È
tardi, le prime ombre del tramonto iniziano ad allungarsi
all’orizzonte, dovrei essere già a bordo, la nave
sta per partire ma me ne sono ricordato solo adesso e così
mi tocca correre per raggiungerla in tempo.
Non è da me, anche gli altri marinari me lo dicono:
“Che ti prende Jones? Per te è sempre
esistito solo il mare, non sei mai stato così distratto! Non
è che ti sei innamorato?!?”
Innamorato, io? Ma figuriamoci! Non perderei mai tempo dietro delle
sciocche oche in gonnella, preoccupate solo che i loro abiti non siano
fuori moda!
Eppure, eppure non riesco a non pensare a lei.
Sono già passati tre mesi ma non riesco a
dimenticarla…
… Dopo due
settimane di viaggio finalmente il giorno successivo saremmo arrivati
in porto ma quella sera una tempesta ci aveva sorpreso, non avevo mai
visto niente del genere, le onde erano enormi e sommergevano la nave,
il cielo era tetro e coperto da buie nuvole con lampi e fulmini a
illuminarlo.
Il timone era impazzito
e i marinai tentavano disperatamente di non cadere in mare, le vele a
pezzi sventolavano nell’aria oramai inutilizzabili.
Cercavo di raggiungere
il timoniere per aiutarlo quando la vidi: in mezzo alle onde una donna
stava danzando, i fulmini non la sfioravano e il vento accompagnava i
suoi volteggi, anzi sembrava nascere dai suoi stessi movimenti.
Non avevo mai visto
niente di così forte e delicato al tempo stesso.
Rimasi incantato da
quella visione e mi guardai in torno per vedere l’effetto che
faceva agli altri marinai, ma quelli continuavano a correre per la nave
in preda al terrore, come se non la vedessero.
Arrivai a chiedermi se
stavo avendo una visione, quando lei si girò, sul suo volto
un’espressione di gioia selvaggia che si mutò in
una di crudele divertimento alla vista della nostra nave in preda alla
furia del mare.
Sto per chiamarla,
voglio attirare la sua attenzione ma in quel momento cede
l’albero maestro della nave, travolgendomi.
I miei
pensieri si fanno confusi, il mio respiro più lento.
Svengo.
Quando mi risveglio la
nave è miracolosamente riuscita ad arrivare al porto di
Lisbona, della danzatrice acquatica nessuna traccia…
Ho raggiunto il molo ma quella stupida nave è già
partita, maledizione chissà quanto mi toccherà
aspettare prima di trovarne un’altra diretta ai caraibi.
Sto tornando verso la città quando la vedo, è
lei! Non c’è alcun dubbio!
Immersa nell’acqua fino alla vita, i capelli ondeggiano
liberi nel vento.
Allunga la mano come a invitarmi e mi sorride.
Il mio cuore è felice come mai ma un brivido mi corre lungo
la schiena.
Ancora non so che quel sorriso mi porterà alla dannazione.
Mille ringraziamenti a monipotty, DJ Kela, Nekomi e Blackmoody che con
le loro gentili recensioni alla mia precedente fanfic mi hanno
invogliato a scriverne un’altra.
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