cap 1
Driiiiiiiin , driiiiiiiiiiin , era il suono della campanella che
segnava la fine delle lezioni e faceva avviare i ragazzi nei vari club;
come sempre c'era molto fermento tra gli studenti, forse perché i club
erano un luogo di svago, un luogo di ritrovo con persone di altre
classi, o forse perché era la fine della giornata e adesso tutti
potevano fare ciò che più gli piaceva per almeno un paio d'ore; chissà,
forse era proprio per questo. Nel bel mezzo della confusione, tra le
parole di centinaia di studenti, il giovane Lukas intraprendeva la
strada che portava al suo club ascoltando il suo lettore musicale
canticchiando le frasi delle varie canzoni. Quel giorno era più felice
del solito, ed ancora con l’allegria addosso aveva deciso di
raccontarne il motivo al suo migliore amico. Arrivato all'ultimo piano
dell'edificio scolastico, con un po’ di stupore, vide Rey che lo
aspettava, o, meglio, che aspettava qualcuno.
- Ciao - disse lui alzando la mano - che stai facendo qui? Aspettavi
qualcuno? Forse Henrietta, eh? -
- Sì stavo aspettando proprio lei, e anche te... -
- Me? Sicuro? -
- Certo, voglio che tu mi dia una mano con lei - ci fu un attimo di
silenzio - voglio invitarla ad uscire con me! -
- Quindi vuoi che le parli io al posto tuo? - mentre camminava lungo il
corridoio
- Ti prego, aiutami, sono disperato! -
- E va bene, ti aiuto - fece un piccolo sospiro - dio mio, potrebbe
essere tua se solo fossi più dolce e facessi meno il ridicolo in sua
presenza -
- Uhm tu che mi aiuti accettando subito la mia richiesta, qui c'è
qualcosa sotto, parla! parla! parla! -
- In effetti ti cercavo per raccontarti una cosa, visto che non posso
certo dirlo alle ragazze -
Rey, con scatto felino, si mise davanti a lui e gli bloccò le spalle, e
con ansia attendette; passarono diversi secondi e i due si guardarono
in faccia, scrutando con gli occhi cosa ognuno pensava dell'altro.
- Niente di che, con le due sorelle è andata molto bene , solo che
adesso stanno litigando per me e quindi dovrò lasciare Rosy, che
peccato! -
- Aspetta...fammi capire...tu hai fatto... l'hai fatto... con due
ragazze...tra l'altro sorelle? -
- Sì - disse Lukas con estrema leggerezza
- E quando io ti chiedo di aiutarmi con la mia amata Henrietta tu dici
di no, che non sai parlare bene e che ogni volta fai il possibile!!! -
- Sì - ripeté il ragazzo
- Bastardo! questa non te la perdonerò mai, o mi fai uscire con
Henrietta o giuro che ti castro! -
- Non ti scaldare, parlo io con Henrietta...e comunque una delle
sorelle era interessata anche a te...se vuoi vai, a me non importa. -
Lasciando il suo amico confuso, divertito e quasi basito dalle sue
parole, arrivarono davanti alla porta ed entrarono. Ovviamente c'erano
già sedute ai soliti posti Henrietta, Lea e Inaba, che vedendoli fecero
finta di prendersela per il loro ritardo, salvo poi accoglierli nel
club con la solita Lea che offriva loro dei biscotti, quelli preparati
da lei e che piacevano tantissimo ai restanti membri. Seduta vicino
alla finestra, al posto del capotavola, c'era Inaba che usava il suo
portatile mentre sorseggiava della cioccolata: sembrava più asociale
del solito. Alla sua destra c'era Lea, che, oltre ad offrire i biscotti
e chiacchierare con i ragazzi, accordava la sua chitarra, mentre di
fronte a lei c'era Henrietta che si sistemava i capelli con delle
forcine. In realtà non era un vero e proprio club, però per loro era
come se lo fosse; Lea, Inaba, Rey e Henrietta finirono lì per via della
loro mancata iscrizione ai club che, con la nuova preside subentrata
qualche settimana dopo, impose che tutti i ragazzi dovessero
partecipare ad attività extrascolastiche, e non essendoci nulla che
interessasse ai quattro, si ritrovarono in quello stanzino all'ultimo
piano. Per Lukas era diverso, visto che, non essendo originario di
Tokyo , arrivò quasi cinque settimane dopo l'inizio dell'anno
scolastico e venne spedito come un oggetto inutile in quel posto.
All'inizio i rapporti con gli altri non erano il massimo, anzi,
nonostante Inaba fosse la più asociale, lui era ignorato dagli altri
che diffidavano del giovane coetaneo. Pian piano, invece, grazie a Rey
divennero tutti buoni amici. Le loro giornate passavano tra una
canzone, una discussione e una merenda con the, cioccolata e biscotti
preparati dalle ragazze; si divertivano molto e avevano preso ormai un
certo livello di confidenza che li portava, di tanto in tanto, ad
organizzare uscite notturne senza tornare a casa, dormendo in palazzi
abbandonati; lo facevano per divertimento, per sfogarsi, per rilassarsi
lontani dalle proprie famiglie come se pensavano di essere una vera e
propria famiglia.
Quando uscirono per tornare nelle proprie case fecero la stessa strada
insieme, con i due ragazzi che erano immersi in un dibattito su chi
fosse la più bella fra le ragazze; ma, ridendo e scherzando , finivano
con il farsi sentire sempre da Inaba che, essendo di natura non molto
docile, rifilava calci ai loro stinchi facendoli accasciare in
ginocchio per il dolore.
