"BEYOND THE PAIN"
1°CAPITOLO:
BELLE NOTIZIE
Era una
fredda sera invernale.
L’aria
gelida e il vento pungente accreditavano a quella nottata
un aspetto spettrale e tetro.
Le pochissime famiglie
residenti nella zona dei monti Paoz erano crollate da un paio
d’ore, ormai, nel dolce torpore del sonno.
Nelle case circostanti
regnava
sovrano il buio; l’unica fonte di luce era il fioco chiarore
della mezza luna che, quella sera, sembrava contemplasse una sola
abitazione: una piccola casetta dalla forma semisferica,
all’apparenza addormentata come tutte le altre.
Si potè
scorgere una stanza
poco illuminata: si trattava del salotto, dove un fuocherello
scoppiettante, alimentato da qualche legna ormai usurata dal calore,
rischiarava l’ambiente vicino. Era una stanza piccola ma
accogliente; ai lati del caminetto, posto all’interno di una
parete nel muro, si ergevano diversi mobili che occupavano una buona
parte delle pareti. Al lato destro vi era una grande
biblioteca contenente vari tipi di libri; dalla scienza alla storia,
dalla geografia all’arte classica, dalle fiabe ai libri
comici,
addirittura erano sparsi qua e là alcuni fumetti. Al lato
sinistro, invece, vi erano conservati un paio di album da foto, insieme
a tanti altri soprammobili. Tante cornici contenenti tratti di una vita
trascorsa da un’ allegra famigliola erano immortalate in
delle
foto simpatiche e a volte anche buffe; una ad esempio ritraeva una
famiglia composta da tre persone: un uomo, una donna e un bambino.
L’uomo e il bimbo avevano il viso impastato di crema, la
donna
invece, sembrava rimproverasse i due per il pasticcio combinato.
Un’altra traeva due freschi sposini, che si tenevano per mano
e
con l’altra salutavano i parenti. Dovevano essere
l’uomo e
la donna della foto precedente, anche se un poco più
giovani. Al
centro della stanza si estendeva un grande tappeto ben curato e
decorato da tantissimi fili colorati che formavano una fantasia a forma
di rosa spinata. Sopra di esso un tavolino di legno adornato da un
abile falegname sembrava avesse chissà quanti anni. A
particolareggiarlo era una vaso ricco di fiori variopinti, sicuramente
finti, visto la stagione fredda, il che era impossibile crescessero e
si mantenessero in quello stato, in un periodo così
freddo. Un
comodo divano di colore blu circondava il tutto. Infine, nella parete
posteriore vicino all’entrata, altri mobili si ergevano,
mostrando favolosi bicchieri, posate e piatti, in una bellissima
collezione, rinchiusa dal vetro pulito.
Dal buio apparve una
donna in
vestaglia, i capelli lunghi, mori e mossi ondeggiavano ad ogni suo
passo sulla schiena eretta. La pelle chiara e candida, curata nei minimi
dettagli, risaltava tutta la sua bellezza. Il viso non riscontrava nemmeno una piccola traccia della
stanchezza e del dolore che solo quella donna aveva patito, dimostrando
almeno dieci anni in meno. Occhi neri e profondi: a volte avevano il
potere di intimidire qualcuno, soprattutto quando si arrabbiava, altre
invece rispecchiavano l’immensa fragilità e la
voglia di
amare, la tenerezza e la dolcezza di una donna.
Teneva in mano una
tazza fumante di
the; evidentemente non riusciva a dormire, presa da pensieri troppo
importanti da trascurare e abbandonare al sonno.
Con passi leggeri si
avviò
verso la finestra, scostò le tendine azzurre abbinate ai
cuscini della stessa tonalità sul divano e squadrò
il
buio profondamente, come se stesse cercando delle risposte nell’oscurità.
Notò
che nemmeno la luna era lì a guardarla, coperta delle
nubi
nere.
Iniziò a
nevicare: piccoli fiocchi candidi scendevano dal manto scuro coprendo
l’ambiente circostante.
Il suo respiro lento e
regolare creava delle piccole chiazze appannate sul vetro freddo.
