Draco era in piedi davanti a noi. Infuriato. Raggiunse la ragazza. “Come diavolo ti è saltato in mente di andare al Ministero?! Eh?! Me lo spieghi?! Cosa cavolo ti passava per quella testa bacata?!” le urlò. Anna lo guardava. E sorrideva. “Ti amo Draco…” gli sussurrò. Lui la guardò. I suoi occhi diventarono lucidi. E la abbracciò. “Stupida! Non farlo mai più!” la pregò. Rimenammo tutti basiti da quella scena. Il fatto che Draco provasse sentimenti non era una novità per me ed Hermione, ma per resto del gruppo si. La McGranitt ci raggiunse. “Dobbiamo portare tutti in infermeria! Ora!” ordinò. Ci scortarono da Madama Chips. Io però odiavo stare tra la folla. Guardai supplichevole Piton. I membri dell’Ordine sen’erano andati, inclusi i nostri genitori. “Se non le dispiace, porterò la signorina Wyspet nel mio ufficio…ho una pozione che le farà guarire le ferite prima del previsto…” esordì Severus. Con sospetto, Madama Chips acconsentì. Piton mi condusse ai sotterranei. Non mi disse nemmeno una parola per tutta la stanza. Quel silenzio si che mi faceva male. Altro che le ferite. Prevedevo già una brutta sfuriata. Appena entrammo chiuse la porta con un tonfo. Mi fece sedere sulla sedia della sua scrivania. “Professore io…” iniziai a dire. Lui si voltò. “Signorina Wyspet…non so nemmeno da dove iniziare!” rimbeccò. Abbassai lo sguardo. “Non so se si rende conto…io…ha pensato un solo momento a quello che stava facendo?!” continuò, furioso. Annuii. “Ah davvero? I suoi genitori mi hanno riferito tutto! Si rende conto che ha rischiato la vita?!” ringhiò. “Mi risponda!” disse ancora. Sobbalzai. “Si…Anna mi ha salvato la vita…” risposi. Severus sbarrò gli occhi. “Bellatrix…mi ha…lanciato l’Avada…e lei mi ha spinto via…poi mi ha Cruciata…” raccontai. Piton si portò una mano alla testa. “Dunque spero che sia contenta ora...” commentò acido. “Io…non era mia intenzione…non  volevo…” cercai di dire. “Lo sa quanto tutti si siano dati pena per voi? Quando abbiamo saputo che vi eravate recati al Ministero senza permesso?” continuò secco Piton. “Mi dispiace…” risposi, piano. “No…a lei non dispiace! Lei ha reagito d’impulso!” sbottò ancora. Strinsi i pugni. “Lei non sa quanto…cosa ho provato quando Silente ci ha detto che un gruppo di studenti, si era recato al Ministero! Non sa…quanto…ero in pena…quanto ero preoccupato…per…lei..” disse Severus. Era più calmo. “Sono quasi morta…per poco…ho…avuto…anche io paura…per un attimo…ho pensato che non l’avrei più rivista…il Crucio al confronto non è stato nulla…” risposi. Solo dopo aver pronunciato quelle parole, mi resi veramente conto di quello che avevo rischiato. Lo guardai. E mi buttai fra le sue braccia. Lui mi strinse forte. Quasi per non volermi lasciare più andare. Iniziai a piangere. “Mi dispiace…davvero…” sussurrai, tra i singhiozzi. Per poco ero stata privata di tutto quello che avevo. I sorrisi del mio professore. Le sue critiche. “Avanti…tranquilla…ora è tutto finito…” rispose, piano. Mi accarezzò la testa. Poi mi diede un bacio sulla fronte. “Ora è meglio curare quella brutta ferita…” disse. Si sciolse dal mio abbraccio. E mi condusse in camera. Mi sedetti sul letto. Tornò nell’ufficio, poi, dopo qualche minuto, apparve con una pozione. “La beva…attenuerà il dolore della Maledizione…” spiegò, porgendomi il bicchiere. Conteneva una sostanza verde non molto promettente. Come anche l’odore. La guardai schifata. “Affronta dei Mangiamorte e non è in grado di sopportare una pozione un po’ amara?” esclamò acido Piton. Mi tappai il naso e la mandai giù tutta d’un sorso. Poi gli ridiedi il bicchiere vuoto. Il professore lo appoggiò sul comodino. Fece