Ren,che ne sarà di me? di NanaOsaki (/viewuser.php?uid=28638)
Disclaimer: questo testo è proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.
Tokyo
2002, primi giorni di aprile. Nana e Yasu sono a casa di
quest’ultimo,che stanno tranquillamente chiacchierando e
facendo progetti per la band. Hanno bisogno di rilassarsi in attesa del
mega concerto che il giorno successivo vedrà i Blast
protagonisti.
-…E poi avremo i fuochi d’artificio, la
scritta “Blast” che scende dal soffitto, e alla
fine io urlerò “Grazie Tokyoo!!” e
salterò e..-
-Si Nana..faremo tutte queste cose,te lo prometto.
Ma…seriamente parlando.. ti vedo pallida..
cos’hai?-chiese Yasu
-Nulla…perché? Sono solo eccitatissima per
domani!-rispose la ragazza
-Non so…sei sicura di stare bene? Domani è il
grande giorno,suoneremo davanti a migliaia di persone,e non vorrei che
tu ti ammalassi oggi. Ti conviene andare da un dottore o stare a casa
tranquilla.. Ren oggi è a casa,giusto?
-Si,ma non ho alcuna voglia di tornare a casa. Ieri abbiamo
litigato… era una sciocchezza ma mi sono stufata di litigare
sempre. Non è che potrei rimanere qui fino a stasera?
Promettimi solo di non saltarmi addosso in caso dovessi
addorm….- Nana non riesce a finire la frase: sta male,
dall’espressione sembra che sia in procinto di vomitare.
-Tutto bene,Nana? Cos’ hai?- si allarmò Yasu. Se
Nana fosse stata male, il concerto sarebbe stato annullato,e la cosa
sarebbe stata catastrofica. Nana non se lo sarebbe mai perdonato, Shin
se la sarebbe presa con lei, Nobu avrebbe smesso di suonare e lui
avrebbe dovuto dire addio ai sogni di fama e popolarità che
aveva sempre,segretamente,sperato.
-No.. ora è tutto ok. Sarà il
clima…quest’anno è più caldo
del solito.- lo tranquillizzò Nana
Bussarono alla porta. –chi diavolo è ora?- disse
scorbuticamente Nana. Era Miu. Yasu le aprì e lei lo
baciò teneramente,senza pensarci,ma vedendo Nana si
tirò indietro. Non voleva che qualcuno la vedesse scambiarsi
effusioni con lui,pur sapendo che tutti erano a conoscenza della loro
storia.
-Ciao Nana…Scusate il disturbo…ero passata solo
per fare un saluto a Yasu,ma se siete impegnati tornerò
stasera.... Ehi- continuò la ragazza,il volto preoccupato
-…sei pallidissima.. qualcosa non va? Attacchi respiratori?-
- No no tranquilla,tu continua a sbaciucchiarti con Yasu,io ho solo un
po’ di mal di pancia..- rispose scorbutica Nana. Non voleva
porsi così,ma le era venuto spontaneo. Quella ragazza aveva
baciato Yasu davanti ai suoi occhi. E la cosa le dava fastidio.
-Nana…insomma…quante volte te lo devo dire di
essere gentile con le persone? Per di più è
Miu,la conosci! Fai la brava e mettiti a riposo- la
bacchettò Yasu.
Povero Yasu. Costretto a fare da padre a una bambina di nome Nana Osaki
che aveva passato i vent’anni ma ne dimostrava 11. Ma in
fondo le voleva bene lo stesso. Lei era Nana,e lui nel profondo
l’amava,qualsiasi cosa facesse.
Nana si infilò sotto le coperte del letto di Yasu, chiuse
gli occhi e fece finta di dormire. Ripercorse il suo passato. La morte
della nonna,il giorno in cui ha incontrato Ren, il giorno in cui hanno
fatto l’amore per la prima volta e il giorno della loro
separazione. Tutte queste cose se le ricordava benissimo,come se
fossero accadute pochi giorni prima. Si ricordava ancora le mani di Ren
che scendevano lungo i suoi fianchi,le sue parole sussurrate
all’orecchio che le dicevano di stare tranquilla,la sua
voglia di stringerlo a sé e non lasciarlo mai,la paura di
Ren di farle male e le parole di Nana che chiedevano ancora,e ancora e
ancora… queste cose se le ricordava tutte. Le venivano i
brividi lungo tutta la schiena se ci ripensava... a Ren aveva dato
tutto. La sua mente,il suo corpo,la sua anima. E Ren li aveva trattati
con estrema dolcezza. Lui la voleva,e Nana era come in suo possesso.
