Dodici ore a Princeton
08:00
La giornata era cominciata come un giorno
qualunque,principalmente si era alzato,aveva fatto colazione,era arrivato in
ospedale,si era “accomodato” sul sofà di Wilson -molto più grande e comodo
della sua sedia- e si era messo a giocare con il suo gameboy mentre l’altro
raccontava qualche aneddoto sulla sua insopportabile moglie.
Aveva anche dimenticato che la notte precedente si era
presentato in casa di Cameron per -che orrore!-chiederle ancora una volta di
ritornare e che finalmente aveva dovuto accontentarla,accettando
di uscire con lei a cena.
-Ho appena visto Cameron in corridoio-
Normalmente quello era il segnale indicato per sapere che
doveva cambiare sofà. Guardò fugacemente l’esclusivo orologio che Wilson teneva
sopra la sua scrivania e si tirò su,senza però rimettersi in piedi.
-Mmh…le otto e cinque. E’ arrivata con cinque minuti di
ritardo,andrò a lanciarle una brocca d’acqua addosso e a martirizzarla un po’-
A volte essere il capo aveva i suoi vantaggi. A dire la
verità,essere il capo aveva sempre i suoi vantaggi.
-Come mai è tornata?-
E quello era il segnale per uscire di corsa fuori dallo
studio di Wilson il prima possibile.
-E’ come i cani,conosce il cammino di casa-
Wilson lo ignorò completamente e incrociò le
braccia,rimanendo in piedi,di fianco alla scrivania,pensando.
-Vediamo,hai dovuto offrirle qualcosa che Yule non poteva
offrirle,il quale scarta il denaro,un posto macchina o un proprio studio.
Alzò gli occhi al cielo e sbuffò.
-Mi annoio,possiamo cambiare argomento?-
-…per non parlare del fatto che Yule è meno “difficile”-
Ha! Difficile,il buon amico Wilson,sempre utilizzando
eufemismi.
-Ha,però io sono più bello-
-Pensiamo che cosa possa piacere a Cameron-
-Possiamo smetterla di parlare di Cameron e parlare di cose
più interessanti,come,non so,la bambina malata di leucemia che ha bisogno di un
trapianto?-
House di sdraiò di nuovo sul sofà e chiuse gli occhi
sospirando,sapendo per esperienza che
era condannato. Dire a Wilson che non voleva parlare di qualcosa era come dare
a un bambino un biglietto per Disneyland e dirgli di non usarlo.
-E’ carina,giovane e dolce,qual è il problema?-
-Che posso sopportare solo due di queste tre qualità alla
volta-
Con il mal di testa che Wilson gli stava procurando stava
per consumare tutto il Vicodin dell’emisfero settentrionale.
-Gli opposti si attraggono-
-Lo ricorderò la prossima volta che mi convertirò in iman-
Ci fu un leggero silenzio prolungato e House sperò che
quella conversazione fosse terminata-
-Ainsss- sospirò Wilson- deve essere difficile sforzarsi di
essere un tale testone per tutto il tempo..-
-Non tanto,mi alleno molto-
-…e avere Cameron che ti trova adorabile-
-Mi dà sui nervi-
Wilson si morse le labbra per evitare di ridere e tornò alla
carica con un tono di voce da saggio.
-Ti dà troppo sui nervi-
-Mi dà sui nervi come gli altri-
-Ti dà sui nervi più
degli altri-
-Tu sì che mi dai sui nervi più degl’altri-
-Perché ti dà sui nervi?-
-Tutto il mondo mi dà
sui nervi-
- Cameron ti dà sui nervi più di tutto il mondo-
Definitivamente era ritornato agli anni del liceo e doveva
cominciare a dare testate alla parete fino a cadere incosciente per superarlo.
-Non lo so perché mi dia sui nervi-sapeva che stava perdendo
la calma prima del solito e che quello non avrebbe condotto a nulla di buono-non
passo la notte in bianco pensando a cose come questa-
-Sì che passi le notti in bianco pensando in cose come
questa-
-Certo,però questo non significa che abbia pensato a questa
concretamente-
-Così semplicemente ti dà sui nervi,interessante-
-Continuare questa conversazione mi dà sui nervi-si alzò
appoggiandosi sul bastone e si diresse alla porta dello studio più velocemente
che poté- Vado a guardare la tv-
# # #
09:00
Il corridoio sembrava deserto a quel ora della mattina,nelle
quali “i malati” che non vogliono andare a lavorare non si erano ancora alzati
dal letto. Se c’era qualcosa che House sapeva era che le apparenze ingannano
sempre e che il rumore di tacchi che si avvicinavano alle sue spalle poteva
avere un solo finale possibile così accelerò,cercando di arrivare ad un luogo
sicuro prima dell’inevitabile.
-House!-
L’inevitabile. Si fermò a metà della sua fuga e si girò
lentamente,come chi chiude gli occhi a metà giornata sperando che sia un incubo.
-Guarda,guarda,ciao Dottoressa Cuddy, mi piacerebbe fermarmi
a parlare ancora con te nel corridoio ma devo andare a vedere la tele-
Cuddy aveva la tipica espressione di “sono terribilmente
arrabbiata con te”,accompagnata dai supplementi usuali:braccia incrociate e tic
nervoso alla tempia quando la situazione lo richiedeva.
-Sai cos’è questo?-disse sventolandogli in faccia alcuni
fogli.
-Una delle due,un aumento di stipendio oppure qualcosa che
non mi interessa per niente-
Lo ignorò.
-Sono le dimissioni di un’altra infermiera del piano-
-Sapevo che era la seconda opzione ma suppongo che sono
ottimista di natura-diede un colpo leggero con il bastone al pavimento-Dobbiamo
fare di nuovo questo gioco un’altra volta-
-Hai qualche idea sul perché se ne sia andata?-
Per dio,era la prima ora del mattino quella, non potevano
parlare di gente imbecille dopo che Cameron gli avesse preparato il caffé?
