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Non sembrava che Harry
si sentisse troppo bene, a pranzo, e il pensiero di quello che poteva
preoccuparlo adesso stava realmente preoccupando Hermione. Guardava
fuori dalla finestra la neve che cadeva, era difficile concentarsi in
classe.
"...Che porta alla
risposta della domanda numero 4 che è, Signorina Granger?"
Trasalì e guardò
velocemente ai suoi appunti "Erm...Dovrebbe essere il Patronus,
professoressa, perchè una manifestazione di gioia è una
cosa incalcolabile in Aritmanzia."
La professoressa Vector
parve piuttosto stupita. "Eccellente. Per un momento credevo che
non stesse facendo attenzione. 5 punti a Grifondoro".
Hermione non ascoltò
i complimenti della professoressa nè tantomeno il coro di
mormorii annoiati dei suoi compagni di classe.
Qual'era il problema di
Harry? Si chiese. Sirius era al sicuro, Silente non aveva ancora
perso la sua influenza su Hogwarts e gli Auror erano riusciti a
salvare i McDonald dagli attacchi dei Mangiamorte. Considerato tutto
era stato un bel Dicembre e le vacanze erano vicine. Harry doveva
avere qualche problema, conosceva troppo bene la sua faccia per non
rendersi conto che stava passando uno dei suoi bui, nervosi momenti a
pranzo e di solito c'erano buone valide ragioni per questo. O
terribili, si corresse, sperando con tutta se stessa che qualsiasi
cosa preoccupasse Harry non fosse la sua cicatrice.
"Granger che non
fa attenzione in classe? Com'è possibile?" giunse una
voce tagliente da dietro di lei. "Preoccupata? Stai pensando
ancora al tuo ragazzo Potter?". Sta' zitta e muori, Pansy, pensò
fredda Hermione. Ma non rispose. Non avrebbe dovuto rispondere. Non
aveva parlato né guardato Pansy Parkinson da quando avevano
iniziato il corso di Aritmanzia insieme. Litigare nella classe del
professor Piton era una cosa, ma Hermione rispettava la professoressa
Vector e non intendeva rispondere alle provocazioni dei Serpeverde
nella sua classe.
Comunque era ridicolo
che a Hogwarts girassero ancora voci su Harry e lei, Hermione
continuava a chiedersi se fossero tutti ciechi. D'altra parte,
ricordò a sè stessa, che andava bene se lo fossero
stati. Dopotutto non voleva che tutti notassero...tutto.
"La lezione è
finita".
Hermione spinse a
fatica i suoi libri nella borsa strapiena, facendo attenzione a non
far cadere il suo diario, poi si sistemò lo zaino sulle
spalle, mentre i suoi pensieri tornavano al problema di Harry
camminando per i corridoi. Senza pensare percorse le scale e i
corridoi, mordendosi le labbra.
"Potter e Granger
seduti sotto un albero" cantava una voce stridula non lontana
dalla scale "B-A-C-I-A-N-"
Ignorala....ignorala....
"D-O-S-I. Sai voi
due dovreste inventare un nome, solo combinando i vostri. Har-Mione"
Le ragazze di
Serpeverde che seguivano Pansy scoppiarono in una maliziosa risata.
Era ovviamente un'idiota. Era completamente pazza. Le piaceva Malfoy,
tanto per dirne una...
"Se siete
fortunati i vostri bambini avranno i tuoi capelli e la sua fronte,
così potrete entrare a far parte del circo tutti insieme"
Non darle
soddisfazione.
"Di certo i
Mezzosangue sono più strani, quindi non importa cosa succede
con Potter, entrerai a far parte del...."
"è il tuo
vero naso, Parkinson o te lo sei fatto rifare?"
Hermione trasalì
dalla sorpresa. Le parole le aveva pensate, ma non era stata
certamente lei a dirle. Si voltò verso la porta dell'aula di
Pozioni e vide Ron, la sua faccia contorta dalla rabbia. Lei si voltò
guardando Pansy che miracolosamente si era zittita. Un sorriso
apparve sulla faccia della Serpeverde, mentre osservava a braccia
incrociate qualcosa o meglio qualcuno giusto giusto dietro Hermione.
"Fai il bodyguard
per arrotondare lo stipendio di tuo padre, non è vero
Weasley?"
