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1.
Mi aveva appena
detto che sono magica. Che sono una strega.
Ma non so come, io me lo sentivo già.
Ricordo quel giorno come se fosse accaduto l’altro ieri. E
come ogni anno lo ricordo mentre guardo la campagna inglese scivolare
via e confondersi in un quadro dai colori autunnali oltre il finestrino
dell’Espresso per Hogwarts. Hogwarts, la mia vera, unica
casa. Il posto più bello sulla superficie terrestre.
Oggi è il primo Settembre 1976 e io sto tornando a Hogwarts
per la sesta volta. Sono così felice che…che non
so che dire. Ogni volta che salgo su questo treno mi emoziono e il mio
cuore scandisce un ritmo così veloce che è
impossibile seguirlo. Guardo fuori dal finestrino e sorrido,
sostenendomi il mento sul palmo della mano. E guardo lontano. Uno
sgomento tenuto a bada da che ho messo piede a King’s Cross
riaffiora dalle mie viscere quando sento lo scorrevole muoversi. Quando
mi volto e vedo una delle mie compagne che rientra dal bagno, il rospo
che mi era salito in gola fa il percorso inverso e si nasconde nel mio
stomaco, chetatosi alla visione di una brunetta bassa e magrolina con
la divisa femminile indosso.
«Ho qualcosa che non va?» mi domanda Celestine
toccandosi il bel viso scuro «Per un attimo soltanto mi hai
guardata come se avessi avuto chissà quale enorme foruncolo
sulla faccia!»
«No. Niente. Scusa.» al momento sono di poche
parole.
Perché ho questa sensazione? Dovrei essere rilassata,
tranquilla e al settimo cielo e invece appena sento un rumorino
sospetto il miei riflessi si allarmano ad una velocità
stratosferica. Per la barba di Merlino, non c’è
nemmeno la remota ombra di un pericolo in chissà quante
centinaia di miglia, e io stringo ancora la bacchetta nella tasca.
Lily, stai calma. Sei sull’Espresso per Hogwarts, lo
ribadisco, Hogwarts – la tua vera casa, il posto
più sicuro al mondo! Di che cosa dovresti avere paura
esattamente?
Mi riprendo e metto bene a fuoco il mio scompartimento. Oltre Celestine
e me ci sono altre tre Grifondoro del nostro anno e una nostra coetanea
di Tassorosso che si chiama Holly Stewart, seduta proprio davanti a me.
Alla mia sinistra ci sono Alice Prewett e Nicole Rowan, mentre tra
Celestine e la Tassorosso siede Lexa Montgomery. Roteo gli occhi quando
quest’ultima porge alle due sedute al suo fianco alcuni
ritagli di un giornale che trovano particolarmente interessanti visti i
soggetti delle fotografie che si muovono ammiccando nei riquadri.
Rivolgo un sorriso ad Alice per poi tornare a guardare oltre il vetro
in lontananza. È tutto nero. Sbatto le palpebre, ma il mio
orizzonte rimane nero come la pietra. Siamo entrati in una galleria.
Sul finestrino ora riesco a scorgere soltanto il riflesso del corridoio
vuoto. Luminosa, una strana immagine si spalma sul vetro. Alzo le
sopracciglia e sento il rospo percuotere il mio esofago. Mi sta
fissando nel riflesso.
Occhi color dell’ambra, scuri e accesi, lievemente ingranditi
dalle lenti di un paio di occhiali con la montatura particolarmente
fine, una zazzera nera talmente scarmigliata da poter benissimo essere
confusa per il nido di un cuculo, sorriso sghembo e accattivante.
Faccio uno scatto e mi giro. Ora siamo faccia a faccia. Io contro di
lui.
Ha vinto. Ho scostato lo sguardo per prima. Sono troppo inviperita per
continuare a guardare la sua faccia da schiaffi. Fa una risatina roca
attirando l’attenzione di tutte le mie amiche che iniziano a
spostare lo sguardo da me a quel deficiente. Non respiro: il suo ego mi
sta soffocando. Le mie nocche sbiancano mentre stringo la bacchetta
forte nella mano destra. Mi sto trattenendo. Immagino che sia a causa
della mia espressione surriscaldata che adesso allarga il sorriso e
scopre i canini e inarca le sopracciglia con malizia. Poi mi fa
l’occhiolino. Ecco di cosa avevo paura. Adesso mi alzo e ti
do uno schiaffo, dannato pezzo di–
«L’hai trovata, James?»
«Oooh, si, Rem. Guarda che faccino rosso. Non è
adorabile? Dici che mi posso arrischiare a baciarla sulla
guancia?»
