Due gatti innamorati
I CAPITOLO:
Il piccolo gatto nero
Era una splendida notte, la luna
con i suoi raggi argentei illuminava quello che era stato il quartier generale
degli Apostoli delle Stelle, creando un suggestivo gioco di luci ed ombre sul
giardino che lo circondava.
Il silenzio regnava nelle stanze
vuote della residenza ,da quando Train aveva messo
fine, assieme ai componenti dell’Allenza Sweeper,al folle progetto di
rivoluzione degli Apostoli delle Stelle. Eppure, Train non era riuscito ad
uccidere Creed ,anzi ,dopo la caduta del suo gruppo di
criminali,lo aveva protetto e nascosto dall’organizzazione Kronos, che
ancora era sulle sue tracce,essendo considerato a livello mondiale, un
pericoloso terrorista. E cosa,ancora più strana
era che Train si trovava assieme a quest’ultimo, e proprio
in questo istante, con lo sguardo fisso sulla finestra ,perso nei suoi
pensieri, stava a rimurginarsi su ciò che aveva fatto, in fondo Creed
aveva ucciso Saya, una persona importante, una cara amica, eppure nonostante
questo, non lo aveva in odio , perchè lo amava, o almeno, se non era
proprio amore, era un sentimento quasi alla pari.
Allora perchè qualcosa
ancora continuava a bloccarlo dall’esprimere apertamente la sua passione?????
Era confuso e stanco, mille ricordi
tristi ,felici, riaffiorarono nella sua mente e di
fronte a tanto, Train sentì la necessità di sdraiarsi sul divano
e riposare un poco; con gli occhi semiaperti si guardò lentamente
attorno, la stanza, enorme, messa a sua disposizione da Creed, era avvolta
dall’oscurità, attraversata a volte dai raggi della luna, ma a lui
poco importava, era pur sempre un “ gatto nero” ed era abituato a
vivere nelle tenebre. Con questi pensieri, egli si lasciò andare ad un
sonno ristoratore, ignaro del fatto che ben presto
avrebbe avuto visite.
Cominciarono a risuonare, nel
cuore della notte, i passi di qualcuno che stava camminando nei corridoi; era
Creed, non riusciva a dormire, il solo pensiero di aver finalmente tra le mani
e solo per lui, il suo amato Black Cat, lo eccitava talmente tanto da
impedirgli un sonno tranquillo. Camminando, giunse vicino alla stanza dove era
sistemato Train,sapeva che lui era lì e sapeva
anche il perchè, lui doveva per forza amarlo, altrimenti non sarebbe
rimasto; era felice, ma allo stesso tempo preoccupato, aveva paura di poter,
con un semplice gesto, rovinare quel magico momento, da lui tanto sognato . Si
avvicinò alla porta, che era socchiusa, e lentamente,senza
far rumore,l’aprì, ritrovandosi di fronte all’immensa stanza
e lì, proprio al centro, sdraiato sul divano, giaceva Train. A lunghi
passi si diresse, fino a ritrovarsi di fronte alla figura di lui; a quella vista
Creed provò una grande dolcezza e si sedette per terra a rimirare e
contemplare il suo bel volto. I suoi occhi si perdevano di fronte a tanta
bellezza, e senza rendersene conto la mano destra scivolò sui capelli
accarezzandoli, per seguire poi le labbra, fino a scendere sul collo e infine
sul petto, dove era tatuato il numero XIII. Creed ,ormai
posseduto dal desiderio, avvicinò delicatamente le labbra a quelle di
Train e lo baciò,un bacio lento, nel quale Creed assaporò le
labbra di Train, quanto aveva desiderato poterle toccare, quanto aveva
desiderato che si toccassero con le sue, e finalmente era riuscito. Un profondo
sentimento d’amore stava pervadendo il cuore e la mente di Creed, quando
all’improvviso si accorse che il corpo di Train era eccessivamente caldo;
preso dal dubbio si avvicinò alla sua fronte ..
“Accidenti, quanto
scotta” pensò Creed ,“però,
dopo quanto è successo finora....dopo gli scontri vissuti, è
naturale che il suo corpo cedesse prima o poi...di fronte a così tanti
sforzi.........
