Mi alzo lentamente, o forse lo penso e basta,
sono talmente stanca che non riesco più nemmeno a distiguere cosa sto fecendo da
cosa sto pensando. Alla fine realizzo di essere ancora distesa a letto. Stavolta
mi alzo per davvero, mi avvio barcollante verso la porta della camera e la apro.
Subito i miei polmoni si riempiono d'ossigeno. Ecco l'unico difetto di dormire
in una camera totalmente chiusa: la mia stanza si era riempita di anidride
carbonica. Decido di lasciare la porta aperta mentre vado in bagno. Quando mi
ridistendo mi viene in mente il sogno che ho fatto poco fa.
***
-Perchè mi trovo qui?-
chiedo ad alta voce.
Sono in classe seduta al mio solito posto. Però sono
sola, non c'è nessuno.
-Così...- dice una voce al mio fianco. Mi volto.
Accanto a me c'è un ragazzo, davvero molto carino. -Non c'è un motivo, sei qui e
basta-
Ha una voce dannatamente suadente e dolce...
***
Controllo l'orario per essere sicura di avere
trigonometria alla prima ora. No, ho chimica.
Ultimamente sono davvero distratta. Mi
dimentico facilmente ogni cosa. E' da tre settimane che il giovedì ho chimica
alla prima ora, ma io mi sono fissata che c'è trigonometria. Prendo i libri e mi
dirigo in fretta verso la classe.
Mi siedo al solito posto, in angolo, nella
condizione naturale di ogni uomo, la solitudine.
Io non
amici, prima di tutto perchè mi sono trasferita da poco qui a Los Angeles. Ma
anche quando abitavo a Phoenix non avevo amici. Mi piace stare da sola. Vivo da
sola in un'appartamento single e ho solo 17 anni. Ogni tanto fa un salto a
salutarmi mia sorella ma non vedo mai mia mamma. E' la manager di qualche
cantante. Non mi importa niente di lei come a lei non importa di me.
Entra
il prof e tutti si mettono composti. Subito dopo di lui entra un
ragazzo coi capelli e gli occhi dello stesso color ocra scuro. Si chiama Ray
Smith. Si siede accanto a me. E' un deja vù: è il ragazzo del sogno.
-Cosa stavate leggendo?- mi
chiede. Ha la stessa voce dolce che aveva nel sogno.
-Boh-gli rispondo- Non
mi interessa chimica-
-Nemmeno a me. Come ti chiami?-
-Qween
McBrian-
Lo guardo negli occhi. Perchè questa meraviglia umana sta parlando
proprio con me?, penso.
-C'è qualcosa?-, mi sorride. Faccio cenno di no con
la testa.
Mi giro verso il professore, ma non posso fare a meno di sentire il
suo sguardo su di me.
Mi metto a scarabocchiare il libro facendo finta di
prendere appunti.
***
Mentre
prende appunti, no, fa finta di prendere appunti, non riesco a staccarle gli
occhi di dosso. I capelli liscissimi neri le vanno sul foglio e lei li sposta.
Mi abbasso anch'io e le chiedo sottovoce se dopo la posso accompagnare a
casa.
-E' solo la prima ora, sta certo che trovi ragazze carine dopo da
accompagnare a casa-mi risponde.
-Mi offendi-le dico scherzando -Facciamo
così, finito tutto chi esce per primo rimane seduto sul muretto ad aspettare
l'altro. Che ne dici?-
Ti prego ti prego ti prego dì di sì, mia nuova
preda.
-Poi te ne dimentichi...- mi dice invece. Sembra che ci ripensi.
-Vabbè...facciamo come dici tu tanto te lo dimentichi-aggiunge
sussurrando
***
Lo
aspetto da poco ma sono già sicura che si è dimenticato dellì'impegno che si è
preso con me qulche ora fa.
Scendo dal muretto accompagnata dalle note di
Basketcase. Una mano mi afferra il
braccio. Mi giro e mi trovo faccia a faccia con Ray.
-Dove abiti?- mi
chiede.
-Vieni...- Non lo conosco nemmeno ma la sua vicinanza mi fa uno
strano effetto. Ho il battito accelerato e non sento neanche la musica che viene
dagli auricolari dell'i-pod. Percepisco solo la sua presenza.
Siamo di fronte
a casa mia. -Siamo arrivati- gli dico.
-A domani allora- Si china e mi da un
bacio sulla guancia. Io rimango immobile a guardalo mentre si gira e scompare
nell'angolo dietro la curva.
***
Spero di averla
conquistata. Non mi sembra una preda difficile ma è possibile che non l'abbia
ancora ben visualizzata.
In fondo è solo una preda. Una preda che è caduta
nelle fauci del predatore sbagliato e che fra un po' lo capirà. E sarà
dolore.
Io allora mi divertirò nel vederla soffrire, perchè in fondo è per
quello che sono stato creato. Il mio piacere personale è la sola cosa che conta.
Questa è la mia filosofia.
***
Sono confusa.
Sto andando
contro le mie regole, contro la mia filosofia, contro me stessa. Io non ho amici
e non devo averne. Devo pensare al futuro. Devo pensare a come starei se loro mi lasciassero di
nuovo sola...
Come è già successo sette anni fa...
Non devo pensarci. Devo
solo pensare che fra poco arrivano mia sorella e il suo ragazzo.
Preparo la
tavola e da mangiare poi mi siedo sul divano a guardare la TV mentre li aspetto.
Faccio un giro di canali e dopo aver realizzato che stasera non fanno niente,
giro su Mtv dove vedo il video di When I Come
Around per la quinta volta.
Suona il citofono. Sono
arrivati.