- Certo che Inaba è proprio violenta - disse Lukas
- Sarà bella, intrigante e dal fascino oscuro, amico mio, ma questa
prima o poi ci farà fuori -
- Cosa avete detto? - domando Inaba fermandosi
- Niente, anzi continua a camminare e non pensare a noi, stiamo
benissimo - rispose Rey
- Il prossimo che dice certe cose su di me subirà qualcosa di molto
peggio, e sapete benissimo che sono in grado di farlo! -
- Sissignora...signorina...capo! - gridarono all' unisono come dei
soldati provetti
Mentre camminavano, Rey fece segno al suo amico che era giunto il
momento
- forza - e gli fece l'occhiolino
Lukas, aumentando il passo, si avvicinò a Henrietta e le sussurrò all'
orecchio
- rallenta il passo che voglio parlarti -
Lei eseguì e si mise di fianco al ragazzo, mentre l'altro si mise tra
Lea e Inaba chiacchierando allegramente , pensando però sempre alla sua
Henrietta
- Allora cosa vuoi dirmi? Non sarà un'altra volta Rey che te l'ha
chiesto? -
- Sì ma non voglio convincerti a baciarlo o mettervi insieme, voglio
semplicemente che tu lo faccia felice andando ad un appuntamento con
lui -
- Ma come faccio? Se accetto penserà che lo amo e si farà tremila film
mentali! -
- Sì lo so come è fatto però ci parlo io, tu esci e basta e, se nel
caso ti chiederà se vuoi stare con lui, digli che vuoi aspettare perché
non ne sei sicura...perché è cosi vero? -
Henrietta arrossì e si girò
- S-si è vero...non è che non voglio stare con lui, anzi è divertente,
forse pesante a volte, però voglio aspettare di vedere se per lui sono
passeggera e se riesce a convincermi senza doverlo rifiutare almeno
quattro volte al giorno...che sia un bravo ragazzo non lo metto in
dubbio, però va troppo di fretta - si fermò e attese qualche secondo,
ossia il tempo di vedere gli altri lontani così da poter parlare con
sicurezza - a me lui piace, ma voglio capire...sai che voglio essere
sicura di tutto Lukas. -
- Lo so ed è per questo che ti chiedo di uscire con lui. Si comporterà
bene e poi almeno potrai capire se è un gentiluomo e ti rispetta.-
- Va bene, però voglio che sia lui a chiedermi di uscire, siamo intesi?
-
- Intesi - disse sorridendo, e si avviò correndo insieme alla ragazza
per andare a parlare con Rey.
Lo prese per la maglia e lo portò indietro
- Tutto bene! Uscirà con te ma devi chiederglielo tu -
- Grande, sei un mito, il mio Dio, ti amo -
- Sì ma se per caso tu dovessi fare il cretino, dovessi importunarla,
dovessi chiederle di mettervi insieme, sappi che ti prenderò a pugni,
anzi ti farò prendere a pugni e calci da Inaba intesi? Fai il dolce,
l'educato e falla divertire, ma soprattutto non assillarla ok? Se la
vuoi conquistare devi fare questi piccoli sforzi.-
- Ok benissimo! farò il bravo! per il mio amore farò tutto! A
proposito, per caso sai cosa pensa di me? -
- No non so niente, la convinco sempre e basta! e poi non ti credere
che sei un argomento interessante sai? - disse in tono ironico -
andiamo comunque che ci stanno seminando...che avranno da camminare
così velocemente! -
- Già! Me lo chiedo sempre anche io amico mio...sono i misteri della
vita! -
Corsero per raggiungere le ragazze e toccando il lato B di Lea si
fecero inseguire fino al solito semaforo, ovviamente rallentando di
molto il passo per non distanziarle troppo. Si salutarono al solito
incrocio qualche metro dopo e tornarono nelle rispettive case.
Appena varcò la porta della propria abitazione, Lea fu accolta dalla
madre che cominciò, come al solito, ad assillarla con le domande sul
club e sui ragazzi. Sua madre era molto protettiva e voleva sapere
tutto di lei e non sopportava i ragazzi che considerava veri e propri
approfittatori verso le ragazze più piccole. Forse con tutte le storie
di tradimenti, di bambini nati con il padre che scappava via ed i
pettegolezzi delle sue amiche, non voleva che succedesse anche a sua
figlia. Invece lei non sembrava dar peso alle parole della madre, e
raccontò soltanto delle varie lezioni soffermandosi sui soliti
biscotti.
- Prepari biscotti per quei ragazzi? Dimmi la verità, ci hanno provato
con te? - disse la madre
- No, come puoi pensare una cosa simile, sono soltanto dei semplici
biscotti che mangiamo nel club, tutto qui, e poi ci sono anche Inaba e
Henrietta lì dentro -
- E allora? Potrebbero influenzare anche loro e farvi fare cose sconce
mentre tutti sono impegnati nei club e i docenti nelle loro mansioni
del doposcuola -
- Come puoi pensare una cosa simile? - esclamò in tono dispregiativo la
ragazza - loro sono bravi e divertenti e non farebbero mai una cosa del
genere, ed inoltre sono miei amici e mi fido di loro! - finì urlando, e
salendo velocemente le scale situate alla fine del corridoio andò in
camera.