apparire tutto un set di bende e vari disinfettanti, poi analizzò la mia ferita sul braccio. Mi tirò su la manica della felpa. Mi scappò un gemito di dolore. Severus scosse la testa. “Così non va…non riesco a medicarle la ferita se tiene la felpa…” ragionò, dubbioso. Arrossii. “Le vado a prendere un asciugamano…si coprirà con quello…” propose, incerto. Andò in bagno a passo svelto, tornando con uno dei suoi asciugamani verdi. Si voltò dandomi la schiena. Mi tolsi imbarazzata la felpa. oramai era da buttare. Ma Bellatrix avrebbe pagato anche quello. Mai rovinare una felpa della Converse a Giulia Wyspet! Rimasi in reggiseno e rabbrividii. Mi avvolsi l’asciugamano intorno al petto. Come quando facevo la doccia. Cercando però di evitare di sfiorare la ferita. “Può…voltarsi…” sussurrai. Il professore obbedì. Iniziò a frugare tra le bende e i disinfettanti. Guardai per un secondo la mia ferita, poi, vedendo che c’era troppo sangue per i miei gusti, mi voltai dall’altra parte. Sentii la mano delicata di Severus alzarmi il braccio. Passò un fazzoletto bagnato per pulirmi la pelle sporcata, poi lo sentii trafficare con boccette varie. “Questo farà un po’ male…ma penso che lo sopporterà benissimo…” spiegò, tranquillo. Strinsi i pugni. Mi passò un fazzoletto imbevuto di quello che doveva essere disinfettante sulla ferita. “Si consoli…non serviranno dei punti…” precisò, continuando a tamponarmi. Mi scappò un gemito di dolore. Stringevo la coperta tanto da farmi male alla mano. Dopo dieci minuti, la tortura cessò. Piton mi bendò il braccio. La prima cosa che vidi, quando mi voltai, fu l’orologio appeso alla parete. Erano le quattro. “Professore…” lo chiamai. Appena ebbe fatto sparire tutto il kit di medicazione, Piton si voltò. Mi guardò, e le sue guance si colorarono. Arrossii anche io. “Mi dispiace davvero di averla fatta preoccupare…” continuai. Lui scosse la testa. Prese la mia felpa da terra. Provò a ripararla con un incantesimo. Le macchie di sangue erano sparite. Rimaneva lo squarcio della ferita. “Ora si può vestire…” commentò, porgendomela. Lo guardai. “Grazie…” dissi. Mi si formò un nodo alla gola. Lo abbracciai ancora. “Ho avuto…davvero…paura di perderla…” sussurrai. Piton rimase incerto per qualche minuto. Altre lacrime mi rigarono il viso. “Avanti…si calmi…ora è passato…sono qui…” mi rispose. “Hermione aveva ragione…Voldemort è tornato…ed io non voglio che succeda nulla di male…voglio solo stare con lei…” continuai. Quel lampo di luce verde, mi aveva totalmente fatto andare nel panico più totale. Severus mi accarezzò ancora la testa. “Su…tranquilla signorina Wyspet…non vado da nessuna parte…e lei è stanca ed affaticata…è meglio che si riposi…” disse lui. Scossi la testa. “Mi dia ascolto…si cambi e si metta a letto…” mi ordinò. “Non voglio tornare in infermeria…e nemmeno in dormitorio…” sbottai. Severus alzò un sopracciglio. “E chi ha parlato di andare in tali posti…” rimbeccò. Andò alla cassettiera vicino al letto, e ne tirò fuori il pigiama che avevo usato l’ultima volta in cui ero rimasta da lui. “Davvero…posso…rimanere?” chiesi, sbalordita. Lui annuì. “Arrivo tra qualche minuto…devo riordinare delle cose…” aggiunse. Poi, con passo svelto, andò nell’ufficio. Mi cambiai e mi infilai sotto le coperte. Aveva ragione lui. ero davvero sfinita. Gli occhi mi si chiudevano. Però cercai di resistere. Volevo addormentarmi vicino a Severus. Per fortuna non tardò ad arrivare. Si sdraiò accanto a me. “Grazie…professore…” sorrisi. ebbi il tempo di finire la frase. Mi accoccolai accanto a lui. Chiusi gli occhi. E mi addormentai. Un dolore lancinante mi svegliò qualche ora dopo. Una fitta a