«Sta’ fermo dove sei. Anzi no, spostati.»
Remus Lupin entra nel nostro scompartimento. Ero quasi tre mesi senza
vederlo, anche se mi ha scritto qualche lettera durante
l’estate. È più magro e grigio che mai,
ma il sorriso bambinesco è sempre lo stesso. Le sue
cicatrici si sono asciugate ancora di più. Adesso sono
macchie di caffellatte sulla sua carnagione pallida e malaticcia. Ha
già indosso la divisa e anche la spilla da Prefetto. Giusto.
Vorrà fare la ronda assieme.
«Ciao Lily, come– »
«Se lui
deve seguirci non vengo, Remus.» per favore, guarda la mia
espressione scioccata e supplichevole Lupin!
«Ah beh, se è per quello stai
tranquilla» mi rassicura con voce adulta, dando una gomitata
a James che sparisce alla vista «James non ci
seguirà, vero James?»
Potter soffoca un gemito di dolore
«Afferm…ativ…»
Sorrido. Remus mi ricambia con un cenno e si chiude lo scorrevole alle
spalle. Mi aspetterà fuori, nel tentativo di chiedere scusa
a Potter per la gomitata. Come godo! Rido sotto i baffi mentre cerco
nella tasca del mantello la spilla da Prefetto e la appunto a sinistra,
sopra il cuore. Esco sghignazzante. Potter è ai miei piedi e
Remus sta ancora sussurrando le sue scuse inginocchiato al suo fianco.
Non appena mi vede, James Potter si rimette in piedi con un balzo e mi
fissa dall’alto dei suoi…quanto cavolo
è cresciuto in due mesi e mezzo? Neanche avevo smaltito il
primo arrossamento che una seconda vampata arrossa le mie guance.
Idiota.
«Ce la fai a smetterla di fissarmi, Pertica Potter?»
«Uh uh, hai notato che sono cresciuto eh?» risponde
esitante «adesso sono ben diciotto centimetri più
alto di te, Evans» si passa una mano nei capelli e si inchina
sul mio viso, sollevandomi il mento con due dita «Ti dovrai
alzare in punta di piedi per–»
«Per darti uno schiaffo?»
«Anche» sghignazza. Quanto ti detesto, Malandrino
dei miei stivali!
Remus interviene e lo separa da me (prima che io possa fargli del
male), ordinandogli di tornare nel suo scompartimento. Le sue moine e
la scusa “Ma, Rem, siamo amici!” non funzionano
quando Lupin si cala nella parte del
Prefetto-paladino-della-giustizia. Neanche per il suo caro Potty.
Iniziamo a camminare, dando occhiate fugaci negli scompartimenti per
vedere se tutto quadra. Sorrido, mentre Remus mi racconta a grandi
linee la sua estate. Eppure sento dei passi dietro di noi.
«Non ti avevamo detto di filare da Sirius?» domanda
Remus
«Il mio scompartimento è laggiù, lo sai
benissimo.» non l’avevo mai visto guardare
così un suo amico, a parte Minus quando ne sparava una
grossa. Non credevo che fosse capace di rivolgere certe occhiate anche
a Remus. È accigliato. «Con permesso.»
da una spallata a Remus per passare. Che maleducato. Se ne va cacciando
le mani nelle tasche dei pantaloni e sbuffando. Se lo prendo giuro
che…
«Lascialo andare Lily.» Lupin mi trattiene per un
polso «Quando fa così solo Sirius sa
calmarlo.»
Lo guardo inarcando le sopracciglia «Non è il caso
di arrabbiarsi se un Prefetto gli ordina di fare qualcosa.»
Remus mi guarda con le pupille dilatate che invadono l’oro
delle sue iridi «Spero tu stia scherzando. Non è
certo perché gli ho detto di andarsene che si è
arrabbiato – almeno, non del tutto.» Non capisco.
«Lily…non hai mai un sorriso per lui.»
Non ho mai un sorriso per lui. Adesso mi è tutto
più chiaro, come no. «E quindi?»
