In principio era buio e tenebra.
Talmente buio che neppure l’Entità riusciva a vedere a un
palmo di naso.
« E
che è questo buio?! Luci! »
Un
fascio di luce scese ad illuminare… il nulla.
« Non
è esatto: c’è un pavimento. »
Un
fascio di luce scese ad illuminare un pavimento vuoto.
L’Entità
si schiarì la voce.
«
Siamo qui riuniti… cioè, io sono qui riunita perché, in quanto Entità
Suprema, l’umanità è in pericolo e ha bisogno del mio aiuto. Devo dunque
fornirle i mezzi per difendersi dalla minaccia che incombe… »
L’Entità
seguitò a parlare per un bel pezzo, beandosi della sua stessa voce, dacché era
inverosimilmente vanitosa ed egocentrica.
«
Questo narratore non mi garba affatto… »
L’Entità
assunse un tono altamente minaccioso…
«
Dacci un taglio! »
[…]
« Oh,
adesso posso lavorare in pace… »
L’Entità
si concentrò per adempiere al suo gravoso compito: evocare i Nove Cavalieri.
Li
avrebbe chiamati uno ad uno, con l’ausilio di un’ancestrale e laboriosa
formula…
« Che
fai, sfotti?! »
L’Entità
– che non era evidentemente dotata del minimo senso dell’umorismo – si accinse
a chiamare il Primo Cavaliere.
«
HOUSE! »
Un
uomo nudo e mezzo insaponato si materializzò dal nulla.
Si
guardò intorno spaesato: « Ma che diamine…?! »
« Per
l’amor del cielo… copriti! »
E con
un sonoro schiocco, l’uomo si trovò asciutto, vestito e dotato del suo consueto
bastone.
« È
una delle mie solite allucinazioni? » chiese esterrefatto – e per un tipo come
lui non era facile esterrefarsi.
«
Purtroppo per noi, no. – disse l’Entità in tono aulico – Gregory House, sei
stato qui condotto per compiere una missione di vitale importanza. »
«
Uhm… voce echeggiante, invisibilità, spiccata megalomania… » rifletté lui.
Fece
qualche passo claudicante, poi si rivolse verso la fonte di luce: « Hai mai
portato calzini di flanella alla rovescia? »
«
Ovviamente sì, – rispose l’Entità – ma questo che c’entra? »
House
assunse la sua tipica espressione da “ho avuto un colpo di genio”: « È
certamente lupus…! »
« Oh,
ma fammi il piacere! – sbuffò l’Entità – Ho da lavorare, io! »
E
prima che l’uomo potesse replicare, chiamò il Secondo Cavaliere.
«
LOGAN! »
Un
altro uomo si materializzò.
Era
più alto e prestante del primo – e fortunatamente era vestito. Indossava un
paio di jeans sdruciti e una canottiera che aveva visto tempi migliori. E la
sua capigliatura era… quantomai originale.
«
Vorrei conoscere il pusher del tuo parrucchiere! » disse House squadrandolo.
Logan
si guardò intorno preoccupato.
«
Dove diavolo mi trovo?! » esclamò, e per sicurezza estrasse le lame.
« Bella
domanda, ma prima dimmi: quanto paghi la manicure? » gli chiese House.
«
Cos’è? Uno scherzo?! » ringhiò l’altro.
L’Entità
sospirò: « Siete solo in due e già mi create problemi… »
« Chi
sei? » gridò Logan.
« Lo
saprete al momento opportuno. » echeggiò laconica l’Entità, e chiamò il Terzo
Cavaliere.
«
VEGETA! »
Come
i primi due, si materializzò dal nulla un terzo uomo.
Indossava
una tuta blu semi distrutta. Era incredibilmente atletico e muscoloso, ma anche
basso… talmente basso che la sua alta capigliatura occupava ¼ dell’altezza
totale.
«
Tsk… e volevi sapere chi era il pusher del mio parrucchiere! » disse
Logan ad House.
« Chi
può avere il potere di teletrasportare qualcuno a distanza? – rifletteva
intanto Vegeta – Kakaroth… sei forse riuscito a superare il Quarto Livello?! »
« Ma…
parla da solo?! » aggiunse Logan.
« E
la cosa ti stupisce? Ha la coda! » disse House indicando col bastone la
protuberanza pelosa che spuntava dalla tuta del nuovo arrivato.
