Le relazioni pericolose

di Nyssa
(/viewuser.php?uid=21402)

Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Hermione si guardò attorno preoccupata consultando l’orologio che portava al polso

Premessa: rileggendo quello che ho scritto, trovo giusto fare qualche precisazione, sennò sono la prima a non capirci più niente. La storia è ambientata al settimo anno di Hogwarts, bene, fate come se il sesto libro non fosse mai esistito oppure pensatela come un AU, boh. Voldemort è morto, come specifica Draco nei precedenti capitoli, ha malamente tirato le cuoia in circostanze assai misteriose e tuttavia i mangiamorte sono ancora a spasso per il regno magico. Ecco, a questo punto credo che la cosa risulti più comprensibile, scusatemi tanto per essermi dimenticata prima questi dettagli abbastanza importanti. Chiedo umilmente venia.

Chiedo scusa anche per il fatto che gli scritti sono pieni zeppi di errori ortografici e di ripetizioni, scusate…

Ciao!

Nyssa

 

Hermione si guardò attorno preoccupata consultando l’orologio che portava al polso. Mancavano dieci minuti all’appuntamento con Malfoy in biblioteca e lei non voleva assolutamente arrivare in ritardo, era una persona puntuale di natura, eppoi la McGranitt sapeva della loro prima lezione e sarebbe di sicuro venuta a controllare, quindi doveva fare bella figura.

Con i libri di Erbologia, Trasfigurazione e Incantesimi sotto il braccio, la ragazza si diresse verso la biblioteca dove stavano alcune matricole alle prese con i problemi di Aritmanzia e un Tasso occhialuto del secondo anno che si stava facendo venire un’intossicazione da caffè a furia di berne per poter leggerne i fondi e superare il compito di Divinazione di quel mercoledì; quell’ultimo anno, infatti, la Cooman si era messa a fare verifiche scritte su quanto vedevano nelle tazze, Harry e Ron non l’avevano presa bene, in ogni caso il voto saliva con l’indice di catastrofi che si riuscivano a prevedere: maggiore era il numero di persone in pericolo di vita, epidemie di aviaria e incidenti, più il voto si avvicinava al fatidico 9, eh sì, 9 perché lei più di 9 non dava, 9 era il suo numero preferito e, guarda caso, indicava proprio la morte.

Il suo tavolo sotto la finestra era vuoto. In realtà quel tavolo era sempre vuoto, tutti sapevano che era “riservato”, proprietà privata di Hermione Granger fin dal primo anno. Appoggiò il carico di tomi sulla ruvida superficie di legno e si rilassò su una delle sedie a disposizione. Controllò le incisioni fatte con strumenti di fortuna come temperini e oggetti appuntiti, qualcuno aveva scavato un fiore proprio accanto al suo posto e sapeva anche chi, era stato Victor Krum al quarto anno, dato che lei gli aveva fatto un regalino per la partenza, lui si era sentito in dovere di fare qualcosa in cambio e così aveva preso qualcosa dalla tasca e, coperto da una pila di libri, le aveva inciso quel fiore iscritto in un cuore; quando lei era distratta e pensava a qualcosa guardando la finestra, aveva il tic di toccare quel piccolo ricordo della persona che le aveva detto che era bella e che avrebbe voluto uscire con lei.

Era stata una stupida a rifiutarlo in nome di chissà cosa… di Ron? Probabile, ma il rosso era già qualcosa se la considerava una ragazza e non un automa… le era dispiaciuto rifiutare Victor perché, nonostante fosse grande e grosso e rozzo e violento, con lei era sempre stato gentile e premuroso, dolce e timido.

Già, era stata una stupida, esattamente come era una stupida adesso a farsi venire le palpitazioni per la prima lezione con la serpe, perché adesso il battito le stava aumentando? E perché non riusciva a stare ferma sulla sedia? I compiti che aveva in mente di fare prima di incontrare Malfoy dovevano essere rimandati, se continuava a quel modo avrebbe fatto un pasticcio con la relazione per Piton, avrebbe sbavato tutto l’inchiostro, le sarebbe toccato riscriverla da capo (ed era già alla settima pagina!) e non avrebbe dormito la notte per terminarla, per arrivare al giorno dopo con due occhi da rospo e la faccia di uno zombie.

La bibliotecaria le si avvicinò sorridente, era una donna alta e allampanata, che aveva preso in simpatia Hermione quando aveva cominciato a notare il quantitativo di volumi che leggeva o prendeva in prestito. La salutò con la mano rivolgendole un sorriso, poi si diresse verso due studenti di Corvonero che stavano sghignazzando dietro un tomo voluminoso che probabilmente non era quello che appariva.

Ok, ancora 5 minuti e poi tutta quell’agitazione sarebbe terminata.

Eppoi un pensiero la colse.

Perché doveva essere lei ad aspettare lui?

Perché doveva farsi venire quell’agitazione incredibile? Che se la facesse venire lui!

Risoluta per qualcosa che nella sua testa non era ancora ben definito, riprese la sua roba e si diresse verso il banco della bibliotecaria

-          Potrebbe tenermi qualche minuto i libri, non mi fido a lasciare tutto sul tavolo e ho scordato delle cose in camera

La donna annuì e prese in consegna la borsa, dopodiché la Caposcuola del Grifondoro scomparve oltre il portone.