Si chiuse dentro, non accendendo nemmeno la luce, e facendo pochi passi
verso la scrivania si inginocchiò a terra, cominciando a piangere e ad
asciugarsi le lacrime con la maglia.
I rapporti con la madre non sempre erano ottimi, anzi, la maggior parte
delle volte finiva sempre così, con lei che piangeva perché sua madre
non credeva in lei e nei suoi amici. Da quando rimasero sole, dopo
l'arresto del padre per droga, il legame familiare era come se fosse
stato interrotto e lei cercava il conforto di qualcuno, e molto spesso
questo qualcuno assumeva le sembianze di Inaba ed Henrietta, le uniche
che si fidavano di lei e che l'avevano difesa e non derisa, al
contrario di tutti gli altri studenti. Inoltre, si rifugiava nella
musica perché le dava conforto, tranquillità e distruggeva i suoi
tristi pensieri. Per lei la musica era l'unica cosa, insieme alle sue
amiche, che la faceva rilassare, calmare, pensare in positivo. Certo,
c'erano anche Rey e Lukas, ma loro erano ragazzi, non potevano capire
cosa provasse in quei momenti, e soprattutto cosa significasse essere
nella sua situazione, sia familiare che mentale; non potevano capire e
nemmeno lontanamente immaginare cosa era diventata per lei essere una
ragazza senza una vera e propria famiglia. Si maledì più volte quella
sera, più del solito, e tra pianti e pugni sul muro ormai si era fatta
l'ora di dormire. Neanche quella sera sua madre venne a parlare, a
cercare di chiarire.
Henrietta, invece, appena arrivò a casa si ritrovò abbracciata dai due
fratellini che l'aspettavano con ansia, e prendendola per le mani la
portarono davanti alla televisione nel salotto.
- Oooooh è il vostro cartone preferito vero? - chiese sorridendo
- Tì Etta - disse Romeo, il più piccolo
- E mamma e papà dove sono ? -
- Tatà è al bagno e la mamma sta cucinando - rispose Kuneo
Salutò i fratellini e andò ad aiutare la madre in cucina. Cucinava il
curry e preparava il sushi. Pensò che fosse un evento in particolare,
ed infatti era così: suo padre era stato promosso a Vice-Direttore
dell'azienda, e non potendo andare a cena fuori per via della febbre -
seppur leggera - di Romeo, comprò il sushi direttamente da un
ristorante lì vicino. Lei era contenta perché quando c'era una buona
notizia mangiava sempre il sushi, il suo piatto preferito, e rideva e
scherzava con la madre.
- Allora Henrietta, hai deciso cosa fare? Ti iscriverai al corso di
scherma di quella mia amica? - chiese tutt'un tratto la signora che
condiva il curry bollente nella pentola
- Sì credo che ci andrò, non mi dispiace fare qualche nuova attività -
rispose lei mentre sbucciava le patate
- Bene, allora domani pomeriggio ti va se andiamo a dare un'occhiata ? -
- No, però se ho qualche impegno possiamo rimandare? -
- E che impegni hai? Tranne il club, non hai più attività ... -
- Lo so, ma forse Rey mi vuole invitare ad uscire con lui -
- Ancora Rey? Ahah è un tipo davvero ostinato e divertente! - disse la
madre ridendo e con quella buffa frase fece ridere anche la ragazza
- Va bene allora! Se Rey ti invita vai pure, divertiti, ci andremo dopo
domani -
- Grazie mamma! Vorrei capire che tipo è...se è un tipo divertente e
serio o se vuole solo avermi - ci fu un imbarazzante silenzio tra le
due che venne interrotto dai due marmocchi che entrarono di corsa
- Mamma abbiamo fame! - urlarono - tra quanto mangiamo? -
- Tra qualche minuto bambini, portate pazienza, intanto pensate voi ad
apparecchiare in soggiorno? -
- Tiiii, la mammma ci fa apparecchiare, la mamma ci fa apparecchiare -
canticchiarono allegramente, e quando i due uscirono la signora chiamò
il marito per avvisarlo della cena in tavola
- Tesoro è pronto vieni! -
- Arrivo! -
- Comunque Henrietta, secondo me è un bravo ragazzo, si vede che ci
tiene veramente a te, altrimenti non ti ronzerebbe intorno così
assiduamente -
- Già, lo credo anche io...però voglio capire. -
Si diressero verso il tavolo, dove Henrietta aspettava l'arrivo del
padre giocando con i suoi fratelli. Avevano 7 anni ciascuno e per loro
lei era una seconda mamma. Si divertivano a creare casino insieme alla
sorella, che quando era sola a casa, li accudiva come se fossero suoi
figli. Più scherzava con loro e più desiderava avere da grande dei
bambini come loro. Provava un amore enorme verso i suoi familiari e
verso i suoi amici. Al contrario di Lea, i suoi si fidavano e questo le
permetteva di aiutare l'amica in difficoltà. Inoltre, da quando aveva
smesso con il nuoto e l'equitazione, fu più presente in casa e nelle
uscite di gruppo con il club. Quando dormivano di nascosto la notte, a
volte si sentiva in colpa per non aver detto nulla ai suoi, ma voleva,
anzi desiderava avere in certi momenti un piccolo segreto che la
facesse sentire più matura e nello stesso tempo più adolescente, e
questo intrigava la sua voglia di evasione dalla felicità familiare. A
volte, nonostante fosse tutto perfetto, desiderava essere veramente
felice anche con il gruppo, con i suoi amici. Non sempre era così, però
da molti anni le cose erano cambiate e tutto questo la fece sentire di
nuovo libera di essere sincera, libera di aiutare Lea, Inaba, Lukas,
Rey e chiunque chiedesse il suo aiuto. Ormai il periodo buio delle
risse in classe con le altre ragazze, le sospensioni e i litigi tra la
madre ed il suo ex-marito erano finiti. Adesso, dopo il periodo di
ribellione, c'era una nuova vita, c'era la felicità e la tranquillità
che aveva sempre desiderato. Il peggio era passato. Finito di mangiare
si recò in bagno per lavarsi prima di andare a dormire – un’abitudine
che la faceva dormire meglio. Mentre riempiva la vasca arrivò un
messaggio da Rey :
<< Ciao Henrietta, come va? Tutto bene? Domani mattina vorrei
parlarti perciò prima di entrare a scuola incontriamoci al solito bar
lì vicino ok? Attendo risposta :) >>
Sorrise e rispose
<< Sì, allora domani alle 8.30 al bar, cerca di svegliarti in
tempo dormiglione! Notte <3 >>
Si divertiva a stuzzicarlo con cuoricini e frasi dolci, magari proprio
per capire i suoi sentimenti. In effetti le piaceva, ma prima di ogni
scelta voleva capire se stava facendo la cosa giusta.
