ALL
THIS PAIN
"If
you’re pretending from the start like this,
With
a tight grip, then my kiss
Can
mend your broken heart
I
might miss everything you said to me
And
I can lend you broken parts
That
might fit like this
And
I will give you all my heart
So
we can start it all over again."
One
Direction – Over Again
Non
sapeva nemmeno come si fosse trovato in cucina alle tre di notte;
Louis si era svegliato con il respiro spezzato, le coperte che gli
attorcigliavano le gambe e la fronte impellerata di sudore. Gli
occhi, spalancati all'improvviso, ci avevano messo qualche secondo ad
abituarsi alla scarsa luce che filtrava tra gli spiragli delle
tapparelle, non completamente abbassate. Non sapeva dire con certezza
perché si fosse svegliato, forse aveva fatto un incubo,
probabile,
ma in quel momento non se ne ricordava proprio. Aveva quindi deciso
di alzarsi dal letto, troppo vuoto, troppo freddo, e si era diretto
verso la cucina. Harry non era ancora tornato a casa e il pensiero
che si stesse divertendo a qualche party assieme a Nick lo mandava
fuori di testa. Non aveva mai sopportato il modo con cui quell'uomo
guardava il suo piccolo ricciolino, no, e non lo avrebbe mai
sopportato. In realtà non sopportava che qualsiasi persona
mettesse
gli occhi addosso ad Harry, era un altro il fatto, e doveva convivere
con quella sensazione di merda ogni fottuto giorno. Perché
era
risaputo: Harry Styles era desiderato da mezzo mondo e lui non poteva
farci niente, doveva sopportare in silenzio. Doveva guardare inerme
mentre lo spogliavano con gli occhi, doveva sopportare i commenti che
leggeva in giro e doveva sopportare anche che le persone lo
toccassero. E lui non poteva farlo, almeno, non in pubblico, doveva
osservare come a tutti fosse permesso di avvolgergli la vita con un
braccio per farsi una foto con lui. Ormai era diventato addirittura
geloso dei suoi amici, anzi, più che geloso, li invidiava da
morire.
Soprattutto quando, per esempio, Niall poteva avvolgere le spalle di
Harry senza alcun problema, mentre lui doveva osservare in silenzio,
senza poter proferire parola.
Sospirò
pesantemente passando in rassegna il contenuto di quel frigorifero:
succhi di frutta, qualche cosa da mangiare (che non sapeva nemmeno
dire se fosse commestibile o no); birra, tanta birra e altre
schifezze di cui sinceramente non aveva voglia. Da quanto tempo non
faceva una spesa decente? Anzi, quando mai aveva fatto una spesa
decente? A quelle cose ci pensava Harry, ma in quei giorni era
distante, sempre in giro con i suoi amici, sempre a fare festa. Non
lo vedeva per tutto il giorno e quando la notte tornava era
così
ubriaco che non potevano nemmeno scambiarsi due parole decentemente.
Quello era il loro problema: non stavano più passando del
tempo
insieme, come invece avrebbero fatto di solito. La sera, ecco, quello
era l'unico momento in cui potevano essere loro stessi e Harry
preferiva andare in giro ad imbottisi di alcol piuttosto che a
rimanere con lui. Un ringhio sommesso gli uscì dalle labbra
sottili
mentre afferrava una bottiglia di birra e chiudeva con rabbia lo
sportello del frigorifero. La luce che c'era stata fino a quel
momento si spense e il buio lo avvolse, assieme a quello che aveva
già dentro. Con passo sicuro raggiunse l'interruttore della
luce,
posto proprio lì vicino e accese la lampadina. Venne
accecato dalla
luce tenue e giallastra, tanto che fu costretto a portarsi una mano
davanti agli occhi, come per proteggersi da quel chiarore tanto
improvviso, quanto sgradevole. "Forse
era meglio lasciarla spenta" pensò
sbuffando mentre si apprestava ad aprire il cassetto, dal quale
estrasse un apri bottiglie. Gli occhi di Louis caddero sull'orologio
posto proprio sopra l'entrata della cucina; le lancette ticchettavano
rumorosamente nel silenzio di quella casa troppo vuota e segnavano le
quattro meno venti del mattino "Bell'orario per bersi una birra
in solitaria"
disse
sarcasticamente ad alta voce mentre stappava finalmente la bottiglia
e quel rumore, per un attimo, sovrastò il ticchettio
continuo e
assordante dell'orologio.