Si
allontanò, dirigendosi ed
accomodandosi sul divano, si portò le ginocchia sotto il
mento e
sorseggiò la bevanda calda, chiudendo gli occhi per assaporarne il sapore
gustoso. Poi poggiò la tazza sul tavolino e si portò
una mano
al ventre.
Sorrise.
Un altro
bimbo…
Finalmente,
dopo tanti anni, un’altra creaturina avrebbe riempito di
felicità la famiglia Son.
Ringarziava mille
volte Kami per averle concesso un altro figlio, che forse sarebbe stato
l’ultimo.
Quegl’ultimi
mesi erano stati
per lei motivo di pura e mera felicità: il ritorno sulla
terra
del suo amato Goku, la gioia di Goten nell’ aver conosciuto
il
tanto aspirato padre, il fidanzamento di Gohan e Videl, la scoperta di
essere dinuovo incinta…
Queste erano decisamente tutte
benedizioni, dei premi alle sofferenze patite negli ultimi anni.
Quella mattina era
andata in
farmacia, aveva comprato il famoso test, e ora… ora stava
per
diventare mamma per la terza volta.
Nessuno, tranne la sua
amica fidatissima Bulma, lo sapeva.
Nemmeno Goku. Voleva
fare una sorpresa a tutti.
Sospirò
ancora. Era così felice! Chissà la faccia di
Goku, quando l’avrebbe scoperto.
Rise di gusto,
proiettando nella mente l’immagine del marito con la bocca e
gli occhi spalancati, totalmente sorpreso.
Poi, una voce soave e
dolce le
giunse alle orecchie. Come poteva non riconoscerla? Quel suono così
melodioso che per sette anni si era sforzata di imprimere nel cuore e
nella mente, in modo che mai potesse dimenticarlo?
Si girò
verso
l’interlocutore, che con un sussurro l’aveva
destata dai
suoi buffi e felici pensieri, chiamandola e sedendosi di fianco a lei,
avvolgendole un braccio intorno alle spalle.
La fissò
per qualche istante, salvo posarle un piccolo bacio sulla fronte,
carezzandole una guancia.
"Come mai sei qui,
tesoro?
Non riesci a dormire?" le chiese dolcemente prendendole le mani
posate sul ventre, scaldandole con le proprie.
"No…" rispose
sospirando e accoccolandosi alla spalla del marito. Chiuse gli occhi,
poi aggiunse "… non riesco."
"C’è
qualcosa
che ti preoccupa? Qualche brutto pensiero?" continuò il
Saiyan con lo stesso tono dolce e allo stesso tempo preoccupato.
La donna
abbozzò un
sorriso contro la spalla muscolosa del marito; avrebbe aspettato
l’indomani nel dargli la bella notizia, quando tutta la
famiglia
sarebbe stata al completo, compreso suo padre. L’avrebbe
invitato
per cena e a quel punto avrebbe risolto il mistero.
"No, nessun brutto
pensiero…" si limitò a rispondere, salvo scostarsi
dal marito per fissarlo negli occhi.
Gli sorrise
teneramente; quello
sguardo dolce e zuccherato che solo al suo Goku e ai figli mostrava. Lo
sguardo di una madre premurosa, di una donna innamorata… lo
sguardo di colei che ha trovato pace nel suo cuore.
Con grande sollievo,
Goku notò la gioia che traspariva dal volto angelico della
donna.
Decise che fosse meglio non
assillarla più di domande. Se Chichi avesse avuto qualche problema
non avrebbe esitato a parlargliene, no? Quindi
che motivo c’era di preoccuparsi?
Si alzò dal
divano e le porse una mano.
"Dai, tesoro.
È ora
della nanna." sussurrò il giovane prendendole la mano
e issandola dal comodo
sofà. "Le bambine hanno bisogno di dormire, non possono
fare le ore piccole come i grandi…" aggiunse ridendo,
abbracciandola teneramente.
Chichi sorrise contro
il possente
petto del Saiyan. Quel calore così estasiante non smetteva
mai
di sorprenderla. In più suo marito, quando voleva, si rivelava un dolce
orsacchiotto bisognoso di affetto, di premure, peggio di un bambino.
A dire il vero, entrambi diventavano un po' bambini quando rimanevano soli.
Era il bello della loro coppia, ed era un lato che nessuno
conosceva, oltre a loro due.