Si spogliò e si immerse nell'acqua calda, quasi bollente, e cominciò a
pensare a Rey. Come era vestito adesso a casa o che cosa stesse facendo
in quel momento, tanti pensieri riempivano la sua mente; eppure non
capiva ancora se fosse davvero innamorata o no di lui.
Intanto Rey guardava un film d'azione alla tv, chiuso in camera come
sempre, e mentre lo guardava pensava a Henrietta - dopo aver ricevuto
il messaggio fece un salto di gioia dal letto e atterrò sul pavimento.
Era contento, felice, ma anche tanto ansioso perché avrebbe chiesto
alla sua adorata di uscire insieme. Dalla felicità chiamò Lukas
- Rispondi cavolo dai rispondi! - pensò ansioso mentre camminava come
un forsennato per la stanza
- Pronto? -
- Lukas! Lukas! Lukas! Ha accettato di incontrarci al bar! Ha
accettato! -
- Al bar? Intendi chiederle domani mattina di uscire con te? -
- Certo, davanti ad una bella colazione! Faccio bene? -
- Sì fai bene, però ricordati quello che ti ho detto! Dipende tutto da
te! Se non farai il cretino a chiederle di mettervi insieme andrà tutto
bene -
- Starò attentissimo, non farò nemmeno un mezzo passo falso, ce la
farò! -
- Bravo, ben detto, a domani allora -
- A domani, sono tanto emozionato -
Tsk -pensò Lukas sorridendo - che idiota...però spero che vada tutto
bene...se lo meriterebbe.
Sì, perché Rey, in passato, aveva sofferto molto per amore e da quando
si era innamorato di Henrietta era cambiato, era tornato felice e
allegro. Gli aveva raccontato della sua ex che lo aveva tradito con un
ragazzo più grande di lui, di come lei l'avesse maltrattato davanti a
tutti e della sua rissa con l'altro che finì male; gli costò il naso e
una costola rotti. Fu una cosa brutta da sopportare, da dimenticare,
specialmente per la doppia umiliazione subita, e per molto tempo si
chiuse in sé stesso diventando quasi ginofobo. Forse era esagerato
usare quel termine, però nel suo cuore c'era ormai, più che la paura,
il disprezzo verso le ragazze, e anche se non era come esserne affetto,
lui lo riteneva tale. Poi però incontro Henrietta il primo giorno di
scuola, e da lì tutto cambiò. Il modo buffo nel quale si erano
incontrati lo convinceva che era un segno del destino e che avrebbe
fatto di tutto per di averla.
Lukas, immerso nei suoi pensieri, messaggiava con le due sorelle. Ormai
aveva deciso di chiudere con loro, di lasciarle. Stava assieme a Rosy,
ma la tradiva con la sorella, finché il giorno prima non si ritrovò a
farlo con entrambe sul tavolo della cucina. Era stato fortunato! Non è
roba da tutti - si ripeteva, eppure dentro di lui, sentiva di non aver
più bisogno di loro. Voleva un periodo di pace e tranquillità. Per lui
il tradimento era una cosa schifosa, eppure lo faceva ogni volta che lo
invitavano nella loro casa. Si sentiva fortunato e stupido allo stesso
tempo. Diede la buonanotte ad entrambe e aprendo la finestra osservò le
stelle cercando le varie costellazioni; gli piaceva molto l'astronomia
e sognava un giorno di vedere la Terra dallo spazio, magari accanto a
chi amava. Era un sognatore, sapeva che era impossibile, però per lui
fantasticare, magari con delle cuffie a portata di orecchio,
significava libertà da ogni singola cosa; era unire la propria anima
alle 7 note. Mentre il vento fresco della notte entrava in casa, Lukas
ascoltava i suoi brani preferiti, quelli che adorava sentire prima di
dormire, e mentre lo faceva pensava anche ai suoi amici. Certo, non era
lì da molto, però pian piano erano diventati importanti. Senza di loro
si sarebbe soltanto annoiato e probabilmente sarebbe tornato subito in
patria, però ora come ora non voleva. Voleva divertirsi e in futuro
vivere lì, magari riuscendo a togliersi qualche piccola soddisfazione
come creare una band o scrivere un manga. Socchiuse la finestra e si
mise a dormire. L'indomani avrebbe chiarito con le due ragazze.