Cominciava
ad avere freddo ai piedi, mentre camminava scalzo sul pavimento
gelido e di marmo, per dirigersi verso la sala. Si ritrovò
ad
accendere tutte le luci della casa, mentre percorreva il corridoio
per ritrovarsi in salotto; non sapeva perché lo stesse
facendo, ma
tutto quel buio aveva cominciato a dargli fastidio e la solitudine,
accompagnata a quella oscurità, non era una gran bella cosa.
Louis
si buttò sul divano chiaro, lasciandosi sprofondare tra i
morbidi
cuscini chiari; gli occhi si persero nello schermo nero della
televisione spenta, mentre automaticamente la bottiglia arrivava alle
sue labbra. Un sorso, due sorsi...fino a quando non finì
completamente tutto il contenuto, non se la gustò nemmeno.
Allora si
alzò ancora, ripercorrendo quel sentiero illuminato e
stappò
un'altra birra; questa volta non andò in salotto, ma
salì di sopra,
per recuperare il suo cellulare. Mentre saliva le scale, beveva, e
quando si ritrovò in camera la bottiglia era ormai mezza
vuota.
"Sono un idiota, solo un idiota" disse tra i denti mentre
vedeva che sul cellulare non c'era nemmeno un messaggio, una
chiamata, nulla di nulla. Il vuoto più totale. Il vuoto di
quel
letto sfatto. Il vuoto di quella casa. Il vuoto che gli si stava
aprendo dentro lentamente.
Quando si erano ridotti così? Da
quando la loro relazione era andata così a puttane? Il
problema era
proprio che non riusciva a rispondere a quelle domande, che avevano
cominciato a frullargli nella testa e come un mantra continuo non lo
abbanavano, anzi, continuavano, come un tarlo opprimente, a
mangiargli il cervello. Non si accorse nemmeno di aver scagliato il
cellulare che, con uno schianto sordo, si distrusse contro la parete;
in quel gesto c'era tutta la frustrazione e la rabbia che provava in
quei giorni. E sì, lacrime di dolore e collera gli rigarono
le
guance, senza che potesse fermarle; abbandonò la bottiglia
sul
comodino, mentre si raggomitolava proprio al centro del letto.
Arrivò
ad afferrare il cuscino al suo fianco, proprio quello di Harry; lo
strinse al petto, affondando il naso tra le pieghe della federa,
ancora intrisa del suo profumo. Quel profumo che sapeva di lui e che
avrebbe riconosciuto tra mille; quel profumo di cui non si sarebbe
mai stancato, perché lo faceva sentire a casa. Eppure
sembrava che
stesse sparendo pure quello, come se stesse sbiadendo sempre di
più
mentre continuava ad inspirare in presa alla disperazione. Le lacrime
non avevano smesso di rigargli le guance, nemmeno un secondo,
perché
tutto quel dolore non smetteva un attimo di pulsargli all'altezza del
petto. La consapevolezza che Harry sarebbe potuto svanire,
così come
il suo profumo, lo faceva soffrire come non gli era mai capitato in
tutta la sua vita. Ma la sensazione opprimente che avesse ragione non
smetteva di torturarlo, perché non era ancora tornato?
"Harry"
si ritrovò a sussurrare il suo nome tra le lacrime, che
copiosamente
scendevano di lato, bagnando il copriletto, candido e stropicciato,
appena sotto di lui. La testa gli girava vorticosamente, senza sosta,
immagini e ricordi lo assalivano, come per fargli capire quanto tutto
fosse cambiato in quell'ultimo periodo. "Sadico, cervello mio,
sei proprio sadico" disse ad alta voce ridendo senza alcuna
felicità. Aveva anche cominciato a parlare da solo, forse
doveva
cominciare a preoccuparsi seriamente.
Chiuse gli occhi cercando
di non pensare e si girò per spegenre la luce della camera,
lasciando che filtrasse dallo spiraglio della porta solo quella che
proveniva dal corridoio. Sinceramente non aveva la forza necessaria
per alzarsi e andare al piano di sotto per spegnere tutti gli
interruttori, non gli importava. Che rimanesse tutto accesso. Si
ributtò sul letto, stringendo sempre convulsamente quel
cuscino non
suo e continuando a immergere il naso nella stoffa, cercando di
raccogliere ogni singola particella del suo odore. E si
lasciò
cullare da quel poco profumo, mentre la stanchezza post pianto
cominciava ad appesantirgli le palpebre che si chiusero, facendolo
scivolare in un sonno leggero.
§
§
§
§
§
§
Un
rumore lo fece sobbalzare e il suo cuore prese a battere
all'impazzata; scalpitava contro lo sterno freneticamente, quasi
volesse saltagli fuori dalla cassa toracica e finirgli tra le mani.
