Fallen
Angels
Anche
il Paradiso ebbene si,aveva il suo angolo oscuro e recondito d’ Inferno.
Un
piccolo antro,dove ad essere puniti invece di quegli umani
profondamente
peccatori,erano i fallen angels,coloro
che osavano pensare con la propria testa,coloro che volevano essere
più che
semplici fantocci,burattini senza
coscienza o sentimento o ancora emozione. Coloro che invidiavano gli
umani
capaci anche di amare,e non solo di odiare o ancora uccidere,umani imperfetti si,ma sicuramente creature
alquanto speciali,umani possessori della fortuna più grande:
il
libero arbitrio.
Castiel
sapeva bene quanto duro,atroce e
doloroso fosse sopportare sulla propria pelle le torture di Raphael e
Michael,erano
loro a dettar legge li, in quell’antro di Inferno
ben nascosto nel suo,nel loro Paradiso.
Le spade degli arcangeli che perforano il corpo e bruciano come
fuoco,bruciano
più delle fiamme della dannazione eterna,incidono, e
penetrano nella carne,più
dolorose, più acuminate,taglienti e viscide della falce di
Morte,quella falce
che il cavaliere usa per strappare
via le anime dai gusci nelle quali
sono relegate,si,quelle spade sono peggiori,la sofferenza
dell’anima è forse
nulla in confronto a quella del corpo e dello spirito.
Pentimento
quello che trapelava dagli occhi azzurri più del cielo del
giovane angelo. Proprio
lui che mai avrebbe potuto dimenticare tutto ciò, aveva
lasciato che i suoi fratelli cherubini
la portassero
via,portassero via Anna per sottoporla a quelle inverosimili
atrocità,atrocità
che lui ben conosceva,che ben spesso capolinea nei suoi ricordi
sicuramente
facevano,atrocità per sempre indelebili,indelebili nello spirito.
Le
forze ormai l’avevano abbandonata da tempo,forse dal primo
giorno. Avrebbe
preferito che Morte portasse via lei la sua essenza,la sua vita,avrebbe
preferito vedere uno di quei viandanti,mietitori,traghettatori
di anime che gli umani da
lei
tanto invidiati temevano dalla notte dei tempi,e mettere
così la parola fine
sulla sua esistenza,non voleva più
esistere per soffrire così atrocemente,non voleva
più esistere per essere una maschera
costretta a recitare
un ruolo impostole nel disegno di
suo padre,Dio,voleva scendere dal
palco ed essere solo Anna,non l’angelo del Signore,solo Anna
Milton,un volto con un
nome,un’identità e l’agognata
libertà sottovalutata dagli uomini. Le catene avvolgevano il
suo corpo
impedendole ogni movimento,rivoli di sangue
scarlatto sul suo
viso colavano
imperterriti mescolandosi a quel rosso intenso di quei suoi lunghi ed
ondulati
capelli,mescolandosi a lacrime cristalline,il dolore le mozzava il
respiro.
“Anna,hai
imparato la lezione?”
Michael
di fronte a lei,occhi di ghiaccio sorriso gelido,passava la sua fatale
spada
saldamente impugnata nella mano destra sul viso di Anna,con
l’altra le prese il
volto per incrociare il suo sguardo,ormai vuoto,ormai
privo di speranza.
Nessuna
risposta da Anna, solo buio
all’improvviso.
Era
strano lo scorrere del tempo sulla terra,ancora Castiel non vi aveva
fatto l’abitudine,fissava
il mare cominciare a mutare,ad evolversi,distratto pensieroso,afflitto
dal
senso di colpa,non riusciva a staccare gli occhi dalle acque
magnetiche,nelle
quali forse si rispecchiava per ciò che aveva fatto,lui era
stato gelido e
burrascoso,come loro,come quel mare tempestoso sempre in agguato pronto
ad
aiutare Morte a completare pezzo dopo pezzo il grande disegno privando
l’uomo
della sua vita. Castiel non si sentiva diverso perché agendo
quasi come quel
mare aveva dunque tolto la vita ad
Anna,l’aveva condannata.
Riaprì
gli occhi si alzò lentamente,nessuna catena ad avvolgerla,e
dove prima vi era
Michael,dove prima vi era dolore,dove prima all’improvviso
aveva visto
oscurità,adesso vedeva un paesaggio notturno ed una calda
luce illuminare il
suo volto,volto perfetto,non un graffio,non una cicatrice,perfettamente
guarita,Anna era incredula,spaventata,sorpresa.
Nella mente ogni singolo istante, come un marchio indelebile tutto era
irrimediabilmente impresso. Era sulla terra,strinse i pugni,era salva
finalmente,nulla era l’Inferno di Lucifero paragonato a
quello celato nei
meandri del Paradiso. Chi aveva deciso di aiutarla? altri fratelli avevano deciso di togliersi la maschera ed imparare a vivere?
Libera,salva, come
e chi non importava,importante era
avere
riconquistato se stessa e la possibilità
di ricominciare,o meglio cominciare a vivere smettendo
di essere uno strumento per un fine più
grande.
Castiel
distolse all’improvviso gli occhi dal mare sempre
più furente con il
trascorrere dei minuti sentendo,avvertendo una presenza poco
lontana,familiare,una creatura divenuta fragile,una creatura spezzata
nello
spirito.
Un
angelo poco ma sicuro,un angelo le cui ali erano state spezzate da
atroci
crudeltà l’avvertiva,avvertiva ancora il terrore
nella figura che percepiva
sempre più vicina.
E
la sua mente pensò di nuovo ad Anna,lui la capiva
perché come lei era stufo di
essere usato ed illuso dal padre assente,come lei aveva voglia di
ripartire da
zero e cancellare ogni cosa.
Castiel
lentamente cominciò a camminare, lui e la figura misteriosa uscirono allo scoperto
mettendosi in mostra,lui aveva
percepito lei,lei aveva percepito lui.
Voglia di perdono,voglia di riscatto,scuse,timori.
Castiel
aveva immaginato bene, era lei.
L’altro
angelo aveva ben capito,si trattava davvero di lui.
“Castiel”
“Anna”
Uno
pronunciò il nome dell’altro,da sotto le giacche
estrassero le loro spade ed
all’unisono al suolo le gettarono,un tonfo sordo, e poi solo
silenzio,tra loro
solo il fruscio della
gelida brezza
invernale.
Fine
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