esmè
A Lola, che spesso beve
come me il tè con lo zucchero.
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{ Esmè/Olaf; Beatrice/Olaf; Violet/Olaf }
Si
può salvare una persona che vuole essere
salvata, ma con
una natura così corrotta, così pervertita, che
vede il
precipizio come una salvezza che cosa si può fare?
Esmè era una ragazza timida, fin troppo.
E, a detta di molti, anche parecchio insignificante.
Al Quartier Generale spiccava solo grazie alle nobili gesta dei
genitori, e forse era solo per questo che poteva continuare
a frequentare il corso di formazione sui Monti Manomorta.
Non era cattiveria quella dei volontari, ma semplicemente non vedevano
in lei nessuna caratteristica adatta per poter fare parte di V.F
Viveva così, Esmè.
Si rivestiva di aurea falsa e sfuocata che la proteggeva e, a volte, la
innalzava.
Tutto questo però era un'illusione, nulla di più,
e lei lo sapeva.
E ciò la rendeva ancora più timida, insicura e, a
detta di molti, fastidiosa.
Gli era accaduto in quel momento
ciò che accade sempre alle persone
che, all'improvviso, sono messe davanti all'evidenza di una cosa che fa
loro vergogna.
Anna Karènina}
Quando Esmè
conobbe Beatrice la sua vita cambiò.
La futura signora Baudelaire fu presentata ad un tè delle
sei del pomeriggio di una frizzante giornata primaverile.
Beatrice non era nessuno rispetto a Esmè, era solo
un'insignificante orfana.
Eppure bastò vederla nei suoi grandi e bellissimi occhi
grigi
per comprendere, amaramente, che era tutt'altro che una presenza
invisibile come la futura signora Squalor.
Le due ore che Esmè passò a prendere quel dannato
tè furono le più brutte della sua vita.
Davanti all'essere brillante, bello e amabile di Beatrice perfino le
imprese nobili dei suoi genitori non furono d'aiuto, facendola sentire
ancora più esclusa e priva di interesse.
Se Esmè in queste situazioni solitamente diventava parecchio
triste quel giorno, invece, per la prima volta, comparve il demone.
Fu colpa di Beatrice, in quanto iniziò a fissare la futura
signora Squalor con un misto di pietà e compassione.
E quell'essere oscuro, tanto soppresso dalla timida e insicura
Esmè, che era sempre stato dentro di lei, fece capolino per
la
prima volta.
Da allora qualcosa cambiò in Esmè, radicalmente.
Il demone la aiutò a superare la sua grande timidezza,
facendola
iscrivere al corso di teatro, tenuto da un Conte con un nome piuttosto
ridicolo.
I suoi genitori furono assai contenti e orgogliosi, come non li vedeva
da anni.
Esmè ebbe la certezza che forse, finalmente,
sarebbe diventata una persona spiccata ed estroversa come Beatrice.
Come la fiammella di una
candela, oscillava la vita di un essere umano che fino a un momento
prima non esisteva.
Anna Karènina}
Quando Esmè conobbe il Conte Olaf la sua vita
cambiò.
I luccicanti occhi dell'uomo e il sorriso ambiguo le scavarono
minuziosamente l'anima.
Esmè si era innamorata, e per la prima volta nella sua vita
tutto ebbe un senso.
La futura signora Squalor si era rifiutata di leggere "Anna
Karènina", in quanto lo riteneva un romanzo fin troppo lungo
e
smielato.
E poi, dicendola tutta, aveva già abbastanza problemi di
cuore per poter stare appresso alle vicende di Anna Arkadyevna.
Eppure, se solo l'avesse letto, Esmè avrebbe capito.
Quando Esmè, durante la prova finale dello spettacolo
teatrale,
vide il Conte Olaf provare sul palco insieme a Beatrice la
sua
vita cambiò.
Quel maledetto demone dentro di lei iniziò a grattarle lo
sterno, facendole mancare il fiato da dietro le quinte.
La povera futura signora Squalor assistiva dal buio impotente,
osservando con il volto irato lo sguardo lussurioso di Olaf e le
piccole mani bianche di Beatrice posate elegantemente, e con un certa
civetteria, sul collo del Conte.
Tremava, Esmè. Tremava per la rabbia.
Ormai, dopo aver fatto un tacito patto con il suo piccolo mostro
interiore, aveva deciso di non piangere e non disperarsi più.
E ora bruciava
per l'ira.
Fu in quel terribile istante a teatro che Esmè,
incosciamente,
prese la decisione che l'avrebbe segnata per tutta la vita.
Lei non avrebbe lasciato andare l'unica cosa a cui teneva al mondo, e
non le importava del prezzo che avrebbe dovuto pagare.
Il demone cambiò anche il suo aspetto esteriore, facendola
vestire sempre più in modo estroso e
particolarmente
originale.
La futura signora Squalor sviluppò una tremenda ossessione
per la moda e per ciò che era in o out.
Dopotutto, se non poteva essere bella tanto quanto
Beatrice, avrebbe sicuramente avuto un gusto migliore del suo.
Anna
entrò giocherellando con le nappe del suo cappuccio. Aveva
il
capo basso, ma il viso raggiante di una luce che non era di
gioia ma somigliava al cupo rosseggiare di un incendio in una notte
tenebrosa.
Anna Karènina}
Quando Esmè, dopo l'avvento dello scisma, si sedette dal
lato
sbagliato del tavolo con i malvagi la sua vita cambiò.
