Con
le mani sporche di arcobaleno
Mentre gli altri
correvano, lei si fermava. Prendeva il cielo tra le dita e si metteva
a dipingere.
Era meraviglioso
osservare il cielo, dopo un temporale, e veder comparire quei colori
che portavano con sé speranza e grandiosità.
Pace, perché la
pioggia era passata. Splendore, perché quello spettacolo era
il più
bello di tutti.
Aveva sempre
pensato che non ci fosse nulla di meglio che sedersi e guardare
l'arcobaleno.
Si
era dovuta ricredere, quando Shirley l'aveva presa con sé.
Con le mani
sporche di arcobaleno, le aveva mostrato più sfumature della
vita di
quante non avesse mai conosciuto. Molte più di quanto avesse
potuto
immaginare.
Il
mondo negli occhi
«Hai il mondo
negli occhi» le aveva sussurrato Flox, un giorno. Aveva
sorriso,
prendendole la mano.
Aveva guardato nei
suoi occhi, ed era stata certa di vedere qualcosa di più,
qualcosa
di diverso. Le piaceva guardare le persone negli occhi.
Non potevano
nascondersi. Poteva sapere cosa pensavano davvero.
Ma lei era
diversa, lo era sempre stata. Flox era speciale. Era bizzarra, agli
occhi altrui. Un arcobaleno vivente. Un esplosione di colori,
vita, allegria.
Si incastravano
alla perfezione. Eravano simili, ma non uguali.
Nei suoi occhi,
vedeva di più. Non solo il mondo. Vedeva tutto
ciò che era. Vedeva
se stessa. Vedeva loro.
Fairy
tale
She
lives in a fairy tale
Somewhere
too far for us to find.
Viveva
in una fiaba, in un mondo suo. Nessuno ne conosceva la collocazione,
le regole o i costumi. Solo lei, attraverso la magia più
grande di
tutte, lo visitava.
«È
così semplice» diceva. «Basta
volerlo».
Eppure,
nessuno era in grado di penetrare in quel mondo incantato. Avrebbero
potuto stringerlo tra le dita, ma erano troppo ostinati per farlo.
«Apri
gli occhi, Flox» aveva sussurrato. «So che tu lo
vedi».
Flox
sbarrò gli occhi, guardandosi intorno.
Quando lo
vediamo per la prima volta, il mondo ci sembra così bello.
Lo è,
forse, ma noi siamo troppo ciechi per notarlo.
Le
strinse la mano, guardando il mondo attraverso i suoi occhi.
Paradise
When
She was just a girl (…)
Dreamed
of paradise
Every time
she closed her eyes
Paradise
– Coldplay
Quando
era bambina, le piaceva chiudere gli occhi e immaginare un luogo
diverso, senza regole né pregiudizi; un luogo fatto di
felicità e
sorrisi, di abbracci e del profumo della mamma. Tenere gli occhi
aperti le faceva male, perché le rammentava che era sola,
senza lei.
«Mi
dicesti di aprire gli occhi, perché tu non lo fai?»
«Non
c'è. Non ci sono i colori».
Flox
aveva sorriso tristemente, inginocchiandosi di fronte a lei.
«Creiamoli
noi, lo possiamo fare».
«È
uno solo il colore che cerco. Non posso trovarlo. Non esiste
più».
«I
colori vivono sempre in noi, forse ti serve solo una mano».
E
la mano era lì, tesa. Sempre.
«Tu
credi nel Paradiso?»
«Credo
nell'arcobaleno, che è un po' come il Paradiso».
«Tu
sei l'arcobaleno: l'ho sempre pensato».
*
Angolo
Autrice:
Piccola
raccolta-shot scritta mesi e mesi fa (finita precisamente il 29/10) e
che non riuscivo a pubblicare perché pensavo mancasse
qualcosa. Oggi
l'ho riletta perché stava letteralmente facendo la muffa e
ho deciso
di lasciarla cos'è com'è, dato che mi sembra
abbastanza
diabetica... Io e le mie coppie assurde, nate per caso nelle notti
insonni, siamo tornate, gente! Temete (nemici dell'erede)! ♥
Mi
siete tanto mancate e spero di poter ripubblicare presto regolarmente
:)
Baci,
Acquamarine_
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