"Chi sarebbe il
bambino,
qui? Se non sbaglio sei proprio tu che a volte, dimostri di avere meno
anni di Goten. Adesso fai la predica a me?" rispose a tono la
donna, continuando a sorridere perché Goku aveva rafforzato
l’abbraccio, prendendola tra la braccia e dirigendosi verso le
scale.
"Sei la mia bella
bimba… spesso ti lamenti che non ti dimostro abbastanza
affetto,
e adesso che ti faccio le coccole ti arrabbi. Sei proprio
strana…" si lamentò il giovane sempre giocosamente, ormai arrivato
davanti alla porta della loro camera.
L’appoggiò
a terra, a qualche metro dall’uscio della loro stanza,
imprigionandola al muro, maliziosamente.
"Oh, povero il mio
bimbo
frignone e piagnucolone." sussurrò giocosamente Chichi,
avvicinandosi alle labbra del marito per unirle in un bacio stampo ricco
di dolcezza. "Adesso va meglio?" continuò
sorridendo; ormai le sue labbra erano sempre incurvate in un sorriso
perpetuo. Quel bambinone non smetteva mai di fare lo
scemo, mettendole il buonumore. Anche se, quando combinava
i suoi
disastri, il sorrisino tenero spariva in un istante per
lasciar
spazio all’ira funesta, ormai conosciutissima al povero
Saiyan.
"Uhm…
cos’era
quella roba? Sai fare di meglio, carina…" le rispose con
voce eccessivamente alta, il che gli fece guadagnare uno
scappellotto dalla moglie.
"Shh! Ma dico, sei
impazzito? Vuoi svegliare i tuoi figli, per caso?" lo
rimproverò, anche se non riuscì a trattenere il
sorriso:
Goku era troppo buffo quando faceva finta di essersi fatto male.
"Ahi. Sei
cattiva… e
poi i tuoi figli non si svegliano neanche a colpi di onde energetiche,
te lo garantisco." rispose, questa volta quasi sussurrando, il viso imbronciato.
.
"Umpf!
Chissà da chi
hanno preso…" ribatté Chichi, uscendo dalla morsa
pericolosa del marito e voltandosi per entrare in camera. "E non sei
mai stato bravo a fingere, quindi smetti di massaggiarti quella testa
vuota e vieni a dormire. Domani sarà un giorno
speciale…" sorrise tra sé e sé, facendo
pressione sulla maniglia ed entrando nella stanza, lasciando Goku in
balia di domande e perplessità.
'Che cosa mi nasconde
quella
furbetta? E poi cosa significa: domani sarà un giorno
speciale?
È forse il compleanno, l’anniversario,
l’onomastico
di qualcuno? Mah, io ci sto capendo ben poco!' si ritrovò
a pensare il giovane Saiyan, seguendo a ruota la consorte e chiudendo
dietro di sé la porta della loro camera. Il guerriero
più
forte dell’universo aveva saggiamente deciso di mandare i
suoi
quesiti a quel paese, abbandonando la mente a dilettevoli sogni o
più probabilmente a quelli golosi.
Presto avrebbe
scoperto che la
notizia del giorno seguente sarebbe stata molto
più
importante di un semplice onomastico.
Il sole mattutino
aveva fatto capolino dalle alte ed innevate
montagne che circondavano la vallata.
Come ogni brava donna
che si
rispetti, Chichi, si era precipitata al piano di sotto per preparare
una sostanziosa e genuina colazione ai suoi figlioletti che, come ogni
altro bimbo o ragazzo della loro età, avrebbe presto varcato
la
soglia dell'odiata scuola, intenti a seguire o meno le lezioni
del giorno.
Come
d’obbligo, ormai, il
piccolo Son fu il primo a gustarsi le squisitezze
accuratamente
disposte sulla superficie legnosa, seguito quasi a ruota dal fratello
maggiore.
Salutata la madre, si
incamminarono, o meglio presero il volo verso l’edificio
odiato da ogni studente.
Dopo un paio di minuti
fece la sua comparsa il padre di famiglia.
Quella mattina si era
alzato presto
per i consueti allenamenti giornalieri, ma dopo un paio
d’ore -
con stupore e meraviglia di Chichi - eccolo tornare a casa: tuta a
brandelli, mani e braccia arrossate, e qualche fiocco di neve tra i
capelli ribelli.
