IT’S DESTINY
*
Vieni con me
*
Il famelico ragazzino si
adagiò una mano sul suo stomaco rigonfio osservandolo con aria ingenua.
Restò in quella posizione per
alcuni secondi prima di decidersi a richiamare l’attenzione della sua compagna
si viaggio “Ehi Bulma, ne hai altri di quei cosi?” le chiese osservando la
giovane stravaccata su un divano della capsula a forma di casa, intenta a
cambiare canale di quella che lei aveva chiamato televisione.
“No, sono finiti” rispose
distrattamente lei senza distogliere lo sguardo dallo schermo.
Il bimbo scimmia sbatté le
palpebre per un paio di volte prima di esibirsi in un “Ma io ho ancora fame”
lagnoso e supplichevole.
Bulma sbuffò, alzando solo
leggermente il capo per incrociare lo sguardo del giovane che la stava
accompagnando nella sua avventura “Insomma Goku! Ti sei appena mangiato un
intera confezione di gelati, dopo esserti spazzolato metà del frigorifero! Non
sei ancora sazio?!” gli urlò contro mostrandogli le fauci,
Goku la guardò con tutta
tranquillità, senza minimamente scomporsi, curvò la bocca in un espressione
dubbiosa tornando a guardarsi lo stomaco “Era meglio se andavo a caccia di
qualche lupo” si lamentò infine non contento di ciò che aveva, per così dire,
riempito il suo stomaco.
La ragazza fece una smorfia
di disgusto osservando il compagno di viaggio nauseata dai suoi gusti
alimentari “Come fai a mangiare quella roba?” domandò senza realmente essere
interessata ad un eventuale risposta.
Goku allargò il suo sorriso
genuino nella direzione dall’altra “Il mio nonnino mi ha insegnato a cucinarli.
Sono buoni sai?” la informò con l’acquolina in bocca all’idea di assaggiare
quei manicaretti.
“Non m’interessa” si affrettò
a liquidarlo la ragazza “Piuttosto muoio di fame! Te l’ho già detto!” ribadì
stomacata tornando al suo sceneggiato televisivo ribadendo a sé stessa il suo
personale odio per i bambini.
Il ragazzino tornò ad
assumere un’espressione interrogativa “Che tipa strana” mormorò tra sé non
comprendendo la sua reazione.
Sospirò, ancora senza capire,
mentre il suo sguardo vagò per la stanza soffermandosi sulle tre sfere raccolte
sino a quel momento, ed adagiate su un tavolino.
La sua paffuta mano andò a
sfiorare la sfera legata alla sua cintura, e con lei erano quattro.
“Senti Bulma” la richiamò
nuovamente, ottenendo in risposta un sonoro sbuffo e uno svogliato “Cosa c’è
ancora?!” da parte della ragazza.
Il bimbo dalla lunga coda la
fece attendere un secondo prima di riprendere a parlare “Quanto manca ancora
prima della prossima sfera?” le chiese osservando il sacchetto contenente il
suo piccolo tesoro.
Bulma lo guardò per alcuni
istanti concedendogli, infine, tutta la sua attenzione.
Si alzò dal divano, dopo aver
spento la TV, dirigendosi verso il tavolino, sulla quale le altre erano
adagiate, ed afferrò quello strano radar che usava per rintracciare le preziose
pietre.
Cominciò a maneggiarlo,
mentre il curioso Goku si avvicinò a lei alzandosi in punta di piedi per
osservare i suoi movimenti.
“Tra due giorni dovremmo
giungere in un villaggio” spiegò abbassando lo sguardo verso il suo goffo
compagno d’avventura.
Goku sbatté le palpebre
ancora una volta, appoggiò le mani sul tavolo osservando le altre “Perché vuoi
chiedere al Drago di avere un ragazzo?” chiese curioso tornando a guardare la
ragazza che avvampò visibilmente.
“E…ecco io…” balbettò lei in
imbarazzo, mentre il suo piccolo ascoltatore aspettava impaziente una risposta
facendo fare alla sua, singolare, coda dei movimenti ondulatori.
