Torno a voi

di Hubris
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Torno a voi
 

Ci convoca l’inferno,
fiuto colui che ho tanto bramato,
e adesso che restate con me a resistere
ogni rabbia pare
distruzione
o sacra reminiscenza,
no,
non elemosinate perdono
né pretendete mani raccolte
e nessuna musica per la pietà
dove crollano
lacrime accuratamente addestrate..

oh, non cogitate il paradiso.
 
Al di là delle colline,
dove si mostra
tutto quel verde raccolto
timido o semplicemente colmo di odio
che mentre ci spia
vorrebbe esplodere in un nero opaco,
si è accasciata la nostra libertà
e le membra ormai estinte.
 
Gridate.
Non vi negherò io,
Io lontana dalle voci gravi
Dalle note spezzate
Da tutte le anime sfuggite alla sinfonia
di un dolore incomprensibilmente
perverso e appagante,
denso come il sangue che vi lascio assaggiare.
 
Durante le notti più raggelanti
vi ho scorto amarmi
io che avanzavo zitta,
padrona di un silenzio
volto ad un bisogno raccapricciante,
 
nel mio inferno rosso,
a voi diavoli buoni
in questo inferno maestoso
di voi diavoli riconoscenti.
Vi riconosco,
vi riconosco a tutti quanti.
Piccole parti della vita mia,
siete quella goccia di vino acre
l’ultima che desiderosa giace sul fondo del calice.

 




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