Quando ebbe oltrepassato la soglia prese un respiro e si incamminò per il corridoio nella direzione opposta a quella da dove lui sarebbe arrivato.

Si diresse in Sala Grande, dove sicuramente c’erano ancora quei deliziosi biscottini della mattina se qualcuno dei suoi compagni ingordi non li aveva già finiti prima…

Tiger e Goyle stavano casualmente abbuffandosi di muffin al tavolo delle serpi, Hermione rise e si sedette alla sua tavolata dando loro le spalle, ripensò a quando aveva preparato la pozione Polisucco al secondo anno, quel maledetto intruglio era stato maledettamente complicato da dosare a dovere, incastrare i due tirapiedi di Malfoy, invece, era stato uno scherzo: due pasticcini volanti. Andiamo, ma chi sarebbe stato così stupido da raccogliere due dolcetti che se la volavano in mezzo al corridoio? Solo quei due gorilla ne erano capaci e per il loro trio era stato un bene, ma più pensava al secondo anno e più trovava indizi della stupidità dei compagni del biondastro.

Salutò Colin Canon che stava trafficando con la sua fedele macchina fotografica e che ricambiò il saluto con il consueto entusiasmo

-          Che fai Colin? – domandò al biondo senza fretta vedendo che avvitava qualche bullone con un cacciavite

-          La mia macchina ha qualche problema – sentenziò aggrottando la fronte – ho pescato Cho Chang assieme ad un nuovo ragazzo e volevo scattare qualche foto per metterla sulla Gazzetta di Hogwarts, solo che lei mi ha visto e ha buttato a terra la mia preziosa macchina – la grifoncina avrebbe giurato che Canon aveva pianto per la sua macchina, le voleva bene più che ad una persona in carne ed ossa, sicuramente più che al fratellino – così adesso fa degli orribili baffi di luce sulle fotografie – continuò il ragazzino soffiando sugli ingranaggi – e ho dovuto rimetterla a posto…

Terminando di parlare sorrise alla compagna e scattò una foto di prova alla tavola dove c’erano altri grifoni intenti a ripassare e studiare

-          Perfetto, adesso funziona! – dichiarò esultante – adesso posso andare a sviluppare le foto della Corvonero, spero che il suo ragazzo la molli… - Hermione si domandò come mai Colin avesse così in antipatia la ex di Harry, poveretta, dopotutto l’anno prima era stata anche bocciata perché aveva frequentato troppe poche ore…

-          Mi dispiace un po’ per Fletcher – disse la ragazza sgranocchiando un biscotto

-          Fletcher? – chiese stupito Canon osservandola

-          Sì, Fletcher, il suo ragazzo…

-          Ma non lo sai che si sono mollati tre giorni fa? – chiese ancora più scandalizzato il biondo – adesso sta con Everett, quello di Serpeverde

Per poco Hermione non si lasciò cadere la mascella, non riusciva proprio a stare dietro a tutte le storie di quella ragazza, già ai tempi del quarto anno se li girava un po’ tutti, stava con Diggory, che era pure un bel figliolo, e se la faceva anche con Harry, che a quel tempo era ancora alto un metro e sessanta e le arrivava più o meno alle spalle, eppoi avevano saputo durante l’estate che aveva smesso il lutto per la morte di Cedric e si era dedicata ad un altro tipo, da allora la sfilza di ragazzi che si passava non aveva avuto termine e Colin sembrava provare un piacere perverso a mandare sulla prima pagina tutte le foto che la riguardavano, Harry commentava disgustato, non avrebbe mai creduto che Cho fosse una ragazza così facile, ma col senno di poi…

Controllò l’orologio, un minuto e sarebbe stata l’ora fatidica di incontrarsi con Malfoy.

Che aspetti pure, si disse continuando a mangiare, per una volta sarà lui a dover cedere!

Lavanda, dall’altra parte del tavolo la guardò storto

-          Non mangiare così tanto – la ammonì la moretta rifacendosi il trucco con attenzione – non sei proprio in linea e se continui a fare pasticci fuori pasto poi…

L’altra si alzò sbuffando, avrebbe preferito fare lezione con Piton che ascoltare le prediche di Lavanda che le diceva di dover perdere 5 chili. Ma erano proprio fissate…! Si guardò sconsolata la pancia, non era propriamente in forma, ma non era neppure ai livelli della Bones, non si vergognava così tanto di se stessa, anche se, potendo, si sarebbe fatta più alta di una decina di centimetri e un po’ più magra, avrebbe cambiato i capelli e anche la misura di reggiseno. Sospirò tornando nei corridoi, girovagando ancora tra le pareti di pietra.

All’improvviso svoltò l’angolo e si ritrovò faccia a faccia con Malfoy che per poco non le corse sopra, la faccia del biondo, deformata in un moto di rabbia, la diceva lunga sulle conseguenze che avrebbe potuto subire a causa della sua scappatella. Decisamente stare assieme a Ron e Harry non faceva bene al suo senso del dovere.

-          Mezzosangue dove cazzo eri finita? – esordì con la solita finezza la serpe, mentre il volume della sua voce superava di un bel po’ la soglia del dolore

-          Avevo da prendere delle cose – rispose lei restando sul vago, Draco sembrava davvero infuriato nero, e solo perché l’aveva fatto aspettare un paio di minuti…

-          Cosa?