Hermione si voltò
di scatto, quella voce non poteva che appartenere a Draco Malfoy che
aveva iniziato una violenta lite con Ron, proprio davanti all'aula di
Pozioni. Questo tipo di cose non andavano mai a favore dei
Grifondoro. Lanciò un'occhiata fulminante a Ron, ma lui non la
stava guardando. Aveva già fatto un passo avanti verso Malfoy.
"Di certo"
continuò Malfoy "non mi stupisce affatto. Hai bisogno di
lavorare se volete trasferirvi dal cassonetto a una sistemazione più
comoda...sotto un ponte per esempio"
"Questa me la
paghi, Malfoy!"
"Ron, no!"
girdò Hermione prima che Ron afferasse Draco per il collo.
"Fermi tutti"
Il corridoio si fece
silenzioso. Harry stava là in piedi, la bacchetta in mano, i
suoi occhi verdi manadavano scintille. Hermione non l'aveva visto
avvicinarsi. Guardò Malfoy per un bel po' di tempo, come per
dirgli di andarsene. Draco infilò la bacchetta nel mantello,
si liberò dalla presa di Ron e entrò nell'aula di
Pozioni. Qualsiasi cosa gli avesse detto il padre sugli eventi della
fine del quinto anno, Draco era molto più prudente nel
contraddire Harry.
"Schifoso Codardo"
mormorò Ron, mettendo la bacchetta nella tasca dei pantaloni
con una mano e portandosi i capelli indietro con l'altra.
Scambiò
un'occhiata preoccupata a Harry e poi incontrò gli occhi di
Hermione. Lei non aveva realizzato di essere rimasta a fissarlo
finchè lui non la guardò.
"Bè, non
mi guardare così" disse arrabbiato. "Stavo solo..."
Ma non ebbe il tempo di finire, Pansy e le sue amiche di Serpeverde
corsero nell'aula. Hermione sospirò e le seguì dentro,
cercando di ingnorare gli sguardi di Ron. Piton era in ritardo e se i
Grifondoro fossero arrivati fuori orario, non avrebbe causato altro
che guai.
*
Mezz'ora dopo Ron non
l'aveva ancora perdonata.
"Harry, dì
a Hermione, di darmi quelle ali di scarafaggio"
"Harry dì a
Ron che riesco a sentirlo benissimo"
"Smettetale tutti
e due"
Harry diede le ali di
scarafaggio a Ron e guardò inviperito in direzione di Piton.
Hermione lo guardò preoccupata. Non era decisamente sè
stesso, non lo era stato per tutto il giorno.
"Harry"
iniziò lei tranquillamente, dopo un po', "c'è
qualcosa..."
Ma l'occhiata infernale
che le scoccò, stroncò la discussione sul nascere.
Guardò verso Ron, ma lui si rifiutava di guardarla negli
occhi. Sospirò mentre iniziava a buttare nel suo calderone le
ali di scarafaggio, avrebbe dovuto farlo adesso altrimenti la sua
pozione non sarebbe riuscita e Piton avrebbe certamente controllato i
suoi risultati. Lo faceva sempre. Stava solo aspettando che lei
sbagliasse, almeno una volta.
"....no, ne
parliamo dopo" stava mormorando Harry con una voce appena
percettibile.
Hermione dovette stare
molto attenta per riuscire a sentire la risposta di Ron.
"Ma l'hai fatto, o
cosa?!"
"Te lo dico dopo"
bisbigliò Harry.
"Tu cosa!?"
Hermione li aveva
interrotti, se la conversazione aveva a che fare con i problemi di
Harry, allora voleva sapere.
"Che succede?"
Harry trasalì
"N-niente" fece finta di nulla e cominciò a
mescolare la sua pozione con la punta della bacchetta. Hermione alzò
gli occhi al soffitto, in segno di disperazione.
"Harry, hai agito
stranamente per tutto il giorno" bisbigliò "Se è
qualcosa a che vedere con...bè con Tu-Sai-Chi, bè
allora è meglio che..." Si fermò notando solo
adesso che i capelli di Harry erano bagnati. "Perchè sei
stato fuori nella neve?" chiese curiosa. "Che è
successo a Divinazione?".
"Non è
niente" ribattè Harry mentre il suo viso assumeva uno
strano colorito scarlatto. Scoccò a Ron uno sguardo glaciale,
come per dirgli di troncare la discussione.
