Nota legale: A Song of Ice and Fire
© 1996, George R. R. Martin (li mortacci). Titolo
© Stuck In
A Moment You Can't Get Out Of , 2000, U2
(♥♥♥♥)
Il qui presente
intreccio è da considerarsi proprietà esclusiva
dell'autrice; pertanto, non può essere riprodotto
- totalmente o parzialmente - senza il consenso di quest'ultima.
Avvertimenti: bromance che può
allegramente essere fraintesa per un rapporto slash incestuoso e
dolcissimo che vedo solo io, okay? Okay.
Note:
Riverso
il mio amore in questa fic. George, f o t t i t i.
Stuck
In A Moment You Can't Get Out Of
Ad Alessandra, perchè ci aspetta una maratona delle prime
due stagioni.
E
perchè "Crucio, l'inverno sta roar. Smetti di bagnare il
saio ed entra
in quel fottutissimo Tardis" è un bellissimo motto per una
nobile
casata.
Ad
Alessia, che sopporta scleri continui...
non,
aspetta, quella sono io!
La
famiglia è la patria del cuore.
(Giuseppe Mazzini)
1.
Maestro Aemon aveva
detto che avrebbe compiuto una scelta, e lui aveva fatto la sua.
Sentì i
muscoli delle cosce intorpidirsi, mentre le mani erano anestetizzate
già da tempo, strette alle redini.
Il fiato della puledra
si stava facendo sempre più corto, nuvole di vapore uscivano
dalle narici.
Anche Spettro era
ormai svanito nella notte, come un’ombra, un fantasma.
Il ragazzo sorrise,
ripensando a quando lui e Robb avevano trovato i cuccioli di lupo, a
come li avevano addestrati rotolandosi tra l’erba verde e il
fango del sottobosco.
Jon Snow non si
sarebbe fermato.
L’erba, le
risate, Arya, Bran, Grande Inverno, Robb. Ricordava tutto, tutti.
Avrebbe combattuto con
suo fratello.
2.
Un ragazzino che
puzzava d’estate, l’avevano definito, e forse era
vero.
Nella sua mente erano
ancora vividi i ricordi della sua infanzia, proprio durante una delle
stagioni più torride della Storia dei Sette Regni, quando
non era nato nemmeno il piccolo Rickon.
Quando lui,
i suoi fratelli e le ragazze giocavano nei cortili davanti al palazzo,
o esploravano le cripte umide degli Stark.
Quando lui e Robb
stavano stesi sotto il sole, stesi sui prati morbidi e verdi, con i
fili d’erba tra i capelli.
«Nessuno ci
separerà mai, sono sicuro. Vero?».
Ora Jon si auspicava
di poter rivedere la sua famiglia.
Gli anni erano
passati, la speranza restava inalterata.
3.
Arya non era Sansa,
con la sua grazia e le sue buone maniere.
Non sarebbe mai
diventata una amabile lady, né tantomeno una sarta esperta.
E certamente non
avrebbe mai imparato a cucinare, su questo Robb e Jon, appollaiati in
attesa del bel tempo sul davanzale della finestra della stanza delle
ragazze, avrebbero potuto scommettere la pelle dei loro
metà-lupi.
Nonostante tale palese
evidenza, Septa Mordane continuava imperterrita a strillare, la vocetta
acuta che risuonava nella stanza che stava percorrendo a grandi passi,
gesticolando istericamente; in tutta la sua carriera non aveva mai
visto un simile disastro di ragazza.
Era inaccettabile che
non fosse in grado di preparare un piatto così semplice e
banale, inammissibile.
«Non
può essere così male, Arya! Dai, non prendertela,
lo mangio io» per cercare di dimostrare il contrario, e
sottrarre la piccola dai rimproveri, Jon stesso ripulì il
piatto davanti allo sguardo grigio della sorella
–così simile al suo e a quello del
padre- ora sorpreso e rincuorato.
«Allora,
com’era?» l’ombra di un sorriso
increspava il volto di Robb, mentre sussurrava all’orecchio
del fratellastro.
«La peggior
insalata della mia vita. In assoluto la peggiore».
4.
Non aveva una madre.
Continuava a
ripeterselo mentre percorreva il cortile del palazzo, dirigendosi nel
Giardino degli Dei. L’ espressione aggrottata
dell’albero-diga lo scrutava dietro le fronde - mani
insanguinate, le chiamava la vecchia Nan -.
Gli uomini del Nord
credevano negli Dei Antichi.
Jon,
nonostante ciò non fosse gradito a lady Catelyn, era uno
Stark.
Ma quei volti incisi
nelle cortecce bianche non avevano risposte da dare.
C’erano
troppe domande nella testa del ragazzo. Cosa ci faceva lì,
nella corte di Grande Inverno?
Un bastardo senza
diritti, senza cognome, senza madre.
«Che fai ora
Snow? Piangi?» la risata forte di Robb squarciò il
silenzio.
Dopotutto, aveva un
fratello.
5.
La Barriera,
imponente, impietosa, si ergeva alle spalle di Jon. Davanti a
lui, solo il bosco nero come gli abiti indossati.
I rami più
bassi degli alberi graffiavano il viso di Robb, il cui cuore sobbalzava
angosciosamente nel petto ad ogni piccolo rumore, ad ogni fruscio cha
appariva minaccioso ed ostile.
La Foresta del Lupo,
di cui conosceva ormai ogni pianta, era un ricordo di spensieratezze
passate, di battute di caccia con Jon e papà e Bran. Quel
bosco sarebbe stato teatro di un massacro, la guerra stava per avere
inizio e non sarebbe potuto tornare indietro.
Un lupo
ululò, un altro rispose in lontananza.
Il branco si sarebbe riunito.
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