Mio Black Cat.....”
Creed gli mise le braccia attorno
al corpo e lo trasportò verso il letto, qui, una volta sdraiatolo, lo
spogliò della giacca e della maglietta e con un panno si mise ad
asciugarli il sudore che imperlava il suo viso e il suo corpo, dopodichè
lo coprì con una coperta. Train non si era svegliato,si
sentiva troppo stanco e dolorante per fare alcun che e troppo confuso per
accorgersi che accanto a lui c’era Creed, il quale infilatosi
anch’egli sotto le coperte, lo teneva abbracciato a sè.
“Mio caro Train, non ti
preoccupare, mi prenderò io cura di te” e nel dire ciò, lo
strinse al petto,provando un immenso piacere nel
sentire il contatto del suo corpo con il proprio.
Così i due amanti si
addormentarono,finchè non giunse il nuovo
giorno.
Il sole era sorto da molto tempo,probabilmente erano le undici passate,la luce del sole era
molto forte ,Train tutto dolorante si svegliò e si accorse di essere sul
letto ,e con suo sommo stupore,a petto nudo. Dapprincipio, si chiese se fosse
diventato sonnambulo,ma poi, vedendo accanto una rosa
rossa, intuì perfettamente ciò che era potuto succedere , un
improvviso rossore infiammò le sue guance e il cuore cominciò a
battergli sempre più forte;sapeva che con lui doveva esserci stato
Creed, ma per quanto???Un’ora???Due??? Oppure tutta la notte??? Possibile
che non si ricordava nulla???Ma soprattutto cosa era successo???? Queste e
altre domande cominciarono a materializzarsi nel suo cervello,finchè
il filo dei suoi pensieri non venne interrotto dal rumore della porta che si
apriva.
“Buongiorno Train, come
stai?”
Era Creed e si presentava a lui
in tutta la sua naturale bellezza; aveva i capelli leggermente bagnati sulle
punte,segno che probabilmente si era fatto una doccia
prima di presentarsi al suo cospetto; portava una lunga vestaglia e tra le mani
teneva un vassoio d’argento, sul quale era elegantemente disposta la
colazione.
Di fronte alla figura di lui che
si avvicinava sempre di più, nascose con un profondo imbarazzo (che non
riuscì completamente a mascherare) la rosa che aveva trovato accanto a
lui. Creed, ridendo fra sé del comportamento di Train, si mise a sedere
di fronte al ragazzo, porgendogli il vassoio.
“Mi sono occupato
personalmente della tua colazione; mangia, devi riprendere le forze, in questi
ultimi giorni ti sei affaticato troppo...”
Train osservò in
quell’istante Creed, era davvero un soggetto singolare,nessuno
avrebbe potuto immaginare che dietro a quella faccia innocente si nascondesse
uno degli assassini più pericolosi e ricercati a livello mondiale; ma in
quello stesso momento gli ritornò in mente la morte di Saya.
Preso da un improvviso attacco di
nostalgia, abbassò lo sguardo e senza proferir parola, incominciò
a mangiare il suo pasto. Creed, notando il cambiamento d’espressione sul
volto del ragazzo e conoscendone il motivo ,si
alzò.
“Beh...adesso ti lascio
riposare......qui sei libero di fare ciò che
vuoi...ma non sforzarti eccessivamente...”- detto questo lasciò la
stanza, portando dentro di sé un forte dolore nel cuore.
II CAPITOLO: Un sentimento
nascosto.
Train si accasciò da una
parte e prese ad ammirare la rosa che fino a pochi minuti fa teneva nascosta.
(Ancora
non riesco a dimenticare il passato....ancora ne sto soffrendo?? Eppure io sono
qui, in questo luogo, un luogo in cui non dovrei essere....con
una persona che dovrei odiare con tutto me stesso....
Perdonami Saya, ma non
potrò vendicarti....me ne rendo conto solo
adesso...io lo amo...sono innamorato di lui e non posso farci niente, è
un sentimento troppo forte...).
Fu proprio perso in questi
pensieri che Train decise di alzarsi, di indossare quei vestiti che una volta
avevano caratterizzato la sua vita di assassino professionista, e di uscire
dalla sua stanza.