«
Vegeta, – non riuscì a trattenersi l’Entità – è mai possibile che tu debba
essere sempre insanguinato e sudaticcio?! »
L’uomo
incrociò le braccia sul petto e voltò le spalle – a cosa non si sa, ma comunque
lui le voltò.
« Mi
stavo allenando nella Gravity Room prima di finire qui. » disse in tono
altezzoso.
« Che
novità… » commentò l’Entità.
« Ora
possiamo sapere perché siamo qui? » chiese Logan.
«
Dopo, dopo… lasciatemi concentrare, i prossimi due li devo prelevare insieme. »
«
SNAPE! DRACO! »
E
nella macchia di luce si materializzarono due persone: il Quarto e il Quinto
cavaliere.
Uno
era un uomo adulto, dagli unticci capelli corvini e il naso adunco. L’altro era
un ragazzo, pallido, biondo e con freddi occhi grigi. Erano abbigliati con una
svolazzante tunica nera, ed entrambi avevano la manica sinistra alzata a scoprire
un vistoso tatuaggio nero: un serpente che fuoriusciva dalla bocca di un
teschio.
«
A-ah! – fece l’Entità – Stavate facendo a chi ce l’ha più grosso, eh?! »
Un
silenzio tombale congelò i presenti.
« Le
battute deprimenti non dovrebbero essere una mia prerogativa? – protestò House
– Comunque, carino il tatuaggio… un po’ banale, magari… »
«
Professore… dove siamo finiti? » chiese Draco, che cominciava a sudare freddo.
« Lo
scoprirò presto, Malfoy. » dichiarò l’uomo.
«
Spiacente, Snape: la Legilimanzia non funziona qui. » tagliò corto l’Entità.
L’uomo
imprecò: « Cosa sei? »
Logan
scrollò le spalle e si accese un sigaro: « È quello che stiamo cercando di
capire da un pezzo. »
«
Mpf… io me ne vado. » disse Vegeta, a cui cominciavano a spuntare venuzze pulsanti
sulle ampie tempie.
Ma
non riuscì a fare nemmeno un passo perché i suoi piedi erano come incollati al
pavimento.
«
Rassegnatevi, non potete andarvene. – dichiarò l’Entità – State buoni ancora
per un po’, su, ne mancano quattro. »
L’Entità
si concentrò nuovamente e chiamò il Sesto Cavaliere.
«
LEX! »
Dal
nulla apparve un uomo alto, affascinante e vestito elegantemente di scuro.
Seppur giovane, era completamente calvo. Sembrava un manager in carriera.
House
sgranò gli occhi.
« Ma
sei proprio calvo! – disse allegramente – Non sono più quello messo peggio
della compagnia! »
E per
festeggiare trangugiò una pillola di Vicodin.
Lex
gli lanciò un’occhiata furente.
« Si
può sapere chi siete?! – chiese irritato – E cos’è questo posto? »
« Ce
lo stiamo chiedendo tutti. » replicò Vegeta seccato.
L’Entità
sbuffò: « Come siete noiosi… »
« Se
è stato mio padre ad organizzare questo scherzo, ditegli che non lo trovo
affatto divertente! » continuò Lex.
«
Lionel non c’entra. – disse l’Entità – Pazientate, tra un po’ vi sarà tutto più
chiaro. »
«
Questa l’ho già sentita… » borbottò Logan.
«
Ehi, fa’ meno lo sborone, tu! » lo rimbeccò l’Entità, e si accinse a chiamare
il Settimo Cavaliere.
«
WALTER SPARROW! »
L’ennesimo
uomo si materializzò tra quelli già presenti.
Era alto,
magro e vestito di abiti consunti. Lunghi capelli spettinati gli incorniciavano
un volto scarno, tormentato. Attraverso i ciuffi spiccavano gli occhi,
iniettati di pazzia e disperazione.
Snape sussultò: « Black?! »
«
Calma, non sono ancora in grado di resuscitare i morti. » lo tranquillizzò
l’Entità.
« Oh,
no… – gemette il nuovo arrivato – credevo di essere uscito dalla mia follia… »
«
Guardanti intorno, Walter Sparrow: ti sembra di vedere numeri 23 in giro? »
disse l’Entità.
L’uomo
osservò il luogo con circospezione.
« No,
ma tutto questo è ancora più inquietante. » mormorò.
