Un bacio
-Non è giusto,ho il diritto di
prendere le mie decisioni e soprattutto…-
Tutto quello che House era in grado di sentire era
bla,blablablabla,bla. Aveva cominciato in corridoio e l’aveva seguito fino alla
sala per le diagnosi,gli aveva fatto compagnia mentre si faceva il caffé e ora
era con lui nel suo studio,quel maledetto e insopportabile blablabla
-…al margine di qualunque implicazione etica,non dovresti….-
Né il Vicodin,né il caffé,né l’immensa pazienza da santo che
lo caratterizzava,nulla sembrava poter neutralizzare quel fastidioso torrente
di parole che uscivano borbottando dalla bocca di Cameron,convinta delle sue
buone e nobili intenzioni,perché non aveva un giubbotto anti-proiettile in
nessuno dei suoi cassetti?
-….e mi rifiuto di accettarlo. La prossima volta…-
O per Dio!e tutto questo casino perché l’aveva manipolata
affinché mentisse a Cuddy,al paziente e…a tutto il resto del mondo. A questi
livelli ormai avrebbe dovuto esserci abituata,inoltre era colpa sua,se mentisse
quando lui glielo chiedeva,non dovrebbe manipolarla tutte le volte.
-….e se il paziente sporgerà denuncia,sarebbe un suo
diritto,e allora….-
Dove diavolo erano finiti Foreman e Chase? Erano stupidi,ma
non tanto da impiegare più di mezzora per una TAC. E Wilson? Per caso dal suo
studio non sentiva come soffriva? Guardò disperato il pavimento,doveva farla
tacere in qualche modo,e se la faceva cadere incosciente con una bastonata?
-…..e può darsi che me lo meriti,ma non voglio vedermi
implicata…. –
In un ultimo sforzo disperato di salvare il suo cervello
senza l’implicazione della forza bruta e senza pensarci troppo,si avvicinò a
lei ,utilizzando la mano libera dal bastone per posarla sulla sua spalla,e la
baciò.
La prima cosa che percepì il dottor House fu il sollievo del
silenzio. La seconda fu l’odore,un leggero profumo di pesca che proveniva dai
capelli di Cameron. La terza,e ultima,su la sensazione strana delle labbra
carnoso e calde di Cameron contro le sue leggermente secche.
Fu un riflesso e,se una qualche volta avesse dovuto
confessarlo in cambio di alcune dosi di analgesico,avrebbe dato la colpa al
dannato profumo di pesca che si intrufolava nei suoi polmoni. Tirò fuori la
lingua di alcuni millimetri e si bagnò le labbra,senza pensare che con i suoi
bagnava a sua volta le labbra di Cameron.
A partire da quel istante tutto precipitò:un gemito a
malapena percettibile attraversò la sua gola e House non trovò altro rimedio
che aprire leggermente la bocca e mordere il labbro inferiore di Cameron,come
la goccia di cioccolato che scivola sulla tazza e l’unica cosa che puoi fare è
raccoglierla con la lingua.
Era quasi irreale,il silenzio,l’odore di pesca e Cameron che
rispondeva al bacio,senza urgenza ma con una certa cadenza paziente e
insistente con ogni nuovo incontro tra le loro labbra.
Troppo paziente per House.
Scosse un poco il capo,approfittando della differenza
d’altezza per approfondire il bacio,per marcare a fuoco ogni angolo della bocca
di Cameron e mordere ogni centimetro delle sue labbra.
I capelli morbidi e lunghi di Cameron scivolavano tra le sue
dita che si muovevano da sole,mentre cambiava l’inclinazione del bacio con un
movimento studiato del capo.
Non avevano importanza le pareti di cristallo,ne le porte
aperte dello studio,ne le cose che sarebbero avvenute dopo perché le cose o si
facevano bene o non si facevano. A malapena gli interessava la mancanza di
ossigeno finché il biossido di pesca non minacciò di lasciarlo incosciente.
Ad appena trenta centimetri di distanza Allison Cameron
continuava a profumare di pesca ma non con la stessa intensità di prima, e i
suoi capelli seguitavano ad essere lunghi e morbidi però non scivolavano più
attorno alla sua mano,e le sue labbra sembravano ora essere più rosse e carnose
del solito ma a troppi centimetri di distanza. L’ossigeno ritornò a circolare
nel suo cervello,mentre recuperava il respiro, e si trovò di repente di fronte
allo sguardo della ragazza,che cercava di non apparire turbata senza riuscirci.
Quello era il momento giusto per lasciarla incosciente con una
bastonata;invece fece un sorriso con quella smorfia tanto alla Gregory House.
-Mononucleosi. Sai quello che dicono:compartire è vivere-
Fine
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