'Sembra brizzolato...' pensò
sorridente la
donna.
"Che hai combinato?"
gli chiese esasperata, asciugando le mani al
grembiulino, per poi portarle ai fianchi.
"Sono andato ad
allenarmi da
Vegeta… però l’ho trovato un tantino
adirato e non
mi ha dato il tempo di salutare Bulma, che mi ha trascinato a forza
nella Gravity Room, e insomma… sono dovuto
scappare…" rispose il Saiyan, cercando di concludere il discorso frettolosamente per dirigersi verso le scale, ma non fece in
tempo. La fatidica domanda arrivò prima che lui potesse
svignarsela.
"E quindi? Come si
spiega la
neve tra i capelli? Se è vero che vi siete allenati nella
Gravity Room, non dovresti apparire un pupazzo di neve … dico bene?"
lo guardò sospettosa per qualche secondo, cominciando a battere
nervosamente un piede a terra. "Che cosa hai combinato, Goku?
Non dirmi che
avete distrutto di nuovo la stanza."
Se davvero aveva centrato il punto, non avrebbe invidiato né Vegeta
né il marito. Proprio due giorni fa, Bulma aveva costruito
una
nuova stanza, perché quei due l’avevano
disintegrata.
Si era arrabbiata anche parecchio e Chichi le aveva garantito che se
fosse successo di nuovo avrebbe lasciato a digiuno Goku per parecchio
tempo… ciò spiegava anche quella risposta
affrettata e
sfuggente.
Son Goku, invece,
stava tremando di
paura. Sì, Chichi aveva proprio fatto centro, e ancora una
volta
non era riuscito a farla franca. Sudando freddo si voltò
verso
la moglie, e non fu contento di vedere quello sguardo tagliente e poco
promettente che aveva sul viso.
"Chichi,
i-io…"
"Taci! Dimmi,
piuttosto:
Bulma lo sa? Oppure sei codardamente scappato lasciando a Vegeta tutta
la colpa?" chiese con lo stesso tono la donna, sperando
vivamente che Goku avesse almeno avvertito l'amica dello spiacevole
inconveniente.
"Bulma lo
sa… anzi,
Vegeta ha dato tutta la colpa a me, e mi sono preso una bella sfuriata,
mentre quell’altro se la rideva sotto i baffi. Oh, ma questa me
la
paga!" disse stringendo i pugni e digrignando i denti. "Sì, sì. La prossima volta non mi
tratterrò e allora assaggerà la mia vera forza." continuò
Goku, afflitto per aver distrutto la Gravity Room e consapevole ormai,
che si sarebbe dovuto sorbire un’altra sfuriata da parte di
sua
moglie, questa volta. Coraggiosamente alzò lo sguardo:
Chichi lo
guardava ancora male, poi gli si avvicinò e Goku
sentì una scarica di brividi freddi lungo la spina dorsale. Si
era
cacciato in un bel guaio. 'Grrr, maledetto Vegeta.'
Si fermò ad
un passo dal
Saiyan, lo squadrò per l’ultima volta, poi
esasperata
abbandonò la rabbia ed incurvò le labbra in un
sorriso.
Goku non rimase
sorpreso, ma
pietrificato. Quello era un buon segno, oppure era solo un vile
giochetto della moglie per rabbonirlo? Sicuramente una cosa era certa: quella non era
la reazione che si aspettava.
"Vedi Goku; oggi
è
un giorno importante. La giornata era iniziata perfettamente, possibile
che tu debba sempre combinare qualcosa che mi mandi su tutte le furie?"
incrociò le braccia e chiuse gli occhi, avvilita, salvo sospirare.
"Incomincio a pensare che tu lo faccia apposta." alzò il viso per guardarlo dritto
in faccia e vedere se fosse effettivamente così, ma dall'espressione
inebetita di Goku si poteva capire ben poco. Sorrise. "Dai, sbrigati. Vai di
sopra, lavati e già che ci sei, portami la cassetta delle
medicazioni."
Si voltò per tornare a
lavare i piatti, ma quando si girò
trovò il
marito ancora lì impietrito, ad osservarla incredulo.