«E quindi,» sospira Lupin socchiudendo gli occhi e
lasciandomi il polso, riprendendo a camminare «è
costretto a rubare i sorrisi che rivolgi agli altri.» sto per
ribattere ma lui è più veloce di me
«Non so se lo reputi un tuo amico, ma so che pensi
– come tutti noi, che può diventare davvero
esasperante. È egocentrico, vanitoso, può
diventare egoista se necessario. Sa essere presuntuoso e rompiscatole
ed è vero che ha tanti altri difettucci,»
chiamali difettucci… «ma non gli hai mai dato una
possibilità. Una chance per dargli modo di farti vedere come
realmente è, sotto quella sottile buccia che si chiama
apparenza. Insomma, a te ci tiene veramente. Vorrebbe davvero essere
amico di una donna» alza gli occhi al cielo «e in
te vede questa opportunità, ma non gli lasci neanche un
po’ di spazio per…»
Rido «Scusami, mi stai dicendo che Potter vuole essere mio
amico? A me non sembra che abbia intenzioni molto
“amichevoli”. Sinceramente non gradirei essere
l’ultimo gioiello della sua collezione…»
«Come sei ingenua.»
«Come scusa?»
«Ho detto che sei ingenua. O forse fai finta di non
accorgertene» spalanco la bocca, offesa «E comunque
stiano le cose…lui non ti considera come le altre. Forse, in
fondo, lo sai anche tu. Non ha mai trovato nessuna ragazza che lo
interessasse e lo respingesse come fai tu.»
«Allora per lui sono solo una sfida, l’ennesima, in
cui lui deve dimostrare ha tutti quanto è capace,
no?»
«Ma tu hai fatto in modo che fosse così. Non dirmi
che non è vero che prima di provare a trattarti come tratta
tutte quelle che sbavano dietro di lui non si sia mai comportato in
modo più o meno decente. È solo da tre
anni che ti importuna…»
«Oh beh, devo dire che hai scelto le parole esatte. Ora non
ti viene il mente il motivo per il quale non lo voglio fra i piedi
né come amico né come
nient’altro?»
Sospira affranto. Ecco. Ogni volta mi illudo che lui non sia un vero
Malandrino, invece quella di Prefetto è solo una maschera, e
Silente gliel’ha offerta su un piatto d’argento!
«Sei impossibile» Si ferma dentro uno
scompartimento e ritira un Frisbee Zannuto. Camminiamo in silenzio per
un po’ e rifletto sulle sue parole. Anche se sono ancora
offesa, quindi mi duole ammetterlo, ma in parte ha ragione. Non gli ho
mai dato una possibilità: quindi adesso si è
fissato con me! Forse se gli dessi
quest’opportunità e
facessimo…brr…amicizia…magari poi mi
ignorerebbe e la smetterebbe di rompermi l’anima tutti i
santi giorni.
«Sai cosa credo?» dice Lupin interrompendo la mia
riflessione e il silenzio «Che in realtà tu abbia
il terrore che lui smetta.»
«Di fare che cosa?»
«Che smetta di…oh, insomma, che inizi ad
ignorarti. Tu hai paura che diventi tuo amico e che la cosa ti possa
piacere. E non vuoi che una volta fatto questo passo, lui cambi idea e
ti lasci perdere, come ha fatto con altre…cose.»
Remus Lupin uno, Lily Evans zero.
«Oh, ehm…e sentiamo: questo da cosa lo avresti
dedotto…?» il mio tono è dosato per
essere il più disinvolto possibile e mentre parlo non lo
guardo negli occhi: immagino che il rossore si sia propagato anche
sulle mie orecchie.
«Beh,» comincia con tono indagatorio «Non
è la stessa cosa che è successa con
Mocciosus?»
Mi volto a guardarlo, indignata «Pensavo che almeno tu avessi
smesso di parlare di Severus in questo modo! E comunque non capisco
cosa c’entri lui con Potter.»
«Moc…Piton era un tuo amico, non è
vero? Poi l’anno scorso avete litigato – e la
ragione mi è sconosciuta, quindi non vi parlate
più come prima. Anzi, diciamo anche che vi ignorate
totalmente, cosa che è partita da lui. Non è
forse vero? »
Le mie ciglia trattengono a stento dei lucciconi salati. Il rospo torna
a tremare nella mia gola e fa fremere la mia voce
«E…e con questo? Severus ed io non eravamo dello
stesso parere a pr-proposito di…di una questione sua
pers-sonale…e mi ha urlato contro che era indignato dalle
mie parole, che ero solo…una…una sporca
Mezzosangue e non avevo diritto di ficcare il mio lur…ido
naso… » siamo fermi in mezzo al corridoio davanti
ad uno scompartimento con lo scorrevole aperto, ma io non riesco a
vedere chi c’è dentro perché le lacrime
distorcono la mia visuale. Sento la mano di Lupin sulla mia spalla
«nei suoi..aff…affa…» la voce
mi muore in gola.
«Io…Lily, scusami. Non sapevo…non
credevo ci fossi rimasta così male…Io volevo
soltanto dire che…» la mano di Remus vola via
dalla mia spalla come se fosse stata scaraventata lontano.