Apparteneva a Ren e lui apparteneva a lei, nessuno dei due era mai
stato veramente felice senza l’altro. Nana aveva capito fin
da subito che senza Ren nulla sarebbe stato come prima,nessuno
l’avrebbe più amata in un modo così
puro. Forse nessuno sarebbe mai stato più capace di provare
anche un sentimento simile a quello che legava i due. Dopo il concerto
dei Trapnest, nel suo cuore sarebbe voluta saltare su quel maledetto
palco che la divideva da Ren per abbracciarlo e baciarlo davanti a
tutti,ma il suo orgoglio e la sua paura non gliel’hanno
permesso. Aveva sempre saputo che Yasu aveva ancora contatti con lui,ma
non ha mai chiesto aiuto per rivederlo. Ha deciso di incontrarlo
pensando di riuscire a troncare ogni rapporto,ma chi voleva prendere in
giro? Lei sapeva che lo amava ancora. Dopo due anni,lo amava ancora.
Hachi,il giorno prima,le aveva chiesto se era ancora innamorata di lui.
Perché non aveva risposto? Non era forse amore il suo? No..
quella parola così comunemente usata come affetto,non poteva
essere associata al legame che la univa a Ren. Non poteva risponderle
con un “sì”,perché non
sarebbe stato vero. Lei era felice se Ren sorrideva, e Ren piangeva se
Nana era triste. È semplice amore questo? Attaccamento
morboso? Non lo aveva mai capito,o forse,non le interessava saperlo.
Voleva solo Ren. Ren,Ren,Ren. Voleva averlo solo per lei. Voleva essere
solo sua.
Nei suoi sogni però non compariva mai
Hachi. Lei faceva parte della sua vita in modo a sé
stante,non aveva bisogno di rivederla nei sogni. Si chiedeva spesso lei
se l’avesse mai sognata,ma non aveva il coraggio di
chiederglielo.
Hachi. Dolce,gentile e disponibile. A volte ingenua. Ma era stata
l’unica persona a volerle bene senza secondi fini. Ora lei
aveva Takumi,e sua figlia sarebbe presto nata. Anche lei pensava spesso
a un figlio. Magari non l’avrebbe fatto mai nascere,
“non sarei una buona madre” si ripeteva,ma in
realtà aveva sempre desiderato averne uno. In fondo, erano
anni che faceva l’amore con Ren. Possibile che non era mai
capitato? Aveva passato i vent’anni. E Ren,un
figlio lo voleva tanto.
Hachi stava per partorire, e lei? Una famiglia quando
l’avrebbe costruita? Per lei la famiglia erano i suoi amici e
il suo uomo. Ma non voleva altre persone? Si addormentò con
questa domanda.
-Nana…?- sussurrò Miu. Non ottenne nessuna
risposta.-Yasu…Nana dorme. Vuoi che vada o preferisci che
resti?-
-Resta pure-disse l’uomo,e l’abbracciò.
Si spinse oltre,baciandola prima sulle labbra poi sul collo. Infine,si
sentì aprire e chiudere una porta. Silenzio.
Nana si svegliò rintronata. Aveva dormito? Non se
n’era accorta. Guardò l’ora,vide che
erano le sei e mezza. Nel display del cellulare,anche due chiamate
perse: Ren.
-Cazzo- pensò –avrei dovuto avvertirlo che non
tornavo a casa. Ma…che diavolo è? Cosa sono
questi rumori?- tese l’orecchio. Sentì dei rumori.
Un leggero sbattimento di qualcosa contro un comodino,forse. I rumori
divennero più persistenti. Tum,tum,tum. Dei gemiti.
