Fancy Dress Ball
Arma a Doppio Taglio
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Verso la fine
della vita avviene come verso la fine di un ballo mascherato, quando tutti si
tolgono la maschera. Allora si vede chi erano veramente coloro coi quali si è
venuti in contatto durante la vita. (Arthur Schopenhauer)
Immagino sia una
soddisfazione, per te, sapere di avermi ingannato.
Hai trascorso tutta la
vita da codardo, ingabbiato dietro un viso che non era il tuo, un vestito che
non aderiva al tuo corpo, un sorriso che non ti apparteneva.
Bugiardo.
Non meriteresti niente, nemmeno la mia
compassione.
Sei riuscito ad
imbrogliare tutti, persino me. Mi hai sempre sottovalutata, dall’alto della tua
nuvoletta rosa. Distribuivi carezze e vino nei freschi giardini dell’Eden,
assaggiavi il frutto della passione con un languore che non conobbi mai in
alcuno.
E quando i tuoi occhi
affamati si posavano su di me, mi sentivo stritolare dalle spire del serpente,
minuscola e troppo innocente per proferir verbo.
Hai afferrato la mia
vita, e l’hai messa a soqquadro. Come se io fossi una bambola in mano tua. Hai
disposto le carte sul tavolo, e mi hai convinta a giocare con te.
Troppe volte hai vinto,
e ti ho visto sorridere della mia rabbia sopita. Non l’hai mai sopportata, la
mia impulsività. Eppure non hai mai fatto nulla per cambiarla.
Forse sapevi che sarebbe
stata una battaglia persa. Dopotutto, non stava in certi risultati, la tua
soddisfazione. Ed io osservavo stupita la tua scala reale, incapace di muovermi.
Nessuno aveva mai vinto,
contro di me. A parte te, maledetto diavolo.
Ti odiavo, ogni volta
che sfoderavi il tuo sorriso beffardo, e le tue mani facevano comparire la
solita, temibile Scala Reale. Sbattevo i pugni sul tavolo, mi lamentavo.
E tu ridevi di me,
maledetto stronzo. Mi abbracciavi, e mi tranquillizzavi. Il tuo profumo
penetrava nelle mie narici, nella mia mente. Mi disinibiva.
Ed ogni volta che le tue
mani mi toccavano, la mia pelle ardeva. Scottature invisibili, ma che a distanza
di anni ancora bruciano. E niente può spegnere un incendio, se non le lacrime.
Ma io mai ne verserò. Non per te.
Dopo
il suo sangue, la cosa migliore che un uomo può dare di sè è una lacrima. (Jim
Morrison)
Ancora sfioro la mia
pelle, candida nonostante la macchia del peccato.
E’ fredda in superficie,
ma dentro scotta. Come quel maledetto Inverno in cui mi fidai di te.
Infame. So che basterebbe una sola
lacrima, per lavare via quel dolore.
Ma sopporto, in
silenzio. Come ho sempre fatto. Mi avevi capita, per questo decisi di farmi del
male. Sapevi che non era così facile, distruggermi.
E allora procedevi con
calma: ogni tuo passo era calcolato, ogni tua parola o movenza studiata. La tua
eleganza mi lasciava interdetta. Sarei potuta stare per ore a guardarti,
racchiusa nel mio corpo minuto. Hai sempre riso del mio viso dai lineamenti
infantili, delle mie mani piccole e dei miei capelli spettinati. Ero una
bambina, per te.
Solo un corpo, e niente
altro. Mai hai pensato che poteva esserci qualcos’altro, dietro il mio desiderio
di sapere, dietro le mie “sporche” origini. Solo tu avevi il dono dell’
intelligenza, nella tua ottica remota e rigida. E fu questo il tuo errore.
Pensavi sarei rimasta ore a piangere, per lavare via tutta la sporcizia che
avevi gettato senza ritegno sulla mia vita immacolata.
Oh, quanto sbagliasti.
Sono le sconfitte, a renderci più forti.
Non ti darò niente, mai
più. Niente di mio potrai mai più toccare, con le tue sporche mani da peccatore.
Continuerò a vivere all’Inferno, se è questo che vuoi.
Ma tu mi raggiungerai,
prima o poi. Quanto a lungo può durare una maschera su un viso? Tanto, ma non
per sempre. Vivere nella finzione non è così semplice, e prima o poi te ne
accorgerai. Pagherai triplicate le conseguenze della tua superbia, e di ogni tuo
altro singolo peccato. Per ogni ferita che infliggerai ad un altro, te ne
verranno restituite altre mille. Verrai usato. E mi dispiace solo di non poter
essere io, la prescelta per questo ruolo.
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FINE
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Note dell’autrice:
Non ho molto da dire, a parte che
sono legata a questa one-shot in modo particolare. A dire il vero l’ho scritta
di getto, una notte di Agosto. Sia la prima che la seconda parte contano
trecentocinque parole, secondo una mia scelta armonica.
Ha un certo accenno
nonsense, questa shot. Il motivo? Mi sono stancata delle spudorate
esaltazioni di Hermione Granger. Lei non è
perfetta, né mai lo è stata.
E’ incredibilmente
intelligente, ma ciò non toglie che possa essere confusa, o pensare il modo poco
lucido, talvolta. Il movente è il comportamento dell’algido
Draco Malfoy, il traditore.
Nemmeno Hermione Granger
può sconfiggerlo totalmente, col suo orgoglio e la sua purezza.
E questi righi non sono
altro che i pensieri della Gryffindor, – secondo la mia ottica, ovvio –dinanzi
alla rabbia, al rimorso, e alla soddisfazione per aver, almeno in parte, sviato
il dolore con una lucida e fredda analisi razionale.
Spero sia di vostro
gradimento.
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