"Cosa diavolo..." mormorò ancora mezzo addormentato mentre
puntava gli occhi sulla radiosveglia situata sul comodino di fronte.
In crifre blu fosforescenti lampeggiavano le 5:30 e dedusse che
doveva trattarsi di Harry, che si era finalmente degnato di tornare a
casa. Molto probabilmente non si reggeva nemmeno in piedi, anzi, era
quasi sicuro che fosse così ubriaco che non sarebbe nemmeno
riuscito
a salire le scale ma che, piuttosto, si sarebbe addormentato sul
divano. "Ma che cosa sono tutte ste luci accese, che è
questa
casa, un albero di Natale?" sentì la voce di Harry ovattata
e
tutte le sue supposizioni si rivelarono errate, dato che proveniva
proprio dal corridoio. La porta della camera da letto si
aprì e
intravide l'ombra del ragazzo stagliarsi proprio di sul letto. Il
fruscio del vestiti che venivano tolti e che cadevano al suolo lo
portò a stringersi ancora di più il cuscino al
torace. Aveva voglia
di girarsi, per vederlo, per ammirare la farfalla che si era tatuato
proprio al centro del petto, sopra lo stomaco. Ma non aveva voglia di
farsi vedere sveglio, non voleva fargli pena, non voleva che vedesse
i suoi occhi gonfi di pianto...o peggio, non voleva scoppiargli a
piangere in faccia. Quindi serrò le palpebre quando
sentì il
materasso abbassarsi sotto il peso di Harry; eppure la voglia di
chiedergli dove cazzo fosse stato per tutta la notte gli spingeva
sulla punta della lingua, come un bisogno primordiale. Si
violentò
mentalmente per rimanere ad occhi chiusi, mentre sentiva un sospiro
provenire dall'altro, che si era infilato sotto lo spesso piumino
caldo.
"Lou?"
la voce di Harry era sempre in grado di scaldargli il cuore, di
farglielo battere all'impazzata e anche in quel momento successe.
Serrò ancora più forte le palpebre e si
morsicò il labbro
inferiore; sentì il calore di Harry vicino alla sua schiena,
doveva
essere sicuramente senza maglietta. Il braccio del riccio gli avvolse
la vita e si ritrovò stretto in un abbraccio caldo, contro
il torace
ampio di Harry, che ora aveva affondato il naso tra i capelli della
nuca di Louis. "Lo so che sei sveglio" sussurrò ancora con
quel tono strascicato dalla stanchezza, forse dall'alcol, non lo
sapeva. Eppure il ragazzo non puzzava, come tutte altre volte, di
qualche superalcolico, era il suo profumo fresco a rassicurante ad
avvolgerlo come una coperta calda. Louis si ritrovò a
sospirare,
mentre la tensione del suo corpo non lo abbandonava. Era teso quanto
la corda di un violino e non riusciva a rilassarsi, neppure la
presenza di Harry riusciva a sciogliere la tensione che lo
attanagliava da ormai troppe ore.
"Dove
sei stato?" gli domandò dopo quella che sembrò
una eternità,
deglutendo il groppo amaro che gli stringeva la gola in una morsa
dolorosa. Harry sospirò contro la sua nuca, facendolo
rabbrividire e
l'abbraccio in cui era stretto divenne quasi soffocante. "Ero in
giro con Nick e Pixie, siamo andati al Fabric" rispose con le
labbra premute contro la sua pelle e ad ogni sfioramento, Louis, si
ritrovava a tremare come un foglia mossa dal vento. "Quindi sei
andato in una discoteca, con quei due, interessante" la voce
della gelosia parlò per lui mentre si liberava da
quell'abbraccio
che, in quel momento, gli sembrava la cosa più sbagliata del
mondo.
Non voleva che lo stringesse come se tutto andesse bene,
perché era
tutto sbagliato.