-          Il manuale sui 100 modi per ammazzare Draco Malfoy

-          Spiritosa – sibilò cattivo stringendo gli occhi fino a farli diventare due fessure

-          E comunque non sono affari tuoi! – ribatté piccata lei cercando di liberare il polso dove lui la stava tenendo facendole quasi male

-          Sono sì affari miei se quando dobbiamo vederci tu te ne stai a passeggiare per questo ammasso di pietre cadenti

Hermione si tappò un orecchio con la mano libera mentre lui continuava a gridare come un forsennato sulla cosa di non dover fare aspettare Draco Malfoy eccetera eccetera, sul fatto che doveva arrivare puntuale e…

Continuando a parlare cominciò a trascinarla per i corridoi mentre lei tentava di tenere il passo della camminata di lui, più spedita del solito a causa della rabbia, sogghignò maligna, il suo piano era stato perfetto, l’aveva davvero mandato in bestia, anche se, nell’idea originale aveva progettato di lasciarlo lì ad aspettare per circa mezz’ora, non si era certo immaginata che lui partisse e la andasse a cercare, reclamandola come oggetto di proprietà

-          Smettila di sghignazzare e cammina

Quando oltrepassarono il portone di accesso alla biblioteca gli altri studenti si fermarono di colpo e li guardarono sbalorditi, alcuni sbarrarono gli occhi mentre altri bisbigliavano alle orecchie dei compagni, la signora Pince rivolse ad Hermione un sorriso compassionevole mentre lui la trascinava tra i tavoloni e si avvicinava a quello sulla libreria

-          Non qui – scandì lei tirando dall’altra parte e beccandosi un’altra occhiata incollerita, poi gli occhi argentati di Malfoy si alzarono al cielo e lei ne approfittò per avvicinarsi al suo tavolo e sistemarsi di fianco al fiorellino inciso, gli altri li stavano ancora osservando inebetiti

-          Fatevi i cazzi vostri! – gridò il caposcuola di Serpeverde all’indirizzo degli altri occupanti della stanza, ritrovandosi lo sguardo severo della bibliotecaria piantato in fronte, gli altri si affrettarono a fare qualcosa e parvero stranamente occupati ad appuntire le penne e a grattare la carta, la sua tutor sospirò sconsolata, poi andò a ritirare il suo materiale al banco del supervisore

-          Hai cercato di darti alla fuga? – le sussurrò all’orecchio la vecchia addetta ai libri calando un poco gli occhiali che portava sul naso e sorridendole

La ragazza ricambiò il sorrisetto e fece un gesto che poteva significare sia sì che no. Dopodiché si risedette e aprì il tomo di Trasfigurazione.

-          La prof mi ha detto che le peggiori lacune sono sul trasformare un essere vivente in un altro essere vivente – scandì – apri il libro a pagina 473

-          Non trattarmi come uno scolaretto – grugnì lui aprendo il tomo a caso

-          In questo caso è quello che sei – gli sorrise lei

-          È roba che non servirà mai!

-          Beh, puoi sempre trasformare Nott, Tiger e Goyle in qualcosa di più utile di quello che sono adesso – celiò lei, lui ghignò – oppure i tuoi due Weasley in affascinanti donnole, - lei sbuffò facendo volare un ricciolo che le sfuggiva al fermaglio e alle forcine che si era piantata in testa dopo pranzo, nella speranza di avere un aspetto presentabile

-          Non siamo qui per discutere sul cosa farne, vedi di applicarti e studia, qualcosa dovremo pur fare!

-          Io qualche idea in proposito ce l’avrei – rise maliziosamente lui passandosi la punta arrotondata della penna stilografica sulle labbra

Hermione s’impose di non arrossire, perché quella di Malfoy era una vera e propria provocazione

-          Credevo che una mezzosangue come me ti facesse schifo – rispose cauta fingendo di interessarsi ad una figura animata del libro, per quel che ne sapeva potevano anche esserci i puffi che ballavano, lei stava aspettando la risposta

-          Non capisci mai niente – fu quel che giunse alle sue orecchie

-          Allora vedi di provare a trasformare il tuo anello in qualcosa così fai un po’ di pratica – disse cercando di non sembrare troppo arrabbiata per la risposta inconcludente

Malfoy ghignò ancora, malignamente, poi posò il cerchietto d’argento, lucido e perfettamente levigato sulle pagine ingiallite dei libri, estrasse la bacchetta, la puntò sull’oggetto e sibilò qualcosa, in un istante l’anello si trasformò in un serpentello bruno a strisce gialle che si muoveva rapido e ondeggiante verso l’altro capo del tavolo dove era seduta la grifondoro.

Hermione balzò in piedi gridando a squarciagola, poi si appiattì contro la parete che le impediva la fuga mentre l’animale si avvicinava sempre più

-          Petrificus! – scandì una voce arrabbiata e il rettile si bloccò con la lingua fuori, Hermione dilatò le pupille per la paura senza il coraggio di voltarsi a vedere chi aveva fermato il suo incubo.

