Lascia che bruci, lascia
che tutto
bruci.
Lascia che le fiamme
divorino la pelle,
sporchino di nero la carnagione chiara, ardano sul corpo, dentro
al corpo.
Lascia che il fuoco divampi
nelle vene
e roda il sangue. Lascia che lo asciughi, che ogni goccia si
prosciughi, che il sangue coli giù nel fuoco e lo faccia
divampare.
Fuoco. Fuoco.
Lascia che consumi il mio
corpo.
Fuoco. Fuoco.
Lascia che il suo calore mi
avvolga
come un abbraccio.
Fuoco. Fuoco.
...l'ultimo
abbraccio.
Lascia che mi dia fuoco.
Lascia che il
mio corpo sia circondato d'aria incenerita, la stessa che entra nei
polmoni e li consuma. Lascia che intossichi, che sconvolga, che
confonda. Lascia che mi faccia perdere i sensi. Lascia che cancelli
il dolore, che l'ossigeno si trasformi in nebbia buia, oscura, che me
ne riempia la cassa toracica.
Persino il mio cuore
è imprigionato
fra queste quattro ossa. La gabbia più grande, è
dentro di me.
La gabbia arde.
Nella gabbia c'è
il fuoco.
Il fuoco nella mia cassa
toracica.
Il fuoco nel cuore.
E il fuoco è in
ogni vena, è in ogni
battito, è in ogni respiro. Ogni respiro odora di sangue.
Ogni
battito ha il suono di un tonfo. Ogni vena è colorata di
grigio
metallico.
Bum, bum, bum. Ogni battito
scandisce
il tempo restante.
Bum, bum, bum. Ogni battito
è un
respiro mozzato.
Bum, bum, bum. Lascia che
il fuoco
copra questo suono.
Ed anche le fiamme
dell'Inferno
sarebbero meglio di questo dolore, perché questo calore
è solo
sofferenza rossa, arancione, che divampa e si consuma, che
incenerisce l'anima e la devasta.
Ma sei ancora viva.
Dopo tutto
il fuoco e il dolore, sei ancora viva.
Non c'è
sensazione peggiore. Dolore,
morte, e fuoco. E vita.
Sa essere così
ingiusta, a volte...
Ma tu lascia che bruci.
Lascia che tutto
bruci.
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