Il
problema più grande era che lui non era proprio in grado di
fingere
per troppo tempo, era stanco di quella situazione, non ce la faceva
più a soffrire e a logorarsi dentro. Si alzò in
piedi, come per
mettere in chiaro di restargli lontano e accese la luce
dell'abat-jour, che illuminò fiocamente la stanza. Gli occhi
caddero
su Harry, che lo guardava con una espressione di dolore dipinta sul
volto. "Louis, tu non puoi venire con me, se no avrei portato te
mi sembra anche ovvio!" esclamò il ragazzo sedendosi sul
letto,
com le spalle premute contro la testiera. Louis, dal canto suo, stava
proprio di fronte all'altro, camminando avanti e indietro e
distruggendosi il labbro inferiore tra i denti; quel gesto lo aiutava
a mantenere la calma, lo aiutava a non tirargli un pugno in fronte
"Non dire cazzate Harry, lo sai che mi da fastidio quando esci
con Nick, cazzo, e tu continui a farlo, come se volessi farmi un
dispetto! Potevi almeno degnarti di mandarmi un messaggio e
informarmi dove diavolo fossi finito!" gli urlò quasi
addosso
mentre si voltava verso di lui per fulminarlo con lo sguardo. Vide
chiaramente le grandi mani di Harry stringere convulsamente le
coperte e per un attimo si perse ad osservare quanto fosse perfetto
quel ragazzo in ogni suo minimo dettaglio; ma soprattutto rimase
paralizzato dai suoi occhi verdi come lo smeraldo che, ora,
sembravano due lame taglienti "Allora cosa dovrei dire io? Ah
sì, solo Louis Tomlinson ha il diritto di essere incazzato,
no?"
gli domando l'altro, mentre le nocche sbiancavano sotto la pressione
che esercitava nel stringere tra i pugni le coperte. Louis rimase per
un attimo colpito da quelle parole, che ragioni aveva lui
per
essere incazzato?
"E
dimmi, perché dovresti essere tu quello arrabbiato, Styles?"
gli domandò incrociando le braccia al petto "Scusami
se sono due settimane che esci a fare baldoria con quel coglione e
torni a casa sempre ubriaco marcio. Scusami se sono due fottute
settimane che non parliamo decentemente, perché tu non ci
sei mai. E
scusami, ancora, se te lo faccio notare, ovviamente è tutta
colpa
mia, no?" l'ironia con cui aveva condito tutto il discorso
trasudava da ogni sillaba che le sue labbra avevano articolato;
sapeva quanto Harry non sopportasse il suo modo di fare indolente,
soprattutto in quelle situazioni, ma era stato più forte di
lui, non
era riuscito a trattenersi. Era geloso da morire e lo stava
ammettendo senza alcun problema. Era troppo possessivo nei confronti
di Harry, ma non ci poteva fare niente e il pensiero che l'altro
passasse tutto quel tempo con Nick gli faceva ribollire il sangue
nelle vene. Il pensiero che preferisse stare con quello stronzo e non
con lui, lo faceva impazzire e voleva capire perché si
stesse
comportando in quella maniera. Era come se Harry stesse sputando
senza ritegno su tutto quello che avevano passato insieme, su tutti
gli ostacoli che avevano dovuto scavalcare per essere ancora
lì
insieme. Stava sputtanando tutto e almeno voleva saperne il motivo,
non credeva di aver fatto qualcosa di sbagliato, almeno, era quello
di cui era convinto.
Harry
scalciò malamente le coperte, in cui si era avvolto, che
caddero per
terra, proprio di fianco al letto. Vide le lunghe gambe del ragazzo
scavalcare il bordo del letto, per mettersi in piedi; in due passi lo
raggiunse e lo sovrastò con tutto il suo metro e
ottantacinque. Era
raro vedere Harry Styles incazzato, aveva sempre quel bel sorriso
dipinto sulle labbra, con quelle fossete dolci a condire il tutto e
che gli donavano un'aria infantile. Ma in quel momento non c'era
traccia di tutto ciò, c'erano solo i suoi occhi verdi che
ardevano
delle fiamme della rabbia; le sopracciglia aggrottate che rendevano
lo sguardo ancora più infuriato e la mandibola era serrata
in una
morsa rigida. Louis si sentì improvvisamente minuscolo, fino
a
quando Harry se ne stava seduto poteva quasi avere la
possibilità di
sentirsi più grande, ma ora...ora aveva la sensazione di
essere una
formichina che stava per essere schiacciata da un elefante. Lo aveva
visto così incazzato solo una volta, quando Eleanor lo aveva
baciato
in macchina, quando lei aveva preso quell'iniziativa di sua spontanea
volontà senza nemmeno interpellarlo. Si ricordava ancora la
giustificazione della ragazza "C'erano tanti paparazzi,
perché
non sfruttare la cosa a nostro vantaggio?" e lui non le aveva
per niente dato torto. Non aveva calcolato solo la reazione di Harry
che in hotel aveva tirato su il diavolo a quattro. Si ricordava
ancora come gli avesse urlato addosso, manco fosse colpa sua quel
gesto insensato della ragazza, che si era defilata subito nella sua
camera da letto.
