Villa Hyuuga.
Ovvero: l'inizio di tutti i guai.
"Shikamaru, muoviti!! Farai tardi!!!!" la leggiadria della voce di una
madre a volte può essere peggio delle cannonate. Shikamaru
nara non poteva che esserne consapevole. Ogni giorno ripeteva a
sé stesso che suo padre doveva essere un mezzo idiota.
Con tutto il rispetto, papà.
Come si può voler sposare un tale mostro?
Fai questo.
Fai quello.
No, così non va bene.
Insomma, Shikamaru, mettici più energia.
Possibile che tu non sia in grado di fare nulla?
Appunto, bisognava essere stupidi per decidere di passarci
più di 3 minuti.
Deficienti se si sceglieva di oltrepassare il quarto d'ora.
Ma sposarla! Questo era degno di un ospedale pisichiatrico.
O di un autolesionista.
Il ragazzo evitò accuratamente di permettere a questa
seconda ipotesi di farsi strada nella sua mente.
Non ci voglio nemmeno pensare.
Per sua sfortuna, si era perso troppo nei propri pensieri e aveva
finito per addormentarsi di nuovo.
La porta della sua camera sbattè.
In effetti
si era sempre chiesto perchè la madre avesse deciso di far
mettere queste porte invece dei tradizionali pannelli da far scorrere.
Ecco la risposta.
Si divertiva a sentirle sbattere.
Proprio a me una così doveva capitare?
Tirò le coperte pesanti verso di sè fino a
coprirsi interamente la testa.
Di certo non avrebbe fatto lo stesso errore.
Avrebbe sposato una donna nè brut...
"SHIKAMARU!!!" quella voce acuta gli forava i timpani.
L'unica cosa al mondo che poteva impedirgli di pensare.
Quella.
Dannata.
Voce.
Acuta.
Con enorme sforzo si astenne dal ribattere con lo stesso tono di voce,
cosa che certamente non avrebbe fatto altro che peggiorare la sua
situazione, specialmente in zona timpani.
"Mhm?" mugugnò.
A voler dire : "Sì, mammina mia adorata? Desideri qualcosa
dal tuo figliolo caro che ti ama tanto?"
Solo che, ovviamente, dire "mhm?" comporta una fatica minore.
Confidando nella capacità della madre di capire i versi del
figlio che lei stessa aveva dato alla luce, Shikamaru attese.
"Come sarebbe 'mhm?' ????? Sarà la quinta volta che ti
chiamo!!! Vuoi deciderti ad alzarti?"
Ok.
Evidentemente non aveva compreso.
Shikamaru fantasticò per qualche secondo sul fatto che
magari quella donna non fosse la sua vera madre.
Per sicurezza comunque decise di non aggiungere altro.
C'è da dire che per essere un ragazzo dal quoziente
intelletivvo pari a 200, fece una mossa davvero stupida.
la madre infatti si infuriò ancor di più per la
mancata risposta affermativa e per il mancato movimento.
Ovviamente Shikamaru si accorse di quanto fosse irritata solo quando
lei gli strappò via le coperte lasciandolo al gelo di una
mattina d'Ottobre.
Per sicurezza, la donna aprì anche la finestra.
Non fosse mai che (magari) durante la notte un po' di calduccio fosse
rimasto nella stanza.
Il vento freddo svegliò del tutto il nostro povero ragazzo
pigro.
La luce forte negli occhi gli diede il buon giorno.
"E ora vedi di scendere. Entro cinque minuti ti voglio fuori di casa."
Stavolta ebbe quantomeno l'accortezza di rispondere.
"Sì..."
Evidentemente il freddo gli aveva risvegliato anche i neuroni.
"E non rispondere così svogliato!!"
Buon giorno anche a te, mammina. Bella giornata, vero?
Con un enorme sforzo di volontà, si obbligò a
scendere dal letto.
Diede un'occhiata fuori dalla finestra.
Nemmeno una nuvola in cielo.
No, decisamente non ne ho voglia.
Perchè a me?!?
Ichiraku. Qualche sera prima.
Non che ricordasse granchè di quella sera, a voler essere
onesti.
Però quello se lo ricordava.
Era andato all'Ichiraku una sera con Ino, Sakura e Choji.
Nemmeno sapeva che vendessero alcolici lì.
Cioè, sì.
Lo sapeva.
Diciamo che non pensava che avrebbero venduto acolici a dei minorenni.
Quindi non se l'aspettava.
Come non si aspettava di finire mezzo ubriaco dopo solo cinque
bicchieri di saké.
Ricordava però che a un certo punto erano apparsi dal nulla
Kiba, Shino e Hinata.
Accompagnati dal pulcioso.
Come diavolo...?
Ah, sì.
Akamaru.
Non riusciva a ricordarsi i nomi dei cani.
Proprio non gli piacevano.
Mille volte meglio i gatti.
Quanto avrebbe voluto essere un gatto per poter dormire tutto il
giorno...
"Cosa? Hinata-chan vai in missione sola soletta?" ricordò di
aver sentito Sakura che lo strillava.
"Sì" aveva risposto cupo Kiba al suo posto.
