Note: Prima
di leggere, immaginate Yamato sui trent'anni. Non più un
ragazzino, ma un bel giovanotto. Fatto? Ecco, ora potete leggere senza
restare di sasso più del dovuto ^^
Era una scena che si ripeteva da anni ormai.
Ad ogni compleanno, Piemon nascondeva un regalo nel castello e Yamato
lo cercava.
I primi tempi era stato imbarazzante. Insomma, non era più
un bambino, lo metteva a disagio dover cercare in lungo e in largo al
ritmo stressante di -Acqua… fuoco…
fuochino… acquazzone… -
Poi però il simpatico giochetto era diventato
un’abitudine, considerando poi che Piemon era una fonte
inesauribile d’idee. E non solo per i regali, anche per i
nascondigli.
Quel giorno non riusciva davvero a capire dove cavolo avesse messo il
dono, perché aveva cercato in lungo e in largo e la solfa
era sempre la stessa.
-Acqua… fuoco… fuochino…
fuoco… acquazzone… -
Arrivò a controllare persino sotto un sopramobile ma
-Acqua… -
-Ok mi arrendo.- disse alla fine, rassegnato, passando accanto al
digimon e buttandosi a sedere sul letto.
-Fuoco.- disse quello.
Fu in quel momento che il digiprescelto ebbe un’intuizione
così ovvia che avrebbe voluto castigarsi per non averci
pensato prima. Fissò il compagno negli occhi, si
alzò e con passo lento e calcolato gli fu nuovamente vicino.
Scorse la mano sul suo petto, verso il basso.
-Fuoco… - sorrise quello malizioso.
Gli girò intorno, sempre lentamente e, impassibile gli
tirò appena l’orlo dei pantaloni sotto le code
della giacca. Piemon s’irrigidì intimidito.
-Acquazzone, acquazzone!- esclamò tentando di scamparla.
-Oh, andiamo…- Yamato optò per la tecnica segreta
dello speciale sguardo da cucciolo deluso, ma evidentemente era
cresciuto troppo e Piemon doveva essere immune agli occhi da cuccioli
adulti delusi.
-Vorrei andarci piano con questa cosa, per me è molto
difficile, non sono abituato a…-
-Sarebbe ora che ti svezzassi.- Yamato non voleva sentire scuse. Se il
suo regalo era la classica “Notte
d’amour” come la chiamava Taichi, bene, che
“Notte d’amour” fosse.
A modo suo, però. Era lui il festeggiato, no?
Tirò il digimon per la mano, cercando di portarlo a letto,
ma quello tentava di divincolarsi accaparrando scuse su scuse.
-Sai, scherzavo prima, il tuo regalo è un altro… -
-Non fare storie…- gli sussurrò il ragazzo
spingendolo contro il materasso e mordicchiandogli maliziosamente
l’orecchio. Le mani scorrevano lungo i vestiti
dell’altro, inarrestabili.
-E’ dentro il vaso! Dentro il vaso!-
-Sì, sì, dopo ci controllo.- lo ignorò
bellamente levandogli i vestiti di dosso -Ora fammi scartare questo
regalo.-
-Dentro il vaso… - fu l’ultima esile protesta del
clown prima di arrendersi alle carezze dell’altro. Alla fine
dovette ammettere che il suo essere restio era del tutto ingiustificato.
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