Confutatis Maledictis

di GinevraCorvino
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"Mi ha salvato mia madre. Sapeva che stava per morire. Ha convinto mio padre a salvarmi come ultimo desiderio.[...]Mi diedero una dose di Pozione Polisucco che conteneva un capello di mia madre. Lei bevve una dose di Pozione Polisucco che conteneva un mio capello. Prendemmo l'uno le sembianze dell'altra"
- J.K. Rowling - ( Harry Potter e il calice di fuoco - cap. 35 pag 581 e 582 - Edizione Salani - )

 
 
Un sorso di quel disgustoso liquido e hai sentito il tuo corpo cambiare, signora Crouch. Le ossa allungarsi, il petto appiattirsi, i capelli accorciarsi e tra le gambe il tuo sesso mutare: un'appendice turgida e molle ha preso il posto della vagina che lo generò.
Ora come desideravi hai il suo aspetto, ma non il suo cuore assassino, e il male che ti mangia dentro non è guarito indossando il suo corpo. Tutto resta così come è, solo le apparenze ingannano.
Sei silenziosa e sporca, signora Crouch, in quel letamaio di cella, dove dietro una pietra malferma hai nascosto il tuo segreto in una boccetta di ferro ossidato.
Basterà per il tempo che sai che ti resta. E lui è al sicuro. Lontano da questo Inferno.
La tosse è sempre più violenta e sputi sangue innocente su quei muri malvagi; sempre più debole ogni volta, ogni volta più in affanno.
Hai freddo, consumata dalla febbre e dall'orrore di quel luogo infetto.
Non ti sei ancora abituata ad orinare in piedi, così spesso il piscio cade sui tuoi indumenti da carcerata. L'olezzo è nauseante e anche tu puzzi già come un cadavere.
I Dissennatori non ti danno requie, perché hanno fiutato ingordi la menzogna, e sono famelici del tuo sacrificio di madre. Ti volteggiano attorno come un branco di lupi senza occhi e ti sfiorano con i loro mantelli stracciati, come fossero orridi ballerini di una danza macabra e funerea. Si divertono, le spietate guardie di Azkaban.
Eppure tu non vacilli, sopporti e quando ti sfiori i capelli impastati di marciume, fai finta di accarezzare quelli di tuo figlio. E non ti importa "cosa sia" quel figlio. Per te è il tuo bambino, per sempre.
Sei sfinita, esausta, l'alito fetido della morte ti sussurra all'orecchio invitante, liberatorio. Il momento è giunto, lo sai, bevi l'ultimo sorso della pozione e mentre le palpebre si fanno troppo pesanti, tu ti accasci raggomitolata come uno straccio da buttare in un angolo putrido.
Ti troveranno così, in quel corpo rubato, troppo dimagrito, dove la pelle è semplicemente attaccata alle ossa, senza più respiro in quel petto scheletrico e non capiranno il sorriso lieve che aleggia sul tuo volto emaciato.
Buon riposo signora Crouch. Gettata in una fossa di criminali, gli angeli non ti hanno dimenticata e con mani gentili raccolgono la tua anima da quel mefitico carnaio e l'adagiano tra le stelle.




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