"Beh? Cosa ci fai
ancora
qui? Ti si sono incollati i piedi al pavimento?" scherzò
Chichi, lanciandogli un’ occhiata divertita.
Sì,
decisamente stava male. Non era da lei un comportamento simile.
Con forza si
avvicinò alla moglie e magicamente trovò il
coraggio per parlarle.
"Chichi,
tesoro… non è che hai la febbre, vero?" le chiese
premurosamente il marito.
Chichi invece sorrise.
Quello sciocchino! Pensava stesse male!
"Ma che scemenze vai
dicendo? Non sono mai stata meglio." gli rispose con incredibile
naturalezza, notando lo sguardo del Saiyan farsi più
sospettoso.
Goku inarcò
un sopracciglio
ed incrociò le braccia. Stranamente la paura
l’aveva
abbandonato lasciando il posto a dubbi e sospetti che dovevano essere
chiariti.
"Tu mi nascondi
qualcosa,
dimmi la verità! Se fossi stata
'normale' mi avresti
mangiato dalla rabbia, ne sono certo."
"No, ma che
dici…
perché dovrei nasconderti qualcosa, scusa?" chiese con
voce tremante, abbassando lo sguardo e voltandosi dall’altra
parte, dirigendosi poi al lavello e continuando il lavoro lasciato in
sospeso. Non voleva rivelargli la notizia prima del tempo,
doveva aspettare che la famiglia fosse riunita...
"Uhm…
davvero?" pronunciò il Saiyan avvicinandosi alla donna,
scovando in lei quella nota di preoccupazione per nulla promettente. "Ne
sei davvero sicura, Chichi? Guarda che è inutile che
fai la finta tonta, non sono così stupido in fin dei conti." continuò Goku con sguardo indagatore,
vedendo apparire sul volto della moglie un sorriso birichino.
Quest’ultima
si lavò
le mani, le asciugò, si slegò il grembiule e lo
poggiò su una sedia lì vicino.
Poi, con un sorriso
guardò il marito negli occhi e gli si avvicinò.
Gli passò le mani
attorno
al collo, accostandosi al suo corpo roccioso.
"Va bene, se proprio
sei
così trepidante ti accontenterò. Sei pronto alla notizia
bomba?" gli chiese ironicamente, sobbalzando quando sentì
le labbra bollenti del marito poggiarsi sul suo collo elegante.
"Mmm…
sentiamo questa
bomba." rispose continuando ad assaporare la pelle profumata
della moglie, sentendo il bisogno sempre più forte di
assaggiare
ogni strato di quella pelle seducente e invitante.
"Okay, bada che
sarà una notizia stravolgente. Non ti conviene distrarti in
questa maniera."
"Tu, non ti
preoccupare. Sono abbastanza attento."
"Bene." Chichi
inspirò profondamente e con tutta la dolcezza e tenerezza
che
aveva in corpo pronunciò la fatidica frase:
"Goku…
stai per diventare di nuovo papà…".
Chichi sorrise.
Gliel’aveva detto.
In quel preciso
istante, il
maritò si fermò. Alzò la testa e
guardò
profondamente la moglie negli occhi.
"C-come, come hai
detto?"
"Sono incinta, Goku.
Aspettiamo un altro figlio…" Chichi percepì lo
stupore e la confusione del giovane. Per un attimo ebbe paura che
quella notizia non fosse affatto piacevole per lui, anzi che ne
fosse rimasto deluso. Ma poi… quando vide i suoi occhi farsi
lucidi, quando vide apparire una nuova luce in quelle nere perle
notturne, una luce diversa da quella dello stupore, della meraviglia;
la luce della pura e mera gioia, la luce della
felicità, sorrise.
Uno dei
sorrisi più felici e veri di tutta la sua vita.
Goku
l’abbracciò con
tanta forza da quasi toglierle il respiro, la staccò
leggermente
ed incominciò a riempirla di baci, diversi da quelli di
prima.
La prese in braccio, la fece girare in aria come una bambina. Era felicissimo, era al
settimo cielo.
"Chichi, amore
è una
notizia stupenda! Ma perché non me l’hai detto
subito?!" le chiese ancora euforico, poggiandola a terra e baciandola
sulla bocca. Oh, era così felice!