«Togliti dai piedi, Rem!» due palmi enormi mi
stringono i polsi e mi allontano le mani dal volto arrossato e umido
«Cosa accidenti le hai fatto? Vi lascio da soli cinque minuti
e me la riporti sotto gli occhi in lacrime?!»
Potter è seriamente adirato con Remus, che nemmeno cerca di
convincerlo che lui in realtà non mi ha fatto nulla. Che non
è lui il movente dei miei dispiaceri.
«Lily?» smetto di piangere. Di chi è
questa voce? Ha un tono di premura che non avevo mai
sentito…«Lily…ti vuoi sedere? Mi dici
cos’è successo? Ti va?» …Ma
questo non è…Potter?
«No…oh,io…» una mano mi
asciuga le lacrime lentamente e si scontra con la mia mentre faccio la
stessa cosa «…S-Severus è
stato…» non riesco ad andare oltre
«Quella feccia le ha fatto di nuovo qualcosa?» lo
sento domandare a Lupin. Mentre si rivolge a lui il tono dolce e
premuroso è sparito e le sue corde vocali sembrano suonare
una musica tutt’altro che dolce.
«No. Ma stavamo parlando di lui e…»
«Lily. Lily…Mi dispiace.»
Alzo gli occhi, intimorita e incerta se aspettarmi o meno il suo
sorriso sghembo dannatamente idiota. Però non lo trovo. Mi
tiene per le spalle con le sue mani dalle dita affusolate e
l’argento sui suoi occhiali e sull’orologio al suo
polso luccicano sui vetri degli scorrevoli vicini. Mi sta sorridendo
tristemente e ha la fronte tutta corrugata. I capelli neri sono sparati
in tutte le direzioni, scomposti e disordinati come al solito. Non
riesco nemmeno a muovere un muscolo per dirgli di lasciarmi andare o
farlo da sola. Ho come l’impressione che mi abbia letto nel
pensiero quando scosta lo sguardo dal mio viso e lascia cadere le
braccia sui fianchi strettissimi.
«Vuoi sederti?» una voce profonda irrompe dietro la
spalla di Potter: è Black, il suo amico inseparabile
«La madre di James mi ha lasciato una crostata. Vieni dentro,
te ne offriamo un pezzetto.» declama sorridente.
Ora il mio viso è asciutto, ma James Potter continua a
guardarmi come se fossi un cagnetto bastonato sotto i suoi occhi
impotenti. Remus ci supera ed entra nello scompartimento, chiude lo
scorrevole e ci lascia fuori. Da soli.
«Mi dispiace,» dice con tono serio «per
Mocciosus. Tu…lui…insomma, mi dispiace Lily.
Io…» incredibile. Arrossisce per la prima volta da
che vedo il suo brutto muso aggirarsi furbetto per Hogwarts
«…non ti avrei mai trattata
così.»
«Lo so.»
Anche lui sembra stupito dalle mia parole, eppure è la
verità. «Lo so che non mi avresti mai detto che
sono soltanto una stupida Mezzosangue Babbana di nascita talmente
fissata con lo studio che non riesce nemmeno a mangiare decentemente,
nonostante gli Elfi domestici di Hogwarts cucinino tutte quelle
leccornie, che mi occupo dei tuoi affari con modi decisamente
invadenti, che sono maldestra e piango per delle idiozie o
che…»
«…o che sei logorroica come pochi, quando prendi
confidenza con qualcuno. Vero?»
Ci sorridiamo. Lui si passa una mano fra i capelli e socchiude gli
occhi. Poveretto, dev’essere un riflesso incondizionato.
«Va bene.» sospiro «Mi avete convinto. Ti
do una possibilità…James» soppeso
l’ultima parola con particolare enfasi, per fargli
strabuzzare ancora di più gli occhi
«Dici sul serio?» la sua faccia sembra quella di un
bambino a cui è stato appena riferito di aver ereditato
Mielandia «Tu…Evans, no cioè,
Lily…»
«Possiamo provarci no? Tentar non nuoce, spero.»
allungo la mano e lui subito l’acchiappa come se fosse il
Boccino d’Oro della partita del secolo; il mio dorso scompare
nella sua mano abbronzata.
«Amici?» mi chiede esitante
«E sia.»
«Non ci posso credere.»
«Beh, come inizio sei un po’ troppo
esaltato» lo bacchetto con un dito alzato «vediamo
cosa mi suggerisce la crostata di tua madre, Potter.»
Ridiamo entrando nello scompartimento. Sirius Black e Remus Lupin si
scambiano sguardi sorpresi.
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