-Si è innamorata di te ma è venuta a sapere che tu vivi solo
per me?-
-Secondo le sue dimissione e cito testualmente “La condotta
offensiva che c’è nel dipartimento diagnostico nei confronti dei loro
collaboratori”-
-Quasi-cercò di girarsi per fuggire nel suo studio-Dirò a
Foreman di farsi la doccia più spesso-
-Non puoi essere più amabile con la gente?-
-Io sarò più amabile con la gente quando loro saranno più
intelligenti-
Gli sembrò un accordo più che giusto. Terminò di girarsi e
cominciò ad andarsene senza dare il tempo alla Cuddy di reagire.
-Dove vai?-
-A vedere la tele-
-Devi andare in ambulatorio-
-Non puoi essere più amabile?-
# # #
10:00
Non lo avrebbe mai ammesso,ma senza i capitoli nuovi di O.C.
e nessun paziente in vista,fare qualche ora di ambulatorio non era una cosa
tanto tremenda, almeno avrebbe potuto mantenersi lontano da Wilson e dai suoi
interrogatori.
Respirò profondamente e aprì la porta.
-Buongiorno-
-Sarebbe un giorno migliore se uno dei due non fosse qui-
Dal lettino lo guardava un omuncolo sui cinquant’anni,senza
camicia e con il torace e le braccia di un color rosso che altri avrebbero
catalogato come segno di cattiva salute. House semplicemente alzò gli occhi al
cielo.
-Mi sono bruciato-
Evidentemente.
-E secondo l’odore che ha addosso,si è bruciato mentre
condiva l’insalata-si avvicinò abbastanza per dare un’occhiata alla pelle
bruciata e fece una strana smorfia- sono bruciature abbastanza estese di
un’abrasione fatta col vapore,che ha fatto,ha stirato i vestiti mentre ce li
aveva addosso.
L’omuncolo abbassò la testa,era imbarazzato.
Oh,per Dio! I pazienti ogni giorno erano più tonti.
-Ha stirato la camicia mentre ce l’aveva addosso?-
-Rischiavo di arrivare in ritardo e il vestito era tutto
spiegazzato e non avevo tempo per togliermelo…però è tutta la settimana che ci
passo sopra dell’aceto e ancora non sono migliorato-
Definitivamente la stupidità umana non aveva alcun limite.
-Vediamo, si è bruciato stirandosi la camicia quando ce
l’aveva ancora indosso e dopo ha pensato bene di curare le abrasioni con acido
acetico-
-Crede che abbia bisogno di vedere uno specialista?-
-Certamente però dovrà andare in un altro ospedale perché
qui non abbiamo nessuno stupidologo libero-si avvicinò a lui,con tono
confidenziale- sa,c’è molta richiesta-
In quel preciso istante Foreman entrò con una cartelletta
color vaniglia tra le mani.
-Dr House abbiamo i risultati della bambina-
-Ah,che fortuna, eccone uno- prese la cartelletta dalle mani
di Foreman e in cambio gli diede quella dell’omuncolo di cui non sapeva neanche
il nome- Dagli una cura per le scottature,qualcosa per idratarle e mettilo in
lista per un trapianto di cervello-
# # #
11:00
La sala del reparto diagnostico sembrava un cimitero di
elefanti.
Senza elefanti.
Il tavolo era sgombro di cartacce, la terza caffettiera del
giorno stava finendo e gli articoli idioti del Times non erano più spassosi
come un tempo.
-Un cellulare nuovo-
-Ce l’ho già un cellulare ed
abbastanza nuovo-
E l’unico modo che Chase e Foreman avevano trovato per
passare la mattinata era esaminare i termini esatti dei loro contratti.
-Un posto per parcheggiare la macchina-
Guardò Chase interrogativamente.
-Ce l’ho già-
Il biondo parve scandalizzarsi.
-Cosa?-si girò verso Foreman- Hai un posto per parcheggiare
la macchina?-
-Sì-
-E perché io no?-
Tutto quello stava arrivando a un punto di non ritorno.
-Chase tu vieni a lavorare in autobus-
Girò leggermente la testa in un gesto stanco verso lo studio
di House,dove il suo capo faceva un’imitazione di Jimi Hendrix con un casco in
testa,e prese la decisione radicale di abbandonare la classe di collegiali
nella quale si era trasformata la sala delle riunioni.
-Però voglio il mio posto per parcheggiare la macchina-sentì
dire da Chase prima di aprire la porta di House.
-Hai un momento?-
House si tolse il casco e fece un gesto di stizza esagerato.
-Se ti dicessi ti lasciarmi in pace lo faresti?-
-No-
-Allora lasciamo perdere le domande retoriche-
Sospirò profondamente e chiuse la porta dietro di sé. House
di malumore era di sicuro meglio di Foreman e Chase in veste di collegiali
isteriche.
-Alcuni la considerano educazione-
-Io la considero una perdita di tempo-
-Come vuoi. Cuddy ha chiamato poco fa,voleva sapere se
potevamo dare un’occhiata a un paziente in cardiologia-
-Potremmo farlo-disse come se stesse pensando- oppure
potremmo lasciare che quelli di cardiologia facciano il loro lavoro-
-Non abbiamo niente di meglio da fare-
-Dove vuoi arrivare?-
-Potremmo aiutare dei colleghi-
-Te lo chiedo di nuovo,dove vuoi arrivare?-
Cameron si mise le mani nelle tasche e fece una smorfia imbronciata.