tutto il corpo. La ferita bruciava. Durò qualche minuto. A me però sembrò un’eternità. Sentii una mano poggiarsi piano sul mio braccio. Avevo il respiro irregolare. Piano Severus mi tirò a se. Mi strinse. “Stia tranquilla…ci sono io…” mi sussurrò. Strinsi la sua giacca tra le mani. Le fitte non se ne andavano. Il cuore mi batteva a mille. Sentivo di potermi spezzare da un momento all’altro. Avevo la sensazione di star dissolvendomi in polvere. Era un pugno allo stomaco. Un pugnale nel cuore. Mille aghi nelle braccia. Strinsi i denti per non urlare. Ed ancora. Era come se mi stessi disintegrando poco a poco. Ogni singolo tessuto. Perfino respirare mi faceva male. E mi stringevo a Severus. Per paura. Per avere qualcosa di concreto in mezzo al dolore. Tutto smise poco dopo. Appoggiai la fronte contro il suo petto. “Che cosa…perché…” cercai di chiedere, tra i sospiri. “La medicina che le ho dato le ha attutito il dolore…ma non per questo l’ha eliminato…” spiegò Piton. Un’altra fitta. Stavolta una lacrima mi rigò la guancia. Severus la asciugò con un dito. “Purtroppo non posso far nulla…solo starle vicino…si stringa a me ogni volta che il dolore ricomparirà…” continuò. Trassi un profondo respiro. Ed ecco altri mille aghi perforarmi la pelle. “Pian piano le fitte diminuiranno d’intensità e frequenza…fino allo sparire…” aggiunse il professore. Annuii. Strinsi i lembi della giacca nelle mia mani. Severus mi abbracciò più forte. Mi tenne stretta. Ogni cinque minuti una fitta. Poi ogni dieci. “Non si lasci sopraffare dal dolore…avanti signorina Wyspet…so che ce la può fare…è una ragazza forte…” mi incoraggiò. Scossi la testa. “Ne sono certo! Avanti…deve reagire!” provò a convincermi Piton. Gli dieci ancora risposta negativa. “Si ricorda? Nothing's gonna harm you, not while I'm around…avanti, continui!” mi incitò, cantando. Mi feci forza. “Nothing's…gonna…harm you…” cercai di cantare. Severus mi poggiò una mano sulla testa. “Così…brava…avanti…” esordì. L’ennesimo pugnale nel cuore. “…not…while…I'm around…” riuscii a dire, ancora. Ora le fitte erano meno frequenti. Severus mi guardò. Cercai la forza in quei due tunnel scuri. Meravigliosi. “No one's…gonna hurt you…no one's gonna dare…” continuai. Lui annuì. Un altro pugno allo stomaco. “Others can desert you, not to worry, whistle, I'll be there…” proseguii Severus. La sua voce mi distrasse dal dolore. Era il suono più bello che potessi sentire al mondo. Le fitte stavano diminuendo. Mancava poco, lo sentivo. “Demons’ll…charm you…with a smile…for a while…but in time...” sussurrai, allo stremo. Ecco finalmente l’ultima tortura. Ultimo pugnale. Ultimo pugno nello stomaco. Ultimi aghi nel cuore. Rimasi accanto a Severus. Riprendendo fiato. “Nothing can harm you, not while I'm around...” concluse lui, sorridendo. Accennai anche io un sorriso. “È stata brava signorina Wyspet…” mi lodò, accarezzandomi la testa. Mi strinsi a lui. “Non pensavo…che la Cruciatus producesse questi effetti…” precisai, stremata. “È una Maledizione davvero crudele…però è fortunata…poteva capitarle di peggio…” osservò Piton. Annuii. Ero così stanca che non riuscivo nemmeno a muovermi. Severus lo capì e si avvicinò. Mi rimboccò la coperta. “Ora dorma…questa brutta giornata è definitivamente finita…” suggerì, spostandomi una ciocca di capelli. Annuii. “Grazie…Severus…ti amo…” sussurrai, con il poco fiato ripreso. Il professore arrossì. “Buonanotte…Giulia…” rispose, incerto. Mi accoccolai vicino a lui. Chiusi gli occhi. E mi addormentai. Senza nuove fitte. Senza più dolori. Era vero. Quella giornata era finita. La Cruciatus era passata. Ma il mio principe era sempre li con me.