Sul lungo corridoio non vi era
anima viva, probabilmente Creed si era ritirato nella sua stanza; la sua testa
era ancora indolenzita e con molta lentezza cominciò a dirigersi verso
la scalinata che dava ai piani inferiori. I suoi passi, sebbene leggeri come
quelli di un gatto, rimbombarono nella sua testa come tante martellate; scale
dopo scale e passi dopo passi, si ritrovò davanti al portone d’ingresso, con una forte spinta riuscì ad aprirlo
e a ritrovarsi fuori. Era una bellissima giornata di sole, l’aria dolce
dava ormai segno che la primavera era alle porte; di fronte a sè si offriva lo
spettacolo di un giardino curato nei minimi particolari e al di là di
esso, tutt’attorno alla splendida residenza, un muretto in marmo bianco,
che dava su di un vasto mare, limpido e brillante sotto i raggi del sole.
Train, non abituato a tanta
luminosità, rimase in un primo momento stordito; così decise di
sedersi su di una panchina,lasciandosi abbandonare
alla brezza marina. Con gli occhi chiusi, la prima immagine che si
piazzò nella sua mente, fu il volto di Creed e fu proprio in
quell’istante,che aprendo gli occhi, se lo
ritrovò all’improvviso davanti, Train per lo spavento
indietreggiò un poco...
“Ma che diavolo....!!!!????”
“ Come si sente oggi il mio
gatto nero???” – nel mentre si era
avvicinato con il viso alla fronte di lui per vedere se ancora aveva la febbre
alta, con sua gioia, la febbre un poco era scesa.
“Non dovresti stare qui
all’aria aperta..rischi di peggiorare...”
“Tsk...sono abbastanza
grande da fare ciò che mi pare!!!!”-
detto questo girò il suo volto dall’altra parte, nascondendo il
rossore che nel mentre aveva colorito le sue guance. Creed assecondando Train
come sempre, si limitò a stare in silenzio, solo dopo pochi minuti
riprese a parlare.
“ Allora, che ne dici di
questo posto? Non lo trovi meraviglioso? Dicono che quest’
isola sia una delle più belle di quest’arcipelago...”
“ Sì...in effetti è accettabile....” (Stupido!
Stupido!!!Ma che cavolo vai
dicendo?????Accettabile????Ma che razza di parola usi per definire un posto del
genere????E poi mettersi a parlare di queste sciocchezze....
Ammetti a te stesso, una volta
per tutte che lo ami!!!Basta con questi misteri! Che
senso ha trattenersi???Non è per questo che sei rimasto qui???).
“ Train...mi stavo
chiedendo.....ti piacerebbe rimanere qui per sempre?
Tanto non hai alcun luogo cui far
ritorno e poi..” – guardandolo dritto
negli occhi si avvicinò con le labbra , ma
proprio nel momento in cui le loro labbra si stavano sfiorando, un forte boato
irruppe in quel silenzio.
III CAPITOLO: Due ospiti
indesiderati e un gatto bianco arrabbiato.
Sul lato ovest della residenza
c’era stata un’esplosione, entrambi i ragazzi si alzarono in stato
di allarme, qualcuno era venuto lì perchè sapeva che Creed non
era morto, e quel qualcuno molto probabilmente doveva essere Kronos. Train, che
aveva giurato di proteggere Creed, subito lo prese per
mano e lo condusse dentro; salirono frettolosamente le scale e senza proferir
parola si fiondarono in una delle stanze sul lato nord della residenza.
Lì buttò da una parte Creed e con fermezza tirò fuori dalla tasca del
cappotto la sua Hades, dopodichè si voltò verso Creed.
“ Adesso tu devi rimanere
qui, non devono assolutamente sapere che sei qui, mi occuperò io di
loro...”
“ Ma sei impazzito???? E in che modo, ridotto in quello stato??!!! Lascia che sia io ad ammazzarli...sarò un vero
piacere per la mia Image Blade “-disse con un sorriso sadico, estraendo
dal fodero la sua amata katana manovrata dal Tao.