Quando suonò la sveglia, Rey si alzò con un balzo felino dal letto e
spalancò le finestre assaporando l'odore della rugiada mattutina. Di
solito era un ghiro, ma non quel giorno, quello era il gran giorno. Si
preparò come se dovesse uscire per un appuntamento. Si lavò, si
improfumò più del solito e inviò un messaggio ai vari componenti del
club. Era carico ma teso, era felice ma concentrato, era deciso ma
timoroso : voleva fare bella figura con Henrietta e niente e nessuno al
mondo lo avrebbe fermato.
Henrietta si svegliò di buon ora e andò a prepararsi con il solito
dilemma mattutino
- Uffa cosa mi metto oggi per fare bella figura? - ripeté tra se e se
- Henrietta, sbrigati a prepararti, non perdere tempo a scegliere i
vestiti giusti - urlò sua madre
- Ho capito mamma - sbottò lei - ma quale scelgo? Di sicuro Rey verrà
vestito in maniera appropriata, non posso presentarmi come in un
normale giorno di scuola...uffa! - sbuffò cosi tanto da sembrare una
locomotiva , ma alla fine decise. Scelse dei jeans color blu scuro ai
quali abbinò una maglietta verde e una piccola giacca rosso scuro. Non
era il massimo ma poteva andare. Scese giù e bevette tutto d'un fiato
il latte e uscì di casa. La madre aveva capito tutto, ma non riuscì a
dirle niente perché sapeva che quando aveva appuntamenti sua figlia
diventava frettolosa ed era impossibile parlarle. Le augurò soltanto
una buona fortuna con la sua mente.
Uscita di corsa prese il bus che portava in città e alla solita fermata
scese e si diresse subito davanti al bar. Rey arrivò puntualissimo,
spaccando il secondo, e quando lo vide si intenerì.
Che carino...tutto questo solo per me...spero che non inizi a fare come
al solito altrimenti mi farà vergognare davanti a tutti.
Rey invece appena la vide la salutò e le prese la mano e con un gesto
delicato gliela baciò dinanzi alle persone che guardavano incuriosite
- Rey! Ci guardano tutti! Non potevi salutarmi come un normale essere
umano? - disse lei mentre si sentiva osservata
- No Henrietta, tu sei speciale e io non sono un normale essere umano
perché un essere umano non può innamorarsi di una dea così bella -
rispose lui
- G-grazie Rey, sempre dolce. A-a-adesso andiamo dentro? non ho ancora
fatto colazione - chiese lei tra l'imbarazzo e la tenerezza che il
giovane le aveva provocato
- Certo cara andiamo -
Ok sembro un idiota! Ma come mi è venuto in mente di baciarle la mano
davanti a tutti. Pensa Rey pensa...anche se è una cosa romantica non è
quello che intendeva Lukas...comportati bene, comportati bene...però
cavolo è così carina!
Che dolce, se soltanto la smettesse di farci vergognare con il suo
romanticismo da tempi antichi andrebbe anche bene. Non cambierà mai,
però forse è proprio per questo che sono qui con lui. Però è vestito in
modo carino, io invece sembro una vecchia...
Entrarono e ordinarono un caffè . Entrambi si piacevano ma nessuno
faceva il primo passo per organizzare un appuntamento vero e proprio.
Più la guardava e più Rey si innamorava di lei, ormai era perso
completamente.
- Senti Henrietta ... - disse ad un tratto - ti andrebbe di uscire con
me oggi o quando sei libera? Di iniziare a frequentarci un pochino di
più... -
Al sentir dire quella frase, tirò dentro di sé un sospiro di sollievo e
rispose
- Certo, purché tu non faccia come sempre -
- No tranquilla, mi sono comportato da scemo in passato, adesso voglio
soltanto conquistarti in modo serio e gentile. Te lo meriti. -
- Grazie...e ti perdono, anche se non hai chiesto scusa, a patto che
paghi tu la colazione prrr - disse ridendo
- Ci penso io, ci mancherebbe altro! comunque grazie per la fiducia... -
- Vedi di non deludermi perché queste sono le tue ultime possibilità -
Che carino...quasi quasi lo stuzzico un po'.
Siiii, è andata, adesso devo mettercela tutta! La voglio la voglio la
voglio!
Passarono i restanti minuti a parlare dei professori e del club. Si
divertivano a prendere in giro, in modo scherzoso ovviamente, i loro
compagni, e quando fu il momento di andare a scuola si recarono insieme
nell'edificio. Durante la camminata Henrietta prese la mano di Rey e la
strinse. Camminarono così fino al cancello scolastico. Rey poteva
toccare il cielo con un dito in quel momento. Anche lui sapeva di
esagerare nei suoi stati d'animo, ma non poteva farci niente, era
troppo felice per volare basso e ragionare. Al diavolo la decenza e la
realtà, la mia Henrietta è divina - pensò mentre camminava con lei mano
nella mano. Arrivati al secondo piano si divisero ed andarono ognuno
nelle rispettive classi. Le lezioni erano di una noia mortale che quasi
fecero addormentare il ragazzo. Henrietta invece si divertiva e
ascoltava con attenzione la lezione di Storia e prendeva appunti
pensando però al gesto di qualche minuto prima. Ormai aveva intenzione
di stare con lui, ma lo metteva alla prova e questa volta l'aveva
stupita : niente scenate amorose, niente dichiarazioni e niente
esaltazioni, era cambiato completamente!