-Chase e Foreman sono insopportabili quando sono annoiati-
-Tu e Chase siete insopportabili quando siete
annoiati,Foreman è sempre insopportabile-
Cameron si spostò a lato quando House,aiutato dal bastone,si
alzò e aprì la porta della sala.
-Bene bimbi,è finito l’intervallo,non mi avete lasciato
ascoltare la musica in santa pace e questo non lo posso permettere.
Quindi,Foreman vai in cardiologia a vedere cosa vogliono quei rompiscatole e
Cameron va a vedere se qualcuno dei pazienti di Wilson ha bisogno che tu lo
prenda per mano-
-E io?-chiese sorpreso Chase?-
-Ha chiamato la
Mattel,sono rimasti senza capelli per Barbie e vogliono
sapere se sei disposto a fare una donazione-
# # #
12:00
Cuddy chiuse la porta del suo studio e con passo deciso
partì alla ricerca del dottor House per i corridoi e gli anfratti dell’ospedale
dotati di televisione.
Aveva le mani strette a pugno e un’espressione decisa in
volto,cosa che soleva essere associato alle peculiari abilità sociali del
menzionato dottor Gregory House.
Attraversò il vestibolo,salì di un piano in
ascensore,camminò per il corridoio e aprì la porta del reparto
diagnostico,tutto ciò senza sbattere le ciglia.
-Devi interrompere il trattamento. Non abbiamo
l’autorizzazione dei genitori per la trasfusione-
Deglutì sapendo quello che si avvicinava e sapendo anche che
avrebbe dovuto ricoprire ancora una volta il ruolo di avvocato del diavolo. House
semplicemente si alzò dalla sedia,dando tutta l’intenzione di voler abbandonare
lo studio.
-Dove vai?-
-A ottenere l’autorizzazione paterna o a saltar la
cavallina,a seconda di come vadano le cose-
-Non puoi farlo-
Entrambi sapevano che “potere” e “dovere” erano termini
molto differenti e Cuddy si chiese tra sé per l’ennesima volta da quando
l’aveva assunto,se il suo lavoro era più facile perché aveva la certezza che
House sempre avrebbe fatto la cosa più giusta a prescindere dalla legge,a
prescindere da se stesso.
-Credevo che ci saremmo trascinati nella parte,in cui mi
dici che mi manderanno via e mi toglieranno la licenza e io ti avrei ignorato
più del solito-
Sospirò profondamente e strinse ancora di più i pugni. A
prescindere da tutto,aveva un lavoro da fare.
-Ha 10 anni,ha bisogno dell’autorizzazione paterna-
-Ha bisogno di una trasfusione di sangue-
Si fece da parte e lo lasciò passare,sapendo che la
battaglia era terminata e che,in un modo o nell’altro,avrebbe fatto la
trasfusione. Mentre lo vedeva allontanarsi per il corridoio non poté evitarlo.
-House- aspettò che si girasse- perché lo fai sempre?-
Sapeva che House avrebbe capito la domanda,e allo stesso
modo Cuddy avrebbe già saputo la risposta,però ogni tanto entrambi avevano
bisogno di sentirlo ad alta voce.
-Perché è una mia paziente-
Sorrise e scrollò le spalle di fronte alla domanda retorica
che stava per formulare.
-Che cosa saresti capace di fare per i tuoi pazienti?-
-Ciò che è necessario- diede con il bastone un piccolo colpo
al pavimento- eccetto andare a letto con Foreman,l’essere umano ha i suoi
limiti-
-Ciò che è necessario- lo ripeté più per se stessa che per
l’altro;”Ciò che è necessario”sembrava una buona risposta in quel momento-Anche
se va contro i loro desideri?-
House fece una faccia intenzionalmente confusa,come se
cercasse di controllare che ci fosse qualche proposito oscuro in quella
conversazione.
-Specialmente se va contro i loro desideri,sono un
professionista sotto quel aspetto ed è molto più divertente-cominciò a girarsi
in direzione della camera della sua paziente- e poi, sono soliti perdonarmi
quando gli salvo la vita e li mando a casa come nuovi-
Lo osservò con lo sguardo perso mentre scompariva tra i
corridoi. Quello era il medico da novantanove milioni di dollari
che,definitivamente,rendeva il suo lavoro moralmente più facile.
# # #
13:00
Wilson uscì dall’ascensore e la prima cosa che vide fu la
figura del suo amico che guardava l’interno della stanza attraverso le porte di
vetro.
- L’esame medico è più facile quando sei nella stessa stanza
del paziente-
Gli disse mentre s avvicinava. All’interno della stanza,una
bimba di appena 10 anni,vestita di un pigiama rosa,giocava a “Carta,forbice e
sasso” con Cameron.
-Le cose facili non sono mai alla mia portata-guardò il
suolo e mosse leggermente la gamba malata prima di guardarlo-Abbiamo la
diagnosi e la cura,non ho bisogno di entrare. Inoltre,non mi piacciono le
bambine-
-Non ti piacciono le bambine o non ti piace Cameron?-
-Non è la stessa cosa?-
Negò con il capo cose se fosse un caso perso,però la cosa
certa era che Cameron aveva fatto i conti giusti per tornare in ospedale e lui
era disposto a tormentare House per l’eternità,se fosse stato possibile.
-Così è un appuntamento-dovette trattenersi per non
ridere-Guarda chi è andato a Oz e ha ottenuto un cuore-
-Tu stai per ricevere una bastonata senza la necessità di
andare in alcun posto se non la smetti-
-Dottor House?-
Chiese un uomo di mezza età con sguardo serio,grandi
occhiaie e sguardo furioso:quello non era un buon segnale.
-Vediamo se indovino,è venuto a minacciarmi,denunciarmi o
tutte due assieme-
Aveva assistito a numerosi incontri tra House e i suoi
pazienti per sapere quando fare un passo indietro e fare un ripasso mentale su
dov’era il kit di sutura,se la situazione l’avesse richiesto.