“No!! Assolutamente! Lascia
che sia io a risolvere la faccenda...infondo..Black
Cat, il famoso assassino non è ancora morto..”-sorridendogli-
A quelle parole gli occhi di
Creed si illuminarono di profonda ammirazione e gioia; l’uomo che invano
aveva cercato per anni, ora si era manifestato in tutta la sua grandezza,
tuttavia....era anche cosciente che in quello stato
non poteva assolutamente combattere.
Tuttavia non c’era
più tempo per le discussioni, i passi dei loro inseguitori si facevano
sempre più forti e vicini e dalle voce che
urlava ,Train potè intuire che i loro ospiti altri non erano altri che
Kranz e Baldor; inoltre sapeva che da solo non poteva avere la meglio su due
numbers così spietati....se solo fosse stato nel pieno della sua
forma,allora sì che non avrebbe avuto problemi.
Il filo dei pensieri di Train venne però bruscamente interrotto da Creed, il quale
con le braccia lo aveva bloccato, cercando di convincerlo a lasciarlo andare a
combattere al posto di lui, Train per zittirlo, lo baciò. Lo amava e con
questo gesto ormai non poteva più nascondere i suoi sentimenti, avrebbe
voluto intrattenersi ancora di più, ma non gli era possibile. Il ragazzo
dunque lasciò delicatamente le labbra di Creed e si gettò fuori dalla stanza e lì sul corridoio, a pochi metri
di distanza c’erano i due numbers.
“Ma tu guarda Kranz..stavamo alla ricerca di un traditore e guarda in chi siamo
incappati...non è il signorino Heartnet?” – volgendosi con
aria di arroganza.
“ Tsk! Il solito
simpaticone” –sorriso di sfida-.
“Heartnet sparisci! Non
siamo venuti per te; dalle informazioni che Kronos è riuscito ad
ottenere, si dice che tu non hai ucciso il leader degli Apostoli delle Stelle
come hai voluto far credere, ma bensì lo nascondi.”
“ Ah! Come al solito Baldor, apri la bocca solo per darle fiato!”
“ Se hai intenzione di
metterti in mezzo, possiamo sistemare qui subito la storia iniziata a Stalk
Town!”
“ Con vero piacere, essendo
questo l’unico modo per far abbassare la cresta a due teste calde come
voi.” – nel mentre estrae la Hades-.
“Bene, apriamo le danze
allora!!!”.
In un attimo Baldor con il suo
Heridal sferrò a grande velocità numerosi attacchi mortali,
mentre Kranz con il suo pugnale cercava di sorprendere Train alle spalle,
quest’ultimo solo per pochi secondi riusciva ad evitare che il suo corpo
non venisse spappolato o dilaniato. Ansimante, con le
gocce di sudore che gli scendevano dal volto, Train cercò di richiamare
a sè tutte le sue forze, ma fu inutile, la febbre era nuovamente risalita,
faceva fatica a reggersi in piedi e gli si annebbiava la vista. I suoi riflessi
divennero sempre più lenti, cercò in tutti i modi di resistere,finchè non venne preso al petto dal coltello di
Kranz, incidendo sulla sua carne un profondo taglio. Train cadde a terra, il
suo corpo non riusciva più a muoversi e lentamente il sangue che
scorreva dalla ferita gli fece perdere i sensi.
Con un sorriso di trionfo Baldor
guardò Train- “ Ma guarda, pare che la
leggendaria forza del noto Black Cat sia svanita..ahahah!!!Ecco come si
può rendere docile un gatto ribelle..”
Nel dire ciò, venne improvvisamente trafitto, un rigolo di sangue
lentamente scese dalle sue labbra e prima ancora di aver la possibilità
di parlare, cadde a terra morto; era stata la Image Blade di Creed, il quale,
contrariamente a ciò che gli aveva ordinato Train, si era intromesso
nello scontro.
“Maledetti!! Come avete
osato toccare il corpo del mio Train?!!! Miserabili...crepate!!!!!!”
Con uno slancio Kranz si
gettò su Creed, ma fu tutto inutile, infatti l’Image Blade , che poteva
allungarsi a piacimento in base alla volontà del suo padrone, non diede
tempo al nemico di contrattaccare;centrato dritto al cuore, Kranz cadde a terra
morto.
