All about lovers and how they should lay

di cranberry sauce
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XI.
Di un'altra notte insonne (reprise)


Se non ci pensa mai è perchè ci pensa sempre.
Perchè qualcosa dentro di lui, in un angolino della sua mente, nelle infinitesimali fessure che dividono un ricordo e l'altro, scalpita e urla e piange e prega di lasciarlo andare. Ma non può, Paul non può lasciarlo andare.
E questo qualcosa si agita e poi tace un silenzio fatto di tanti silenzi, cacofonie di suoni mai espressi, di dolori mai gridati, di mani che non hanno mai accarezzato altre mani, stretto altre mani, altri pensieri, altri amori.
E questo qualcosa è la consapevolezza che non erano mai stati così divisi come quella notte in cui si trovava steso a letto coi suoi sogni a tenergli compagnia e John sul duro asfalto coi suoi incubi a soffocarlo; e fa male, e brucia terribilmente, ma non può non pensarlo, non può abbandonarlo proprio lì, proprio adesso. Non può, non vuole lasciarlo andare.
E allora lo porta con sé, se ne scorda di come si scordano le cose a cui si è abituati.
Lo porta con sé, per non dimenticare di quando si stava attaccati alla vita come gli alberi alla terra, e la verità non era poi così triste, e le bugie erano vere. Tanto, troppo tempo fa, quando non era in ritardo su niente.
Quando bastavano tre parole a scuotere il mondo e nessuna per rimetterlo a posto.
Quando il passato era ancora futuro, niente più che una matassa di infinite possibilità nascosta chissà dove, chissà da chi.
Quando le notti, ogni notte, era ancora ingenua.
Quando il mattino, qualsiasi mattino, sapeva ancora di Luglio.





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