La professoressa McGranitt si girò verso il biondo studente della casa di Salazar e lo guardò nel modo peggiore che riuscisse

-          Signor Malfoy! – strillò – non lo sa che è pericoloso evocare certi animali?

-          Ma è stata la Granger a dirmi di trasformare l’anello – si difese il biondo che già sentiva pulsare le tempie per la ramanzina in arrivo

-          Di sicuro, vista la sua reazione, la signorina Granger non le avrà espressamente chiesto di trasformare l’anello in un serpente – sottolineò ancora l’insegnante

-          Sull’anello c’è una serpe – giustificò l’erede del casato Malfoy – ed è stata la prima cosa che mi è venuta in mente…

-          E doveva proprio essere velenoso questo serpente? – sospirò ancora Minerva McGranitt puntandosi le mani sui fianchi, il biondo si limitò ad alzare le spalle con noncuranza mentre Hermione, ancora sotto shock, si accasciava sulle ginocchia dopo aver visto il serpente tornare alla forma dell’anello al comando della prof

-          Si sente bene, signorina? – chiese la McGranitt mentre anche la bibliotecaria, prima distratta a riprendere qualche studente, accorreva agitata, la grifondoro annuì automaticamente con la testa mantenendo lo sguardo fisso e perso

-          Signor Malfoy, la aiuti almeno a sedersi su una seggiola! La sua mancanza di buone maniere è grave…

Malfoy sbuffò e si avvicinò alla mezzosangue prendendola sotto le braccia e cercando di tirarla su come un sacco di patate, ovviamente tirare su un peso morto era piuttosto problematico, soprattutto visto che Hermione sembrava inebetita e non collaborava e la prof era occupata a ragguagliare Madama Pince sull’accaduto.

Sospirando tristemente Malfoy si posizionò meglio e strinse Hermione sull’addome in modo da tirarla su con un po’ più di facilità.

Ovviamente, mentre faceva questo, cercò anche di convincere se stesso che l’occhiata alla biancheria di pizzo che s’intravedeva sotto lo scollo a V della camicetta era stata puramente casuale, alzò lo sguardo al cielo dopo aver adocchiato la trama del reggiseno e decise che doveva concentrarsi per riportare la Granger al tavolo; impresa difficile, i suoi sforzi sembravano vani ed Hermione scelse proprio quel momento per ridestarsi dalla sua trance e gridare un “Ahia!!” quando il biondastro le premette il polso sullo sterno, azione che la fece finire nuovamente distesa per terra colpendo il ginocchio sul freddo pavimento

-          Signor Malfoy… - lo riprese la McGranitt battendo il tacco della scarpa sul pavimento, - con delicatezza!

Parla bene questa! Si disse tra sé il cercatore verde-argento, tanto la devo sollevare io!

-          Pesa! – disse con poca galanteria Malfoy facendo arrossire Hermione

La prof congiunse le mani con aria teatrale facendole schioccare e osservando intensamente il soffitto

-          Veda di sbrigarsi – lo ammonì ancora

Alla fine, in preda alla disperazione, strinse Hermione con entrambe le braccia sulla vita e la rimise in piedi cercando a quel punto di non cadere a sua volta, dubitava fortemente che la Granger sarebbe riuscita a sollevarlo visto lo sforzo che aveva fatto lui per tirare su lei. Sbuffò cercando di non pensare che per rimetterla in piedi l’aveva praticamente abbracciata e questo avrebbe inevitabilmente condotto ad altre riflessioni decisamente più “intime”: aveva urgente bisogno di Blaise!

Hermione sembrava imbarazzata quanto lui e si stava sistemando la camicia e la cravatta, aggiustava la gonna e sistemava i capelli

-          Sono tremendamente spiacente – si scusò con la prof facendo anche un inchino

-          Non si preoccupi – chiarì la vice preside – farò in modo che incidenti del genere non si verifichino più. Signor Malfoy, la bacchetta – disse perentoria e Draco estrasse il legno sottile e lo porse alla sua prof, sapendo perfettamente cosa ne avrebbe fatto.

E così la McGranitt lanciò un incantesimo all’oggetto in modo che non potesse più richiamare serpenti ed altra roba pericolosa, poi lasciò la stanza.

Draco si appoggiò svogliatamente la testa ad una mano stravaccandosi sul tavolo mentre lei raccattava le cose che aveva fatto cadere nel tentativo di scappare

-          E così Miss-So-Tutto-Io ha paura dei serpenti… - ironizzò tormentandosi le labbra con la piuma del suo pennino, Hermione arrossì e lo guardò male – anzi, potrei dire un autentico terrore… - e le sopracciglia si curvarono verso l’alto

-          La cosa non ti riguarda – rispose lapidaria lei e lui sogghignò

-          Chissà cosa succederebbe se una mattina ti svegliassi a letto con un serpente – ovviamente non era il caso di dire che il doppiosenso era quasi lampante, ma Hermione in quel momento non lo colse neppure tanto era distratta dall’idea della scena appena descritta.