Lukas invece durante la lezione cercava di scrivere un testo per una
canzone servendosi del libro di Matematica che usava per coprire il suo
block notes. In quei giorni era molto ispirato e sentiva di poter
scrivere un buon testo.
- Signorino Lukas? - esclamò il professore
- Sì prof? Qualche problema? -
- Mi stai ascoltando? Perché non vieni qui alla lavagna a risolvere
questa equazione? -
- Arrivo prof, ma non capisco come questo possa farla rispondere alla
mia domanda -
- Non fare lo spiritoso giovanotto, eri distratto e sicuramente hai
saltato il passaggio principale per risolvere questo genere di
equazioni...vediamo come te la cavi -
- Come vuole lei... - disse sbuffando come un cavallo.
Prese il gesso e pian piano continuò l'equazione [ (k-1)x2 - 3x + 2 = 0
] e dopo vari minuti la completò lasciando tutti a bocca asciutta,
specialmente chi rideva di lui e il professore.
- Visto prof? La prossima volta prima di accusarmi e di fare il
fighetto, risponda alla mia domanda, e, per la cronaca, non era poi
tanto difficile - disse orgogliosamente in faccia al docente.
Quello che il professore e i compagni non sapevano è che Lukas era un
mezzo genio, aveva un QI di 132 e, quando poteva, studiava in casa con
il pc i vari argomenti perciò sapeva benissimo come si svolgeva
l'esercizio. Non amava tanto lo studio però in mancanza d'altro si
portava avanti con il programma. Si sedette e riprese a scrivere quando
all'improvviso gli arrivò un messaggio di Lea
<< Hey Lukas che fai? Io mi sto rompendo davvero tanto. Questo
qui non fa che parlare di motori, elettricità e tante altre cose della
quale non capisco niente. Non vedo l'ora di vedervi tutti nel club
comunque, anche se non ho preparato dei biscotti :( >>
<< Ahah non ti preoccupare comunque per i biscotti. L'importante
è stare tutti insieme e divertirci e comunque anche io mi sto
annoiando, però sto scrivendo un testo. Pensa che il prof mi ha
rimproverato e l'ho dovuto smerdare alla lavagna. Comunque dai non
manca molto alla pausa pranzo. Poi voglio farti leggere il testo ok?
>>
<< Ok! ci conto! >>
Finita la lezione, infatti, si ritrovarono tutti alla mensa. C'era
anche Inaba che però sembrava turbata. Era seduta al solito tavolo.
- Inaba tutto bene? - Chiese Henrietta preoccupata
- Sì tutto bene ragazzi, sono solo un po' stanca perché ieri i miei mi
hanno fatto pulire casa dopo aver avuto degli ospiti noiosissimi -
- Stronzi! - esclamò Rey
- Già, non si fa così. Mi dispiace Inaba - aggiunse Lea
- Prima o poi vivrai senza di loro e starai più tranquilla. Se potessi
ti ospiterei io, ma poi i tuoi e tutti gli altri penserebbero male di
noi ahah - disse Lukas
- Sì, in effetti...però grazie mille. Ora non ci voglio pensare. Oggi
comunque andrò a fare shopping per rilassarmi -
- Brava fai bene, comunque Lea posso parlarti in privato per quella
cosa... - domandò Lukas
- Certo, andiamo dai! - rispose allegramente Lea
- Che cosa? Non mi direte che fate cose sconce a scuola? Lukas ma tu
stavi con le sorelle, capisco che le volevi lasciare ma già le
sostituisci? Ops - capì Rey in quel momento di aver toppato
- Grazie per la tua bocca cucita Rey, non so come farei senza di te! -
si misero a ridere tutti - comunque andiamo Lea -
- Ok -
Uscirono dalla mensa e andarono nel corridoio.
- Stavi con le sorelle e non ci hai detto niente? Che storia è questa?
- chiese Lea in maniera sospettosa e divertita
- Poi ti spiego, tranquilla, e comunque non stavo proprio insieme a
loro, erano più delle scopamiche, ma vogliono una cosa seria e mi sono
stufato di essere conteso -
- Non ti capirò mai, comunque prima che ci caschi anche io nel tuo "
presunto charm " fammi leggere il testo -
Le porse il foglio e aspettò vari minuti sentendosi imbarazzato sia per
la canzone sia per il piccolo fatto delle sorelle. Sapeva che se Lea o
Inaba cominciavano a chiedere e a fare domande si sarebbe ritrovato nel
bel mezzo di un terzo grado degno dell’F.B.I. Comunque, dopo qualche
minuto la ragazza gli riconsegnò il foglio
- Wow, mi piace, forse un po' cruda ma è la verità. Sei forte Lukas!
Scriviamola insieme ti va? Cercherò di convincere anche Inaba e gli
altri a suonare ! - disse ad alta voce Lea
- Non è niente di che, è una cosa stupida! -
- E se è una cosa stupida perché me ne hai parlato? E perché siamo qui
invece di mangiare? Non devi essere imbarazzato con me, Lukas. Sei
intelligente, hai uno charm particolare ma sei timido, molto! Se fossi
la tua ragazza ti vieterei di uscire di casa...peccato che non mi
faccio abbindolare come le altre - rise lasciando senza parole il suo
amico. Non era una risata cattiva, bensì una risata dolce e tenera.
