Fabian si alzò dal letto, tirò le tende
davanti alla finestra e si
accertò che la porta fosse ben chiusa. Poi si sedette
nuovamente
sull’orlo del letto e aspettò che lei uscisse dal
bagno.
Dopo un quarto d’ora, però, lei non era ancora
riapparsa, e la sua
pazienza cominciava ad esaurirsi. Quanto diavolo ci metteva a provare
quel vestitino?
“Sayuri? Serve aiuto? È tutto apposto
lì dentro?”
“No. Voglio dire, non ho bisogno di aiuto. Però
non sono sicura che il
vestito vada bene…”, aggiunse poi, con una vocina
sottile che lo rese
ancora più impaziente di farla sua.
“Cosa intendi? È troppo largo, o troppo
stretto?”
La ragazza esitò un attimo, prima di rispondere.
“No, non è quello. È solo
che…”
“Avanti, tesoro, esci da quel bagno. Fai giudicare me. Sono
un uomo, no?”
‘E tra un po’ capirai fino in fondo quello che
voglio dire’, aggiunse poi tra sé e sé
con un ghigno.
Quando vide la maniglia della porta abbassarsi lentamente, sul suo viso
si dipinse un sorriso carico di aspettative e di malcelata eccitazione.
Fabian era un vero conoscitore di donne, ma nemmeno la sua esperienza
in questo ambito lo avrebbe potuto preparare alla fantasia vivente che
varcò la soglia a piedi nudi.
La ragazza era a dir poco fantastica. Il vestito sembrava cucito
apposta sul suo giovane ma florido corpo: le piccole coppe del corpetto
contenevano a stento il suo seno sodo e dolcemente arrotondato, mentre
il vestito le arrivava a metà coscia e non riusciva a
coprire le sue
splendide gambe slanciate. Lei fece una piroetta, e Fabian si accorse
che anche la schiena era largamente scoperta grazie ad una profonda
scollatura che lasciava intravedere la rotondità delle sue
natiche.
“Non credo che mia sorella si sia resa conto di quanto fosse
succinto
questo vestito”, disse lei, imbarazzata, cercando di tirare
su la
scollatura del vestito, senza rendersi conto che così
facendo scopriva
ancora di più le gambe.
Si rivolse a Fabian, guardandolo di sottecchi, le guance deliziosamente
arrossate.
“Tu cosa ne pensi, Fabian? Dici che può
andare?”
Il candore e l’innocenza di quella ragazza stridevano con la
sfacciata
sensualità del suo corpo, pensò Fabian. Il
connubio, però, era
straordinariamente erotico.
“Oh, sì.”
La lingua gli si era incollata al palato, tanto era eccitato.
“Credo che ti stia benissimo. Di questo passo farai sfigurare
tutte le altre donne, domani sera.”
Sayuri lo guardò dubbiosa, come per decidere se lui la
stesse prendendo in giro oppure no.
“Dici sul serio?”, chiese, con un sorriso timido e
quasi incredulo.
Fabian si alzò dal letto e le andò incontro.
“Certo, non sono mai stato più serio in tutta la
mia vita. E ti dirò
un’altra cosa: sei così bella che mi verrebbe
voglia di mangiarti.”
Il sorriso che lui le indirizzò non dovette ispirarle molta
fiducia,
tanto che la ragazza rise nervosamente e cominciò ad
indietreggiare
verso il bagno.
“Adesso credo che mi rimetterò i miei comodi
vestiti, almeno fino a quando non sarà ora di cambiarsi per
la festa.”
L’uomo scattò verso di lei, afferrandole il polso
e facendola voltare.
“È già ora, dolcezza. La festa
è qui.”
Poi la strinse contro il proprio corpo eccitato e la baciò
con violenza
sulle labbra dischiuse per la sorpresa e lo spavento. Le spinse la
lingua nella bocca, poi schiacciò il bacino contro il suo.
Lei cominciò a dibattersi, ma con l’unico
risultato di stuzzicarlo
ancora di più. Con la mano libera lo graffiò
sulla guancia, ma lui si
leccò il sangue e le torse il braccio dietro la schiena,
facendola
urlare dal dolore.
“Ma che cosa stai facendo? Mi fai male! Lasciami, lasciami
immediatamente!”
Fabian le morse il tendine del collo, lasciandole un segno rossastro e
umido. Lei gridò.
“Stai zitta, puttanella.” Le serrò
dolorosamente la mascella fra le dita, coprendola la bocca con
l’altra mano.
“Provaci di nuovo e ti farò del male davvero. Non
ti riconoscerà più
nemmeno tua sorella. Quindi vedi di non farmi arrabbiare, mi hai
capito?”
Lei cominciò a piangere, ma le sue lacrime intensificarono
la brama
dell’uomo. Adorava quando le sue donne piangevano, se per il
dolore o
per la paura non gli importava. Le loro lacrime lo facevano sentire
potente.
“Mi hai capito?” Questa volta urlò, a
pochi millimetri dalla sua faccia.