Draco la vide irrigidirsi e notò come le pupille le si dilatassero dal terrore, evidentemente non aveva colto il sottinteso della frase, doveva avere davvero paura dei rettili

-          Sarebbe impossibile – dichiarò infine la ragazza sollevando il mento in segno di sfida – c’è l’incantesimo di protezione al Grifondoro, in modo che la gente non faccia malefici agli studenti che dormono

No, decisamente non aveva capito, Draco sopirò tristemente, sarebbe stato più difficile del previsto

-          Dovresti dimagrire, sai, mezzosangue? – disse lui cambiando completamente discorso

-          E a te cosa importa? – chiese a sua volta

-          Pesi una tonnellata, ci ho messo mezz’ora a tirarti su!

-          E suppongo che i palpeggiamenti non fossero compresi nel prezzo – brecciò lei, lui finse di non interessarsi alla cosa visto e considerato che stava cercando di convincersi che non l’aveva volutamente sfiorata, ma solo toccata per sbaglio mentre le faceva il favore di rimetterla in piedi. Avrebbe passato un’altra notte in bianco, se lo sentiva.

-          Non sarà che non riuscivi a sollevarmi perché sei fuori allenamento? – chiese lei cattiva

-          Cosa staresti insinuando? – questo era lui, che il doppiosenso l’aveva capito benissimo

-          Che come giocatore di quidditch non vali niente, non riesci neppure a sollevare ME!

Il nervoso di Malfoy, sommato al mal di testa, gli stavano lanciando dei messaggi e lui sapeva che, se non avesse assimilato al più presto della nicotina, avrebbe avuto una crisi isterica.

La Granger era TROPPO innocente, non si era neppure accorta di quello che si poteva pensare della frase che aveva pronunciato…

-          … eppoi sei fuori allenamento anche in “altre materie” – si beffò lei – soprattutto da quando la Parkinson ti manda in bianco

Ecco, appunto, colpito e affondato. Lei sapeva quel che aveva detto. Alt! Ma lei come l’aveva scoperto di Pansy?

-          Cosa vorresti dire? – domandò sporgendosi sui libri aperti e assottigliando gli occhi

-          Che Pansy ti manda in bianco – rispose candidamente lei facendo gli occhi dolci

Malfoy ingoiò un insulto piuttosto pesante e tornò a sedersi

-          Chi ti ha detto che Pansy mi da picche? – chiese come se non fosse vero

-          Pansy – Merda.

-          E da quando fai amicizia con Pansy Parkinson di Serpeverde – d’accordo, stava ripiegando e non era da lui, ma su quell’argomento aveva bisogno di rifletterci ancora un po’, la mezzosangue era scorretta.

-          Da quando mi ha chiesto di prestarle le mie forcine per capelli

Dracò sgranò gli occhi e la guardò, non riusciva a immaginarsi la sua ex compagna di letto che chiedeva alla mezzosangue, per cui provava un’avversione tutta speciale, di prestarle fermagli e fiocchetti.

Chiuse gli occhi e massaggiò le tempie dolenti. Di questo passo sarebbe finito in infermeria entro dieci minuti! Urgeva una soluzione drastica.

-          Sta a sentire mezzosangue – il tono era cambiato – ti propongo un patto – Hermione lo guardò fingendo disinteresse mentre lui continuava serio – tu mi fai i compiti di Babbanologia e Trasfigurazione e io ti faccio le pozioni di Piton, così prendi Eccellente anche nella sua materia e non ci scassiamo le balle con questa storia delle ripetizioni

Lo sguardo dubbioso della Granger non lo aiutò

-          Così non impariamo niente né io né te – specificò – tu non farai Babbanologia e Trasfigurazione e io non imparerò come fare Pozioni

-          Ma avremo un bel voto tutti e due

Proposta interessante, disse il cervello di Hermione alla ricerca della riuscita totale

-          Facciamo così: io ti faccio Babbanologia e studiamo assieme le altre e in cambio mi aiuti di Pozioni, senza farmi i compiti

-          E che dovrei fare?

-          Mi aiuti con la pozione e mi spieghi come farla – dopotutto era risaputo che Malfoy aveva E in Pozioni

-          Però tu mi fai i compiti di Babbanologia e Trasfigurazione

-          Sveglia Malfoy, sarebbe ingiusto, io ti faccio due materie e tu mi aiuti solo di una

-          Ma Pozioni è più difficile

-          Ma Babbanologia e Trasfigurazione sono comunque due – Malfoy sospirò con il mal di testa allucinante in aumento

-          D’accordo, cosa vuoi in cambio

A quel punto Hermione fermò con la bocca aperta. Non aveva pensato a cosa chiedergli, aveva litigato solo per questione di principio. E adesso?

-          Ci devo pensare – rifletté – te lo dirò mercoledì quando faremo pozioni

-          Vedi di non chiedere roba assurda tipo il rispetto degli elfi domestici

-          Ho detto che ci penserò, nel frattempo per oggi terminiamo qui

-          Ecco, la prima cosa furba che dici oggi… finiamola, ho mal di testa e tra un’ora mia spettano agli spogliatoi

-          Se vuoi ti do qualcosa per farlo passare – replicò lei cominciando davvero a preoccuparsi del viso tirato dell’altro e dandosi ancora della stupida per fare la crocerossina

-          Cosa sarebbe?