Sinceramente aveva qualche difficolatà a capire
perchè Kiba stesse così tanto attaccato a Hinata.
In fondo, lei era già occupata.
Pazienza.
Non erano affari suoi.
Anche se una vocina nella sua testa continuava a ricordargli che, vista
una certa promessa, avrebbero dovuto esserlo.
"Ma non c'è nessuno che possa accompagnarti?" aveva urlato
Ino.
Tutti i presenti erano impegnati a quanto pareva.
O almeno, così doveva essere, visto che Shikamaru non si
prese la briga di alzare la testa dal bicchiere per verificarlo.
"Ma non preoccupatevi, è solo una missione diplomatica fino
a Suna. Devo riferire a Gaara-sama un messaggio dell'Hokage."
"Non cambia le cose. Non è bello attraversare il deserto da
sola. qualcuno ti deve accompagnare..."
Shikamaru sapeva già cosa sarebbe successo.
Ino si sarebbe accorta che lui non aveva nulla da fare in quei giorni.
E si preparò un bel "no" cortese ma irremovibile da dire
alla ragazza.
"Shika?" la bionda si voltò verso di lui con voce melliflua.
Ecco, il momento era quello.
Doveva solo pronunciare quel monosillabo.
N.
O.
Ma i suoi riflessi cominciavano ad essere annebbiati dal
saké.
E soprattutto, il suo occhio continuava a cadere sulla scollatura di
Ino.
Era così vertiginosa anche prima di entrare nel locale?
"Allora?" gli chiese lei, avvicinandosi.
E così ora si ritrovava nell'aria fredda della mattina
davanti a casa Hyuuga.
Ok, gli alcolici non avevano risolto il suo problema.
Sì, vero.
L'avevano peggiorato.
Non solo aveva continuato a pensare a lei...
A parte i trenta secondi della scollatura di Ino, ovvio
...ma per di più ora non sarebbe nessmeno riuscito
nell'intento di starsene lontano.
Bussò alla porta.
Gli venne ad aprire Neji.
"Hinata sta arrivando."
Freddo come sempre.
Stettero in silenzio per diversi minuti.
"Sarà meglio per te che non el succeda niente di male."
C'era una tale minaccia nei suoi occhi chiari che per un attimo
Shikamaru ebbe paura.
Ad ogni modo era strano.
Era convinto che il ragazzo degli Hyuuga avesse una storia con TenTen.
Almeno stando a quando Rock Lee aveva urlato in mezzo alla strada a
Naruto prima che lui partisse.
Quei due baka non sapevano parlare normalmente.
No.
Dovevano dirsi i fatti degli altri in mezzo a una strada affollata.
Urlando.
"Se sei tanto preoccupato per lei, perchè non la accompagni
tu?"
In fondo, per lui era solo una seccatura.
Chiese mentalmente perdono.
Sapeva di aver fatto quella promessa.
Ma questo non negava che certe cose fossero noiosissime e faticose.
E in questo caso, anche pericolose.
Neji lo fissò storto, e per un momento Shikamaru
pensò che l'avrebbe fatto esplodere.
Ma dall'interno comparve Hinata.
"S-s-scusa per il ritardo, S-Shikamaru-kun."
"Non ti preoccupare. Andiamo?" lanciò un occhiata al cugino
della ragazza che continuava a guardarlo storto.
"C-ci vediamo tra qualche giorno, Neji-kun."
Lo sguardo di Neji si addolcì un poco.
"Sì." mormorò, quasi più a
sé stesso.
Hinata si diresse spedita oltre le porte di Konoha.
Solo dopo diversi passi si accorse che Shikamaru era rimasto indietro.
Sembrava non voler uscire dalla città, e rimaneva
lì, vicino alle grandi porte di legno massiccio.
"S-Shikamaru-kun? Q-qualcosa non va?"
Assolutamente no.
Tutto alla grande.
Semolicemente non riusciva a fare quel passo decisivo.
Quello che l'avrebbe avvicinato a lei.
Un brivido freddo gli percorse la schiena.
Criticava tanto il padre, ma lui non era molto diverso.
Dannazione, Temari.
Perchè sei così?
Certo di aver firmato la propria condanna a morte, raggiunse la ragazza
che lo stava aspettando e lo fissava senza capire.
Di certo, si disse Shikamaru, questo non può che essere
l'inizio di una lunga serie di disastri.
E sospirò sconsolato.
Perchè non poteva essere un gatto?
Grazie in anticipo per i commenti ^^ (spero che ci siano...)
La fic, vi avverto, sarà un po' strana... spero di non
metterci secoli per aggiornare come mio solito...
Ellie, grazie di tutto. Come sempre sei la migliore. E non osare
contraddirmi su questo.
Ma questa la dedico
anche a te.
Perchè alla fine sono dell'idea che parlerà un
po' di noi.
Immagino che non la leggerai mai perchè non ti
dirò che l'ho pubblicata.
Mi piace pensare che tra qualche anno, se mi vorrai ancora bene (sempre
che tu me ne abbia mai voluto), io stessa ti leggerò quello
che mi appresto a scrivere e insieme rideremo delle stupide paranoie
della sottoscritta riguardo a una certa persona.
Ma probabilmente è solo una mia fantasia.
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