Gli occhi della ragazza si spalancarono per il terrore, ma lei
riuscì a
trovare la forza per annuire debolmente. Fabian le tolse lentamente la
mano dalla bocca, ghignando.
“Brava, gattina.”
Sayuri singhiozzò.
“Se mi farai del male, Mark ti ucciderà. Farebbe
di tutto per Kaori, lo sai benissimo anche tu.”
Fabian scoppiò a ridere.
“Si, certo, come no. Questo forse succedeva prima
che
Saeba cominciasse a sbattersi tua sorella. Mark non mi ha confermato
niente, ma sono sicuro che si è beccato un bel paio di
corna. E dire
che quella puttana faceva tanto la schizzinosa con me. Puah!”
Sputò per terra, mentre Sayuri trasaliva per la veemenza
delle sue parole.
“Cosa hai intenzione di farmi?”, chiese, con voce
tremante.
“Tu che cosa credi?”, replicò lui con un
sorriso, circondandole un seno con una mano e stringendo forte.
La ragazza rabbrividì, e Fabian era ben cosciente che si
trattava di un
brivido di repulsione, ma per lui andava bene quanto un brivido di
piacere.
“Mark…Mark sa che sono con te. Ho sentito suor
Maira che parlava al telefono con lui. Mi verrà a cercare,
ne sono sicura.”
La sua voce tremava, e conteneva una nota di disperazione.
“Non hai ancora capito, piccola? È stato tuo
cognato ad organizzare
questa piccola festicciola solo per me, per premiarmi della mia
lealtà.
E quale miglior premio, se non concedermi di deflorare la sua tenera
cognatina?”
L’uomo scoppiò a ridere, e abbassò la
testa tentando di baciarla.
Lei si ritrasse per quanto poteva, rabbrividendo.
“Stai mentendo. Mark non farebbe mai una cosa del genere. E
poi Kaori…”
“Svegliati, tesoro, Mark ha già fatto una cosa del
genere. Anzi, devo
ricordarmi di ringraziarlo per il suo regalino. E per quanto riguarda
Kaori, credo che tua sorella abbia altri pensieri per la testa in
questo momento, che non preoccuparsi per te.”
Lei sembrò finalmente comprendere fino in fondo la
gravità della
situazione. Probabilmente si era resa conto che nessuno sarebbe venuta
a salvarla, pensò Fabian. Forse adesso si sarebbe mostrata
più
accondiscendente.
Ma, a dispetto delle sue speranze, Sayuri pianse ancora più
forte, mentre lui le leccava via le lacrime dalla faccia.
“Rilassati, piccola. Se fai tutto quello che ti
ordinerò andrà tutto
bene. E chissà, potresti anche scoprire di essere portata
per il
mestiere, proprio come tua madre. Sono convinto che possiedi il
potenziale per diventare una puttana fantastica.”
Tirò fuori un coltello a serramanico dalla tasca dei
pantaloni.
“No, ti prego”, singhiozzò Sayuri,
cercando di divincolarsi.
Fabian fece scattare la lama del coltellino con uno scatto sinistro,
strappandole un urlo.
Le appoggiò la punta della lama al labbro inferiore.
“Ti avevo detto di non farlo più. Un altro strillo
e la tua graziosa
boccuccia salta via. Ti è chiaro il concetto? Sarebbe un
vero peccato
se mi costringessi a fare una cosa del genere, anche perché
ho qualche
idea su quello che potresti fare con quelle belle labbra.”
Avvicinò il coltello al corpetto del vestito, cominciando a
tagliuzzarlo, fino a quando il seno della ragazza rimase completamente
scoperto, alla mercè del suo sguardo bramoso. Sayuri
gemette, e il suo
labbro inferiore tremò, ma non si azzardò ad
urlare. Sapeva che lui non
avrebbe esitato a mettere in pratica le sue minacce.
“Guarda un po’ cosa abbiamo
qui…”
Passò la fredda lama del coltello sul suo seno, e lei si
irrigidì dalla paura.
“Chissà se suor Rompi-Coglioni vi ha insegnato
qualcosa su questo.”
Le afferrò la mano, portandosela all’inguine che
pulsava, e scoppiò in una risata sadica.
Dietro di lui, la porta si aprì con uno schianto.
“Fabian McKinsley, ti dichiaro in arresto! Getta il coltello
e allontanati dalla ragazza. Subito!”
Mick Angel era in posizione accucciata, con le mani saldamente strette
intorno al calcio di una pistola.
Poi, tutto successe in un secondo: la ragazza urlò, cercando
di
allontanarsi dall’uomo; Mick di riflesso sparò a
McKinsley, ma il
bastardo era anche dannatamente fortunato, visto che schivò
il colpo.
Il proiettile rasentò la sua testa, sfiorandogli la tempia,
e andò a
distruggere un pezzo di carta da parati dietro di lui. Mick
evitò di
sparare un secondo colpo, per paura di colpire anche la ragazza.
“McKinsley, arrenditi! Sei in arresto!”
“Molto divertente. Tu dovresti essere Angel, giusto? Se non
ricordo
male la tua mano destra è fuori uso. È per questo
che hai una mira così
scarsa?”