-Ha fatto una trasfusione a Tanya,come si è permesso?-
-Cosa posso dire,ho salvato la vita a sua figlia,sono una
canaglia. Magari un domani,quando sua figlia sarà maggiorenne,deciderà di
seguire le sue stupide orme e,quindi,di rifiutare le trasfusioni di sangue,ma
ora sua figlia ha 10 anni ed è una mia paziente e il mio lavoro consiste nel
far vivere la sua bambina,almeno finché non possa decidere il contrario-
Per la prima volta l’uomo rimase immobile davanti alle
parole del suo amico e con le lacrime agli occhi,senza pugni né calci in
arrivo,così,per non mettere alla prova un’altra volta la fortuna,cominciarono a
voltarsi con l’intenzione di allontanarsi il prima possibile.
-La Bibbia
dice che il sangue è sacro—
-La Bibbia
dice anche di amarci l’un l’altro e non credo che con ciò si riferisca a lasciar
morire sua figlia-
In quelle occasioni essere amico di House era il maggiore
degli orgogli.
-Lei non è disposto a morire per ciò in cui crede-
House alzò gli occhi al cielo,cosa che Wilson interpretò
come un “non posso credere che la gente sia ancora così stupida”.
-Se conta qualcosa,sono disposto a lasciar morire lei per
ciò in cui crede-
E,detto questo,si voltarono definitivamente in direzione
della caffetteria,dove avrebbe potuto continuare a torturare il suo amico per
rallegrare il pranzo.
# # #
14:00
Non succedeva spesso però una volta ogni tanto-probabilmente
coincidente con qualche tipo di rituale akelarre -Cuddy scendeva a mangiare in
caffetteria,prendeva un’insalata insulsa condita con nulla e si sedeva al loro
stesso tavolo sotto il caldo sole di Princeton.
-Cosi è un
appuntamento,eh Dottor House?!-
Geniale,a quanto pareva non era sufficiente l’insopportabile
Wilson,ma adesso doveva sopportare l’insopportabile Cuddy.
-Probabilmente non te lo ricordi ma è come suoli tu passare
i venerdì notte senza pagare nessuno-
Cuddy lo ignorò e aprì la sua insalata senza smettere di
sorridere.
-Uhhhh,per caso è un argomento sensibile?-
-Molto sensibile-intervenne Wilson.
-Molto noioso-corresse rapidamente -è non un appuntamento
“appuntamento”, è un ricatto-
-Con niente meno che la dolce dottoressa Cameron- continuò
Cuddy ignorandolo.
-E’ come rivedere “La Bella e la Bestia”-continuò Wilson.
Era chiaro che avrebbe avuto un’indigestione.
-Punto uno,siete due rompiscatole e,punto due, i vostri
cervelli non riescono a registrare la parola “ricatto”?-
Cuddy si girò verso Wilson.
-Avevi ragione,è un argomento molto sensibile-
Ma erano forse sordi?
-Ricatto!-
Wilson sorrise e continuò la conversazione con quel tono
insolente che detestava,quando lo utilizzava per prenderlo in giro.
-Potevi rifiutare-
Stava incominciando a desiderare di fuggire.
-Avevo bisogno di qualcuno abbastanza fragile e stupido per
confrontarmi con i genitori dei poveri bambini malati o qualcuno di loro finirà
per ammazzarmi e Whitney de Pooh non era disponibile-
Wilson levò gli occhi al cielo e Cuddy rise leggermente
prima di rispondergli.
-Né lei né Madre Teresa di Calcutta possono evitare che
qualche genitore arrabbiato arrivi ad ucciderti-
-Ma a quanto pare è capace di farti uscire.
Se Wilson e Cuddy non la smettevano di completarsi le frasi
a vicenda avrebbe dovuto mettersi qualcosa nell’orecchie per smettere di
ascoltarli.
-La denuncerò per…qualcosa,sicuramente tutto ciò va contro
le regole dell’ospedale-
Cuddy negò con la testa.
-Sempre e quando accada che Cameron ti obblighi a uscire con
lei e non il contrario è perfettamente legale. Inoltre non penso che tu sia la
persona più indicata per parlare delle leggi dell’ospedale-
La cosa peggiore di aver pochi amici era che se senti la
necessità di strangolarli devi reprimerti,così fece l’unica cosa che non implicasse una morte certa.
-Gnignignignigni-
Wilson e Cuddy si guardarono e ulularono entrambi,come
quando hai nove anni e vedi la tua professoressa che si bacia con il suo
fidanzato-
-Uuhhhh-
Nonostante tutto,lo strangolamento continuava a prendere
punti.
-Smettetela!!!-
# # #
15:00
Cuddy girò l’angolo e percorse velocemente il corridoio del
terzo piano,evitando le infermiere, sperando di poter arrivare al suo studio
senza essere disturbata da nessuno.
-Dot.ssa Cuddy!-
La voce dell’australiano riecheggiò per tutto il corridoio e
lei non ebbe alcuna scelta che fermarsi e respirare profondamente,prima di
girarsi e affrontarlo.
-Dr. Chase-
Strinse le mani a pugno e si sforzò di sorridere invece di
prenderlo per i suoi stupendi capelli da Barbie e sbatacchiarlo qua e là,cosa
che in realtà voleva veramente fare.
-Ho parlato con i miei colleghi e mi piacerebbe…cambiare i
termini del mio contratto-
-No-
-Però…-
-No-
Sorrise e torse la testa in segno di deferenza;poi si
apprestò a girarsi di nuovo,ritenendo la conversazione conclusa.