Quando mi svegliai, ero ancora tra le braccia di Severus. Mi stropicciai gli occhi. Piton sembrava un angioletto. Sorrisi. I dolori della notte passata sembravano essere un vago ricordo. Però quello che lui aveva fatto. Era vivido nella mia mente. Poco dopo anche il professore aprì gli occhi. Gli sorrisi. gli detti il buongiorno. E rimanemmo qualche minuto abbracciati. “Manca solo Eveline che piomba nel nostro letto tutta esagitata…non trova?” osservai, divertita. Severus sorrise. “Ha ragione…manca solo la nostra Eveline…” asserì poi. Purtroppo dovemmo tornare al mondo reale. Mi cambiai. Mi sistemai. E lo ringraziai ancora. Per avermi sempre tenuto stretta a lui quella notte d’inferno. Appena arrivata in Sala Grande, venni investita da mille domande. Un gruppo di primini vollero sapere com’era stato farsi cruciare da una Mangiamorte. Decisi che avrei picchiato Mary Kate per aver seminato in giro tutti i particolari. La cosa più bella, quel giorno, però, fu vedere finalmente Silente al suo posto di preside. Ci concesse ancora due giorni per ripassare gli argomenti d’esame, poi, la prova G.U.F.O. venne rifatta. Inoltre, ci concesse un altro giorno per sistemate le nostre cose. Anche per quell’anno, eravamo arrivati a giugno. Di conseguenza, le vacanze estive attendevano. Saremmo partiti alle dieci con l’Espresso dalla stazione di Hogsmerade. Erano le nove, ed Anna, io ed Hermione eravamo sedute in giardino. Per ammirare il lago nero. “Lucius è stato arrestato…Draco è distrutto…e dopo quello che è successo al Ministero, dubito che quest’estate i miei mi faranno andare al Malfoy Manor…” sospirò la castana. Il prefetto non disse nulla. Aveva imparato a non giudicare sul frangente Malfoy. Mi alzai. “Dove vai?” mi chiese Hermione. Le sorrisi. “Ma dal suo professore, ovvio!” rispose ovvia Anna. Annuii. Mi ero già cambiata. La mia uniforme riposava nel baule, insieme agli altri vestiti. Il vento faceva svolazzare i nastrini della mia maglietta viola. Avevo ancora la fasciatura sul braccio sinistro. Piton mel’aveva cambiata ogni sera. Corsi per il prato e raggiunsi il castello. Percorsi i corridoi. La collana con il ciondolo a forma di serpente stava placida al mio collo. Incrociai Pansy e Millicent. Ma non mi dissero nulla. Le salutai. Da quando avevano saputo del Ministero, non si erano avvicinate più. Il motivo? Mary Kate aveva anche aggiunto, su racconto della sorella, che Anna stava per scagliare l’Anatema che Uccide su Bellatrix, ma che Hermione l’aveva fermata. E ciò era vero. Però diciamo che le due vipere si tenevano alla larga. Meglio non provocarci. Arrivai all’ufficio e bussai. Come al solito, la porta era socchiusa. Entrai e vidi subito che la sedia della scrivania era vuota. Trotterellai fino alla camera. Severus stava riponendo le sue cose in una valigia. Lo guardai curiosa. “Non si usa bussare prima di entrare nelle stanze altrui?” sbottò. Sorrisi. “Prepara le valigie?” chiesi, avvicinandomi. “No, sto ballando la samba…secondo lei?!” rimbeccò acido. Gli sistemai una camicia mal piegata. “Cosa fa qui?” sbottò. “Sono venuta a salutarla…le carrozze partono tra un’ora…” spiegai. Severus mi guardò. “Dunque?” chiese. Sorrisi ancora. “Lei ci crede che è già finito anche il quinto anno?” sospirai. Piton alzò le spalle. “Tra nove mesi sarò maggiorenne! E potrò fare l’esame di Smaterializzazione!” esclamai, battendo le mani. “Magnifico…” rispose lui sarcastico. “Professore?” lo chiamai. “Che c’è?” sbottò Piton. “Posso venirla a trovare quest’estate?” proposi. Severus mi guardò incredulo. “Nemmeno per sogno!” rispose seccato. Lo guardai delusa. “Allora mi dia il suo indirizzo…così ci teniamo in contatto via gufo…” proposi ancora. “Si diverta con le sue amiche…e non pensi a me…ci vedremo a settembre…” mi liquidò. Lo guardai allibita. “E le sembra poco?!” sbottai. Lui mi guardò alzando un sopracciglio. “Morirò senza sentirla per tutta