-          Una medicina babbana molto efficace – spiegò tirando fuori un bottiglino di vetro dalla borsa

-          Scordatelo Granger, io non bevo roba babbana

-          Beh, allora puoi tenerti il mal di testa, nel mondo dei maghi non avete niente per farlo passare – lui parve riflettere

-          Va bene, d’accordo – decise, forse era meglio ingurgitare quella schifezza e arrivare alla sera che rintanarsi dalla Chips e rompersi le palle per il resto del pomeriggio

Hermione sorrise e fece comparire un bicchiere e dell’acqua

-          Quanto pesi? – domandò svitando il tappo

-          E a te che ti frega? – gentile come sempre, pensò

-          La medicina si calcola in base al peso, idiota – rispose seccata – non fa niente, andrò a occhio, è probabile che ti sentirai un po’ debole tra un’oretta, gli antidolorifici abbassano la pressione – lui la guardò male – ed è anche un po’ amara

Gli porse il bicchiere con acqua e una ventina di gocce.

Malfoy guardò in controluce l’oggetto e storse la bocca, poi appoggiò le labbra al bordo e bevve tutto d’un fiato pulendosi poi le labbra in un fazzoletto bianco e verde che aveva estratto dalla tasca

-          Che schifo – grugnì, lei sorrise

-          Quante storie, mercoledì mi dirai se ha funzionato – e senza dargli il tempo di replicare raccattò borsa e libri, salutò Madama Pince e si allontanò.

Draco la guardò allontanarsi sotto il peso dei tomi di Trasfigurazione: erano giunti ad un accordo civile o quasi, in questo modo lui non le doveva niente. L’aveva fatto solo per quello, perché non voleva avere debiti nei confronti di una come la Granger, anche se era sicuro che gli avrebbe fatto perdere la pazienza con quell’ultima cosa in cambio di Trasfigurazione. Scosse la testa e rimise insieme i suoi libri, prima di qualunque cosa doveva andare fuori a fumare o sarebbe impazzito.

 

Sulla porta di Hogwarts c’era Blaise che si faceva una canna in beata tranquillità.

-          Ciao Dra

-          Ciao Blaise

Si salutarono mentre il biondo accendeva una sigaretta.

-          Già finito di sedurre la mezzosangue? – chiese il moro osservando una classe di Hagrid inseguita da alcuni animaletti pelosi simili a Mokona e con una doppia fila di denti acuminati da far vergognare uno squalo

-          Cosa ti fa credere che voglia andare a letto con lei?

-          Oltre al fatto che me l’hai detto? Beh, vediamo… dovrei pensarci… - lo canzonò il ragazzo dai capelli scuri passando pensierosamente una mano sul mento

-          Blaise, ma sei sicuro che io e te siamo amici? – domandò il biondo sbuffando una nuvoletta di fumo, Zabini si stampò un sorriso sulla faccia

-          Ma certo

-          Beh, mi sembra che tu stia dalla parte sbagliata, allora – commentò ancora Malfoy e l’altro rise

-          Sono passato davanti alla biblioteca e vi ho visti a terra e la McGranitt per niente contenta

-          È stato solo un banale incidente

-          Banale incidente? – chiese Zabini – la McGranitt non sembrava d’accordo, parlava come di “cataclisma” e di “pericoloso”

-          Ma sì, uno scherzetto innocente…

-          Serpenti? – chiese l’altro

-          Già

-          Fanno sempre colpo – commentò

-          Adesso non più, mi ha fatto un incantesimo alla bacchetta

-          Cazzo, devi averla fatta grossa allora – borbottò il moro sparpagliando la ghiaia del viale

-          Però sono arrivato ad un accordo civile con la Granger

-          E sarebbe? Ti fa tutti i compiti senza fiatare perché è innamorata di te?

-          No

-          E allora?

-          Mi fa i compiti se le insegno a fare le Pozioni di Piton, è ambiziosa e vuole Eccellente a fine anno

-          E dell’altra faccenda non ne avete parlato? – chiese ancora il bel moro

-          Ci vorrà più tempo del previsto, se glielo dicessi chiaro e tondo in faccia non lo capirebbe

-          Questa volta te la sei andata a cercare – commentò Blaise rientrando un poco per non bagnarsi nel diluvio – hai scelto l’unica ragazza che non aspira a venire a letto con te

-          E’ solo una sfida, ovviamente ne avrò altre nel frattempo

-          Se se – ironizzò il suo migliore amico – ho come l’impressione che non lo farai…

-          E già che sai tutto perché non me ne dici anche il motivo? – Zabini rise

-          Guarda che ci tengo alla vita – e si allontanò

Esattamente come aveva immaginato, rifletté il Caposcuola, Blaise sapeva troppo. E il problema era che lui non sapeva!

Spense la sigaretta e rientrò.

 

Erano le tre del mattino. Lo sapeva perché la pendola nella Sala Comune aveva battuto tre rintocchi quasi un quarto d’ora prima. Hermione Granger se ne stava rannicchiata a letto accarezzando il suo gattone rosso e ascoltando il ticchettio della pioggia sui vetri della sua camera.

La porta che comunicava con il dormitorio femminile era aperta e si sentivano persone che russavano e altre che parlavano nel sonno. Qualcuno stava dicendo che aveva voglia di anguria e che se ne sarebbe mangiata un grappolo intero. Di angurie? Sollevò gli occhi al cielo. Non riusciva a prendere sonno ed era così disperata da ascoltare persino i vaneggiamenti di qualche addormentata.

