nezumi
Topo in trappola.
E'
quasi l'alba
ma fuori è ancora tutto buio. Trattengo il respiro per
qualche
secondo per ascoltare il suo. Lui sta dormendo accanto a me,
raggomitolato attorno al mio braccio. La sua presa è lenta,
praticamente nulla: posso tirarmene via quando voglio.
E' davvero un
sempliciotto...
Shion, è questo il suo nome. Ieri sera mi sono
intrufolato in casa sua ma non mi ha cacciato via. Ha voluto curare la
mia ferita a tutti i costi, anche se
non aveva idea da dove cominciare. Sembrava un sadico entusiasta nel
momento in cui ha preso
in mano la siringa con l'anestetico... ma quando ha dovuto cucire il
taglio era talmente concentrato che avevo l'impressione che i nervi gli
saltassero da un momento all'altro. Che si comporti sempre
così?
Adesso il suo viso è rilassato. Le ciocche nere dei suoi
capelli sono
sparse sul cuscino che abbiamo diviso.
Anche se tiro via il mio
braccio da sotto il suo,
non si accorgerà mai di nulla.
La notte non è ancora finita, è il momento ideale
per
lasciare questa casa e proseguire la fuga. I vetri delle finestre
devono essere insonorizzanti perché non si sente alcun
rumore
provenire dall'esterno. Il cielo però si vede chiaramente ed
è sereno. L'uragano è passato.
Il mio cuore è stranamente calmo. Non sente alcuna pressione
e
batte regolarmente. Rende il corpo incredibilmente pesante.
Se chiudessi di nuovo gli occhi potrei riaddormentarmi come un sasso.
Se non fossi costretto a fuggire potrei aspettare che il sole sorga e
uscire sotto il tepore dei suoi raggi. Potrei ascoltare che altre
sciocchezze è capace di inventarsi questo strano ragazzo.
Forse mi guarderebbe ancora con quei suoi occhi privi di qualsiasi
ombra.
Il cielo si stria della prima luce rosata.
Ancora un minuto...
Chiudo gli occhi. Non voglio addormentarmi, voglio solo
cercare
di imprimere nella mente tutto questo, meglio che posso. Voglio poter
portare con
me ogni cosa di questo momento, sempre. Mi concentro sul calore del
corpo di Shion che sento premuto contro il mio.
Riapro gli occhi e tutto mi appare offuscato.
...Una lacrima...?
Perché adesso...?
Mi occorre fin troppa determinazione per ricacciarla indietro, la
stessa determinazione che dovrei usare per alzarmi da questo piumone
caldo.
Dannazione... ancora un
altro minuto... un altro ancora, uno solo.
Vorrei poter fermare il tempo. Vorrei riposare ancora qui, in questa
strana oasi. Sarebbe stata una casa come tante altre, una ricca
abitazione della sfarzosa Chronos. Ma è diventata il mio
rifugio
solo perché lui vi abitava.
Shion, sei stato tu a
creare la mia
oasi allora?
Purtroppo, però, si
trova in un luogo circondato da un fossato di alligatori...
Anche se tu ci vivi agevolmente, io non posso restare...
La vista mi si annebbia di nuovo... Dannazione.
Adesso è proprio ora di andare. Stringo i denti e mi alzo a
sedere mentre un brivido mi attraversa la schiena: era proprio vero,
Shion
non ha fatto alcuna resistenza e ho potuto scivolare via dalla sua
presa come se niente fosse.
Senza il mio sostegno, adesso il suo corpo giace supino e il
viso
è in gran parte affondato dentro il cuscino. Ha
l'espressione di chi è immerso in un
sogno pacifico.
Lo scavalco e scendo dal letto. Fino alla finestra sono pochi
passi. Prendo con me la cassetta del pronto soccorso che Shion ha usato
per
curarmi e spalanco i vetri.
L'aria del mattino è pulita e fresca. Il giardino
è
ridotto al caos più totale e gli odori sono tutti mescolati.
Lentamente mi calo giù dalla finestra e raggiungo l'aiuola
sottostante. Guardo dritto davanti a me e dopo aver inspirato a fondo
comincio a correre.