-Volevo solo aggiungere una piccola clausola-
-No-
Era un monosillabo,un monosillabo basico,uno che aveva
studiato medicina e lavorava con House poteva comprendere il significato della
parola “no” e ancora di più poteva avvertire il tono di inequivocabile
irritazione con cui lo stava dicendo.
-Però non cambierebbe….-
-Dr. Chase- respirò prima di proseguire perché a stento si
stava trattenendo dal mandarlo a quel paese- al contrario di ciò che si possa
pensare,non si possono aggiungere clausole ai contratti da un momento
all’altro;se fosse così,tutti quelli che lavorano in questo
ospedale,specialmente il tuo capo,verrebbero ad esigere dei cambiamenti al
contratto,pensando di farmi la vita più facile,quando chiaramente non è così-
Ripensandoci bene,uno di quei giorni avrebbe dovuto parlarne
con il dipartimento legale.
-Però loro hanno il posto per la macchina e io no!-
-Nel suo contratto non è incluso il parcheggio per la
macchina-
-E’ un aggravio comparativo-
Era un mal di testa in potenza.
-Che cosa te ne fai di un parcheggio per la macchina,chiedi
al conduttore di posteggiare lì l’autobus-
Era cosciente di averlo detto con un tono più duro di quello
che era necessario,però tutto ciò era una stupidata assurda che le stava
togliendo il tempo di lavorare in qualunque cosa che di sicuro era più
importante,per non parlare del fatto che Chase sembrava un bimbo piccolo a cui
non piace il colore della sua plastilina.
-Non è soltanto per il posto della macchina! Foreman ha
sempre i casi migliori,Cameron è il braccio destro di House,per Dio stanno per
uscire assieme! Hanno il parcheggio per la macchina e piccoli privilegi senza
fine,per non parlare del fatto che House fa sempre quelle che vuole e evita le
conseguenze e credo che non sia giusto-
Aveva progressivamente alzato il tono di voce tanto da
finire la frase con un tono talmente alto che tutto il corridoio si era fermato
a guardarli. Quella era la goccia che faceva traboccare il vaso.
-Sì che lo è-
Si girò e cominciò ad andare verso il suo studio senza
fermarsi ad ascoltare le proteste di Chase,che la seguiva passo passo.
-Sì che lo è: House è il capo del dipartimento del miglior
servizio diagnostico di tutto il paese e credo che sia evidente che non abbia
ottenuto il posto leccando il culo a qualche vecchio ricco rimbecillito. Se
evita le conseguenze delle sue azioni è perché,per quanto frustrante possa
essere a te o a me,molte volte House ha ragione-
-Però Cameron e Foreman…-
-Cameron ha offerto il suo posto al dipartimento e Foreman
ha fatto tutto ciò che ha potuto,mentre tu li hai traditi andando a fare da
spia a Vogler. Se io fossi stata al posto di House, ora saresti in mezzo alla
strada; così adesso,se fossi al tuo posto, smetterei di lamentarmi perché non
hai il posto macchina e incomincerei a ringraziare per avere ancora un
lavoro-aprì la porta del suo studio e,lasciandolo senza parole,chiuse la porta
salutandolo-Buon pomeriggio Dottor Chase-
# # #
16:00
Cameron aveva appena finito le ore obbligatorie di
ambulatorio e camminava per il corridoio del primo piano osservando i risultati
di alcune analisi che erano appena arrivate. Con un po’ di fortuna per il
paziente non ci sarebbe stato nulla e con un po’ di fortuna per lei ci sarebbe
stato qualcosa di sufficientemente raro –sperando comunque che non fosse
qualcosa di grave- da tenere la giornata occupata.
No,sembrava che non ci fosse nulla. Riguardò i risultati dal
principio nel caso che…
All’improvviso e senza alcun avviso una mano uscì fuori
dalla parete –o,più concretamente, fuori da un’oscura porta aperta- la prese
per il braccio e la tirò in dentro,chiudendo la porta dietro di lei.
Nonostante nell’arco di pochi secondi avesse quasi sofferto
un attacco di cuore, le sembrò di riconoscere qualcosa di familiare nella
piccola stanza.
-House?-
-Shhhh,non gridare!-le disse sussurrando.
La piccola stanza era un deposito,dove gli addetti
depositavano negli alti scaffali tutte le lenzuola pulite necessarie al piano e
cento lenzuola in più,che servivano in caso d’emergenza. Tra gli scaffali –che
la spaventavano immensamente- e lo spazio che occupava il suo capo lei aveva
appena lo spazio per respirare o deglutire,mentre cercava di guadagnare spazio
avvicinandosi alla parete che aveva alle spalle.
-Questo è il deposito delle lenzuola?-
-Wow hai dei superpoteri o qualcosa del genere?Come,non
so-inclinò la testa verso l’alto come se lo stesse pensando -il superpotere di
identificare con lo sguardo le lenzuola o dedurre che se sono tutte in una
stanza,allora è il deposito delle lenzuola?-
-Perché mi hai trascinato nel deposito delle lenzuola?-
-Perché la gente non viene mai qui se non ha bisogno
di…lenzuola-
La bassa frequenza dei sussurri di House faceva sì che
l’aria della stanzetta vibrasse a ogni sua parola,inclusa quella racchiusa nei
suoi polmoni.
-Perché siamo al buio nel deposito delle lenzuola?-
-Perché se qualcuno vede la luce accesa da sotto la fessura
della porta potrebbe entrare a spegnerla-
Varie categorie di frustrazione stavano cominciando a
strangolarle lo stomaco.
-E perché….-
-Shhhh- fece una smorfia esasperata- se non lo hai ancora
capito,l’obiettivo è che non ci vedano parlare. La gente parla-
La frustrazione stava cedendo il posto allo sconcerto,una
sensazione che Cameron associava ormai al suo capo.