Ed
ora Louis poteva vedere la stessa rabbia sul viso di Harry e rimase
impietrito sotto quello sguardo che lo stava uccidendo. Non lo
guardava mai così, nei suoi occhi poteva leggervi sempre
quella
dolcezza che caratterizzava l'amore che provava nei suoi confronti,
ma ora era tutto svanito, come se non ci fosse, era evaporato tutto.
L'aria sembrò mancargli completamente, non era
più in grado di
immetere ossigeno nei polmoni e il pavimento sembrò
mancargli sotto
i piedi. "Louis non cercare di fare la vittima, perché sei
tu
il primo che fa lo stronzo tra i due, non io" gli disse serio
come non mai e con tono funereo. Tutta quella calma contrastava
nettamente con i suoi occhi, che invece ardevano di rabbia.
"Perché
credi che non ti stia appicciato in questi giorni? Lo vuoi sapere?"
gli domandò ancora il riccio mentre faceva un altro passo
verso di
lui e Luois si ritrovò ad indietreggiare, mentre l'ombra
enorme di
Harry lo oscurava completamente. Non si era mai sentito così
piccolo
e le parole faticavano ad uscirgli dalle labbra, tanto che si
ritrovò
semplicemente ad annuire, come un idiota. Voleva sapere il
perché di
quel comportamento, desiderava ardentemente venire a conoscenza delle
ragioni che li stava allontanando. Gli parve che l'altro prendesse un
respiro, prima di aprire bocca e pronunciare quelle parole "Pensi
che non abbia visto su internet le foto tue e di Eleanor?" gli
domandò freddamente mentre incrociava le braccia al petto,
nascondendo la farfalla dalla sua vista e Louis si ritrovò a
trattenre il respiro "Avevamo deciso che non le avresti
guardate..." sussurrò preso in contropiede mordendosi le
labbra.
Un
sorriso amaro comparve sulle belle labbra carnose di Harry che ora
scuoteva la testa, nascondendosi dietro i ricci "Credi davvero
che non lo faccia? Io le guardo sempre quelle maledette foto e ho
visto che settimana scorsa l'hai baciata, più volte"
sussurrò
il ragazzo, la voce incrinata dal dolore. Sì, si erano
baciati più
volte quella volta ma era sicuro che Harry non avrebbe guardato quei
maledetti scatti, era sicuro che avrebbe fatto come si erano
ripromessi. "Io non ce la faccio più Louis, non sopporto
tutto
questo, non sopporto il fatto che tu debba passare giornate intere
con lei, non sopporto che tu debba farla venire a casa nostra quando
non ci sono, non sopporto che tu debba portarla al nostro
ristorante
e tutto il resto." aggiunse ancora il riccio mentre ogni parola
era come uno schiaffo in pieno viso per Louis. Era la prima volta che
gli parlava così apertamente sulla relazione che aveva con
Eleanor,
anche se non peteva propriamente chiamarla tale. "Ero stanco di
tutta questa merda e avevo bisogno di non pensarci, okay? Solo che tu
non te ne sei accorto, pensavi sicuramente che era tutto un modo per
divertirmi, per spassarmela." e quella fu la stilettata finale,
il colpo al cuore che gli mancava per farlo stramazzare al suolo.
Sentì gli occhi inumidirsi come era successo quando
stringeva il
cuscino di Harry tra le braccia "Harry, ti prego, guardami"
mormorò a mezza voce Louis, un nodo stretto gli serrava la
gola
senza pietà; ma il riccio continuava a tenere lo sguardo
smeraldino
basso nascondendolo con i capelli che gli impedivano la vista dei
suoi occhi chiari che amava alla follia.
"Lo
sai che faccio tutto questo per noi, che ho firmato quel dannato
contratto per noi,
non me ne frega nulla di lei, non lo capisci questo?" una nota
di disperazione macchiava ogni parola che usciva dalle sue labbra
sottili, mentre una mano correva in fretta a raccogliere una lacrima
che aveva deciso di sgorgare dall'angolo dell'occhio. "Mi sto
sacrificando per noi,
so che non è piacevole guardare tutto quello che succede tra
me e
Eleanor, ma devo farlo" aggiunse cercando di mascherare un
singhiozzo con un colpo di tosse. Harry gli voltò le spalle
e prese
a camminare in direzione della porta; lo vide che raccoglieva i
vestiti e una tremenda paura avvolse l'anima di Louis "Co-cosa
fai?" gli domandò balbettando quelle parole, guardando Harry
che si apprestava ad infilarsi i pantaloni "Vado a fare un giro"
disse il riccio lasciandolo di stucco, impietrito. "Ti rendi
conto che hai quasi detto che io non sto facendo un cazzo per la
nostra relazione?" E Louis si sentì morire dentro, ma non
riuscì a fermare i piedi che avevano cominciato a muoversi
in
direzione dell'altro ragazzo. Si ritrovò così
adabbracciarlo da
dietro; le braccia che avvolgevano la vita di Harry, la fronte
appoggiata alla sua spalla "Ti prego, non andartene, ti
scongiuro. Lo sai che non intendevo quello, lo sai, ti prego."