Ron fissò
Hermione "Fatti i fatti tuoi" disse semplicemente.
Hermione aprì la
bocca "Farmi i..." ripetè, all'improvviso si sentì
offesa.
Quest'anno si sentiva
tagliata fuori dalla vita di Ron e Harry, sapeva che non
condividevano tutto con lei, come era succeso durante gli anni
precedenti. Qualsiasi cosa stesse succedendo, Ron lo sapeva e lei no.
Ricambiò lo sguardo di Ron
"Penso che ciò
che succede a Harry siano anche fatti miei" disse, la sua voce
molto più acuta di come voleva che fosse.
"Per favore, non
parlate di me, come se non fossi qui, va bene?" Li interruppe
Harry, mescolando la sua pozione un po' troppo energicamente.
"Ma Harry se è
qualcosa a che vedere con la cicatrice..." disse Hermione, notò
che sembrava molto più agitato della prima volta. "Ricorda
cosa ha detto Silente a proposito del sentirsi..."
"Hermione, ti ha
detto di stare zitta!"si intromise Ron, molto più forte
rispetto al normale tono di voce che si usa in classe.
Molti studenti si
voltarono verso di loro. Hermione sospirò indignata e si voltò
guardando Ron in faccia, dimenticandosi per un momento di trovarsi
nell'aula di Pozioni. "Perchè non stai zitto tu, Ron"
si arrabbiò lei, troppo offesa per rendersi conto delle
persone che li fissavano. "Harry, non mi ha mai detto di..."
"Silenzio".
Hermione, Harry e Ron trasalirono. Piton era in piedi davanti al loro
tavolo, guardando Ron con un misto di soddisfazione e vittoria negli
occhi . Doveva essere molto stanco, perchè Hermione notò
che aveva le borse sotto gli occhi, come se non dormisse da un bel
po' di notti.
"Il famoso trio
sta litigando?" chiese tranquillamente Piton, le sue labbra si
distesero in un sottile sorriso. "Che romanzo". I mormorii
di Malfoy si sentivano in tutta la classe e le risatine di Pansy
risuonavano nelle orecchie di Hermione.
"No, professore,
noi stavamo..." iniziò.
"Punizione,
Granger" la interruppe Piton, sembrava molto più felice
di quando assegnava normalmente castighi, era quasi deliziato. "Non
tollero scuse". Harry e Ron fecero entrambi lo stesso suono di
disgusto. Piton diede loro un'occhiata.
"E..." i
suoi occhi si soffermarono su Harry, ma quando aprì bocca non
ne uscì alcun suono. Le sue pupille sembrarono dilatarsi,
prima che il suo sguardo si posasse su Ron. "E Weasley".
Concluse. "Venite alla mia cattedra dopo la lezione".
Piton si voltò e
tornò al suo tavolo davanti ai banchi. Nessuno dei tre disse
più niente fino alla fine dell'ora. Hermione finì la
sua pozione prima del tempo ed era perfetta, con ovvio profondo
disgusto di Piton. Congedò infine la classe.
"Finchè non
capirai qual'è la differenza tra uno scarafaggio e una mantide
religiosa, Paciock, le proibisco di venire alla mie lezioni. Fuori".
"Praticamente è
meglio che non vieni più" disse Malfoy passando davanti
al tavolo di Neville "E' meglio che torni dalla tua cara
nonnina".
Si soffermò
guardando con i suoi occhi color ghiaccio nella direzione di Harry, e
poi controllando che Tiger e Goyle fossero al suo fianco, prima di
continuare.
"Ho sentito dire
che è molto malata". Draco fece una smorfia e uscì
dalla classe mentre i suoi due gorilla ridevano. Ron fissava la porta
da dove erano usciti e iniziò a camminare in quella direzione
insieme a Harry e per una volta Hermione sembrava non avere
intenzione di fermarli. Neville stringeva la bacchetta talmente forte
che le sue dita erano diventate bianche.
Si alzò rapida,
girò attorno alla sua sedia, superò il suo calderone e
raggiunse il banco di Paciock. "Oh,Neville" disse
tranquillamente "Non ascoltare, tua nonna starà bene,
vedrai" Neville non voleva guardarla, ma anche dal suo profilo
Hermione notò che gli occhi erano bagnati di lacrime, mise la
sua mano su quella di Neville per confortarlo.
"Granger, Weasley,
alla mia scrivania. Ora".
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