Mi manchi.

di Life is free
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Mi manchi.



Caro Mordente,
che strano scrivere ciò che provo su un pezzo di carta, ben consapevole che è inutile, che questo non servirà a riportarti indietro, nè tantomeno a comunicare con te.
Pensavo fosse una cosa da deboli cinque anni fa, quando sei morto.
Ma come al solito mi sbagliavo.
In quel momento non volevo ammettere di non essere in grado di gestire la tua perdita, la depressione e la rabbia di mamma e papà, la tristezza di Ron, Bill, Percy, Charlie e Ginny.
Non volevo ammettere di non essere in grado di andare avanti.
Il primo mese, Fred, non ho parlato con nessuno, mi sono chiuso nel mutismo più totale.
Mangiavo poco, bevevo di rado, dormivo male.
Non riuscivo nemmeno a piangere, mi sentivo solo vuoto.
Parlavo da solo, certo che tu mi stessi ascoltando.
Mamma ne era sempre più preoccupata.
E ogni notte con tutta l'aria che avevo nei polmoni urlavo sempre la stessa frase: "Mi manchi, Fred!".

Dopo il primo mese mi obbligarono ad uscire dalla nostra camera, in cui mi ero rinchiuso.
Ma per tutti ero un estraneo.
Si chiedevano "Dov'è finito George? Dov'è finito il ragazzo che rideva sempre, che non era capace di restare serio per più di dieci secondi?".
La risposta era semplice "La tua morte lo aveva inghiottito".
Ci vollero due anni prima che io ridessi di nuovo.
Ho contato i secondi, i minuti, i giorni, passati senza di te.
Poi, dopo due anni precisi dalla tua morte, una persona riuscì a farmi sorridere di nuovo.
Era una ragazza, una ragazza stupenda.
Mi disse: -Manca anche a me-
Erano solo quattro parole, ma di fronte al suo sguardo dolce e addolorato, al suo sorriso malinconico, mi sciolsi e piansi anch'io.
Poi, dopo essermi sfogato e aver coinvolto anche lei nel mio pianto liberatorio, le sorrisi e lei mi sorrise.
Quella ragazza era Hermione Granger.
Quella notte, nella nostra stanza, ripetemmo come un mantra "Mi manchi, Fred" fino allo sfinimento.
Scoprii che vi eravate amati, scoprii che presto me lo avreste detto.
Perché sei morto, Fred?
Dovevamo ancora parlare, progettare insieme tante di quelle cose...
Mi manchi, Fred.

Da quel giorno sorrisi un po' più spesso, ma proprio di tanto in tanto.
Io e Hermione ci vedevamo ogni giorno e andavamo a parlare sulla tua bara.
Pensavamo, ingenuamente, che tu potessi ascoltarci, in qualche modo.
Un giorno su quella fredda pietra incidemmo due scritte identiche "Mi manchi, Fred".

Tre anni dopo la tua morte Hermione si sposò con Ron.
Nacque la sua prima figlia, Rose.
In realtà mi confidò di desiderare un maschio, per chiamarlo come te.
Sei mesi dopo dal lieto evento io mi sposai con Angelina.
Tre mesi dopo lei rimase incinta, un anno dopo nacque mio figlio.
Lo chiamai Fred, ed Hermione si commosse appena lo seppe.
Rimase incinta del suo secondo figlio, e dato che le avevo soffiato l'idea del nome ripiegò su "Hugo".
Raccontammo ai nostri figli la tua storia, gli facemmo conoscere uno zio di cui altrimenti avrebbero ignorato l'esistenza.
Ci chiesero "Vi manca?", rispondemmo "Si, da morire".

Spesso, quando litigo con Angelina, penso che sarebbe stato meglio sposare Hermione.
Non la amo, lei non mi ama, ma ci capiamo, condividiamo il dolore per la tua perdita.
E ogni anno, nel triste giorno dell'anniversario della tua morte, ci rechiamo sulla tua tomba, per posare un fiore, le sue lettere, nuove scritte uguali alle vecchie.
Sempre la stessa frase di dolore, sempre un "Mi manchi, Fred".
Perché non c'è nient'altro da dire.
Non ci sono parole migliori per descrivere ciò che proviamo da quando ci hai lasciati.

Per sempre, tuo fratello George.
Ps: Mi manchi, Fred.





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