Scoppiò a ridere, lanciandogli contro il suo coltello.
“Ridi, ridi, coglione”, esclamò il
tiratore scelto che si era materializzato alle spalle di Mick.
Fabian ebbe un solo attimo di consapevolezza, prima che un proiettile
si conficcasse proprio in mezzo ai suoi occhi. Crollò per
terra senza
nemmeno un gemito. Il manico del coltello a serramanico vibrava ancora
nello stipite della porta, dove si era conficcato dopo aver mancato
Mick per un soffio.
Gli uomini della squadra speciale sciamarono nella stanza, controllando
tutte le porte e i possibili nascondigli.
Mick corse accanto alla ragazza, che era inginocchiata per terra e
fissava inorridita la poltiglia che qualche secondo prima era stata la
testa di Fabian McKinsley.
Poi si girò e vomitò sulla moquette.
Mick le porse un fazzolettino per pulirsi la bocca, poi si tolse la
giacca e la posò sulla spalle tremanti della ragazza.
“Stai bene?”
Lei lo fissò, attonita, senza rispondere. Mick dovette
ripetere la
domanda altre due volte, prima che lei annuisse con aria incerta,
ancora rabbrividendo.
Uno degli uomini della squadra speciale si avvicinò
all’americano.
“Da questo momento in poi ce ne occupiamo noi,
Angel.”
“Grazie, capitano. I suoi uomini hanno fatto un ottimo
lavoro, dalla sorveglianza fino all’intervento sul
campo.”
L’altro gli rivolse il saluto militare, poi si
allontanò per dare disposizioni ai suoi uomini.
Mick prese la ragazza per mano e la trascinò fuori dalla
stanza.
Sembrava che lei non riuscisse a distogliere lo sguardo dal cadavere
dell’uomo. L’americano la condusse al parcheggio,
la fece salire su
un’auto senza contrassegni e accese il riscaldamento.
Partì con uno stridio di gomme, incrociando
un’ambulanza che arrivava a sirene spiegate.
Avevano percorso solo qualche centinaia di metri quando la ragazza
sbottò, imprecando.
“Cristo, Angel! Perché cazzo ci avete messo
così tanto? Me la sono
vista davvero brutta, con quello schifoso maiale. E come ha osato dire
che ho il potenziale per essere una puttana fantastica?!”
Irritata, Ruby, la più quotata tra le ragazze della casa
chiusa sulla
5th Avenue, afferrò una ciocca di capelli castani e si
strappò via la
parrucca.
Oltre a sembrare più giovane della sua età, Ruby
era molto sveglia e
possedeva uno spiccato senso dell’avventura. La sua
specialità nella
casa di appuntamenti in cui lavorava era concretizzare fantasie per i
clienti che potevano permetterselo.
Mick l’aveva salvata dalla strada tempo prima e, pur non
frequentando
la casa da quando si era sposato con Kazue, era rimasto in contatto con
lei.
Così, quando Ryo gli aveva chiesto di mettere in piedi
quella
messinscena, Mick aveva subito pensato a lei per interpretare la parte
di Sayuri Tachiki.
L’americano si voltò a guardarla, sorridendole.
“Non preoccuparti, ti abbiamo sempre tenuta sotto controllo.
Non avrei mai permesso che quel porco ti facesse del male.”
La accompagnò davanti alla casa chiusa, e le tese un assegno
di una cifra consistente.
“Sai, prima o poi dovrai abbandonare questa vitaccia, Ruby.
Potresti diventare un perfetto agente sotto copertura, che ne
dici?”
La ragazza sorrise, poi gli diede un bacio sulla guancia, scendendo
dalla macchina.
“Grazie, Mick. E se dovessi stancarti di tua moglie, ricorda
che io
avrò sempre tempo per te. Mi sono sempre piaciuti gli uomini
in divisa.”
Gli strizzò l’occhio, sparendo
all’interno del locale.
Mick scosse la testa, sorridendo tra sé, poi
ingranò la marcia e tornò
a casa, dove sicuramente Kazue lo stava aspettando sveglia, nonostante
l’ora tarda.
RINGRAZIAMENTI:
JOJIPV: Spero che con questo capitolo tu possa aggiungere un altro
pezzo al tuo puzzle! ^_^ Non preoccuparti per Ryo,
tornerà mooooolto presto!! Un bacione, ti ringrazio molto
per il commento, e sono contenta che la storia ti piaccia! Alla
prossima! ^^
FRANCY: Hai visto chi è arrivato, a salvare "Sayuri"? Un
ospite d'eccezione!! Hai ragione, Kaori gliel'ha proprio fatta!! Ti
ringrazio per i complimenti, sei gentilissima come sempre! Un bacione,
alla prossima! ^_^
MOZZI: Ma carissima, ti ringrazio! Il tuo commento mi ha riempito di
gioia!! Hai visto che alla fine Mick è tornato? E anche alla
grande, direi!! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto, ormai
ci tengo molto al tuo giudizio! Ti ringrazio tanto tanto! ^_^
Kisses tesoro!
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