Non dormiva perché pensava a Malfoy e questo non andava bene, anzi, era malissimo!

Era stato un bastardo facendola spaventare con quella storia del serpente e adesso era terrorizzata. Odiava i serpenti fin da quando era bambina e non aveva mai saputo dire perché; su una rivista scientifica aveva letto che il terrore per serpenti era una paura ancestrale risalente ancora ai tempi che gli uomini non erano altro che scimmie e si passavano le giornate a dondolarsi sugli alberi e a mangiare frutta tropicale, un po’ come facevano ancora oggi certi Serpeverde. Ovviamente questa perfettamente motivata spiegazione non era stata sufficiente a scacciare il panico che la prendeva ogni volta che vedeva un serpente, sia che fosse alla tv, su una rivista o dal vero, beh, ovviamente dal vero la reazione era amplificata e quello che era successo quel pomeriggio ne era una prova.

Eppoi c’era l’altra questione: quella dei compiti. Lei e Malfoy avevano fatto quel patto e non poteva certo dire che fosse svantaggioso, cosa le sarebbe costato scrivere qualche riga anche per lui? Certo, questo andava contro tutti i suoi principi per i quali si era sempre rifiutata di passare integralmente i compiti a Harry e Ron, tuttavia il biondo aveva fatto unos cambio equo, le avrebbe permesso di avere una scintillante E in Pozioni. Pozioni era l’unica materia in cui non riusciva a prendere il massimo dei voti e, anche se la maggior parte delle volte questo era dovuto al terribile astio che il prof provava nei confronti dei Grifondoro, sapeva perfettamente che quella materia, oltre a Volo, era il suo tallone d’achille.

Grattastinchi stiracchiò i muscoli e fece le fusa, grato alla sua padrona di quella razione extra di coccole.

Hermione prese un foglio e vis scarabocchiò sopra qualcosa per Harry, dopodiché piegò la carta a forma di aeroplanino e con un incantesimo lo spedì sul comodino del suo migliore amico, quando quella mattina Harry avrebbe preso gli occhiali, avrebbe trovato anche il suo messaggio che lo pregava di dire a Raimond che non stava bene.

Ok, era una bugia e lo sapeva, però dopo essere stata sveglia fino alle tre di mattina aveva voglia di farsi una sana dormita fino alle dieci del mattino senza rompiscatole, eppoi in Babbanologia non aveva problemi, poteva perfettamente superare i M.A.G.O. senza partecipare ad una lezione.

Sospirò tornando a coccolare il gatto.

Cosa doveva chiedere in cambio a Malfoy per i compiti di Trasfigurazione? Gli aveva detto che mercoledì gli avrebbe dato risposta, ma non aveva la più pallida idea di cosa domandargli, ovviamente erano da escludere concetti prettamente astratti come il rispetto e la giustizia ed erano da evitare cose come “basta retate” oppure “smettetela di tormentare Neville” perché senza dubbio i subdoli allievi della casa Slytherin avrebbero trovato un altro modo per tormentarli. Avrebbe potuto chiedergli di smetterla di chiamarla mezzosangue, ma ci avrebbe scommesso che Malfoy avrebbe preferito farsi da solo tutti i compiti piuttosto che cedere quel privilegio, provava un gusto perverso a ricordarle sempre e comunque le sue origini, ma dopo così tanti anni di molestie, l’aveva preso come un nomignolo dispregiativo, tipo quelli che li chiamano “pel di carota” perché hanno i capelli rossi.

Quando l’orologio del salottino battè la mezza i suoi pensieri erano ancora tutti per Draco Malfoy e questo era decisamente male. Avrebbe dovuto pensare a Ron, che le conciliava sempre il sonno, oppure mettersi a contare gli unicorni o le pecore, bersi del latte caldo e tranquillizzarsi, sì, avrebbe fatto così: si sarebbe rintanata sotto le coperte e avrebbe cercato di prendere sonno.

Così, facendo esattamente l’opposto, infilò le pantofole imbottite, prese un palid di pile dalla seggiola, se lo avvolse sulle spalle e scese nelle cucine dove, a quell’ora, non c’era mai nessuno, e si sarebbe potuta preparare una bella cioccolata o un tè per conciliare il sonno. Seguita dal gatto s’incamminò giù per la Torre di Grifondoro e scese al pianterreno, dove era il regno degli elfi domestici.

 

Draco Malfoy non riusciva a prendere sonno. Ricordava che, quando era tornato alla Sala Comune Serpeverde dopo gli allenamenti, aveva creduto che il mondo fosse sul punto di finire, quello che si era presentato ai suoi occhi era addirittura difficile da credere.

Tiger e Nott se ne stavano placidamente e pacificamente seduti davanti ad una scacchiera e giocavano agli scacchi dei maghi e qui c’era già materiale sufficiente per far credere a qualcuno di avere le allucinazioni

-          Da quando in qua sai giocare a scacchi? – chiese perplesso a Tiger che spostava il suo alfiere con aria pensierosa e subito dopo addentava una merendina

-          Nott mi stava insegnando – spiegò con la bocca piena, lui aveva alzato gli occhi al cielo

-          E dov’è Goyle? – aveva domandato ancora alla ricerca dell’idiota numero 2

-          Dovrebbe essere in camera… - disse la Greengrass perché Tiger era troppo impegnato a studiare la mossa migliore per mandare al massacro la sua regina

Quando aveva varcato la soglia aveva trovato Goyle steso sul letto che leggeva, no, dico, LEGGEVA!