House
gli offrì una pastiglia di Vicodin: « Ed è solo l’inizio! »
« Se
i convenevoli sono finiti, avrei ancora due persone da chiamare. » disse
l’Entità.
« Ma
non siamo già messi male così? » fece Draco tra i denti.
«
Guarda che ti sento! – sibilò l’Entità – Taci, o ricorderai con nostalgia i
momenti in cui sei stato un furetto! »
Il
ragazzo impallidì e tacque.
L’Entità
si schiarì la voce e chiamò l’Ottavo Cavaliere.
«
INUYASHA! »
E per
l’ottava volta, un uomo apparve nella macchia di luce.
Indossava
un bizzarro abito rosso, ma la cosa più strana erano le orecchie da cane che
gli spuntavano dalla lunga e folta capigliatura, bianca nonostante lui fosse
giovane.
Logan
ghignò.
« E a
questo cosa gli dici? » chiese ad House.
« C’è
poco da dirgli. – ribatté lui osservando il nuovo arrivato con sguardo critico
– Al massimo gli si può abbaiare. »
Inuyasha
si guardò intorno, confuso: « Che succede?! Kagome, Miroku, Scippo… dove siete
finiti? »
«
Stai tranquillo, li rivedrai presto. » disse l’Entità.
« Chi
sei? – fece lui in tono minaccioso – Stai con Sesshomaru? »
L’Entità
sospirò: « No, non sto con tuo fratello… e nemmeno con Naraku. Rilassati, fai
amicizia con gli altri… »
« Amicizia?!
» la interruppe Vegeta.
« Ma
tu apri bocca solo per rompere i coglioni? » sbottò Logan.
« Ha
parlato Madre Teresa. – disse House, poi guardò verso la luce – Posso
ribattezzarlo “Teresa”… oh, per favooore! »
L’Entità
sentiva che stava per venirle un esaurimento nervoso.
«
Ehi, capisco che stare tutti qui alza il livello di testosterone, ma datevi una
calmata! – intervenne – Manca solo una persona, prometto che dopo vi sarà
spiegata ogni cosa. »
Calò
finalmente il silenzio e l’Entità poté chiamare il Nono ed ultimo Cavaliere.
«
ABBERLINE! »
Niente.
Non apparve nessuno.
« È
l’Uomo Invisibile o una delle Charlie’s Angels che si prepara a sbucare dal
soffitto con una piroetta? » chiese House sarcastico.
«
Ehm… cercate un po’ in giro, non può essere molto lontano… » fece l’Entità in
tono imbarazzato.
Gli
otto si sparpagliarono alla ricerca.
« È
qui! » gridò Walter Sparrow dopo un po’.
Il
resto del gruppo lo raggiunse, facendo capannello attorno ad una…
«
Vasca. – disse Lex scioccato – È dentro una vasca… è una candid-camera?! »
L’uomo
era effettivamente sdraiato dentro una vasca d’acqua fumigante. E a mandare
fumi non era solo quella: tra le mani aveva una sottile pipa, e fili di fumo
gli uscivano dalle narici e dalle labbra.
« Ma…
è morto? » fece Draco con una smorfia.
« No,
– replicò Snape – è solo… »
«
Strafatto di oppio…! » concluse House, chinandosi ad annusare con aria
sognante.
«
Accidenti… sveglia, Abberline! » gridò l’Entità.
L’uomo
non mosse un muscolo.
A
Vegeta spuntò un’altra venuzza: « Tsk… »
«
Be’, per ora può starsene là. – disse l’Entità – L’importante è che siano
presenti tutti e Nove i Cavalieri. »
« I
Nove che?! » esclamò Inuyasha.
« La
mamma non te l’ha insegnato che non si prendono in giro le persone più
sfortunate? – disse House brandendo il bastone in direzione del ragazzo – Come
fa un povero cane a cavalcare?! »
Walter
Sparrow si affondò le mani tra i capelli e scosse la testa: « Ditemi che è un
incubo e che presto mi sveglierò! »
«
Purtroppo non è un incubo, ma la pura realtà, Walter Sparrow. » disse affranta
l’Entità.
« E
si può sapere perché continui a chiamarmi per nome e cognome?! » chiese
esasperato.
« Il
cognome da solo sarebbe più figo, ma temo che verresti confuso con Jack
Sparrow. » spiegò.