-Da quando ti interessa che cosa dice la gente.
-Non me ne frega nulla della gente. Sono Wilson e Cuddy che
rompono le scatole-
Ci fu un breve silenzio e Cameron non poté evitare di
respirare sonoramente e di stringersi al
petto le analisi come una collegiale.
-Ti rendo nervosa?-le chiese con superiorità.
Sì!
-Di che cosa volevi parlare?-
House le si avvicino un po’,inclinandosi per diminuire la
differenza d’altezza e guardandola direttamente negli occhi,era sicura che il
suo cuore avesse perso un paio di battiti.
-Di lenzuola-
Geniale,giusto quello di cui aveva bisogno. House a dieci centimetri
di distanza che la prendeva in giro.
-House…-
-Passerò a prenderti alle otto,vestiti carina. Mi rifiuto di
ballare,di prenderti per mano e di chiedere il permesso a tuo padre-
Non poté evitare di sorridere.
-Posso sapere dove andiamo?-
-No-
-E’ una sorpresa o qualcosa del genere?-
Chiese intrigata. Una sorpresa nei canoni di House era più
pericolosa che un bambino con un pallone in una casa di cristallo.
-Più che altro non voglio che tu lo dica a Chase e
Foreman,non voglio sopportare il mio fanclub per tutta la serata-
L’immagine mentale di Chase e Foreman con il volto dipinto
dallo slogan “Io amo il Dottor House”,con foto sue tra le mani e saltando
istericamente fece si che ridesse più forte di quello che aveva preteso al
principio sotto gli occhi attenti di House.
-Ok-
House la guardò di sottecchi per l’ultima volta,mentre
metteva la mano sopra la maniglia della porta:-Ok-
La luce del corridoio li accecò momentaneamente quando
salirono della stanzetta e,quando Cameron alzò lo sguardo mentre si
stropicciava gli occhi, si trovarono davanti a Wilson e Cuddy fermi ad appena
due metri da loro che guardavano attentamente House,mentre si mordevano le
labbra nel tentativo di non ridere.
Era evidente che tutto ciò non la riguardava,così tossì
leggermente e con la testa bassa e le guance rosse si girò e cominciò ad
allontanarsi per il corridoio,mentre alle sue spalle le risate di Cuddy e
Wilson risuonavano per tutto l’edificio e la voce arrabbiata di House si
elevava sopra le loro risate.
-Siete veramente una rottura di scatole!-
# # #
17:00
-Cuddy mi odia-
Foreman negò lievemente con il capo come se fosse incapace
di ascoltare quello che stava ascoltando.
-Chase,Cuddy non ti odia-
Camminavano verso la sala di ostetricia con la nobile
missione di rubare un’ecografia e cercavano di non sembrare troppo sospetti
come in realtà si sentivano.
-Mi ha detto che,se fosse dipeso da lei,mi avrebbe
licenziato-
-Cuddy non ti odia -Foreman si strinse nelle spalle,cercando
di trovare le parole adeguate-….non ti odia-
Non era una grande consolazione ma è l’unica cosa che
Foreman può offrirgli,dopo tutto,se lui fosse stato al posto di House,avrebbe
licenziato Chase. Diavolo,probabilmente anche Cameron lo avrebbe licenziato.
-Credi che House mi licenzierà?-
A quanto pareva no,ma i movimenti del suo capo erano sempre
imprevedibili.
-Credo che House ti torturerà-
Foreman salutò alcuni medici di neurochirurgia e aprì la
porta del dipartimento di ostetricia con molta cautela.
-Credi che House mi torturerà e poi mi licenzierà?-
-Nah, suppongo che abbia in mente di torturarti fino al
giorno della sua morte e,una volta morto,non potrà più licenziarti-
Era curioso che Chase fosse tanto preoccupato per un lavoro
che non l’aveva mai appassionato, forse perché tutti quanti sapevano che lo
aveva ottenuto grazie a suo padre o perché il reparto diagnostico non era mai
stato il suo forte o per qualche altro strano motivo,però il suo repentino
attaccamento al lavoro gli risultava sospetto.
Dissimularono un po’,deambulando per la sala,e presero la
prima ecografia che trovarono e uscirono fuori il più rapidamente possibile
fino ad arrivare al corridoio,lontano dagli sguardi sospettosi delle infermiere
di ostetricia.
-Ad ogni modo non potrà essere arrabbiato per sempre,vero?-
Lo ignorò coscientemente,essendo più preoccupato di non
andare addosso a qualche letto posto in corsia che dei rompicapi di Chase.
-Va a destra-
-Presto troverà qualcosa che lo faccia infuriare e si
dimenticherà di me o chi lo sa, lo stesso House non è completamente inumano e
sa perdonare-
Foreman cercò di non far trasparire le proprie emozioni
attraverso il viso,cercò di non muovere un muscolo affinché Chase non potesse
capire ciò che realmente pensava e allo stesso tempo cercò di alleggerire la
tensione con un commento ironico e vagamente giocoso.
-Sì,e magari domani desidererà correre alla maratona di New
York- aspettò di vedere la reazione di Chase,un lieve sorriso che gli dava
carta bianca per dire ciò che pensava realmente-Non ti preoccupare, tra un po’
troverà mezza dozzina di cose con le quali essere arrabbiato-
Osservò con la coda dell’occhio,mentre entravano
nell’ascensore,che Chase assentiva pensieroso,sentendosi un po’ colpevole per
non avergli detto la verità. Ma come gliel’avrebbe potuta dire?”Sai Chase,House
ti sta torturando per passare il tempo ed in verità non penso che ti consideri
sufficientemente importante per portarti rancore”.
Dopotutto,ogni persona al mondo mente.
