E' doveroso da parte mia dare delle
piccole delucidazioni in merito a questo scritto - che è possibilissimo
definire uno sfogo senza capo nè coda - : il linguaggio non è esattamente
forbito, alcune parole sono in gergo comune. Altro punto da chiarire è che non
è una critica a nessuno, ma un fatto che ho sperimentato sulla mia pelle e che
ho rivisto in molti amici. Le tematiche trattane possono ritenersi
"delicate", in quanto si accenna al Gender bender e
all'omosessualità, ma senza approfondire alcun argomento. Detto questo, lascio
a chi vorrà questa parte di storia senza pretesa alcuna. Se vi va lasciatemi un
pensiero, altrimenti amen.
Le persone soffrono. È un dato di fatto e un segno
distintivo che ci fa intendere che siamo vivi, che non siamo solo pezzi di
carne che camminano.
Le persone soffrono, costantemente. Alcune lo
esternano con il pianto, altre abbandonandosi all’ira, o alla gola, o ancora
cedendo alla lussuria, ma poi ci sono loro, ci siamo noi, ci sono io: le
vittime invisibili.
Le vittime invisibili sono quelle persone che
soffrono ma non possono darlo a vedere, o i loro compagni o compagne
cederebbero alla disperazione. Le vittime invisibili vengono prese per persone
insensibili, prive di alcun tatto e “sculate”. Persone che a detta degli altri
hanno avuto tutto, o quasi, dalla vita, ma non è così. Le vittime invisibili se
la sono guadagnata con il sudore della fronte quella “sculata”, hanno deciso di
non farsi mettere i piedi in testa, di reagire alle difficoltà con disprezzo
malcelato e con un linguaggio spesso scurrile, ma loro, noi, io proviamo dolore
come tutti, forse anche di più.
Le vittime visibili sono quelle persone che
esternano il loro dolore, sono quelle persone che hanno la convinzione che
tutto gli sia contro, che nessuno può comprenderli a fondo ed erigono un muro
di cemento pieno di crepe e quando qualcuno scorge quelle crepe, queste si
ampliano fino a spaccare il cemento, eroso già dai materiali scadenti.
Quante volte ho sentito la disperazione altrui nel
sentirsi rifiutati dai genitori?
«I miei mi hanno sbattuto fuori casa perché sono gay.
Mi hanno chiamato frocio, reietto, rifiuto della società e mi volevano far
“guarire” portandomi da uno strizzacervelli».
«Mio padre non capisce che io non sono un uomo, ma
una donna nata nel corpo sbagliato. Non vuole comprendere che il mio è un
disagio vero, vorrei solo che il mio corpo corrispondesse alla mia natura».
«Mio padre mi ha picchiato perché dice che io sono
la sua principessa… ma io non sono una principessa, io sono un maledetto
stalliere che vuole farsi le contadine!»
«Mia madre ha tentato di suicidarsi quando ha
scoperto che ero fidanzata con una ragazza e mi ha chiusa in casa, proibendomi
di vederla, di parlarle, di toccarla, di baciarla… mi ha rovinato la vita…»
Ho fatto coming out, ho detto ai miei
che sono lesbica e hanno dovuto accettare il dato di fatto.
«Eh, questo perché sei sculata! Hai una famiglia meravigliosa,
ti hanno accettata per quello che sei!»
No, non ho detto che mi hanno accettata,
ho detto che lo hanno dovuto fare.
«Ma è uguale no? Io invece sto qui a soffrire perché
non ho la tua stessa fortuna…»
La mia non è fortuna, la mia è
un’imposizione. O lo accettavano o me ne andavo. Li ho messi davanti ad una
scelta, dicendo che quella era la porta e che se la chiudevano io me ne sarei
andata. Ho detto che questa è la mia vita, che decido io cosa è meglio per me e
che in ogni caso meglio così che drogata.
«Tu hai avuto culo, non hai mica sofferto come me! Sono
stati comprensivi, invece i miei mi hanno sbattuto fuori casa…»
Non sono stati comprensivi, solo che i
miei genitori sono stati educati da me, non l’inverso. Hanno visto la decisione
nei miei occhi, la fermezza della mia voce, la certezza che quello che faccio
non è sbagliato. Non li ho resi potenti, non li ho resi in grado di
distruggermi, ma ciò non significa che non ho sofferto. Non mi hanno parlato
per mesi, non volevano che vedessi la mia ragazza, non volevano che la portassi
in casa e mia madre ha pianto.
«Ma come farò a vivere da solo? Perché non ho
anch’io dei genitori come i tuoi?»
Perché tu non hai fatto altro che
fuggire, nasconderti dietro sorrisi falsi, assecondare ogni cosa ti dicevano i
tuoi e per questo sapevano di poterti comandare. Poi hai svelato loro la verità
e hanno visto che sei un bugiardo, che non hai fatto altro che mentire e questo
ha infranto i loro castelli di sabbia. Sei grande abbastanza per fargli capire
che tu non sei un’escrescenza del loro corpo cresciuta troppo e che la vita è
tua.
«Parli così solo perché hai avuto la fortuna di
avere dei genitori comprensivi e meravigliosi!»
No, parlo così perché ho deciso così. Ho
scelto di non essere falsa, di non nascondermi dietro a nulla e a nessuno, ma
ho sofferto e soffro ancora, solo che tu non lo vedi.
Questa sono io, siete voi, siamo noi e sono loro.
E’ solo una parte, uno spiraglio per far comprendere
chi sono le vittime visibili e quelle invisibile. Insulti voleranno addosso
alla mia persona, ma io li ignorerò, perché qualcuno si riconoscerà nella
vittima invisibile e capirà che è normale, che è una persona come tutti e come
tutti soffre, solo che ha deciso di farlo in silenzio, di non far pesare quello
che ha passato, spesso sminuendolo per non ferire l’amico/a o il partner.
Le vittime invisibili però sono anche uomini e donne
che devono badare alla salute dei loro partner. Sono quelle persone che si
celano dietro le quinte, lasciando al proprio amore tutta la comprensione e
l’affetto che raramente riservano per se stessi. Sono quelle persone che curano
l’animo altrui senza fare un fiato, che ascoltano senza giudicare, che soffrono
internamente perché anche per loro la situazione è difficile, ma prima di tutto
pensano all’altra metà della loro anima, quella stessa metà che una volta
risolta la situazione non si farà scrupolo a buttarli nel primo cestino
disponibile come spazzatura.
Le vittime invisibili sono quelle persone il cui
urlo di dolore è più lacerante di chiunque altro.
Le vittime invisibili sono quelle persone che si
struggono internamente e che non riescono a farsi sentire.
Le vittime invisibili sono quelle persone che in
nome di ciò in cui credono hanno preso decisioni drastiche, hanno sputato
sangue per seguire i loro sogni, hanno sofferto così tanto che le vittime
visibili neanche lo sanno, troppo prese dal loro dolore.
Le vittime invisibili sono anche quelle persone che
muoiono prima, perché quando il dolore raggiunge l’apice si lasciano cadere nel
vuoto senza cercare appiglio.