lo supplicò nel vero senso della parola e, se avesse potuto,
si
sarebbe messo persino in ginocchio. "Louis, voglio che tutto
questo dolore sparisca, voglio stare con te per sempre, lo sai,
però
è tutto troppo complicato in questo momento" la voce di
Harry
era un sussurro spezzato, quasi inudibile. Louis si ritrovò
così a
singhiozzare contro la pelle dell'altro, perché non si
poteva
fermare per un attimo tutta quella sofferenza? "Harry...lo sai
che amo solo te, lo sai che Eleanor non è nulla in confronto
a te,
lo sai che sono obbligato a fare certe
cose,
lo sai che sto facendo tutto questo per noi
due. Perché io amo te cazzo, non mi importa di nulla che non
sia
te." si ritrovò a dire mentre lo stringeva sempre con
più
forza, non lo avrebbe mai lasciato volare via come le due rondini che
aveva tatuate sul petto, non avrebbe mai permesso che se ne andasse
via.
"Io
non sono niente senza di te." sussurrò infine, scoppiando
letteralmente in lacrime, lacrime di frustrazione, lacrime che erano
state trattenute per troppo tempo e che ora cercavano una via di
fuga. Solo in quel momento Harry si girò tra le sue braccia
e
ricambiò la stretta in maniera soffocante; si
inarcò nascondendo il
viso contro la spalla di Louis, le mani che si aggrappavano alla
maglia del pigiama. "Andiamocene via, prendiamoci una pausa da
tutto, scappiamo, ricominciamo da capo..." stava dicendo Harry,
che sembrava commosso quasi quanto lui. Dopo due settimane Louis
sembrava aver ritrovato il calore che gli era mancato; il freddo
venne spazzato via da quelle parole che lo sciolsero come un cubetto
di ghiaccio esposto al sole "Mandiamo a fanculo tutto,
perché
io ho bisogno solamente di te, di nient'altro," mormorò
sempre
il riccio lasciandogli una scia infuocata di baci lungo il collo,
fino ad arrivare al suo orecchio "Io ti amo come non ho mai
amato nessuno, lo sai Lou?" sussurrò al suo orecchio, le
labbra
che sfioravano la sua pelle ad ogni parola lo fecero rabbrividire tra
le sue braccia "Ci completiamo" disse prima di spingerlo
verso il letto alle sue spalle. Quelle ultime parole lo fecero
rivivere, come una fenice che risorgeva dalle proprie ceneri. Louis
si gli strinse le braccia al collo, in un gesto quasi disperato, come
un naufrago che si aggrappava alla sua unica via di salvezza. Come
aveva fatto a dubitare dell'amore che quel ragazzo provava per lui?
Tutto riprese vita: i suoni, i colori avevano ritrovato la loro
vividezza, così come il profumo di Harry, era ritornato ad
avvolgerlo e a solleticargli i sensi come sempre. Era come se dopo
aver rischiato di affogare per due settimane, si ritrovasse di nuovo
a respirare ed era quasi dolorosa quella sensazione che bruciava
ardentemente all'altezza del petto.