# # #
18:00
-Dovresti metterti i gemelli-
House si inclinò dal suo posto sulla sedia delle visite e lasciò
cadere la testa sopra la scrivania di Wilson.
-Non_se_ne_parla_proprio-
Dal lato opposto della scrivania Wilson osservava divertito
la scena mentre si dondolava dolcemente da un lato all’altro sulla sedia a
rotelle.
-Se ti metterai lo smoking,avrai bisogno dei gemelli-
House alzò solo parzialmente il capo dalla scrivania
indirizzando uno sguardo di sfida e un smorfia burlona al suo amico.
-Perché? Sennò che succederà? Verrà la polizia dei gemelli
ad arrestarmi-
-No,verrà la polizia del buon gusto e ti impaletterà -fece
una pausa drammatica da pensatore coscienzioso e continuò a guardare House con
espressione divertita-di fatto,credo di averne qualcuno qui,nell’armadio dello
studio-
-Fantastico- mormorò sarcasticamente House tra i denti.
Giusto quello che gli mancava,consigli sulla moda da parte
di Wilson per un appuntamento,al quale era obbligato ad andare. Ci mancava solo
che apparisse la Cuddy
con un camicione di flanella lungo fino alle ginocchia per lui e lo
costringesse a partecipare ad un pigiama party.
Osservò scocciato come Wilson si alzava e andava in fondo
alla stanza dove si nascondeva il suo armadio-cosa che mancava totalmente dallo
studio di House- e si consolò pensando che,per lo meno,mentre cercava i famosi
gemelli,non avrebbe potuto parlare del famoso appuntamento.
-E dove pensi di portarla?-chiese Wilson dall’armadio.
Alzò la testa dalla scrivania e sbuffò infastidito. Non solo
avrebbe dovuto continuare la conversazione ma avrebbe dovuto continuarla
gridando,con un po’ di fortuna qualche infermiera idiota avrebbe sentito
qualcosa,lo avrebbe male interpretato e lo avrebbe raccontato un po’ qui un po’
la,con la diretta conseguenza che un’infinità di idioti sarebbero venuti a
sapere fatti della sua vita privata in modo talmente male interpretato che tra
un anno lo avrebbero creduto un figlio illegittimo di Maria Teresa di Calcutta.
agggggg…
-Dovresti andare tu all’appuntamento,dato che sei molto più
interessato tu che io-gli gridò in risposta.
Wilson riapparve momentaneamente tirando fuori la testa da
cappotti e impermeabili.
-No,il mio interesse è apparente,il tuo no-
E naturalmente non poteva mancare la classica analisi di
motivazioni,poteva realizzare ufficialmente una festa.
-Oh,sì:Vogler,la conferenza,la paziente con il cancro…tutto
faceva parte di un mio piano elaborato per far sì che Cameron mi obbligasse ad
uscire con lei-fece un gesto esasperato strabuzzando gli occhi-sono un genio-
-Non dico che tu lo abbia pianificato,solo che l’idea di
uscire con lei non ti disgusta totalmente-
E sparì di nuovo nell’armadio alla ricerca dei gemelli
perduti che lui nemmeno voleva mettersi. Soprattutto quando si trattava di
gemelli appartenenti a Wilson,sicuramente glieli avevano regalati una delle sue
spose.
Alcuni colpi alla porta preannunciarono l’entrata
dell’amministratrice dell’ospedale:per caso aveva un sensore che la avvisava
quando sarebbe stata una maggior fonte di disturbo per lui?
Guardò da un lato all’altro della stanza e poi guardò,lui
mentre intanto chiudeva la porta e si avvicinava alla scrivania a braccia
incrociate.
- Dov’è Wilson?-
- Nell’armadio-
-Perché?
House si strinse nelle spalle.
-Non so,perché vive lì?-
Cuddy lo guardò male e si limito a chiamare l’altro dottore
a voce alta.
- Wilson!?-
Dalla porta aperta dall’altro lato della stanza giunse la
voce del buon dottore e House si limitò a sorridere a Cuddy nell’equivalente
facciale di un “te l’avevo detto”.
-Sono nell’armadio-
- E’ quello che dico io dal giorno del suo primo matrimonio-
-Lo dice l’uomo della stanza delle lenzuola-gli rispose
Cuddy mentre Wilson continuava la sua ricerca- Sicuro che non vuoi che passi
una nota a Cameron dopo l’intervallo?-
- Nah,confido che dopo averla tirata per la coda con la
sufficiente intensità abbia capito l’indiretta-
Fu in quel momento esatto che Wilson ritornò al mondo con
una piccola scatolina verde in mano.
-Che succede qui?-chiese guardando entrambi.
-House mi stava raccontando come aveva intenzione di
conquistare la dottoressa Cameron tirandola per la coda-
Vedeva il pericolo avvicinarsi,lo vedeva:si alzò dalla sedia
e si avvicinò alla porta.
- Ohhh,House devo rileggerti il libro “Da dove arrivano i
bambini”?-
-Quello che vuoi ma tu sei sposato-disse segnalando Wilson -
e tu sei ormai sciupata,-disse a Cuddy- così stanotte non sarò io a vincere il
concorso per “La notte più patetica”-
E senza dare tempo ad una replica,che senza dubbio almeno
uno dei suoi amici aveva già pronta, uscì dallo studio di Wilson senza i famosi
gemelli e mormorando un “ o questo spero”.
# # #
19:00
House si guardò allo specchio posto sopra l’anta
dell’armadio,mentre cercava di ricordare come si facesse il nodo alla
cravatta,e qualcosa,che poteva benissimo essere la sua coscienza o la sua
psiche sarcastica,gridò “yiaaaa”.
O qualcosa di simile.