Per terra ora giacevano i corpi
dei due Numbers e in mezzo a loro
quello di Train, il quale sebbene fosse svenuto per il troppo sangue perso,era
ancora in vita.
IV CAPITOLO: Due gatti innamorati
Era passata una settimana, Train
piano piano riaprì gli occhi, non poteva crederci, era ancora vivo,aveva
rischiato di morire..anzi ero quasi morto..ma allora come aveva fatto a
salvarsi?? Ricordava solo il colpo che aveva ricevuto da Kranz e poi vuoto
totale..e..che fine avevano fatto i due Numbers???? A quel pensiero si
alzò improvvisamente e con
suo stupore trovò addormentato ai suoi piedi, con la testa appoggiata
sul suo letto e seduto su una sedia,Creed; era lui che lo aveva salvato e che
in quei giorni si era preso cura di lui…chissà per quanto tempo
aveva perso coscienza..ma poco importava..adesso non aveva che occhi per Creed,
per il quale provò un’infinita riconoscenza.
Con il cuore carico di tenerezza,
cominciò ad accarezzargli i capelli, finchè Creed non si
svegliò, questi nel constatare con grande stupore che si era ripreso,
gli si gettò addosso abbracciandolo
“Train!!! Ti sei
svegliato!! Dio come sono felice!!Train..il mio Train…”- grosse
lacrime cominciarono a scendere dagli occhi –“ Temevo di
perderti..Train….”
A quella vista il cuore del
ragazzo prese a battere all’impazzata e non riuscendo più a
trattenersi, gli mise le braccia attorno al collo e lo baciò. Un bacio
passionale a cui Creed non fece alcuna resistenza, al contrario, era fin troppo
felice del fatto che Train finalmente si fosse deciso a ricambiare il suo
amore, e con la stessa foga che lo aveva sorpreso, anche lui ricambiò quel bacio.
Erano ormai presi da una passione travolgente,Creed cominciò a baciargli
le guance,la fronte, il collo, ormai nessuno poteva più fermarlo e Train
si lasciava andare alle sue cure, provando un incommensurabile piacere ogni
volta che gli veniva accarezzato o baciato .
Creed, dolcemente cominciò
a riempire di succhiotti il corpo di Train, con le labbra si spinse fino
all’ombelico e qui Train ebbe un primo sussulto, le guance divennero
ancora più rosse, il suo amante era intenzionato ad andare fino in fondo, e una volta
spogliatosi, cominciò a togliere anche a lui i vestiti, lo voleva,lo desiderava
a tutti i costi.
“ Train, questa volta sarai
mio, non ti lascerò andare via…”
A quelle parole Train non ebbe
neanche tempo di rispondere, che Creed già era di nuovo andato
all’attacco, a ogni sua carezza il corpo di Train fremeva dal piacere e
piccoli brividi lo attraversavano, in quel silenzio assoluto solo la sua voce
tremante si faceva sentire.
“Creed…aah..Creed!!!”
Nel sentirgli pronunciare il suo
nome, il cuore di Creed impazzì per la gioia, adorava terribilmente
quella voce e non si sarebbe mai stancato di sentirla, spingendolo ad
assaporare con più ardore quel momento d’amore.
V CAPITOLO: Una nuova vita.
La mattina seguente Train venne
svegliato bruscamente da Creed
“Eih
dormiglione!!!Svegliati!!”
Lentamente Train si alzò
dal letto, i suoi capelli erano tutti scompigliati, i suoi occhi ancora
assonnati e tali rimasero finchè non si accorse di essere completamente
nudo. In fretta, preso da un imbarazzo mai provato in precedenza, con
agitazione si strinse la coperta attorno alla vita, e Creed si divertiva un
mondo nel vedere quel suo modo impacciato di reagire.
“Oh caro Train, ieri sera
sei stato fantastico, è stato il giorno più bello della mia vita.