Bulma si adagiò le mani al
volto “Perché a ogni ragazza piacerebbe avere un cavaliere che la protegga
sempre” disse con aria sognante, mentre il simpatico bimbo si limitò a porsi
mille interrogativi.
“Bè, se vuoi posso
proteggerti io” pronunciò infine dopo essere giunto alle conclusioni.
“Come?” gli chiese incredula
ragazza abbassando lo sguardo verso di lui.
Goku allargò il suo gioioso
sorriso “Eh sì, visto che sei una creatura debole ed indifesa posso
proteggerti” concluse battendosi una mano sul petto “Io sono forte lo diceva
anche il mio nonnino” si vantò fiero.
Bulma lo guardò meravigliata
per alcuni istanti scoppiando, successivamente, in una fragorosa risata “Non
dire sciocchezze Goku, questo non vuol dire avere un ragazzo” disse una volta
terminata la sua risata.
Goku andò in confusione incrociando
in modo buffo le braccia, altrettanto buffa fu la sua espressione disorientata
mentre reclinava la testa nel tentativo di capire “Ma tu hai detto…” cercò di
dire.
“So cos’ho detto, ma non è la
stessa cosa” rispose vaga la ragazza adagiandosi le mani sui fianchi.
Il bambino tornò a guardarla
con aria perplessa, non capiva proprio dove fosse questa differenza, lui
avrebbe scelto le fragole, se non altro era meno complicato come desiderio.
Bulma assunse nuovamente la
sua aria sognatrice “Avere un ragazzo è qualcosa di diverso. Con un ragazzo
puoi parlare, puoi coccolarti, e poi…” la colorazione porpora che assunse non
aiutò a chiarire le idee al suo nuovo compagno d’avventura.
Ancora non aveva capito quale
fosse la differenza.
Dopo varie deduzioni mentali
decise che avrebbe rinunciato a capire, l’unica spiegazione possibile era “Sei
proprio una ragazza strana tu” constatò infine facendo tornare con i piedi per
terra la giovane.
“Non sono IO ad essere
strana!!” gli sbraitò contro contribuendo ad avvalorare la strampalata teoria
del bambino scimmia.
Bulma decise che era inutile
discutere con lui di cosa volesse dire avere un ragazzo, era ancora troppo
piccolo per capire.
Con un sospiro e un leggero
scuotere del capo si avviò verso quella che era la sua stanza.
Goku la guardò allontanarsi
sbattendo le palpebre “Dove vai ora?” chiese ingenuo con sguardo interrogativo.
La ragazza si fermò ad un
passo dalla porta girandosi leggermente a guardarlo “A dormire, si è fatto
tardi” spiegò adagiando nervosa la mano sul pomello della porta.
“Ah! Posso dormire con te?!”
domandò il bimbo esibendosi in un nuovo sorriso.
Quella strana richiesta fece
andare su tutte le furie la ragazza dai capelli azzurri “Non se ne parla
neanche!” tuonò innervosita.
Goku curvò la bocca in
un’espressione triste “Perché?” chiese prima di tornare a sorridere “Ho
capito!” esclamò poi attirando la curiosità dall’altra “Non te le tolgo più le
mutandine” concluse additandola.
Bulma cambiò nuovamente
colorito, diventando ora di un rosso vivo, “Cosa stai dicendo!!! Non puoi
dormire con me e basta!!” proruppe nervosa entrando nella stanza e sparendo
dietro la porta che fu sbattuta con violenza.
Eh no! Le era bastata la
figuraccia fatta col vecchio porco un paio di giorni prima! Non avrebbe
permesso a quel singolare bambino di rifare una cosa del genere!
Pertanto chiuse la porta a
chiave.
Goku si limitò a guardare la
porta, alzò le spalle “Perché si è arrabbiata?” chiese a sé stesso osservando
il suo piccolo giaciglio sistemato poco distante.
*
Quella piccola casa, uscita
da una capsula, e situata appena al di fuori della foresta, ed aveva, ormai da
qualche ora, spento tutte le luci.