Indossava un abito nero,una camicia bianca stirata (senza la
maglietta dei Pink Floyd sotto) e la famosa cravatta di color metallizzato,che
si rifiutava di annodarsi come doveva:l’ultima volta che era uscito con
qualcuno vestito in quel modo era stato….troppo tempo fa,non meritava neanche
la pena di essere ricordato.
Al quinto tentativo di fare un nodo alla Wilson decise di
impiccarsi con la cravatta e risparmiarsi tutta quella marea di sofferenza, il
campanello della porta lo salvò.
Dato che quella era casa sua e che,vista l’ora,non poteva
essere nessun tipo di postino,non aveva nessun dubbio su chi avrebbe trovato
dall’altra parte della porta una volta che l’avesse aperta.
-Non ho richiesto una aiutante per mettere i gemelli-
Effettivamente,sopra il suo zerbino,sul quale c’era scritto
“Vattene” invece che “Benvenuto”,c’era Wilson,che a testa bassa trascinava una
specie di piccolo trolley.
-Ma guarda guarda,sono cresciuti i gemelli dall’ultima volta
che li ho visti-disse segnalando la valigia-che gli hai dato da
mangiare,Cuddy?-
Wilson sorrise forzatamente,segno che la sua affermazione
non gli aveva fatto piacere,ed entrò in casa,lasciandosi cadere sopra il sofà.
-Che succede,tua moglie ti ha beccato mentre le mettevi le
corna?-
-Io non le metto le corna-
-Quello che non le mette le corna non sono certo io-si
allontanò dalla porta e tornò di fronte allo specchio-e nonostante tutto ti
caccia di casa,sapendo che verrai da me e castigandoci entrambi-
Riprovò a fare il nodo alla cravatta facendo una smorfia
contrariata. Ora poteva aggiungere una ragione in più sul perché non andasse al
lavoro o in qualunque altro posto con la cravatta
Si tolse la cravatta e la tirò verso il sofà,facendola
atterrare sulla faccia del suo amico.
-Fammi il nodo alla cravatta- Wilson inarcò un sopracciglio-
Ti chiami Wilson,devi saper fare il nodo ad una stupidissima cravatta!-
Wilson semplicemente sorrise e si passò la cravatta attorno
al collo per fare il nodo.
-Tu ti chiami House,cosa dovrebbe dirci questo?-House fece
una smorfia schifata,come se qualcosa nella stanza stesse appestando
l’aria-così oggi è la grande notte!?-
-Se per grande notte intendi la notte in cui devo portare a
termine il ricatto,allora sì-
Si mise la cravatta che Wilson aveva annodato e la sistemò
sul collo. Doveva uscire da lì il prima possibile perché Wilson in versione
rompiscatole era già sufficientemente un fastidio in quella situazione,ma un
Wilson nella versione sopraccitata,spaparanzato sul suo divano perché la moglie
l’aveva cacciato di casa,era troppo per quel giornata.
Prese il bastone,le chiavi della moto e aprì la porta senza
dire una parola.
-Divertiti e non fare nulla che non farei io-si avvicinò a
lui e gli mise un paio di preservativi nella tasca dei pantaloni.
Definitivamente doveva uscire da lì- e,per favore,succeda quello che
succeda…ricorda che oggi dormo sul tuo divano-
-Yah- sospirò profondamente e chiuse la porta mormorando tra
i denti-a questo punto mi sarei
suicidato alle nove-
# # #
20:00
Il campanello non suonò,ma,al suo posto,si fece sentire un
rumore sordo e fastidioso che la avvisava che House era venuto a prenderla.
-Avon chiama –
Si guardò per l’ultima volta allo specchio muovendo
leggermente il satin nero della gonna e,respirando profondamente,aprì la porta.
-Spero che tu sia pronta perché se non arrivo a casa presto
mi convertirò in zucca-lanciò il bastone in aria e lo riprese un attimo prima
che toccasse terra-Ah,no aspetta…troppo tardi-
Non si era cosparso di profumo-grazie a Dio- ma era in
giacca e cravatta e aveva fatto qualcosa ai capelli-se li era pettinati?-
:almeno di una cosa era certa,non avrebbero mangiato da McDonald.
-Devo solo prendere la borsa-si girò per prendere l’oggetto
in questione,appoggiato sul divano,facendo sì che la gonna si alzasse fin sopra
il ginocchio- Dove andiamo?-
House la fece passare quando uscì dall’appartamento
camminando per il corridoio.
-Per prima cosa andremo all’opera e dopo ho riservato un
tavolo al “Gastone”. Vedere tanta gente grassa sullo stesso palcoscenico mi fa
venire fame-
C’era un tono pessimista nella sua voce sempre sommersa in
un permanente sarcasmo.
-Perché ti stai così tanto impegnando per non farlo
funzionare?-
-Perché tu ti stai tanto impegnando per farlo funzionare?-
Si sorprese nel pensare che non l’aveva pianificato,in fondo
non era una situazione facile quella di cominciare una relazione con il proprio
capo,specie se quel capo era House.
Giunsero all’ascensore ed aspettarono pazientemente che il
“ding” indicasse loro che era arrivato.
Potrebbe avergli potuto rispondergli perché era una persona
affascinante,brillante,divertente e,in un modo di sentire distorto, totalmente
adorabile e gentile,però a differenza delle credenze popolari House sembrava
sentirsi a disagio e si metteva sulla difensiva quando qualcuno gli faceva un
complimento che non riguardasse il suo impegno professionale.
Ding!
Entrarono nell’ascensore e,prima che le porte si
chiudessero,Cameron rispose all’unica verità che poteva rispondere.
-Perché sei la persona meno noiosa che conosco-
Con la coda dell’occhio poté vedere come House alzava gli
occhi al cielo e non si trattenne dal sorridere.
FINE
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