Per ironia della sorte si ritrovò di fronte Beatrice
Baudelaire
che, per fortuna, aveva sposato quell'idiota di Bertrant e con lui era
rimasta nell'altra fazione dello scisma. La stessa fazione che la
futura signora Squalor aveva rinnegato.
Esmè, con un sorriso malevolo, stando ben attenta che la
signora
Baudelaire la osservasse, strinse con forza la mano grande e nodosa del
suo amato Conte, beandosi del fatto che finalmente aveva
conquistato la persona che dava un senso alla sua
vita.
Benché
avesse conseguito tutto ciò che aveva così a
lungo desiderato,
non era pienamente felice. Ben presto cominciò a sentire che
possedeva
una minima parte della felicità che aveva sognato, eterno
inganno di
coloro che credono di raggiungere la felicità nel
complimento di un
desiderio.
Anna Karènina}
Esmè non si aspettava una vita rose e fiori con Olaf,
perchè non sarebbero stati una vera coppia.
Non le interessava il fatto che fosse stata ripudiata dai suoi genitori
e che, di conseguenza, non avesse più un cognome.
Il fatto era che Olaf pensava sempre e solo alle sue missioni per
estorcere denaro e provocare cattiverie.
Si sentiva a volte stranamente sola, e trascurata.
Soprattutto quando i genitori del Conte furono assassinati a teatro con
delle freccette avvelenate a teatro dai coniugi Baudealaire e dagli
Squalor.
Beatrice Baudelaire continuava a perseguitarla, e il suo
demone le fece comprendere che, in un modo o nell'altro, Olaf restava
sempre ossessionato da quella terribile
donna.
Esmè sprizzava di gioia da tutti i pori quando venne a
sapere
che la Baudelaire era morta e sepolta, uccisa dal suo amato Conte.
La gioia si tramutò in disperazione e angoscia quando si
rese
conto che Violet Baudelaire, la figlia maggiore di Beatrice, era bella
tanto quanto la madre, se non di più.
Il vortice oscuro causato dal demone la fece sprofondare di nuovo,
soprattutto
quando Olaf decise di sposare la mocciosa per mettere le mani sul suo
ingente patrimonio.
In ogni azione malvagia del Conte c'era un nascosto e ambiguo desiderio
personale, ed Esmè ne ebbe la conferma quando lo vide
guardare
Violet con occhi famelici, lussoriosi e affamati e stringere
saldamente le sue piccole mani bianche.
Fu in quel momento che realizzò di voler sposare quello
stupido
di Jerome Squalor, per far comprendere a Olaf come si fosse sentita guardando quel terribile
matrimonio inscenato e fortunatamente andato a monte.
Nonostante Esmè divenne la signora Squalor non riusciva
neanche
lontanamente ad amare il marito perchè, proprio come Anna
Arkadyevna non poteva fare a meno di Vronsky, lei non poteva vivere
senza Olaf.
Si può salvare una persona che vuole essere
salvata, ma con
una natura così corrotta, così pervertita, che
vede il
precipizio come una salvezza che cosa si può fare?
Anna Karènina}
Quando Esmè
venne lasciata da Olaf la sua vita finì.
La signora Squalor non potè sopportare, nemmeno per un
istante,
lo sguardo di sincera pietà che le rivolse Violet
Baudelaire,
così simile a quello di sua madre tanti anni prima, e
nemmeno lo spegnersi dell'amore del Conte.
Esmè cercò di inibire le sue emozioni, proprio
come
cercava di fare da tanti anni, allontanandosi da
Olaf, e
stringendo ancora più forte la benda che aveva legata
intorno
agli ccchi.
Per un istante Esmè tornò la ragazzina timida e
insicura
e, a detta di molti, fastidiosa mentre le lacrime le rigavano
il volto.
Il suo animo, però, era troppo pervaso dal dolore e dalla
malvagità.
L'ultima cosa che la signora Squalor percepì del mondo fu il
fuoco sulle sue membra, mentre la risata metallica del suo demone le
martellava le tempie.
E ciò la fece stare
finalmente bene.
E la luce alla quale ella leggeva il libro pieno di ansie, di inganni,
di dolore e di male, s'infiammò d'un bagliore più
vivido che mai,[...]
poi cominciò ad affievolirsi e si spense per sempre.
Anna Karènina}
ANGOLO AUTRICE
Questa storia è frutto di un'idea nata dopo aver letto "
Anna Karènina", di Lev Tolstoj.
Fin dalle prime pagine non ho potuto evitare di fare un paragone tra la
drammatica storia di Anna e Vronsky e quella di Esmè e Olaf,
spesso sottovalutata.
La signora Squalor è un personaggio davvero particolare, con
uno spessore psicologico sconvolgente, e mi rammarica molto che spesso
non venga lontanamente considerata ( infatti, nel film tratto solamente
dai primi tre dei dodici libri di " Una serie di sfortunati
eventi", non si trova nemmeno un accenno alla storica
fidanzata del Conte).
Non è stato semplice descrivere ciò che, secondo
me, era il suo oscuro e lacerato animo.
La sua sfortunata storia l'ho sempre immaginata così, e lo
stesso vale per la misteriosa figura di Beatrice.
Inoltre ho sempre fermamente creduto che Olaf avesse un debole per la
signora Baudelaire e, in seguito, per la figlia Violet. Per
correttezza, comunque, ho inserito l'avvertimento "Crack Pairing".
Spero che questa shot vi sia piaciuta, in quanto è un lavoro
a cui tengo particolarmente, e spero di ricevere qualche parere.
Vi auguro tutto il bene possibile,
Carol.
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