"Beh, veramente ve lo
volevo
dire stasera a cena. Avevo intenzione di invitare anche mio padre, ma
mi hai scoperta. Non ho resistito." rispose felice, appoggiando
il viso contro il petto del marito, sentendolo sussultare: gli aveva
sfiorato una ferita di combattimento abbastanza profonda.
"Ahia,
ahia… mi ero
dimenticato delle ferite…" disse sempre ridendo,
fregandosene poi della ferita e baciando con ardore la moglie.
"Dai, padre
pasticcione! Vai a farti un bel bagno e poi ti medico quelle ferite."
"No, non ne ho voglia.
Dobbiamo festeggiare, tesoro!" rispose continuando a non darle
tregua con baci sul collo, sulle labbra, su ogni parte del viso.
"Dai, non fare il
bambinone! Su, fila a lavarti e fai veloce, capito?"
"Vado a lavarmi solo
se
vieni con me…" rispose malizioso dandole un ultimo bacio
più intenso sulla bocca.
Chichi arrossì, sebbene quella proposta
non fosse poi così strana. Era normale per loro due fare il bagno insieme.
Forse era arrossita per il tono con cui gliel'aveva chiesto... o forse semplicemente
per colpa della gravidanza. Tuttavia rifiutò, colpendolo anche stizzosamente al
petto.
"No, non vengo con te.
Ho altro da fare, io!"
"Dai, non farti
pregare. Guarda che ti porto di forza, eh?"
"Non ci provare, razza
di scimmione senza cervello. Ti ho detto che vengo dopo a curarti le
ferite!"
Goku sorrise malizioso."Oh, ma per quello non
c’è problema. Nel mio cassetto ho due fagioli
magici; me
ne basta uno e torno subito in sesto." si chinò sul suo viso, salvo guardarla
con un espressione da cane bastonato. "Dai, vieni."
"No, non
verrò!"
"Sì,
invece."
"No…"
"Sì…"
"No.."
"Sì…"
Goku si
chinò e le diede uno
dei suoi rari ma efficaci baci, quelli che la mandavano in
delirio… aveva i suoi assi nella manica per convincerla.
Ormai conosceva tutti i suoi punti deboli.
"Adesso vieni, vero?"
le chiese teneramente con voce suadente,carezzandole una gota.
Chichi aveva gli occhi lucidi per l'emozione,
mentre le guance avevano assunto un leggero colorito roseo. Era imbronciata, ma
ormai la decisione era presa. Goku era un bravo persuasore, quando
ci si metteva d'impegno.
"Uffa… sei
impossibile." rispose con tono vinto, arrossendo ancora di più
quando sentì per l’ennesima volta le labbra calde
del
marito poggiarsi delicatamente sul suo collo.
"Lo prendo come un
sì."
In un attimo, Chichi si era ritrovata tra le braccia
del marito che velocemente saliva le scale, verso il piano superiore.
Sospirò, affondando il viso nel suo collo
muscoloso. Era mai stata tanto felice, in vita sua? Non lo sapeva con certezza,
ma di certo non aveva mai visto Goku così raggiante.
Sorrise pacificamente. 'Sì, lui
l’ha
presa bene…' pensò, rilassandosi contro
il
possente corpo del suo Saiyan. '…più che
bene!'.
span>
TO
BE CONTINUED….
Salve
a tutti.
Eccomi
quì con la mia prima longfic.
Devo
confessarvi che sono abbastanza nervosa, è la prima volta
che mi succede.
Spero
vivamente che questo primo capitolo vi sia piaciuto, vi anticipo subito
che i primi capitoli saranno i più "divertenti",
parlerò
un po' della gravidanza di Chichi e di quello che succederà
in
casa Son in questo periodo.
Ringrazio
tutti coloro che saranno così gentili da lasciare un
commentino,
oppure chi continuerà a seguire la mia ff. ^^ Grazie di
cuore.
Vi
aspetto al prossimo capitolo.
1
bacione a tutti.
Vostra
Annetta Chan
*Chiedo umilmente scusa; ringrazio infinitamente dianatabo che mi ha
avvertita che non si vedevano i dialoghi. Scusate tanto. ^^ Me non lo
sapeva ihihi. Grazie. Annetta*
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