Tagliente come vetro

di madame_red_
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Ciao a tutti ^^ Ho scritto questa piccola storiella per un concorso letterario a scuola, spero vi piaccia :)
Aspetto (e spero xD ) recensioni : Baci      Madame Red

 Ciao a

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Ore, minuti.. tutto passa lentamente od inesorabilmente veloce.
Luce e buio, vuoto e pieno ma niente ha più senso in questa stanza che sa di marcio e di dolore.
Lui è fuori, lì, da qualche parte, posso sentirne il profumo dai muri spessi, per quanto lontano sia continuerò a sentirlo, mi martella nel cervello come una cantilena irruenta che spezza tutto ciò che mi tiene legata alla realtà.

Sento il gelo dell’esterno trapassarmi il cuore dalle spalle appoggiate alla porta.
Sorreggo la testa con le mani come se si fosse fatta pesante e ricordo.. Anche ricordare è difficile, come se cercassi nel disordine che aleggia nella mia mente un fatto di secoli fa, come se non fossi stata regista di quel pezzo della mia vita.
 
Mi guardo intorno e tutto ad un tratto niente mi sembra più cristallino di così : Una stanza che odora di vuoto e cocci vitrei sparsi disordinatamente sul pavimento.
L’immagine è talmente palpabile davanti ai miei occhi che mi sembra di rivivere ciò che è stato per la prima volta padrona di me stessa.

Lui mi fissa con i suoi grandi occhi scuri, sono gelidi, orrendamente vuoti , mettono terrore solo a guardarli, sento che mi grida qualcosa, qualcosa che non afferro al volo è talmente alto il suono della sua voce che quasi non riesco a percepirlo.
 
Un suono improvviso mi risveglia dal torpore.
Lo vedo sbattere un bicchiere a terra, migliaia di schegge trasparenti si infrangono sul pavimento ferendomi in più punti.
Inizio a gridare dando sfogo ai miei pensieri senza sapere cosa dico… forse tutto o forse niente.
So solo che quello che ho detto deve aver fatto nascere in lui un impeto d’ira ancora più profondo del primo, mi afferra per un braccio e mi sbatte contro al muro.


"Ti odio…" Mi sussurra, sono le ultime parole che riesco a percepire prima che la mia mente vada in stand-by : istinto di conservazione lo chiamano alcuni, io so solo che la mia psiche non reggerebbe altro.

Mi lascia crollare a terra, io, totalmente incapace di reggermi in piedi, non ora.
Esce di casa, silenzioso come era entrato, non mi rivolge la parola, mi guarda solo un’ultima volta prima che io sbatta la porta con tutta la forza che ho in corpo, forse avrei fatto meglio a non guardarlo, non era uno sguardo normale, le sue iridi nere erano taglienti come vetro e mi hanno ferito nel più profondo della mia anima macchiandola di schizzi invisibili d’odio.
 
Sento il mio cuore fare un tuffo nel petto.
 
E’ come se fossi riaffiorata da un mare di ricordi dopo un tentato annegamento, boccheggio annaspando nelle mie stesse lacrime.
 
Afferro un frammento di vetro, ha una bella forma, sembra una goccia d’acqua.
 
Lo stringo  nella mia mano, tanto forte da sporcarmela in rivoli silenziosi di sangue scuro.
 
"Ti amo.." Sussurro a mia volta, questa volta, però, non c’è nessuno ad udire le mie parole.
 




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