-          Che stai facendo? – domandò anche a lui adocchiando il titolo del volume “Guerra e Pace”

-          Stavo leggendo questo bellissimo libro! – esclamò esultante e mostrandogli la copertina con un uomo e una donna che si abbracciavano – è una storia bellissima – continuò il ragazzo con occhi sognanti – ci sono lei che è…

-          Ma che ti sei fumato? – chiese Draco osservando il suo amico in quello stato pietoso – da quando sai leggere? Credevo che avessi smesso al secondo anno…

Tornando in sala comune, poi, aveva visto un primino mentre leggeva nientemeno che Topolino sdraiato sul tappeto e Milicent che preparava un analcolico alla frutta.

Ma in che razza di mondo era finito? Serpeverde era la Casa dei vizi, gola, lussuria, accidia… che fine avevano fatto? Rimpiazzati da analcolici alla frutta e libri per donnicciole, per non parlare di Topolino poi!

Poi si era accorto che era tutto un sogno.

Meno male, non credeva che avrebbe retto i suoi compagni trasformati in statuine del buon gusto. La Parkinson faceva brutti effetti con i suoi repentini cambiamenti, Draco pregava che la sua pessima influenza non venisse trasmessa al resto delle serpi. Un momento, non è che quello che aveva fatto era un sogno premonitore come quelli di cui fantasticava la Cooman? Di disgrazia si trattava, magari…

Si rifiutò di credere che i suoi compagni, incarnazione vivente di tutti i vizi capitali, potessero ridursi a quel modo…

Eppoi c’era la Granger. Se adesso se ne stava sul letto a fumare, anziché essere a dormire era tutta colpa sua.

Già, era lei che gli faceva perdere il sonno con quelle fugaci visioni del pizzo della biancheria e delle parigine, per non parlare dei capelli! Quelli non erano intimi, ma provocavano cose devastanti. Come far perdere il sonno al povero Draco Malfoy che, comunque, l’avrebbe recuperato la mattina seguente durante quella stupidissima lezione di Babbanologia. A quel punto, col patto che aveva fatto con la Granger, poteva anche permettersi di sonnecchiare per tutta l’ora, tanto ci avrebbe pensato lei a fargli i compiti, peccato che non potesse anche fargli le verifiche e sostenere le interrogazioni…

Basta, aveva provato di tutto per riaddormentarsi: aveva fumato come un camino, aveva contato pecore, agnelli, capre e ogni altro animale da fattoria che riuscisse a ricordare ed era ancora sveglio. Aveva provato a scacciare quella giornata e i conseguenti pensieri che ne derivavano dalla mente, ma la Granger tornava imperterrita nelle sue riflessioni, prima con quel ricciolo ribelle che le sfuggiva sempre dal fermaglio, poi con tutta la testa, seguita a ruota dalla camicetta. E qui le cose andavano sul difficile…

Deciso a prendersi una boccata d’aria fresca, scese dal letto, si legò in vita la vestaglia verde e argento di seta e uscì dal dormitorio, più che mai deciso a farsi un giretto al fresco dei corridoi, di ronda c’erano Finnigan e un tipo di Corvonero che di sicuro non si sarebbero sognati di disturbarlo nelle sue passeggiatine notturne.

Svoltò un angolo, salì una rampa di scale, camminò un po’ e notò una figura che si spostava furtivamente nell’ombra. Probabilmente qualche visitina notturna ad una ragazza. Decise di scoprire chi era il povero sfigato che si stava nascondendo dietro una delle colonne; si mosse piano e seguì la figura che procedeva veloce verso il passaggio principale e fu allora che scorse alla luce della luna la chioma a boccoli della mezzosangue che ondeggiava seguendo i suoi movimenti.

Cosa ci faceva la Granger in giro per la scuola a metà della notte? Bella domanda…

 

Spazio autrice: e così finalmente succede davvero qualcosa di un po’ più movimentato… spero che anche questo cappy vi sia piaciuto, aspetto qualche commento ^^, nel frattempo cominciamo a ringraziare…

frafavre: addirittura stupenda? Aiuto, così mi commuovo… e sono oltremodo contenta che ti sia divertita a leggerla, non sono molto brava a fare dell’umorismo, mi fa piacere sapere di esserci riuscita… ^^

Shavanna: povero Draco lo dico anche io… gliene farò passare delle belle! Mi fa molto piacere che ti sia divertita a leggere, spero solo di non cominciare a montarmi troppo la testa…!

Ciobar: (il tuo nick è fantastico) Come hai visto ho aggiornato un po’ in anticipo, soprattutto perché sono di qualche cap avanti e vorrei vedere se vi piace come prosegue la storia, sono curiosa come una scimmia *__* spero che anche questo cap ti piaccia e continui a seguirla! Ciao!

PS: viva le parigine!

8marta8: altro che ormoni che fanno la ola…! Poveretto, è sotto pressione e lo mandano pure in bianco… spero che anche il 3° cap ti piaccia, grazie per i complimenti!

 





Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=164731