Il mio corpo è stranamente leggero. Non ho alcuna vertigine,
l'aria del mattino mi rinfresca i polmoni.
Mi sembra come di aver buttato tutto alle spalle, è una
strana
sensazione. Come se il mio corpo, anzi no, lo spirito che lo abita
fosse nuovo di zecca.
Come se la scorsa notte fossi rinato e ora fossi sul punto di vivere il
primissimo giorno della mia esistenza.
Continuo a correre cercando di nascondermi tra le siepi dei
giardinetti. Il disordine creato dall'uragano non fa che
agevolarmi la cosa. Ho con me dei regali, come un viandante
che
ha ricevuto pegni di ospitalità lungo la sua strada.
Eppure ero certo che
queste cose non succedessero.
Al solo pensarlo mi sento ancora più leggero. Il cuore non
è affatto agitato, la mente è lucida, le lacrime
sono
passate.
Anche se mi trovo già a diversi isolati da quella casa, mi
sento bene.
Devo
ricordare tutto ciò che è successo
lì dentro
perché riesce stranamente a calmarmi il cuore.
Devo pensarci sempre.
D'altronde credo che
dimenticarti, Shion, non mi sia più possibile...
***
Sono
fradicio. Oggi il padrone della macelleria mi ha pizzicato mentre
cercavo di rubare qualcosa dal retrobottega. Mi succede
spesso di essere sorpreso e minacciato di una qualche punizione, ma di
solito
riesco sempre a scappare. Oggi qualcosa è andato storto. La
pioggia cadeva troppo fitta e mi ha annebbiato i riflessi.
Che colpa ne ho se il mio stomaco richiede cibo a prescindere dalle
condizioni meteo... ?
In definitiva, il macellaio mi ha catturato e stava quasi per farmi
fuori
con le sue percosse. Fortunatamente un topolino è sbucato
fuori
da un angolo e gli ha azzannato il braccio con prepotenza, facendolo
agonizzare di dolore.
Così anche oggi sono riuscito a tornare a casa. Anche oggi
sono ancora
vivo. Ho la pancia vuota ma sono troppo stanco per cercare qualcosa da
mangiare, ci penserò domani.
Mi lascio andare sul letto,
davanti a me ho la stufetta a cherosene che emette un flebile calore.
Mi basta così.
Due topolini si sono accucciati vicino a me e si stringono per
scaldarsi. Il mio stomaco brontola vergognosamente. La mia guancia
brucia a contatto con l'aria e ho lividi dappertutto.
Ma dentro non fa male. Forse l'orgoglio è a terra, ma il
cuore è terribilmente saldo.
In questo mondo dove capitano anche
giornate così, dove le persone mi guardano con freddezza,
dove a
nessuno importa se io riesca a tornare a casa vivo la sera... in questo
mondo esisti anche tu, Shion. Non è terribile questa
verità?
Perché forse,
se la ignorassi, se non ti avessi mai incontrato,
potrei pensare di lasciar perdere tutto.
Sei la mia condanna,
Shion, te ne rendi conto?
Nonostante le dure parole che si rincorrono nella mia testa, sul mio
viso affiora un debole sorriso.
"E' la peggiore delle condanne, sapere
che a questo mondo esiste qualcuno come te, Shion..."
Un topolino squittisce ai miei sussurri e il mio stomaco vuoto si fa
sentire ancora.
Se prima pensavo di aver
colto il
senso della vita o qualcosa del genere, adesso sono nel panico.
Adesso
il mondo mi appare come un posto oscuro e sconosciuto, in cui non sono
altro che un topo smarrito, in balia della corrente del momento.
Ma allo stesso tempo il
mio cuore non desiste. E' forte come non lo è stato mai,
come se si sentisse immortale.
Le altre persone non si
sentono
così, io lo so.
Perché in queste condizioni uccidere anche solo per
sopravvivere a discapito di un'altra persona,
è un gesto che fa dieci volte più male.
"Sono diventato un debole, Shion..."
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