Nessuna risposta

di Pandarax
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click. click. click.

“Ciao :)”

Sto per premere il tasto Invio, ma qualcosa mi blocca. Il mio dito si allontana da esso, la mia mano si leva dalla tastiera... Guardo fisso il monitor e un tremito percorre il mio corpo, mi assale un senso di ansia... Abbasso la testa e l’appoggio sopra le mie braccia incrociate sulla scrivania.

Sono un maledetto.

Sono un codardo.

Sono uno stupido.

Questa scena si ripete oramai da giorni, settimane, mesi. Io che scrivo un messaggio per “lei”, carico di speranze, sogni, progetti e buona volonta’ e, al momento di confermare, di inviarlo... non ce la faccio.

Lei sta con uno. E’ felice, non ha bisogno di altro. Nulla potrebbe separarli. Eppure mi ritrovo ogni sera a digitare sulla tastiera parole che portano con se’ i miei sentimenti.

Sono ridicolo, non... non so perche’ lo faccio. Vorrei pormi questa domanda ma sono un vigliacco. Non ho il coraggio di affrontare le cose per come sono.

Mi aggrappo ad illusioni irraggiungibili, stelle nel cielo, apparentemente cosi’ vicine da poter essere afferrate ma, invece, cosi’ lontane da riportarti alla brusca realta’.

Rimango davanti al computer, i miei occhi fissano quelle lettere sullo schermo. Quante volte l’avro’ fatto? Unisco le mani davanti alla mia fronte e penso alle possibili conseguenze: mi rispondera’? Cosa mi dira’?

Probabilmente vorra’ che la lasci in pace, non la posso biasimare. Che ingenuo che sono, a pensare di avere una possibilita’ di... lasciamo stare.

Non e’ giusto. Mi sento umiliato dalla vita. Chiedo solo un po’ di affetto. Vedo le altre persone, spensierate e contente per le strade e mi viene l’invidia: perche’ non posso avere anch’io un po’ di quella loro felicita’? Non so cosa darei per poter assaporare anche un solo minuto di tutto cio’: essere amati, accettati, avere qualcuno di caro al proprio fianco. Chiedo troppo? Probabilmente.

Rido, ma e’ una risata amara, frutto della consapevolezza che non ho nulla nella vita: soldi, affetto, futuro.

L’unica cosa che ho forse e’ il moscerino attratto dalla luce del mio monitor.

Giro la testa e il mio sguardo si posa sullo specchio: i miei occhi sembrano raccontare la storia di un ragazzo innamorato di un sogno irrealizzabile.

Una storia che vale la pena di scrivere.





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