«
Chi?! Dove?! Quando?! » gridò una voce sconosciuta.
Tutti
si voltarono e videro che Abberline si era finalmente destato dal suo
anestetico torpore. Ora tentava di tenersi in piedi, in equilibrio in mezzo
alla vasca sciabordante.
Calò
un imbarazzato silenzio. Snape coprì gli occhi a Draco.
«
Però…! » commentò House, inclinando la testa.
«
Ehm… forse è meglio dargli una sistemata. » disse l’Entità.
Si
udì uno schiocco: la vasca scomparve e Abberline si trovò vestito di tutto
punto.
« Per
favore, dategli una mano. » sospirò l’Entità vedendolo barcollare.
Lex e
Inuyasha lo presero sottobraccio.
« Che
succede? Dove sono? » biascicava l’uomo.
« È
ciò che stavo accingendomi a spiegare. – disse l’Entità – Sono felice che anche
tu sia… coscientemente presente… anche se non capisco cosa ti abbia
risvegliato. »
« Il
suo nome… ho sentito il nome… Jack… » mormorò Abberline.
« Oh,
se ti riferisci allo Squartatore, può ancora attendere. » fece l’Entità con
noncuranza.
« Ma
non il Torneo Tenkaichi. – intervenne Vegeta – Quest’anno mio figlio ed io
dobbiamo assolutamente battere Kakaroth e suo figlio. Catapultandomi qui hai
interrotto i nostri allenamenti... »
« Tu
hai un figlio?! – esclamò House scioccato – Quale donna si
accoppierebbe con l’Uomo Scimmia?! »
« Hai
interrotto anche me! – disse Logan rivolto all’Entità – Ero nel bel mezzo di un
allenamento nella stanza delle simulazioni: se Storm viene a sapere che ho
lasciato i ragazzi da soli, mi fulmina… e non in senso figurato! »
«
Cosa dovremmo dire noi? – ribatté Snape freddamente – Dovevamo recarci al
cospetto dell’Oscuro Signore. »
« E
non è esattamente il tipo che perdoni i ritardi! » aggiunse Draco.
« Io
ero a un passo dal raggiungere l’ultimo frammento della Sfera i Quattro
Spiriti! – dichiarò Inuyasha – Quando mai mi ricapiterà un’occasione simile?! »
« E
allora io? – protestò Lex – Se non fossi stato catapultato qui, ora avrei
finalmente scoperto il segreto di Clark! »
Walter
Sparrow si portò le mani tremanti al viso: « Ero quasi giunto alla sanità
mentale… mi stavo rifacendo una vita… ora dovrò ricominciare con gli
psicofarmaci… »
« Oh,
insomma, volete stare zitti un secondo?! – sbottò l’Entità – Se mi fate
spiegare… »
« Sì,
qualsiasi cosa tu sia, ci devi molte spiegazioni. – la interruppe House in tono
serio – Voglio una valida ragione per cui sono stato interrotto mentre
fantasticavo sul culo della Cuddy sotto la doccia! »
Tutti
ammutolirono e presero a fissarlo, compreso il semi-incosciente Abberline.
« Che
c’è? – fece House – Voi a cosa pensate sotto la doccia, alla dichiarazione
delle tasse? »
Si
levò un leggero mormorio imbarazzato.
«
Prima che la situazione degeneri, – intervenne l’Entità – lasciate che vi
spieghi perché siete stati da me evocati. »
Finalmente,
i nove uomini si zittirono e prestarono ascolto all’Entità.
Improvvisamente
– tanto che il povero Walter Sparrow trasalì spaventato – si materializzò tra
loro un uomo. Era vestito di nero, aveva la pelata e portava il pizzetto. Stava
immobile, come pietrificato, con le mani giunte davanti a sé e lo sguardo
concentrato.
« È
un becchino? » chiese Logan.
«
È un feticcio cattolico? » chiese
House.
« No,
è la vostra giuda olografica. – spiegò l’Entità – Il vostro Virgilio, se così
lo si vuol definire: d’ora in avanti sarà lui ad illustrarvi ogni cosa. »
« E
perché non lo fai direttamente tu? » obbiettò Inuyasha.
«
Perché Lucarelli fa più scena. » disse l’Entità in tono ovvio.
« Ah,
si chiama così? – disse Lex sarcastico – Un nome da paura! »
A
quella parola, l’ologramma si attivò e cominciò a parlare.