Non dimenticherò mia la tua voce, che dolcemente non faceva alto che
chiamarmi….”- Train a quelle parole divenne completamente rosso in
faccia ed era talmente emozionato che spesso rischiò di inciampare nel
tentativo di vestirsi. Lo faceva apposta, sapeva che Creed si divertita a
trattarlo così e avrebbe tanto voluto tirargli qualcosa contro, ma aveva
ben altro a cui pensare; dopo aver indossato dei pantaloni neri, una maglietta
bianca e il suo solito cappotto lungo, si guardò allo specchio per
cercare di riportare all’ordine i capelli ribelli. Mentre cercava di
sistemarsi, lanciò un’occhiata sul collo, dove una strana chiazza
rossa aveva attirato la sua attenzione, appena ebbe focalizzato che si trattava
di un succhiotto, spalancò intensamente gli occhi e si girò verso
Creed, il quale di fronte ai continui cambiamenti di espressione sul volto
dell’amante, non potè trattenersi dal ridere..
“Ma Creed!!!!!”- con
aria imbarazzata.
“ Beh..che ci vuoi
fare..” –sorridendo- “ non è mica colpa mia se sei una
preda allettante..”
“Ah!! Il mio
collare!!”- disse toccandosi il collo- “Dove...”
“Cerchi questo?”- lo
stava tenendo tra le mani.
“Ridammelo subito!!”-
aria imbronciata-
“Vieni a
prendertelo..”-sorridendogli.
Train si avvicinò piano
piano finchè non si ritrovò a pochi centimetri da Creed,
quest’ultimo, stringendo forte la presa,stette ad aspettare con aria di
sfida la prima mossa che Train avrebbe fatto, tuttavia ebbe poco da aspettare,
in quanto, con sua grande sorpresa, il ragazzo lo stupì dandogli un
bacio sulla guancia. Creed rimase lì per lì imbambolato, con gli
occhi fissi su Train, il quale con facilità riuscì in quel
momento a riappropriarsi del collare.
“Eih!!Non vale!!”
“I gatti non si comportano
mai in modo leale”- gli disse
sorridendo.
“Mpf....hai ragione...Ah
dimenticavo!!! Sbrigati a
sistemarti, che tra poco dobbiamo partire!”
“Partire??”
“Beh..non penserai mica che
saremmo rimasti qui dopo la visita che ci ha fatto Kronos....”
“Ah..Kronos...”-pensieroso-.
Creed si avvicinò e
appoggiò una mano sulla spalla di Train...
“Cos’è? La
cosa forse ti risulta sgradevole?”
“No....non è
questo.....è che....dove andremo?!!”
“Non ti preoccupare, ho
già pianificato tutto.”
“Uhm...”
“A questo
proposito...vorrei porti una domanda, a cui l’ultima volta non mi diedi
risposta.....
Saresti disposto a venire e
vivere assieme a me ?”
“Mpf... e me lo chiedi??
Senza di me, tu non andresti molto lontano...”-sorridendogli-“E poi
dovresti già averlo capito che senza di te io non vado da nessuna
parte”.
Creed non potè fare a meno
di mostrare tutta la sua felicità- “ allora preparati più
in fretta che puoi, partiremo subito!!Io ti aspetterò fuori con la
macchina !!!!”- dopodichè uscì, lasciando solo Train.
Dopo una ventina di minuti Train
si ritrovò davanti al cancello con in mano una piccola valigia e con lo
sguardo rimase qualche minuto a rimirare la villa, pensando a quei pochi
ricordi che stava lasciando, finchè il suo sguardo non venne catturato
da una coppia di gatti, uno bianco e uno nero, accoccolati l’uno vicino
all’altro. Il ragazzo vedendoli,si inginocchiò di fronte a loro
per guardarli più da vicino- “Beh..se ci siete voi di sicuro a
questo posto non succederà niente..”-sorridendo-.
“Traiiinnnn!!!! Pigrone!!
Quanto mi vuoi far aspettare???”-suonando il clacson .
Train si alzò e guardando
verso Creed,che era al posto di guida di un fuoristrada - “I gatti non
amano la fretta!”, dopo avergli risposto, si voltò ancora
un’ultima volta verso la villa...
(Avevi ragione Saya...la libertà
è una cosa fantastica!!!)... poi si diresse verso la macchina e una
volta salito, i due partirono, diretti verso una nuova vita.