Fapper
Un altro sorso.
Il liquido trasparente scende,
inesorabile, violento. Come un fiume imperioso che strascina con sé
detriti, l'alcol annienta ogni nero ricordo.
Disperazione.
Brucia.
La vodka non è mai piaciuta a Feliciano per questo; troppo forte,
troppo calda, troppo dura.
Arde nella gola, e irrompe nello
stomaco, sbriciola gli argini del fermo ricordo.
Il solito bicchiere di vino a cena
impallidisce di fronte a tanta forza distruttiva.
Già. Avrebbe potuto scegliere il
vino, ma con la vodka ci si ubriaca prima.
Almeno così credeva.
Un altro sorso.
Meno capiente. Non ne può più.
Il volto vibra, in preda a uno
spasmo acuto, agitandosi.
" Spero tu capisca."
Ma cosa dovrebbe capire?
Cosa?
Mesi di squisito piacere distrutti
nel corpo di quella donna?
I baci, gli sguardi, le carezze
sgretolati negli occhi di lei?
La facilità con cui è stato
rimpiazzato, gettato via, come uno straccio tanto sporco da non avere
più un utilizzo.
Come... Come, come un uomo che ha
visto volare via, sulle ali libere di quella donna tanto odiata, il
proprio amore?
È freddo il buio.
I brividi pungono le anche di
Feliciano, si incrociano sopra la schiena, si fanno acuti, si
affievoliscono. Muoiono.
Antonio avrà risposto al suo
messaggio?
Si infila sotto le coperte,
lasciando cadere la bottiglia per terra.
Si frantuma; il fischio acuto
infastidisce Feliciano, che, oramai avvolto dalle coperte, pensa di
avervi trovato un rifugio stabile.
È sicuro. È solo.
La vista è pesante, il fiato pacato.
Il ricordo doloroso è leggero,
nullo, vuoto.
Ma è l'illusione di aver dimenticato
che lo divora.
Ha bevuto la vodka!
Si sarebbe dovuto dimenticare di
Ludwig!
Sarebbe dovuto essere felice.
Così era scritto su quel sito.
La piccola mano sinistra, fredda e tremula, si posa sul polso destro.
S'avvinghia; le unghie la perforano. La pelle debole si spezza; si apre
uno squarcio rosso.
Vomita la ferita, si scaglia rabbioso il sangue.
Così diceva, sempre quel sito.
Anche una limpida lacrima zampilla; dolce scivola sulla rosea guancia.
Vi si posa, esausta e innocente, per lasciarsi morire in quel doloroso
oceano di piume.
Che notte, Feliciano, che notte!
Morfeo, consolatore, ti stringe tra le sue braccia, che tu possa
trovarvici un'amara consolazione eterna, o il rinvigorimento dallo spavento.
~
Grazie infinite a tutti coloro che hanno letto :)
Questa storia non mi piace, ma sentivo il bisogno di aggiornare <3.
Inizialmente era stata pensata come capitolo di "Daily Life", ma, per
evitare caos fra cambiamenti di rating eccetera, ho preferito
pubblicarla a se stante.
Grazie per essere giunti fino a qui!
Hadi.
|