Le
labbra di Harry raggiunsero i suoi zigomi, raccogliendo le lacrime
salate che ancora solcavano le sue guance; le mani del ragazzo gli
circondarono il viso, mentre Louis si abbandonava completamente a
quelle attenzioni che gli erano mancate per troppo tempo. Non era
abituato all'assenza di Harry per un tempo che supersse le
ventiquattro ore; quella volta erano stati lontani per due lunghe
settimane e risentire quei baci caldi che gli lasciava sulla pelle,
non facevano che aumentare quelle gocce salate che scendevano dai
suoi occhi serrati. "Louis, non ti lascerò mai, te lo giuro,
ora basta piangere" gli stava dicendo il ragazzo mentre non
smetteva un attimo di raccogliere gentilmente ogni lacrima. Poi lo
baciò e, finalmente, le loro labbra si incontrarono; quelle
di Harry
avevano il sapore del pianto di Louis, che si lasciò
travolgere
dall'emozione che quel contatto gli scaturì, come se fosse
quella la
prima volta che si assaporavano. Ed era una sensazione fantastica,
poteva sentire dopo ormai troppo tempo il sapore unico della bocca di
Harry. Era dipendente da quel gusto unico e presto si ritrovarono a
baciarsi con tutta la passione che avevano trattenuto in quei lunghi
giorni di assenza. Denti che raggiungevano le labbra dell'altro,
lingue che si rincorrevano impazzite in una danza quasi disperata. Le
mani di Louis si strinsero con forza tra i ricci della nuca di Harry,
che si ritrovò ad ansimare nella sua bocca, mentre lo
spingeva verso
letto, stingendogli tra le mani il fondoschiena. Le ginocchia di
Louis cedettero quando il retro delle sue gambe si andò a
scontrare
contro il bordo del materasso e cadde all'indietro, e in quel momento
Harry lo sovrastò completamente. Anche quella volta si
sentì
minuscolo, ma se prima era intimorito da tutta quella differenza, ora
gli piaceva da impazzire. "Mi era mancato tutto questo"
sussurro Louis guardando il ragazzo che troneggiava su di lui. Si
perse ad osservare il suo torace bellissimo e le mani corsero ad
accarezzare ogni tatuaggio che lo copriva. Gli occhi studiavano la
pelle scoperta del riccio e lo sguardo cadde verso i pantaloni ancora
mezzi slacciati, che l'altro si era infilato quando aveva intenzione
di andarsene. Alzò la schiena dal materasso e
lasciò un bacio per
ognuna delle rondini, quel tatuaggio che rappresentava loro due, poi
scivolò verso il basso e depositò le labbra anche
sulla farfalla.
"Mi era mancato poterti accarezzare" mormorò ancora con un
filo di voce mentre ritornava con il viso di fronte a quello di
Harry, che lo guardava con il fuoco ardente della passione a
bruciargli nello sguardo. La rabbia era scomparsa, forse erano due
lunatici con qualche problema, ma era tutto troppo perfetto per
fermarsi a pensare. Il loro amore era troppo grande per non poter
superare quegli ostacoli che sembravano essere stati posti sul loro
cammino da qualche bastardo dispettoso. Louis si sentì vivo,
mentre
Harry si accingeva a far sparire la sua maglietta del pigiama e si
abbassava per baciargli il torace con le sue labbra calde. "A me
era mancato amarti" disse soltanto prima di riacciuffare le sue
labbra, facendogliele schiudere con urgenza mentre anche i pantaloni
del piagiama di Louis finivano a da qualche parte. Poteva essere
tutto così dolorosamente perfetto? Le mani di Harry che lo
accarezzavano senza sosta, con desiderio, lo stringevano con forza,
ma allo stesso tempo delicatezza, lo facevano tremare come una foglia
mossa dal vento. In quei gesti c'era tutta la possessività
che Harry
tratteneva ogni giorno, che non dimostrava mai "Sei solo mio,
mio" mormorò il ragazzo mordendogli le labbra ormai tumide
per
tutti i baci che si erano scambiati fino a quel momento. Louis
saggiava la consistenza dei muscoli delle spalle dell'altro e si
ritrovò a gemere sommessamente; le dita si attorcigliavano
senza
sosta tra i ricci di Harry, non trovando pace. Quei capelli erano
come una sorta di appiglio con la realtà, mentre tutto
sfumava nel
limbo del desiderio e della passione. E quando oramai tutti i vestiti
volarono via, mentre il fuoco dell'amore e della passione
intempestava tra di loro, Louis si sentì veramente completo,
come
non succedeva da ormai troppo tempo. Il corpo di Harry che premeva
contro il suo suo, i loro sudori che si mischiavano e le loro labbra,
che si rincorrevano impazzite, crearono la sinfonia perfetta del loro
amore. I respiri si fecero sempre più affannati, ogni tocco
più
intimo era fuoco puro, che li incendiava. Le mani del riccio che lo
accarezzavano intimamente erano due tizzoni ardenti che lo facevano
infiammare ad ogni tocco; Harry si stava impegnando con tutto se
stesso a farlo impazzire, con quelle dita, con quelle labbra, con
quella voce roca e strascicata che sussurava parole che non riusciva
a cogliere completamente.
