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Mi pareva di scorgere delle ombre,udire suoni distinti e cadenzati,come
il respiro del vento tra le fronde dei rami nelle mille passeggiate
nei boschi di Forcks,quando sognavo il mio destino dal sapore intenso
di una lacrima d'inverno,con avventure e visioni impervie di misteri e
drammi sopiti,lasciandomi cullare dai sussurri del bosco e dei suoi
abitanti.
Allora sognai;sognai le valli,i campi brulli e i cieli ombrosi della
mia nuova terra,lormai parte del mio destino e inscindibile da
esso.Accarezzai i tronchi degli alberi in fiore sfiorando
innumerevoli giunchi d'avorio fioriti dal nulla che contornavano quei
luoghi mormorando dolcemente parole in una lingua antica a me
sconosciuta,luoghi così vicini,così distanti;mi
sembrò di librarmi in aria e di volare
lassù,oltre gli
inganni e le bugie,come una nube errante trasportata dolcemente dalla
sola volontà del pensiero.Libera
e vagante viaggiai a lungo felice e inconsapevole,superando limiti e
barriere;in quel mio girovagare m'imbattei in una radura,poco
più di una piccola landa deserta contornata da rampicanti
d'erica e da gigli d'argento sfumati di mille colori.Discesi dolcemente
su quella distesa di smeraldi,intrecciando le caviglie attorno a steli
e corolle.
Mentre giacevo in contemplazione dello spettacolo ineguagliabile che mi
passava davanti agli occhi fui ivestita da un lampo di luce calda e
immensa;abbassai lo sguardo schermandomi il volto,curiosa e stupita.
Quando riaprii gli occhi mi ritrovai a contemplare la mia stessa
esistenza personificata in forme e persone del
passato;scorsero
veloci le immagini di mia madre,Phil,Charlie e di tutte le mie amiche
di Phoenix,finchè non venne lui;Edward.
Dal primo momento in cui avevo incrociato lo sguardo astioso di
quell'Adone vivente nel banco di quella squallida classe della scuola
Superiore di Forks .avevo sperato,capito,intuito e
confusamente immaginato che avrebbe
potuto nascere qualcosa;o almeno era ciò che speravo
più
ardentemente di ogni altra cosa.Un suo semplice gesto creava brividi
intensi che mi squotevano fino alle profonde cavità
dell'animo;ad ogni suo cenno molteplici pennellate magistralmente
distribuite attingevano colore a quella complessa tavolozza di
sentimenti e sensazioni che ho dentro, fino a formare un reticolato
fitto e denso di emozioni palpitanti e vive come mai prima di quel
momento,nell'immensità contenuta in ogni singolo instante
della
nostra vita insieme.
Non passava giorno senza che mi chiedessi cosa fare o che non invocassi
al cielo le risposte tanto attese e ora lui era là,bello e
meraviglioso come sempre,che avanzava oscurando tutto il resto con la
sua luce irradiandomi il volto con calorosi raggio di ciò
che
ora so fosse amore.Mi si accostò lentamente,camminando
adagio leggero come un fuscello senza calpestare alcun
arbusto,sicuro di non scovolgere l'ordine naturale delle cose esteriori
quanto era certo di aver sconvolto la mia nima risvegliando le passioni
celate da troppo,che fremevano impazienti della ribalta in un crescendo
di sensazioni,lasciandomi la testa vuot e la mente sgobr di pensieri
che l'affollavano e la lasciavano nel caos quotidianamente.Ogni suo
passo nell'erba mi toglieva il respiro,e quando finalmente mi giunse
vicino assaporai quell'attimo come fosse l'ultimo della mia
esistenza.Allora mi prese amabilmente fra le braccia e senza dire
nulla,senza guastare quella magia deturpandola con inutili parole mi
baciò.
Allora mi svegliai ansante e imperlata di sudore nella mia
camera,rasserenata dal russare abituale di Charlie due camere accanto
alla mia,ascoltando i battiti veloci del mio cuore.
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