- Comunque sia proveremo a scriverla, sei stato bravo. Un giorno di
questi preparo un dolce per te! - gli diede un bacio sulla guancia e si
diresse verso la mensa.
Lukas si sentiva imbarazzato da ogni singola frase che Lea gli aveva
detto in quei minuti. L'aveva lodato, preso in giro, e seppur fosse un
gesto di poco conto, gli aveva dato un bacino sulla guancia e gli aveva
promesso una torta. Non capiva il motivo, ma si sentiva felice. La sua
giornata era passata da noiosa a rilassante. Tornato anche lui in mensa
trovò Rey accerchiato dalle ragazze.
- Lukas aiuto, mi stanno distruggendo! Non ho resistito, sono delle
bestie! Non sono ragazze! Sono senza cuore! Mi hanno anche minacciato
di chiudermi nel bagno delle docenti se non avessi detto tutto -
- E tu ovviamente hai ceduto come un soldato dalla poca resistenza
mentale! -
- Allora Lukas, raccontaci com’è farlo con due ragazze nello stesso
tempo - chiese Inaba che in realtà lasciò di stucco un po' tutti. Di
solito si scherzava quando a qualcuno era capitata una cosa piacevole,
invece questa volta era andata direttamente al sodo, e non erano state
ne Lea ne Henrietta, bensì la più chiusa.
- Cosa volete che vi dica, è una bella sensazione, peccato che ho
dovuto smettere dopo 20-25' min perché stavano per tornare i genitori. -
- E ora le vuoi lasciare? Sei un bastardo - disse Henrietta in maniera
divertita
- Sì, più che altro perché litigano per me e vorrebbero una storia un
po' più seria, e al momento non sono interessato. -
- Ma bravo, quindi se ora io e Lea ti saltiamo addosso tu accetti, ma
se poi chiediamo di stare con te in maniera più seria ci diresti di no.
Bravo. Ci consideri soltanto merce da piacere? - domandò Inaba facendo
finta di essere arrabbiata. In realtà le sorelle non erano molto
apprezzate, anzi, la loro etichetta di ragazze facili era conosciuta in
tutta la scuola perciò capiva benissimo Lukas, e anche gli altri lo
compresero immediatamente.
- Voi non siete merce da piacere, siete amiche e non siete delle troie
come loro perciò tranquille, non vi tratterò male se un giorno ci
provaste con me - rispose sorseggiando la Coca- Cola . Anche lui si
divertiva a stuzzicare perché conosceva le reazioni delle tre ragazze e
sapeva benissimo che poi nel dopo-scuola gliel'avrebbero fatta pagare,
ma così non fu. Al club ci fu una normale " riunione " che finì un'ora
prima; Rey ed Henrietta dovevano uscire insieme, mentre Lukas e Lea
decisero di andare insieme ad un negozio di musica, e Inaba andò a fare
shopping.
Lukas e Lea andarono insieme con la stessa metropolitana e durante il
viaggio parlarono della musica in generale e degli strumenti. Per loro
la musica era unica, mistica, e volevano suonare almeno una volta una
loro canzone. Una volta arrivati si diressero subito nel settore delle
chitarre e dei bassi. Subito dopo in quello delle tastiere e infine in
quello delle batterie. Avrebbero acquistato ogni strumento se solo ne
avessero avuto l'opportunità. Ad ogni strumento che provavano
rimanevano incantati, sembravano dei bambini in un parco giochi, e
andarono dal cassiere per chiedere se avesse degli strumenti a prezzi
moderati per dei principianti.
- State iniziando a suonare? Andate a scuola di musica? O vuole
comprare uno strumento alla sua ragazza? -
- Non è la mia ragazza! - disse imbarazzato, e fissandola la trovò
rossa come un peperone
- Capisco, comunque dovete tornare tra una decina di giorni, ve li farò
avere sicuramente -
- Grazie mille, a presto allora! -
Uscirono dal negozio molto imbarazzati
- D-davvero sembro la tua ragazza? - chiese lei abbassando lo sguardo
- Chissà , forse sembriamo davvero una coppia. Comunque sia non vedo
l'ora di suonare insieme a te -
Lea si sentì ancora più imbarazzata, e vedendolo allontanarsi lo
raggiunse e si aggrappò al suo braccio continuando a camminare insieme
a lui. Non voleva avere nessun ragazzo, però stava bene in compagnia e
probabilmente avrebbe fatto la stessa cosa anche con Rey, perciò non lo
trovava così stupido come gesto. Fatto sta che si divertì e si sentì
più sicura in quel momento. Sua madre sembrava un ricordo lontano che
però avrebbe dovuto affrontare di nuovo tra poche ore. Non voleva,
eppure fu costretta ad andare salutando Lukas come se fosse l'ultima
volta che lo avrebbe visto. Era davvero un bravo ragazzo, e quando era
con lui o con i suoi amici si sentiva protetta. Si dava colpe che non
aveva e desiderava evadere da quella dimora maledetta, e guardando il
tramonto dalla metrò situata quasi ai livelli dei grattacieli, una
lacrima di speranza scese seguita da una di dolore. Era sola e iper
protetta in casa ma era adorata fuori. Per lei, era come vivere una
doppia vita.
Inaba quel pomeriggio lo passò nei negozi di vestiti e di biancheria.