Un tuffo al cuore. Nana spalancò gli occhi.-No no no. Ti
prego no. Yasu e Miu sono di là. No diavolo no. Non
è possibile.- stava per scoppiare a piangere. Non voleva
sentire quello che stava sentendo. I rumori si intensificarono. Un
rumore stridulo uscì dalla bocca di Miu. Nana si
tappò la bocca per non gridare. “Non lo faremo
fino ai 50 anni”diceva Yasu scherzosamente. E Nana in fondo
voleva pensare che lo dicesse sul serio. Voleva che rimanesse suo per
sempre. “Bugiardo. Schifoso bugiardo. Non puoi farmi questo.
Avevi detto che ti eri innamorato di me,e ora? Ti stai scopando Miu
quando sai benissimo che io sono qui.” Nana non sembrava
più lei. In cuor suo,in quel momento stava odiando Yasu,o
forse,stava odiando Miu per essere nata.
Si nascose sotto le coperte,sperando di svanire nel nulla. Non voleva
che loro sapessero. Voleva svegliarsi da quell’incubo. Voleva
pensare di dormire ancora e che,sveglia,avrebbe capito che Miu non era
mai esistita. Ma quella era la realtà,e lei ne era
consapevole.
Chiuse gli occhi.
-Nana? C’è Ren al telefono. Vuole parlarti.-
La voce di Yasu svegliò la ragazza. Allora era veramente un
sogno? No. Se lo ricordava bene. Non era un sogno. E lei aveva solo
fatto finta di dormire. Erano le sei e quaranta e tutto era successo
veramente.
-Chi…chi?- chiese Nana
-Ren. Tieni.- rispose Yasu passandole il telefono.
Parlarono per qualche minuto. Nana disse che sarebbe tornata per cena e
di non preoccuparsi perché lei stava bene. “ti
amo”disse,e chiuse il telefono.
-stai davvero bene?- le chiese serio Yasu
-si…non lo so. Forse è meglio che vada da un
medico. Credo proprio che tu abbia ragione,è meglio che io
mi faccia vedere da uno specialista. Andrò ora. Grazie mille
per l’ospitalità e scusami se mi sono addormentata
nel tuo letto.- Nana pronunciò tutte queste parole senza una
grande convinzione,ma avrebbe tenuto fede alla promessa fatta.
-Nessun disturbo. Miu è andata via poco fa,ti saluta. Se
vuoi posso accompagnarti io..-
-No grazie. Vado da sola.-
Nana si diresse verso il suo medico. Sicuramente l’avrebbe
aiutata. La sala d’attesa era poco affollata,e dopo
mezz’ora toccò a lei entrare.
-Signora Osaki? Prego,è il suo turno.-
La porta dello studio si chiuse.
Nana tornò a casa,il volto distrutto. Ren appena la vide si
preoccupò:
-Cos’hai fatto?? Yasu mi ha detto che stavi male. Sei andata
a farti vedere?-
-….si- rispose la donna
-e cos’ha detto??-
-…-
-Nana,cosa ti ha detto? È qualcosa di grave? Nana? Devi
dirmelo!- Ren divenne visibilmente preoccupato
-Ren…io…devo chiamare Hachi.-
La ragazza prese il telefono e chiamò Hachi. Si chiuse in
camera.
Dalla sala,si sentì solo la donna piangere. Ren si
preoccupò tanto da chiamare Yasu,ma egli gli disse che non
sapeva come aiutarlo,visto che la ragazza non aveva parlato nemmeno con
lui.
Nana uscì dalla camera. Si asciugò il viso,e Ren
si avvicinò a lei.
-Pensi che ora sia spaventato abbastanza per potermi dire
cos’hai?-disse l’uomo agitato
-Ren.. non è una cosa facile da dire. Il medico mi ha detto
delle cose…non pensavo che sarebbe successo proprio ora. E
soprattutto,proprio a me-
-Nana che cosa ti ha detto il medico? Per favore dimmi cosa ti ha detto
quel fottutissimo medico! Ho bisogno di saperlo! Voglio sentire uscire
dalla tua bocca cosa ti ha detto,non saperlo da qualcun altro! Ti prego
Nana..-Ren stava per piangere. Per la prima volta,il suo Ren si era
mostrato vulnerabile.
-Ren…il fatto è…il dottore mi ha fatto
dei controlli…e….non so come sia
possibile….ma… sono al secondo mese di
gravidanza.-
|
Questa storia è archiviata su: EFP /viewstory.php?sid=168980 |