Il silenzio regnava nella
valle, e in quel silenzio la nebbia scese leggera avvolgendo tutto ciò che
circondava, inclusa quella piccola casa.
*
I suoi passi riecheggiavano
leggeri mentre lui camminava con naturalezza in quel posto che non gli era
famigliare.
Senza nessuna paura, o
esitazione, continuava a guardarsi attorno e a camminare in quello strano
luogo.
“C’è nessuno?!” urlò per
farsi sentire adagiandosi entrambe le mani accanto alla bocca.
Non ottenne risposta,
pertanto non interruppe il suo cammino.
Immerso nella semioscurità
continuava a focalizzare l’ambiente nella quale si trovava per studiarne la
struttura.
“Benvenuto…Son Goku” si
presentò improvvisamente una voce.
Il bimbo si guardò attorno
estraendo prontamente il suo bastone, legato con cura alla sua schiena “Chi
sei?” chiese ora sull’attenti guardandosi attorno e constatando che oltre a lui
non vi era nessun’altro in quel luogo.
“Io sono ciò che sai e ciò
che non sai. Sono il tuo passato, il tuo presente, ed il tuo futuro. Sono la
tua guida e i tuoi timori” rispose la voce che si stava lentamente facendo più
chiara.
Goku sciolse la sua posa di guardia
“Ohhh…certo che sei proprio un mucchio di cose” constatò esterrefatto lasciando
interdetta persino la misteriosa voce che, per un istante, sembrò esitare.
“Come fai a ricordarle
tutte?” chiese poi ammirato da qualcosa che sembrava tanto importante.
La voce balbettò qualcosa che
non risultò essere udibile dal suo, impaziente, interlocutore “Non ha
importanza chi sono” cercò di rimediare infine riprendendo compostezza.
“Vieni con me Son Goku, ti
mostrerò ciò che devi sapere” decretò la voce, ormai chiaramente femminile,
mentre una piccola scalinata fu illuminata proprio davanti al bambino.
Goku ripose la sua arma ed
annuì “Va bene” acconsentì.
*
Un passo, poi l’altro, e
ancora un passo.
Un passo, poi l’altro…
Così procedeva mentre le
gambe le tremavano ogni volta che la pianta del suo piede toccava il suolo.
E ad ogni passo il suo capo
roteava nella speranza di capire in quale luogo si trovasse, senza però
riuscirvi.
Un passo…
Stretta tra le spalle
continuava lentamente a camminare, mentre dentro di sé si domandava come
potesse tornare a casa.
“Tu sei Bulma Brief, giusto?”
le domandò improvvisamente una voce che la fece sussultare.
La ragazza balzò sul posto
chiedendosi se, in quell’inquietante oscurità, esistesse un nascondiglio sicuro
per la sua incolumità.
“C…chi sei?” balbettò
guardandosi nervosamente attorno, “Io sono ciò che sai e ciò che non sai. Sono
il tuo pas…” “Non sarai un maniaco spero” lo interruppe lei crucciando lo
sguardo.
La voce, che Bulma percepì
subito appartenere ad un uomo, sembrò innervosirsi a causa della brusca
interruzione.
“Non dire idiozie assurda
ragazzina!” sbottò il misterioso interlocutore della ragazza “Abbi rispetto per
ciò che sono!” le urlò innervosito contro.
Bulma si guardò nuovamente
attorno “Esattamente cosa sei?” chiese nuovamente, ora meno spaventata.
La voce sbuffò sonoramente,
evidentemente poco incline nel doversi ripetere “Non farmi perdere la pazienza!
Vieni con me e lo scoprirai” tagliò corto stufo di quall’assurdo dialogo.
“Non mi farai del male vero?”
chiese ancora per conferma la giovane.
Ancora un borbottio seccato e
la voce riprese il suo normale tono “Vedi di darti una mossa!” la riproverò
illuminando un singolare corridoio che conduceva chissà dove.
Bulma deglutì e dopo
l’ennesima indecisione decise di seguire il sentiero che la voce le stava
indicando.
*
CONTINUA…
*
*