l’estate…” sbuffai. Severus sorrise divertito. Prese un foglio e ci scrisse qualcosa. Poi me lo porse. “Non si aspetti che le risponda ad ogni lettera che mi manda…non sarò in stato di nullafacenza come lei…” spiegò. Guardai il biglietto, poi lo misi in tasca. “Flower la saluta…l’ho dovuto mettere nel baule…” riferii. “La cosa mi dispiace molto…” esordì Piton, con un sorrisino. Mi guardò il braccio. “Le medico la ferita…così non avrà problemi…” disse. Oramai il disinfettante non mi bruciava più. Il taglio si era quasi rimarginato. Mi cambiò la benda. Appena finito guardai l’orologio. Erano le 09.45. Era venuto il momento dei saluti. Ed io odiavo i momenti dei saluti. Find me here, speak to me. Guardai Severus negli occhi. “Non si metta a piangere…non si azzardi…” mi minacciò lui. Sorrisi e mi asciugai gli occhi con una mano. I want to feel you, I need to hear you. “Promette che mi scriverà…” gli chiesi. Severus mi guardò. “Si…lo prometto…” recitò lui. You are the light, that's leading me. “Lo prometta solo se ne è sicuro…” lo rimproverai. Piton mi sorrise. “Le risulta che io abbia mai mancato una promessa?” osservò. Scossi la testa. To the place where I find peace again. Senza che lo volessi le lacrime iniziarono a scorrere. “Lei è un caso disperato signorina Wyspet…” sbuffò esasperato Piton. “Mi…mi scusi…ma…io…non sopporto i saluti…” mi scusai. Lui mi asciugò le lacrime con il palmo della mano. You are the strength that keeps me walking. “Non è un addio…le scriverò…” mi sussurrò. Annuii. “Lo so…però…se…” iniziai a dire. “No…non smetterò di volerle bene…dovessero passare mesi…” sorrise. You are the hope that keeps me trusting. Sorrisi anche io. “Giulia? Sei qui? Sbrigati, le carrozze sono pronte!” mi chiamò Hermione, dall’ufficio. “Arrivo!” le risposi. You are the life to my soul. “È stato davvero un bell’anno…grazie…per tutto…” lo ringraziai ancora. “Grazie anche a lei signorina Wyspet…le voglio bene…” sussurrò. You are my purpose. Rimasi stupita. Incredula. Felice. E sorrisi. “You are everything…” cantai, piano. Lo abbracciai. “Giulia muoviti!” mi chiamò ancora il prefetto. And how can I stand here with you, and not be moved by you. Mi sciolsi piano dall’abbraccio. “Deve andare…o perderà il treno…” sospiro Severus. Annuii. Il professore mi spinse verso la porta. Lo guardai ancora una volta. Mi sorrise. “Giulia!” sbraitò ancora Hermione. Mi voltai e andai verso di lei. Senza guardarmi indietro. Would you tell me, how could it be, any better than this. Uscimmo dal castello. Salimmo sulla carrozza con Luna, Anna, Harry, Ron, Neville, Mary Kate e Ginny. Guardai la scuola diventare sempre più piccola. Offuscata dagli alberi. You still my heart and you take my breath away. Mi mancava il respiro. Anche Anna era nel mio stato. Si guardava le Converse, con sguardo perso. Il sole splendeva, ma noi vedevamo solo nubi. Would you take me in, would you take me deeper now. Arrivammo alla stazione. Salimmo sull’Espresso con tutti i nostri bagagli. Anna andò dal suo Draco. Doveva stargli vicino. era un momento difficile. Mentre io ero con Hermione. Lei leggeva un libro. Io guardavo ancora fuori dal finestrino. Gli alberi coprire il castello imponenteche era Hogwarts. And how can I Stand here with you and not be moved by you. Tutti i miei ricordi. I nostri ricordi. L’ufficio del terrore. Le punizioni. Le risse. Josh. La neve. Il bacio. La festa. La giornata ad Hogsmerade. Eveline. Would you tell me how could it be any better than this. Tirai fuori il bracciale del mio compleanno. Sospirai. Poi portai una mano al ciondolo. Era freddo. Lo poggiai sulle labbra. Speravo che a Severus arrivasse il mio bacio. Cause you're all I want, you are all I need. Misi via il bracciale. Allungai una mano verso il finestrino. “Arrivederci…Severus…” sussurrai. You are everything. “Everything…” dissi. Poi chiusi gli occhi.




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