"Harry, ti prego" si ritrovò
a mormorare con il respiro ormai ridotto a nulla; il cuore aveva
preso a battere fuoriosamente nel petto, pompava lava bollente al
posto del sangue e ogni parte del suo corpo era diventata
ipersensibile. Harry sorrise, in quel suo modo tipico e furbesco che
era in grado di farlo fremere dal desiderio. Sapeva benissimo che
voleva fargliela un po' pagare, lo leggeva nella lentezza disarmante
con cui la sua mano scorreva sul suo sesso. "Ti prego cosa?"
gli domando il ragazzo, mentre si infilava tra le sue gambe,
aprendoglie con un ginocchio; le labbra di Harry si appoggiarono sul
suo collo, succhiando avidamente quel lembo di pelle. Il tutto unito
alla tortura della sua mano era tremendamente eccitante, tanto che
Louis si ritrovò ad ansimare senza ritegno. Si
morsicò le labbra
per trattenre un piccolo gemito, che non sapeva se definire di dolore
o di piacere a dire il vero. Poi improvvisamente le mani di Harry si
aggrapparono ai suoi fianchi e lo voltarono con una facilità
disarmante. In quei momenti sentiva che Harry avrebbe potuto fare di
lui ciò che voleva e non avrebbe fiatato, nemmeno un
secondo. Louis
si ritrovò quindi con a pancia in giù, i denti di
Harry che gli
morsicavano la spalla senza sosta torturandolo sadicamente, mentre
dispettosamente lo penetrava senza preoccuparsi di fargli male. "L'ho
fatto apposta, perché devi pagarmela un po'" ammise il
riccio,
anche il suo respiro era diventato pesante, scandito dal ritmo che il
suo bacino stava dettando. Quel bruciore iniziale venne spazzato via
subito dal piacere immenso che tutta quella situazione di completezza
gli stava procurando e Harry senza sosta lo faceva suo, stringengoli
possessivamente la vita tra le grandi mani. Le aveva sempre adorate
le mani di Harry, erano enormi, ma allo stesso tempo eleganti,
perfette per stringerlo. Louis non aveva la forza di parlare in quel
momento, troppo preso a metabolizzare tutto quello che stava
succedendo, troppo impegnato a subire gli affondi di Harry che ormai
aveva perso il controllo. Lo stava amando con tutta la passione
bruciante del loro sentimento e si stava perdendo in quel limbo di
sensazioni uniche e indescrivibili. Le dita di Harry si strinsero
attorno alla sua eccitazione e cominciò a torturarlo senza
un ritmo
preciso, fino a quando non arrivò al culmine del piacere,
liberando
un gemito, che le labbra di Harry raccolsero. Gli girò il
viso verso
il suo e lo baciò con tutta la passione del momento,
intrecciando le
loro lingue. Harry spinse ancora e ancora e il piacere di Louis
crebbe sempre di più, fino a quando anche il riccio non
esplose
dentro di lui.
Con
tutta la delicatezza di questo mondo Harry uscì da lui, lo
fece
girare e gli lasciò un bacio sulle labbra. Tenero, dolce.
Gli si
sdraiò sopra e Louis avvolse il grande corpo di Harry tra le
sue
braccia "Ti amo" sussurrò al riccio con un sorriso ebete
stampato sulle labbra. Le mani di Louis finirono tra i folti capelli
dell'altro, per fargli alzare il viso, che aveva nascosto contro il
suo collo "Anche io" rispose l'altro, con tutta la
sincerità di questo mondo che traspariva dai suoi occhi
smeraldini.
Non importava quanti ostacoli avrebbero dovuto trovare sul loro
cammino, non importava quante volte sarebbero caduti, perché
era
sicuro che uno dei due avrebbe aiutato l'altro ad alzarsi; si
sarebbero curati a vicenda le ferite e si sarebbero presi cura l'uno
dell'altro, fino a quando il fuoco del loro amore non si sarebbe
spento.
Bene,
siete arrivati alla fine, anzi, se siete arrivati fino a qui vi
ringrazio di cuore <3 E' la primissima Larry che scrivo, effettivamente, pensandoci meglio,
è proprio
la prima fanfic che scrivo dopo secoli di stop ahahahaha quindi se ci sono
errori e cose simili, mi scuso in anticipo <3 Mi rendo anche conto del fatto che sia abbastanza lughetta, piena di angst e di dolore. Ho cercato di riportare al meglio una realtà quotidiana, cercando di mantenere il carattere di Harry e Lou, per quanto mi sia possibile conoscerli. Ovviamente sono sicuramente un po' OCC, ma è così che me li immagino. Due giovani ragazzi alle prese con una realtà faticosa, pesante e stressante; due amanti costretti a nascondersi e a reprimere dolori e sofferenze.
Spero che questa
OS vi abbia fatto emozionare almeno un po', alla prossima! Fede
br> EDIT: ho un account, con altre tre ragazze, dove verranno pubblicate tutte le mie fan fic sui larry; se clicchi qui verrai teletrasportato nel mondo magico del larrystylinson ♥ |