Ormai era stremata. Aveva girato tantissimi negozi e aveva acquistato
quasi una decina di indumenti tra biancheria intima, magliette e
pantaloni. Arrivò nell'ultimo negozio del centro commerciale, quello
dove sua madre le comprava sempre i completini intimi e da uscita. Lo
girò in lungo e in largo, tra la folla che cercava le ultime offerte :
era periodo di saldi. C'erano tantissime donne e ragazze che provavano
a turno e facevano vedere ai propri mariti e fidanzati, chiedendo
pareri che a loro volta erano scontati.
Ma che galline...si mettono in mostra e chiedono ai loro uomini di dare
un parere. Logico che per loro staranno bene. Mi danno il voltastomaco.
All'improvviso si imbatté in un vestitino di pizzo nero, molto marcato
nelle decorazioni degli slip. Il reggiseno bisognava legarlo come in un
bikini, e stessa cosa per le mutandine ricamate. Lo prese e stranamente
cominciò ad immaginarsi con quel vestitino intimo insieme a qualcuno,
magari proprio prima di un rapporto. Divenne rossa e scosse la testa ma
decise di andarlo a provare. Non le costava nulla, e attese
pazientemente il suo turno.
Entrò e si spogliò rimanendo praticamente nuda davanti allo specchio.
Aveva freddo e si provò l'intimo. Le stava perfettamente e metteva
molto in risalto le sue forme. Si sentiva una donna pronta per fare la
sua prima esperienza in un letto. Certo, esagerava nei pensieri sconci,
ma quel completino l'aveva incantata. Si rivestì e guardò il prezzo.
Non aveva fatto caso al cartoncino fino a quel momento per via dei
pensieri che le avevano intasato la testa. Si sentiva una pervertita ma
non le importava. A lei non importava cosa pensasse la gente, voleva
essere se stessa sempre. Appena vide il prezzo rimase quasi
pietrificata. Costava praticamente come tutti gli articoli che aveva
comprato e non poteva permetterselo; aveva paura di perderlo e cominciò
a riflettere su cosa fare.
Che faccio, lo prendo? Poi non ho più soldi per questo mese. Che sfiga
non è in saldo! Però qualcun'altro potrebbe prenderlo. Che cosa
faccio...mi piace troppo...
Non sapeva che fare ma alla fine prese una decisione : decise di
rubarlo!
Tanto lo farò solo questa volta, lo desidero tanto e se succede
qualcosa lo pagherò...ma se non accettassero lo direbbero ai miei...che
verrebbero derisi dai loro amici...
Inaba decise di compiere quel gesto anche per fare un dispetto ai suoi,
specialmente verso suo padre che la trattava come una schiava. Voleva
farlo deridere così non avrebbe più dovuto lavorare mentre lui e la
madre si divertivano a letto. Certo, alla madre dispiaceva però in
realtà non le importava niente. In lei pian piano si stava creando un
senso di ribellione tale da far vergognare i suoi genitori. Entrambi
dovevano pagarla. Infilò il completino in una delle buste, controllando
che nessuno la vedesse, e si diresse alla cassa con uno slip da pochi
soldi. Pagò, ma dentro di sé sentiva l'ansia e la paura, infatti appena
oltrepassò le barriere l'allarme suonò e lei cominciò a correre verso
l'uscita di emergenza. Sentiva le voci dietro di se che gridavano - Al
ladro, fermate quella ragazza! Si sentiva davvero una criminale ma in
quel momento l'unica cosa che contava era scappare. Raggiunse l'uscita
e scese velocemente le scale, rischiando anche di cadere. Quando arrivò
a terra si nascose dietro un vicolo e notando una coperta lasciata li
vicino ad un secchio della spazzatura, si infilò sotto e si coprì,
spostando anche un bidone per coprirla. L'odore di quel posto era di
muffa, di marcio, di sporco, e le venne da rigettare ma resistette.
Sentiva i passi degli agenti e le loro voci
- Dove sarà andata quella maledetta ladra?! Sarà sicuramente una
ragazza di periferia! - disse uno dei due agenti
- Dai lasciamo stare, ormai se ne sarà andata in strada. - rispose
l'altro
- Sì dai lasciamo stare. Tu l'hai vista in faccia? -
- No ma la cassiera sì e se tornasse qui se lo ricorderebbe di
sicuro... -
I due andarono via. Per sicurezza Inaba fece passare una decina di
minuti. Intanto aveva vomitato e per sua fortuna lo aveva fatto senza
sporcarsi o macchiare le buste. Tolse la coperta e diede un'occhiata a
tutte le buste; tutto ok, c'era tutto, anche il completino rubato. Si
diede una sistemata ai capelli e ai vestiti e controllò il cellulare
per vedere se era arrivato qualche messaggio. Metteva sempre il
silenzioso quando andava a fare shopping ; non voleva essere disturbata
per nessun motivo. Prese le buste e si incamminò, ma appena fece pochi
passi sentì un pianto in sottofondo. Si fermò e cominciò ad ascoltare
quella voce che piangeva. Non era un adulto e nemmeno un adolescente.
Era la voce di un bambino, di un neonato per la precisione. Girò la
testa e camminò seguendo la voce che pian piano si fece più forte,
finché non arrivò al cassonetto dove era prima. Appoggiò l'orecchio per
sentire e fu colta da un lamento. Posò le buste a terra e aprì premendo
sulla leva dell'oggetto metallico. Si affacciò e rimase sconvolta.
Dentro, in un cumulo di panni e di sporcizia, avvolto da un
asciugamano, c’era un neonato che piangeva.
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